Il Potere del Porno: Perché la Mente è Sedotta dalla Vista di Scene d’Amore “Inappropriate”?
E’ un testo estremamente interessante e unico nel suo genere che sicuramente molti di voi una volta potato a termine non potranno fare a meno riflettere su come ognuno di noi vive una realtà sconosciuta in quello che è un suo fondamentale istinto della vita.
Toba60
Un numero crescente di animali umani uomini e donne, adulti e minori passano le loro notti incollati a un computer o a uno schermo televisivo, guardando scene erotiche pornografiche o sesso online “in diretta” con insaziabile bulimia voyeuristica.
C’è una spiegazione per questa inestinguibile passione che “sgrana gli occhi”, e quali sono le differenze tra uomini e donne nella sua manifestazione?
Una volta c’era solo la letteratura erotica proibita con le sue incisioni altamente rivelatrici. I testi e le immagini erano molto spesso di enorme valore culturale e scientifico, poiché non separavano affatto la stimolazione erotica dal piacere estetico. Poi vennero le riviste e i film più volgari e “strettamente inappropriati”: prodotti industriali di massa senza gusto che, tuttavia, ebbero e hanno tuttora un incredibile successo.
Al giorno d’oggi, tuttavia, il massiccio successo e l’inimmaginabile proliferazione di tali prodotti pornografici dovrebbero essere considerati inutili e completamente assurdi. Quali esigenze, infatti, può servire la pornografia in un’epoca di completa liberazione erotica e di de-legalizzazione della maggior parte delle pratiche sessuali – anche quelle che fino a ieri erano condannate come “perversioni” anormali, per esempio il fare l’amore orale, anale o omosessuale?
Una “spiegazione” sociologica della proliferazione apparentemente irrazionale della pornografia al giorno d’oggi tende ad incolpare esclusivamente la strategia ufficiale puritana e proibitiva adottata dalle società moderne per affrontare tali prodotti “abominevoli” e “psicodistruttivi”. Questa è senza dubbio una strategia miope, ipocrita e sessuofobica, che, inoltre, si dimostra totalmente inefficace.
Ma come si spiega questa inadeguatezza e l’apparente inefficacia delle pratiche puramente proibitive o repressive adottate ufficialmente da una società per gestire le tendenze pornografiche e disgustose dei suoi cittadini?
E se il problema che affrontiamo non fosse, come di solito crediamo, principalmente sociale ma biologico? Cioè, contrariamente a quanto ci viene variamente ripetuto, le nostre passioni pornografiche sono molto meno dipendenti dai nostri rispettivi costumi sociali o da casuali abusi pedagogici e traumi familiari che abbiamo subito e più dalla nostra psiche umana? Dopo tutto, da tutte le ricerche pertinenti è ormai chiaro che, oltre all’ambiente, sia la preistoria e l’evoluzione generale della nostra specie che la particolare organizzazione neurobiologica del nostro cervello giocano un ruolo decisivo nella formazione della psicodinamica umana.
Come si spiega allora l’attrazione quasi irresistibile della pornografia per i membri prevalentemente maschi della specie umana? Perché la maggior parte degli uomini, dall’adolescenza alla vecchiaia, sono attratti ed eccitati dalla vista di curve femminili nude o da immagini di frenesia erotica femminile, e sono persino disposti a sprecare tempo e denaro preziosi per questi piaceri visivi “non essenziali”?
Una risposta diffusa quasi banale è che questo è perché gli uomini sono più “visivi” delle donne. In breve, i maschi sono molto più eccitati quando guardano che quando pensano o immaginano scene erotiche, mentre il contrario dovrebbe essere vero per le donne.
Come succede a volte con alcune delle nostre convinzioni forti ma comuni, la ricerca scientifica arriva a confermare, a posteriori, alcune verità più profonde che le sottendono. Ed è esattamente quello che è successo negli ultimi anni con la scoperta di alcuni meccanismi cerebrali del nostro comportamento pornografico.
Per esempio, Stephan Hamann, professore di psicologia alla Emory University negli Stati Uniti, studiando le differenze nel comportamento pornografico tra uomini e donne, ha potuto rivelare il ruolo principale giocato dall’amigdala.
Il cervello pornografico.
L’amigdala è una piccola struttura cerebrale situata nelle profondità del lobo temporale del cervello. È in realtà un gruppo di nuclei cerebrali strettamente connessi all’ipotalamo, all’ippocampo e al talamo, e insieme formano il sistema limbico del cervello. È noto da tempo che l’amigdala svolge un ruolo cruciale nella generazione di varie risposte emotive del cervello (ansia, paura, desiderio sessuale, ecc.).
