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Africa: Un Genocidio ad Uso e Consumo dei Paesi Infetti dal Covid19.

Il testo abbiamo ritenuto doveroso riproporlo per rendere consapevole ognuno di voi di quanto sia perenne la propensione delle élite a ricreare uno stato di crisi per ottenere uno scopo il cui obbiettivo è sotto gli occhi di tutti.

Staff Toba60

Il titolo è estremamente provocatorio, (ma non troppo) come lo deve essere in un contesto sociale come quello in cui viviamo ora, dopo gli sviluppi che si sono verificati in tutto il mondo.

I principi della globalizzazione sono molto ben definiti, cosi come un pipistrello ha raso al suolo l’economia di interi continenti, (Altra Fake News) va da sé che in un mondo interconnesso ogni squilibrio sociale economico e politico si ripercuota a macchia d’olio con effetti devastanti ovunque.

Tutto quello che sta succedendo nel mondo è semplicemente la tassa da pagare per tutto ciò che è stato fatto, non esiste in natura nulla che non abbia una sua logica forma di manifestarsi, nel nostro caso un caotico corso degli eventi.

Abbiamo voluto la guerra in Iraq, in Yemen, Liberia, Niger, Siria, Mali, Egitto, Tunisia, Libia, Repubblica Centroafricana, Congo, Uganda, Sud Sudan, Kenia? e ora paghiamo il conto.

Ed il ”bello” è che tutte le nazioni del mondo, nessuno escluso, finanzia annualmente con Triliardi di dollari questo stato di cose.

Ogni anno tre milioni e 100mila bambini sotto i 5 anni muoiono proprio grazie ai finanziamenti che ogni nazione del pianeta, nessuno escluso, concede ai paesi Africani per supportare le diverse guerre nei rispettivi paesi, il Covid19 è un autentica barzelletta in confronto se non fosse che parliamo di esseri umani.

l’Italia, di mascherine e tamponi per il CoronaVirus li avrebbe potuti comperare da qui sino ai prossimi 1000 anni, se consideriamo che per le sole missioni dei soldati italiani nelle guerre all’estero abbiano speso la modica cifra di 15 miliardi di Euro. (Sono fonte del ministero degli interni, quello che ora non riesce a trovare 500 milioni per una misera museruola)

Ma non è tutto, siamo solo all’inizio, perché’ in questi tempi di pandemia, con il Covid-19 che rischia di travolgere i sistemi sanitari di tutto il mondo, l’Istituto Internazionale di Ricerca per la Pace di Stoccolma SIPRI ha reso pubblici i dati aggiornati sulle spese militari riferiti al 2019 registrando un aumento del 3,6% rispetto al 2018 con una cifra record di 1.917 miliardi di dollari, e cioè 259 dollari per ogni abitante del pianeta.

In un contesto simile, come può anche solo pensare un libero cittadino ovunque si trovi, di chiedere un supporto economico a quelle stesse persone che finanziano lobby di armamenti connesse tra l’altro a quelle farmaceutiche, che con lo stesso importo potrebbero sanare il bilancio monetario di tutto il pianeta.

Per avere un idea ci che cosa stiamo parlando accedete all’interno di questo servizio della Oxford Martin School………

Military expenditure globally today Digita Qui

….che da in tempo reale un quadro ben preciso dei costi che ogni paese ha e poi prendete in mano una calcolatrice se ne avete voglia e fate un po’ i conti e poi passerà a chiunque la voglia di parlare di Risanamento di Spreed di riforme e di Taglio dei Salari e di Quantitative Esasing e di Investimenti.

E una volta che avete letto bene il contenuto, fate subito una visita qua sotto ”guai se non lo fate

Debito statunitense Digita Qui ————Debito mondiale Digita qui

Perché’ è bene che ognuno conosca bene cosa ci hanno riservato per noi coloro che hanno architettato questo sistema capitalista che tutti chiamano Globalizzazione, da qui, a tutti gli anni a venire, se vi va bene si paga, ma abbiate l’accortezza di capire che è una vostra scelta e nulla di tutto quello viene finanziato gli e dovuto, perché quelle cifre che si vedono sono create ad arte con un semplice click che di reale ha solo il frutto del lavoro collettivo sottopagato che sta strozzando il mondo.

E prima di andare in piazza a protestare è doveroso fare mente locale che i burattini che governano il globo, valgono meno di zero e come tali andrebbero trattati, non vogliono che tu sappia queste cose, vogliono per te la mascherina, che rimanga a casa, che tu non lavori e tutti quei numeri che vedi avranno un significato che loro ben conoscono.

