toba60

400 Anni Dopo… La Fisica Quantistica Conferma le Teorie di Giordano Bruno

Giordano Bruno è il classico esempio il quale insegna che non è necessario studiare tanto per comprendere le cose, basta fermarsi un attimo…..forse qualcosina in più…. e pensare!

Toba60

La Fisica Quantistica Conferma le Teorie di Giordano Bruno

L’uomo ha sempre mirato a poter definire i fondamenti del suo essere, del suo Essere. A questo scopo è nata la necessità di creare un’immagine definita del mondo. Tutte le attività e il lavoro si basano su una concezione definita delle cose.

In termini generali possiamo dire che tutto ciò che si basa su una certa visione delle cose ispirerà azioni i cui risultati saranno anch’essi giusti o almeno in accordo con lo spirito che li ha diretti. Al contrario, se la concezione del mondo da cui partiamo non corrisponde a una realtà fondamentalmente confermata, non ci saranno i risultati attesi. Sorgeranno problemi e, sia le culture nate nella culla di questo temperamento che i portatori dei loro concetti, crolleranno completamente, crisi e disastri saranno i segni del declino.

La nostra epoca si presenta piena di problemi. I cambiamenti radicali a livello economico, sociale e politico, i disastri ecologici e la disintegrazione dei concetti scientifici e religiosi sono le caratteristiche attuali. Di fronte a questa situazione ci sono – e ci sono sempre state – due posizioni di base:

POSIZIONE “A“: “Perché oggi ci sono così tanti problemi?”. La posizione di ricerca, di apertura, di apertura a possibili cambiamenti di forma.

Posizione “B”: “I problemi ci sono sempre stati, la nostra situazione non è nuova. Una posizione di chiusura e di fuga di fronte a problemi spiacevoli o incomprensibili. Permettere al sistema di funzionare e diventarne così complice. È incorporato nelle strutture dominanti.

La prima posizione (A) comporta, a livello scientifico, lo sviluppo di nuove conoscenze, come ad esempio: in Fisica: la teoria dei quanti in Biologia: la teoria dell’auto-organizzazione in Psicologia: la parapsicologia.

Queste correnti e ricerche indicano come affrontare gli enigmi, annunciando un atteggiamento di cambiamento.

La coesistenza delle due posizioni citate dà origine alla differenza e quindi al confronto tra due tipi di concezioni fondamentali delle cose, chiamate: OPINIONE REALISTICA E IDEALISTA del mondo.

La visione realistica del mondo

“Il mondo è come lo possiamo concepire, cioè come si presenta davanti alla nostra ragione”. Questo è il modo di pensare della cosiddetta “concezione realistica”, che se analizzata seriamente si rivela infantile in quanto sostiene che i corpi non sono solo il prodotto della nostra concezione logica, ma anche che i corpi esistono oggettivamente, esistono di per sé, al di là di ciò che concepiamo o non concepiamo.

La concezione idealistica

Come rappresentanti di questa concezione si possono citare figure come Platone, Plotino, Hegel, Schelling, così come tutti gli insegnamenti della Sapienza tradizionale in generale e i suoi “antipodi”, tra cui Giordano Bruno. Questa visione del mondo parte dal presupposto che l’universo non è come lo concepiamo, è paradossale, contraddittorio rispetto alla nostra conoscenza attraverso i sensi. Sostiene che l’idea che abbiamo del mondo si forma esclusivamente attraverso la ragione, cioè in altre parole: Le cose non esistono di per sé. Il mondo che percepiamo nell’ambiente circostante non è reale in sé, a parte – o solo attraverso – l’idea che ce ne facciamo, cioè esiste, in quanto tale, solo nella nostra coscienza.