Quello che la ricerca di S. Hamann è riuscita a chiarire è che l’amigdala negli uomini è, di regola, più grande di quella delle donne, che ha significativamente più recettori per gli ormoni sessuali e che il lato dell’amigdala situato nell’emisfero destro del cervello tende ad essere attivato di più e più velocemente del lato situato nell’emisfero sinistro.
Tutte queste piccole ma importanti differenze anatomiche si “traducono” in differenze nelle manifestazioni del comportamento sessuale tra i sessi. Che a sua volta fa luce su una serie di osservazioni mediche precedenti riguardanti la disfunzione o la rimozione chirurgica dell’amigdala.
Così, quando i medici erano costretti, a scopo terapeutico, a rimuovere chirurgicamente parti del lobo temporale di pazienti che soffrivano di forme molto gravi di epilessia o che avevano un tumore, spesso trovavano che i pazienti dopo la lobectomia temporale mostravano strani comportamenti: apatia, una riduzione della percezione visiva, sovralimentazione, una riduzione della paura e un chiaro aumento dell’impulsività sessuale. Questi drammatici cambiamenti neuropsicologici nel comportamento dei pazienti operati sono descritti dagli esperti come “sindrome di Kluver-Bucy”.
Per spiegare tutti questi dati sperimentali, Stephan Hamann ha formulato la seguente audace ipotesi: il perdurante e grande successo della pornografia nella specie umana è dovuto all’evoluzione biologica leggermente diversa di questa piccola struttura cerebrale a forma di mandorla situata nelle profondità del nostro cervello.
Il fatto finora inspiegabile che gli uomini si eccitano sessualmente molto di più e molto più velocemente delle donne dopo aver visto immagini con un contenuto erotico evidente può essere dovuto in definitiva al fatto che nel sesso maschile questa struttura cerebrale, cioè l’amigdala, è più ingrandita e ha connessioni più ricche con le altre strutture cerebrali associate alla sessualità umana.
Per testare empiricamente questa ipotesi, Hamann ha presentato a un gruppo di volontari, inizialmente 14 uomini e 14 donne, una serie di fotografie che a volte erano innocenti e del tutto prive di interesse e a volte mostravano scene erotiche provocanti. Mentre ogni volontario guardava queste immagini, S. Hamann e i suoi colleghi hanno registrato in dettaglio, usando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), esattamente quali centri cerebrali venivano attivati alla vista di ogni immagine.
La conclusione sorprendente di queste registrazioni è stata che alla vista di fotografie dal contenuto erotico esplicito, il cervello degli uomini, e in particolare le regioni dell’amigdala e dell’ipotalamo, si è “acceso” si sono letteralmente accesi per la massiccia attivazione dei neuroni che compongono queste strutture cerebrali.
Al contrario, le reazioni delle corrispondenti strutture cerebrali delle donne alla vista delle stesse fotografie erotiche erano molto più contenute e dignitose, quasi… inesistenti. Anche se le signore hanno successivamente confessato di aver trovato molte di queste fotografie erotiche sufficientemente stimolanti.
Perché la pornografia non è una prerogativa maschile.
Per le femministe degli anni 1960-1970, la pornografia era l’emblema tipico delle società dominate dal maschio e la prova tangibile della violenza erotica maschile. Una violenza che riduceva il corpo femminile a “mero oggetto di piacere”. Al contrario, per le donne moderne e più liberate sessualmente, la pornografia opportunamente modificata ed editata secondo le caratteristiche femminili dell’erotismo femminile è un altro strumento di piacere prezioso e da non sottovalutare.
In effetti, a partire dalla fine degli anni ’80, i primi negozi erotici per sole donne hanno cominciato a comparire nella maggior parte delle società sviluppate. Un’industria di video e oggetti adatti all’erotismo femminile, che soddisfa ogni desiderio della nuova consumatrice!
Una domanda legittima che si pone oggi è se questo nuovo tipo di “pornografia femminile” sia effettivamente un modo alternativo e completamente diverso di percepire l’erotismo, la cui funzione sociale è effettivamente differenziata e va oltre la ben nota violenza erotica autoritaria degli uomini, come sostengono molte femministe contemporanee.
Per quanto riguarda la questione scientifica di come i cervelli degli uomini e delle donne reagiscono alla pornografia, cioè cosa esattamente “vedono” in una scena apertamente erotica, e se questa reazione differisce secondo il sesso, Un altro interessante studio scientifico, realizzato dalla neuroscienziata americana Heather Rupp due anni fa in un dipartimento speciale per lo studio del comportamento sessuale umano presso l’Università americana dell’Indiana, USA, è abbastanza illuminante.