In questo momento ci preoccupiamo del Virus degli Immigrati, dell’Economia, delle Banche, dell’Euro e della Silvia Romano che viene liberata, mentre dietro le quinte si pianifica un progetto che va a gonfie vele in tutte le direzioni, mentre tutti i singoli geni del settore a compartimenti stagni, vanno in televisione con la ricetta miracolosa per venirne fuori.

È patetico sentire un economista dire che basta uscire dall’euro per risolvere tutti i problemi, o chi dice che l’onestà sia la sola moneta da immettere all’interno di un parlamento per rendere giustizia ad una nazione, no no cari miei, il mondo è un alta cosa.

Se non si ha una visione globale di tutto quello che c’è attorno è tutto inutile, pensare di uscire dall’euro rispettando le regole è come vincere una competizione olimpica dei 100 metri affrontando chi le regole non sa cosa siano e si presenta alla griglia di partenza con una Ferrari.

Per comprenderlo si deve ragionare alla stregua dell’establishment costituita, altrimenti si finisce per ragionare come i politici da strapazzo che vogliono l’autonomia regionale ignari che una persona seduta in spiaggia alle isole Caiman col solito click, può distruggere in un attimo il lavoro di 100 anni in ogni luogo della terra, questa è la globalizzazione, quella che con un tocco alla tastiera innesca un immigrazione collettiva senza che nessuno sappia come e perché, quella che manipola intere nazioni a scegliere capi di governo compiacenti, quella che ti da a credere che il vaccino ti salva la vita, pensassero almeno per un attimo alla tutela dei soldati bambino che a milioni negli ultimi 10 anni sono morti in Africa, per le dirette e indirette conseguenze della guerra da essi stessi finanziata.

Lascio a voi ogni considerazione ed invito tutti, anche per un solo istante a……..

Staccare la spina e non solo quella del televisore e cercate di pensare un po in grande, senza accontentarvi a niente di meno, perché sino ad ora vi hanno dato a credere che l’unico privilegio sia limitato alla mera sopravvivenza …....Voi siete molto di Più e loro lo sanno………..ed il loro terrore è che ne prendiate consapevolezza.

Toba60

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Il Dramma Africano che si Contagia nel Mondo

Di tutti quelli che leggeranno questo articolo, certamente solo una minima percentuale potrà dirsi realmente informata di questi conflitti per l’approvvigionamento di materie prime che fanno più morti delle due guerre mondiali messe insieme. E il tutto nel più assoluto silenzio dei mass media ufficiali.

Congo – Tubercolosi nei campi profughi a Kamako | AFRICA

L’Africa è forse oggi il continente più ricco di minerali preziosi: possiede il 30% delle riserve mondiali da cui si ricavano oro, argento, rame, cobalto, uranio, coltan, stagno, tungsteno, fosfati e manganese. Il legame tra risorse naturali e conflitti è presente in circa il 20% dei conflitti nel mondo. In Africa sono in atto 33
conflitti legati alle risorse
. E non si può parlare di conflitti senza tener conto del commercio delle armi: U.S.A., Russia, Cina, Germania, Francia, U.K., Spagna, Italia, Ucraina e Israele sono i maggiori fornitori di armi in Africa. Un caso emblematico è la Repubblica Democratica del Congo che possiede l’80% delle riserve mondiali di coltan (una sabbia nera presente nei condensatori dei cellulari e computer) e il 47% di riserve di cobalto, utilizzato per le batterie dei cellulari.

E’ inoltre ricco di oro, diamanti, stagno, carbone, ferro, zinco, piombo, rame, manganese. A causa delle estrazioni di coltan la popolazione ha visto espropriate le proprie terre e gran parte degli introiti delle miniere finanziano la guerra, con conseguenze devastanti per la popolazione: insicurezza, violenza, fame, mancanza di servizi, illegalità, corruzione e migrazione. La columbite­tantalite o columbo­tantalite (per contrazione linguistica congolese Coltan) è una miscela complessa di columbite e tantalite, due minerali della classe degli ossidi che si trovano molto raramente come termini puri (il Brasile possiede il 5% delle riserve mondiali, la Thailandia anche il 5%, l’Africa l’80% e l’Australia il 10%).