Nel corso della storia si può osservare un costante confronto tra queste due concezioni in competizione, tanto che si può parlare di una lotta archetipica tra due opposti. In modo ciclico, si conferma come una “visione idealistica” emerga vittoriosa in un’epoca, per poi essere sconfitta, con il passare dei secoli, da una “visione meccanicistica” della realtà.
Il dibattito al tempo di Giordano Bruno

Alla fine del XVI secolo l’Europa si trovava nel cosiddetto tardo Rinascimento e in piena Controriforma. L’imperatore Ferdinando II, ad esempio, sterminò nel sangue il protestantesimo in Austria (1598-1603). Galileo (1564-1642) formulò le leggi di gravità (nel 1602), scoprì le lune di Giove, dimostrando definitivamente le idee di Copernico sul sistema solare.

Era un’epoca di cambiamenti radicali, allora come oggi. La Scolastica era stata lasciata alle spalle, sostituita lentamente dal pensiero rinascimentale e dalla “concezione meccanicistica” di Galileo e Newton. In realtà, però, ci troviamo di fronte alla fine dell’egemonia di questo concetto. Stiamo assistendo al declino del concetto moderno di pensiero meccanicistico a tutti i livelli, nella scienza, nell’economia e nella politica.
Il dibattito di oggi

In realtà, il pensiero meccanicistico di Galileo, Newton, Cartesio e Einstein si sta confrontando con i concetti idealistici di Niels Bohr, Werner Heisenberg e David Bohm.

La fisica quantistica e la concezione bruniana del mondo

Partendo dalla posizione che la concezione bruniana del mondo è in perfetto accordo con la recente “concezione olistica” e con la “concezione della fisica quantistica” (quest’ultima certamente verificabile sperimentalmente), procediamo a dimostrarlo attraverso 4 assiomi o tesi estratti dall’opera di Bruno “Sulla causa, sul principio e sull’uno”:

1) “La materia è in parte

2) “Tutto è uno rispetto alla Sostanza”.

3) “Nell’assoluto tutto esiste insieme, cioè nell’assoluto sia la possibilità che la realtà sono una cosa sola”.

4) “La pluralità dell’Essere è solo fenomenicità”.

Queste posizioni sono contrarie all’esperienza che ci viene fornita dai sensi. Proprio per questo motivo sorgono una serie di difficoltà che devono essere tenute in considerazione quando si confronta la fisica quantistica con quanto detto da Bruno.

Quindi, per esempio, per non dimenticare:

α) La terminologia, le espressioni usate: Che cosa significavano all’epoca e come vengono intesi oggi?

b) “Il modo di intendere”: “Che cosa intendeva Giordano Bruno con un nome particolare?”.

Nuove dimensioni della materia

Tesi brunniana n. 1: “La materia è in parte corporea e in parte incorporea”.

Bruno lo spiega altrove: “Ovviamente questa Materia (a cui si fa riferimento) non è in Natura qualcosa di così tangibile come la materia dell’artefice, poiché la Materia in Natura non ha forma”. Questa affermazione ci sarà comprensibile, dal punto di vista della Fisica moderna, se traduciamo il termine usato da Bruno, “Materia”, con il termine moderno “Energia”. L’energia è un tipo di materia non fisica; la materia modellata come la intendiamo normalmente è quella che Bruno chiama materia fisica.

Giordano Bruno

La famosa formula di Einstein: E = mc2, dimostra che la materia (massa) e l’energia (E) sono solo due formazioni della stessa sostanza fondamentale.

L’universo è intrinsecamente mentale

Tesi n. 2: “Tutto è uno rispetto alla sostanza”.

Dice ancora Bruno: “Nella Natura possiamo riconoscere due ordini di Essenza, conoscendo la Forma e la Materia”.

Se, come abbiamo detto, traduciamo il concetto di “Materia” di Bruno con “Energia”, come dobbiamo intendere il concetto di “Forma”? Cos’è che “dà forma” all'”Energia”?

Dal punto di vista della Fisica Quantistica, si tratta della cosiddetta “Informazione”. L'”informazione” struttura l’energia, le dà forma, cioè la modella in tutte le dimensioni dell’esistenza, a partire da se stessa.