Questa ricerca e altre più recenti mostrano che gli occhi degli uomini si concentrano, almeno all’inizio, sui volti delle donne coinvolte in scene di sesso. Le donne, invece, rivolgono immediatamente i loro occhi “al punto”: concentrano il loro sguardo senza esitazione sui genitali e sulle zone sessuali delle donne nella scena di sesso.
Con un’eccezione interessante.
Le donne che prendono la pillola contraccettiva concentrano maggiormente la loro attenzione sull’ambiente in cui si svolge la scena di sesso. La loro attenzione si concentra sulla decorazione dello spazio in cui avviene l’atto sessuale e sull’abbigliamento minimo indossato dai protagonisti!
In altre parole, la misura in cui troviamo davvero eccitante una scena pornografica che si svolge davanti ai nostri occhi dipende dal funzionamento fisiologico delle strutture cerebrali pornografiche specifiche del genere e da come queste strutture funzionalmente specializzate interagiscono e sono influenzate dal funzionamento generale e dai bisogni del nostro organismo.
La pornografia significa rapporti sessuali?
Mi chiedo perché la pornografia, anche se ideologicamente o socialmente ripugnante e moralmente riprovevole, continua ad avere un’attrazione così irresistibile per la maggior parte di noi? Da quanto abbiamo detto finora, speriamo che sia diventato chiaro che la risposta a questa domanda apparentemente semplicistica è tutt’altro che semplice e ovvia.
Questo perché tutte le risposte alle domande fastidiose poste dai comportamenti pornografici di entrambi i sessi dipendono e presuppongono la risposta a una domanda ancora più essenziale:
Perché alla fine ci piace il sesso?
La risposta ufficialmente accettata a questa domanda fondamentale è che è solo attraverso il sesso che siamo in grado di riprodurre parte di noi stessi e quindi garantire la sopravvivenza della nostra specie nel tempo, [t.p. l’egoismo supremo cioè creare cloni di noi stessi in modo che la penna degli dei non si svuoti, questa è programmazione]. Una risposta così plausibile e ovvia che per gli scienziati non specialisti suona come una banalità insopportabile e inadeguata.
In effetti, per coloro che sono inclini alle interpretazioni teologiche, una spiegazione così “semplicistica” del bisogno umano di riproduzione deve suonare come un’arroganza: essa priva di qualsiasi scopo o finalità ultima la vita stessa della creatura umana e la finalità dell’esistenza di un Creatore Supremo e Onnisufficiente. Purtroppo, però, per gli ingenui amanti delle interpretazioni soprannaturali, tutti i dati scientifici disponibili ad oggi (e sono troppi!) senza eccezione non lasciano spazio a nessuna “spiegazione” antropocentrica o teologica dei fenomeni biologici.
Al contrario, l’unica fattibilità di avere due sessi diversi negli animali superiori (compreso l’uomo) è che assicura la riproduzione. L’esistenza di due sessi diversi implica, ovviamente, due strategie riproduttive diverse e, allo stesso tempo, complementari, la cui azione congiunta è il presupposto per la riproduzione della particolare forma di vita.
In particolare negli esseri umani (ma anche in molti altri mammiferi), i membri di ogni sesso investono in modo diverso nella riproduzione. Forse alla fine, come suggeriscono diversi studi specifici, il piacere offerto dal materiale pornografico che si tratti di racconti erotici, film rosa o altre pratiche pornografiche potrebbe essere sufficiente di per sé a giustificare l’esistenza della pornografia. Purché questo piacere non si esaurisca in “semplici piaceri”, ma ci incoraggi ad accoppiarci con il nostro o i nostri partner sessuali, rafforzando così la naturale predisposizione a riprodurre la vita.
Il fatto, tuttavia, che un numero incredibilmente grande di uomini sessualmente liberati, così come un numero non trascurabile di donne, scelga oggi sempre più spesso di essere solo spettatori passivi degli atti erotici che vedono su uno schermo, piuttosto che protagonisti delle loro stesse avventure erotiche a letto, è un problema sociale particolarmente preoccupante, e quindi una questione scientifica di prim’ordine che necessita urgentemente di una spiegazione più completa e soprattutto non ideologica.
Forse confermerà finalmente il detto del musicista-poeta Manos Hadjidakis, che all’inizio degli anni ’80 sosteneva che “pornografia significa rapporto sessuale”.
Spyros Manouselis
Fonte: terrapapers.com
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