Per questo il Coltan è chiamato l’oro bianco, ed è una risorsa strategica, essenziale per lo sviluppo di nuove tecnologie. Serve per la fabbricazione di telefoni cellulari, GPS, satelliti, armi guidate, televisori al plasma, console per videogiochi, computer portatili, PDA, MP3, MP4, razzi
spaziali, missili, giocattoli elettronici, macchine fotografiche e molto altro ancora
. Nelle miniere africane i metodi di lavoro sono simili a quello dei vecchi cercatori d’oro del West americano. Un buon lavoratore può produrre un chilo di Coltan al giorno. Il guadagno di
un lavoratore medio congolese è di 10 dollari al mese, mentre un lavoratore del Coltan guadagna da 10 a 50 dollari alla settimana. Il boom tecnologico ha fatto schizzare il prezzo del Coltan a 500
dollari al chilo
. Aziende come Bayer, Nokia e Sony se lo contendono. I minatori sono spesso giovani agricoltori e allevatori che lasciano i loro campi. Sfollati e prigionieri di guerra. Migliaia di
bambini, i cui corpi possono muoversi più agevolmente sottoterra nelle anguste gallerie delle miniere. Sempre sorvegliati dai soldati. Le conseguenze di questa situazione sono che boschi e campi si trasformano in pantani, i ragazzi e le ragazze non vanno più a scuola, si diffondono molte malattie per mancanza di acqua pulita, cibo, turni e condizioni lavorative estenuanti. Inoltre proliferano diversi gruppi armati che controllano le miniere.

Si stima che ogni chilo di Coltan che viene estratto costi la vita di due bambini, molti dei quali muoiono a causa di frane. Altre gravi conseguenze sono migliaia di spostamenti forzati, migliaia di civili fuggiti dalle loro case, milioni di rifugiati, violazione dei diritti fondamentali di
anziani, donne e ragazze. I lavoratori del Coltan smettono di coltivare la loro terra, lavorano dall’alba al tramonto, e dormono e mangiano nella zona selvagge di montagna. Non sono solo gli uomini a subire le conseguenze dell’estrazione del Coltan. Per estrarre il Coltan del Congo si sono invasi i parchi nazionali.

La popolazione degli elefanti è scesa dell’80%. La popolazione di gorilla è diminuita del 90%. Un rapporto delle Nazioni Unite ha portato alla luce lo sfruttamento delle risorse naturali del Congo. Ci sono rapporti che dimostrano che Ruanda, Uganda e Burundi sonocoinvolti nel traffico di Coltan in Congo, e utilizzano i profitti generati dal suo prezzo elevato per finanziare e continuare le loro guerre. Si stima che l’esercito ruandese riceve almeno 170 milioni dollari all’anno dalla vendita di Coltan, anche se il Ruanda non ha Coltan. Ovviamente tutti i paesi coinvolti nel conflitto negano di avere sfruttato le risorse naturali del Congo

Aziende, multinazionali, principali produttori di computer, telefoni, videogiochi, come Nokia, Alcatel, Apple, Nikon, Ericsson, Bayer sono citate nel rapporto delle Nazioni Unite come saccheggiatrici. Finanziano la guerra e sostengono i governi corrotti e non hanno nessun interesse a fermare la guerra. Hanno il consenso dei governo.

I media non ne parlano. Se la guerra si ferma non si faranno più affari con il Coltan. A loro poco importa dei più di 5 milioni di morti che ha causato. Per porre fine a queste stragi, ilConsiglio di Sicurezza dell’Onu, il 29 novembre 2010, ha adottatola risoluzione 1952 che richiama gli Stati membri a mettere in atto misure di diligenza ragionevole per conoscere l’origine dei minerali e assicurarsi che il ricavato di quelli importati non vada a beneficio di uomini armati, compresi i militari dell’esercito congolese. Nel 2011 gli Stati Uniti hanno promulgato una normativa che vieta alle imprese americane di importare o utilizzare minerali provenienti dalle zone di guerra in Congo che non abbiano garanzia e certificazione di provenienza.

La conseguenza è che diverse aziende americane hanno preferito spostarsi verso altre zone piuttosto che certificare l’utilizzo di minerali “conflict­free”. Nel 2014 anche l’Unione Europea ha proposto un regolamento per il commercio responsabile di minerali provenienti da zone di conflitto ma la proposta di legge è su base volontaria ed è rivolta solo agli importatori. Diversi attori della società civile europea, coordinati da EurAC, la rete europea di ong e altri enti che lavorano in Africa Centrale, stanno facendo pressione a livello istituzionale per una modifica della legge.

A Maggio 2015 il Parlamento Europeo ha chiesto a tutte le aziende europee, che producono o importano componenti e prodotti finiti contenenti i minerali contemplati nel regolamento, un controllo obbligatorio sul proprio sistema di approvvigionamento assicurandosi che non si stiano alimentando conflitti e siano rispettati i diritti umani. Dopo mesi di negoziati, le tre istituzioni europee Commissione, Consiglio e Parlamento hanno raggiunto nel giugno 2016 un accordo per rendere obbligatoria la tracciabilità dei minerali importati nello spazio UE.