Da quella del minerale, per poi passare a quella del vegetale e così via. Bruno, quindi, differenzia le cose nel modo seguente, seguendo la terminologia corrente:

1) Attivo Causa = Azione

2. Causa morfica = Informazione

Ma cosa intendono i sostenitori della “teoria dell’informazione” con la parola “informazione”?

I biologi parlano di “modelli”.

I fisici dicono che “l’informazione è la misura di una quantità di forma” (C.F. Weissecker).

Cioè, la frase di Bruno può essere intesa anche nel modo seguente: “Tutto ha una causa attiva Tutto ha una causa morfologica”.

E con questo, se tutto è uno in relazione all’Essenza, è possibile creare un ulteriore termine. I fisici della meccanica quantistica utilizzano il concetto di coscienza, come elemento di unione tra Energia e Informazione. Questo nome non va confuso con il significato normalmente attribuito a questa parola – quello di “coscienza umana” – ma viene utilizzato per denominare il concetto: Energia e informazione = coscienza.

Tuttavia, l’Energia e l’Informazione sono proprio tutto ciò che “è”, tutto ciò che esiste.

Potremmo quindi interpretare Bruno nel modo seguente: Esiste solo la Coscienza. A seconda dell’Informazione, esistono diverse entità di coscienza, che tuttavia sono composte dalla stessa sostanza, dai minerali, alle piante, agli animali e agli esseri umani fino alle forme di vita superiori. La forma si presenta attraverso l’auto-organizzazione, con l’aiuto dell’informazione.

David Bohm, il noto fisico della meccanica quantistica, una volta si è posto la domanda: “Una pietra ha coscienza?” Secondo la fisica quantistica, tutto è pieno di Coscienza da un sasso a una stella perché non esiste la “non vita”.
Dissoluzione del tempo, dello spazio e della causalità: Spazio, tempo e causalità si applicano solo nel mondo reale, ma non nei mondi paralleli.

Tesi n. 3: “Nell’assoluto tutto esiste insieme, cioè nell’assoluto sia la possibilità che la realtà sono una cosa sola”.

Questa tesi di Bruno può essere tradotta anche nel modo seguente: Nell’assoluto non c’è tempo. Il tempo è un’illusione.

La fisica moderna conosce questo problema del tempo con il nome di “Paradosso APP” (Paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen).

Einstein formulò, insieme a Podolsky e Rosen, un paradosso che per 20 anni fu oggetto di una disputa tra Einstein e il teorico della meccanica quantistica Nils Bohr.

Einstein diceva: “Se i postulati della fisica quantistica sono validi, dobbiamo accettare anche quanto segue: Avendo diviso in due, qui sulla Terra, una particella, la particella A si sposterebbe, ad esempio, verso la stella Sirio, che dista 4 milioni di anni luce dalla Terra, e la particella B si sposterebbe della stessa distanza, ma in direzione esattamente opposta. Se la particella A su Sirio dovesse divergere, anche la particella B, che attualmente si trova a 8 milioni di anni luce da Sirio, dovrebbe cambiare la sua orbita istantaneamente e in direzione opposta, cioè simultaneamente e senza alcuna causa apparente”.

 Einstein vedeva qui il problema per lui insolubile della trasmissione dell’informazione in quanto la velocità è infinita (l’istantaneità della divergenza) e il problema della causalità (qual è la causa della divergenza della particella B?). Per Einstein questo è semplicemente impossibile e si rifiuta di accettare la possibilità che un tale evento si verifichi.

Qualche anno fa nel 1982 Alain Aspeck riuscì a dimostrare per la prima volta e in modo sperimentale, cioè in laboratorio, che le idee di Bohr erano corrette e che Einstein non aveva ragione. La conseguenza è quindi indiscutibile: esiste una dimensione del nostro essere in cui il tempo non esiste.

Questa idea è contraddittoria. I fisici lo chiamano il fenomeno della “Non-Topicità”, cioè che non esiste nemmeno lo spazio. Si parla anche di “sincronicità” e questo significa che non c’è nemmeno un rapporto sfalsato tra Causa ed Effetto.

Qui sorge logicamente un’enorme difficoltà. Finora si era ipotizzato che l’universo consistesse nelle tre dimensioni dello spazio e da Einstein in poi se ne è aggiunta una quarta, quella del tempo. Questo problema può essere superato solo accettando l’esistenza di più dimensioni. Da ciò consegue che: viviamo in un mondo multidimensionale. Steven Hawking, ad esempio, parla di 24 dimensioni.

Tutto ciò significa che viviamo in due mondi: da un lato in una realtà biologica che possiamo percepire in modo inadeguato attraverso i nostri sensi, e dall’altro in un mondo dell'”oltre” che sfugge alla nostra percezione. Questo è esattamente ciò a cui si riferiscono le religioni e gli insegnamenti della saggezza tradizionale di tutti i tempi!

La realtà biologica deriva dalla realtà multidimensionale attraverso l’astrazione, la semplificazione. Se abbiamo una coscienza solo secondo un’astrazione, una semplificazione, non è possibile cogliere la realtà multidimensionale, l’Essere stesso. Da ciò è facile dedurre ciò che diceva Giordano Bruno e che abbiamo chiamato tesi n. 3: “Nell’assoluto tutto esiste insieme, in un momento, cioè nell’aldilà non c’è tempo”.

Il noto filosofo Wolfgang Stegmiller dice a proposito di questa domanda: “Sembra che per la prima volta nella storia della Scienza ci troviamo nella situazione di aver raggiunto la verifica fisico-empirica di una conclusione empirica che ci permette di accettare definitivamente che l’adozione di un atteggiamento filosofico ha un significato decisivo. Se la posizione del Realismo fosse corretta, allora la “Disuguaglianza” di Bell sarebbe valida. Ma se, al contrario, la fisica quantistica è valida, allora questa equazione, in parole povere, non esiste. Sia i calcoli, le ricerche e la teoria sperimentale che i fisici hanno condotto negli ultimi anni, sia gli esperimenti di laboratorio, ci portano a credere che la Disuguaglianza dichiarata non regge e quindi il Realismo non è corretto”.

Se il realismo non è corretto, allora deve essere vero l’idealismo, cioè l’esistenza reale di dimensioni metafisiche. Ne consegue che viviamo contemporaneamente in due mondi, quello della realtà biologica e quello della coscienza metafisica. Ciò si deduce chiaramente dal paradosso dell’APR.

La realtà come funzione della probabilità, cioè come illusione

Tesi n. 4: “Il pluralismo dell’Essere è solo apparente e casuale”.

La Fisica Quantistica si occupa anche di capire come si manifesta la cosiddetta Realtà. Il noto “paradosso del gatto di Schrödinger” si riferisce proprio a questo. Schrödinger verificò questa teoria sperimentale mettendo un gatto in una scatola. All’interno di questa scatola aveva collocato un dispositivo il cui meccanismo si attivava casualmente secondo un principio di causalità (o probabilità). Questo meccanismo ha causato la rottura di un contenitore di gas velenoso.

Schrödinger si pose la domanda di fronte alla scatola già chiusa e senza poter vedere cosa stesse accadendo al gatto all’interno, se l’animale fosse già morto o ancora vivo, poiché non era in grado di sapere se il contenitore fosse o meno rotto. Secondo la fisica quantistica, è possibile rispondere a questa domanda solo aprendo la scatola e guardando al suo interno. Nella misura in cui non è stato determinato cosa stia accadendo nella scatola, entrambe le possibilità esistono allo stesso tempo. Cioè, “il gatto è morto, una posizione basata su una probabilità definita, e allo stesso tempo, secondo un’altra probabilità, il gatto è vivo”.

La realtà si presenta quindi come una “funzione di probabilità”, in quanto il mondo appare come un mondo di possibilità.