Ma se le istituzioni europee hanno fatto la loro pur minima parte, sappiamo bene che l’Europa non è l’unico continente a depredare l’Africa bensì uno dei meno invasivi dopo l’America con gli Usa e l’Asia con la Cina e il Giappone a fare la parte del leone. Spesso le stesse grandi multinazionali che producono cellulari e materiale elettronico, sono le stesse che finanziano alcune ONG e
associazioni che operano sul territorio africano e delle quali comprano soprattutto la complicità.

Allora viene da chiedersi cosa si potrebbe fare concretamente. Innanzitutto denunciare questa realtà, informandoci e informando meglio la nostra comunità con quello che già sappiamo. Assumendo comportamenti etici. In fondo abbiamo davvero bisogno di un telefono nuovo ogni anno? Vale la pena finanziare con i nostri consumi la politica dell’usa e getta? Potremmo condividere i telefoni che non usiamo magari lasciandoli nei punti di riciclaggio, o se non esistono nella nostra comunità, creandoli.

Ma spesso il demone della vanità e della civetteria ci mettono la coda, e allora ogni Natale la stessa patetica fila davanti ai negozi per acquistare l’ultimo modello di smartphone. La “logica” del consumismo che ci domina è talmente suadente e dannatamente perversa che perfino i minatori africani sottopagati e sfruttati comunicano con gli stessi smartphone che gli stannoscavando la fossa. Non ci meravigliamo se migliaia di disperati africani sbarcano in Europa a cercare la sopravvivenza negata in patria e forse non solo quella.

Come riportato da RT, il Senato degli Stati Uniti non è riuscito a rovesciare il veto di Donald Trump sulla risoluzione che cerca di impedire la vendita di armi statunitensi. in Arabia Saudita, con la quale gli Stati Uniti venderanno al paese arabo oltre 8.000 milioni di dollari di armi. Con il sostegno di cinque repubblicani, i democratici non hanno raggiunto la maggioranza dei due terzi del voto necessaria per ribaltare la decisione del presidente. Fonti multiple hanno rivelato che gli armamenti vengono utilizzati contro i civili nello Yemen , ma Trump sostiene che questa attività è vantaggiosa per gli Stati Uniti. e aiuta i suoi alleati a contrastare l’Iran.

Bambini in una pausa di Guerra in Yemen

Essere in cima a una lista è certamente un risultato da festeggiare e un onorevole motivo di orgoglio e gloria. Ma le cose cambiano quando l’elenco riguarda i bambini assassinati. Ed è ancora più agghiacciante quando l’assassino non è un criminale squilibrato o un’organizzazione criminale organizzata, ma un ”Paese Civile”. HispanTV si riferisce al rapporto annuale di Children in Armed Conflict che viene pubblicato dalle Nazioni Unite (ONU) su ordine del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC).

Tra i primi posti c’è il lussuoso regno miliardario dell’Arabia Saudita, che ha massacrato il suo vicino Yemen dal 2015 con l’intensità del bombardamento e dei proiettili dall’aria. È il terzo anno consecutivo che il paese petrolifero appare nell’elenco, ed è perché in precedenza ha ricattato le Nazioni Unite con il ritiro del budget di milioni di dollari in cambio della sua rimozione dalla lista nera dei regimi di uccisione dei bambini.

Guerra tra Arabia Saudita e Yemen: perché nessuno parla di questa tragedia?

Solo l’anno scorso, l’Arabia Saudita ha lasciato 729 bambini vittime tra i feriti e i morti. Israele ha lasciato 2.756 feriti e 56 morti. La cosa strana è che Israele non appare nella lista nera … Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è rammaricato per questo triste rapporto che esorta i paesi a fermare l’omicidio di minori.

La domanda è: a che serve questo rapporto? Per farci arrabbiare di più quando impariamo a conoscere la realtà e per la comunità internazionale a restare pigramente in piedi? Il rapporto fa bene a qualcosa. Le Nazioni Unite affermano che è come l’elenco della vergogna mettere in imbarazzo i paesi, ma non è vincolante, non obbliga nessun paese, tanto meno punitivo. Dove sta andando il mondo con questi tipi di regimi che non si preoccupano della vita dei bambini, gli esseri che dovrebbero essere protetti in ogni modo, a partire dal tenerli lontani da proiettili, violenza e distruzione?

Cinzia Palmacci

Fonte: HispanTV & www.un.org

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