L’equazione fondamentale con cui i fisici della meccanica quantistica descrivono la realtà è la cosiddetta “funzione F di Schrödinger”. È una funzione di probabilità che esprime solo la probabilità che appaiano particelle di materia (ad esempio, elettroni), ma non la posizione esatta di queste particelle. Tuttavia, il fatto è che la cosiddetta “riduzione” di questa funzione di probabilità è portatrice di una certa realtà.

La domanda che rimane ancora senza risposta è: Qual è la causa della riduzione di questa funzione F?

Ad oggi, sono state formulate solo due risposte a questo proposito:

1) Non si sa, succede solo perché è così. È una legge di natura. 2) Il collasso della funzione F è il risultato dello scambio di informazioni tra una coscienza e l’altra.

Tralasciando l’interpretazione positivista, che corrisponde alla risposta 1 perché non offre una soluzione soddisfacente – non ci resta che decidere sulla seconda possibilità. Questo, però, è sensazionale, perché riafferma l’Idealismo. Il mondo emana dalla nostra coscienza o, in altre parole, è creato da essa! Qualunque cosa sia… Quindi il mondo emana dalle nostre idee, dalla nostra immaginazione?

In altre parole, la tesi della fenomenicità, dell’illusione, della molteplicità, è contenuta anche nella fisica quantistica. Bruno dice a questo proposito: “Perciò dovete accettare che tutto esiste in tutto, ma non in ogni cosa in modo universale e non in tutti i modi possibili. Perciò non sbaglia chi parla dell’Uno come Essere ed Essenza allo stesso tempo, chi dice che l’Uno è allo stesso tempo umano e illimitato, sia nella sostanza che nella durata”.

Così si vede che tutte le cose sono e sono nell’Universo e che l’Universo è ed è in tutte le cose. Noi in esso ed esso in noi e così tutte le cose finiscono in una perfetta unità. Questa unità è unica e duratura e rimane sempre. Questo Uno è eterno. Affermare il contrario sarebbe assurdo e arrogante, non avrebbe alcun significato accettabile.

Cioè, questo mondo, questo essere, il vero, l’universale, l’infinito, l’incommensurabile, contiene in ciascuna delle sue parti il tutto e con esso l’Onnipresenza stessa”.

Gli elementi comuni sono universali

Quanto detto finora può essere riassunto nella figura seguente: Esiste una dimensione del nostro essere nel “non tempo” (sincronicità) e nella “non località”. Di conseguenza, non c’è nemmeno la separazione tra Oggetto e Soggetto. Da questo punto di vista, tutto è una “All-Unity”. Esiste una “Tuttità” degli esseri e una “Tuttità” degli esseri umani. Questo significa che non c’è morte, cioè che “qualcosa” in noi era e sarà per sempre.

La concezione globale del mondo di Giordano Bruno coincide quindi pienamente con la fisica quantistica, così come con le filosofie di Platone, Plotino, Fichte, Schelling, Hegel, i buddisti, gli induisti… e naturalmente con la purtroppo malvista filosofa del secolo scorso, H.P. Blavatsky.
La sintesi, l’unità di scienza e fede

La conoscenza che può essere estratta dalla scienza è presentata come una variabile. Dai Greci ai giorni nostri, la percezione del mondo è in continua evoluzione. La conoscenza scientifica non è stabile. Ma, al contrario, esiste una “filosofia duratura”, la filosofia eterna, che può essere riconosciuta e incontrata con la Saggezza Tradizionale di tutti i tempi.

Possiamo quindi trarre la seguente conclusione: la possibilità che la conoscenza scientifica contenga la verità esiste solo quando coincide con la conoscenza della filosofia duratura, e questo è proprio il caso della meccanica quantistica. C’è motivo di supporre che oggi ci troviamo di fronte a una nuova sintesi di Scienza e Fede!

Wigbert Winkler, M. Paz de Benito

Fonte: filosofikilithos.gr

SOSTIENICI TRAMITE BONIFICO:
IBAN: IT19B0306967684510332613282
INTESTATO A: Marco Stella (Toba60)
SWIFT: BCITITMM
CAUSALE: DONAZIONE

Comments: 0

Your email address will not be published. Required fields are marked with *