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Le Inquietanti Risposte sul Perché Hanno Raso al Suolo Valencia e che ci Riguardano Molto da Vicino

Siamo alle solite, quando avviene un “cataclisma geologico” loro sono sempre un passo avanti, (sapete bene di chi parlo) ed ecco che mentre la gente spala il fango per le strade implorando la madonna santissima benedetta che sta in cielo, c’è chi si è sostituita a lei e si prodiga a mettere fine alle sofferenze di chi nella disperazione chiede solo di morire in pace, ed ecco che vengono accontentati con benemerenza dando loro il colpo risolutivo che mette la parola fine.

In Emilia Romagna piangono il morto perché le istituzioni non hanno fatto il loro dovere dopo un emergenza che ricrea per filo e per segno quanto avvenuto a Valencia, quelle stesse istituzioni che li ha obbligati ad andare al passo della lumaca in quel di Bologna per un green che colora di m…. e tutti zitti e in silenzio con la testa china e il culo all’aria come si conviene a delle pecore addomesticate.

E via a colpevolizzare la sinistra al potere come se questa non fosse la faccia della stessa medaglia di una destra che ride a crepapelle e si bea di una immunità acquisita in virtù di un popolo come quello Emiliano che ha dimenticato un passato che lo ha visto sempre al centro di tutte quelle svolte politiche e istituzionali che mettevano a ferro e fuoco il paese quando le cose non andavano come si conviene.

Adesso eccoci qua al punto da dove eravamo rimasti, tutti insieme appassionatamente e urlare ai quattro venti che i signorini al governo in giacca e cravatta (qualcuno porta la gonna) se ne devono andare……..ed ora un consiglio da amico, forse sarebbe bene che le pale invece di utilizzarle con lo scopo di rimettere le cose come prima, dovreste usarle in direzione di chi ora si sta godendo di tutti i privilegi che dai danni altrui ne sono scaturiti, ( E tutti sanno o fanno finta di non sapere dove stanno e chi sono) e che “se usate nella giusta maniera” (come hanno fatto i nostri predecessori del passato)

……possono fare veri e propri miracoli.

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Le Inquietanti Risposte sul Perché Hanno Raso al Suolo Valencia 

Straordinario articolo di Magdalena del Amo: Parliamo e parliamo, ma non parliamo nemmeno di ciò che è veramente importante. Il perché e il percome. Queste sono le domande chiave per risolvere il mistero. È un complotto contro l’umanità e deve essere denunciato.

Nascosti nello scenario ancestrale della goccia fredda, circa settanta comuni della comunità valenciana sono stati devastati. La furia dell’acqua ha distrutto case, alberi, automobili e tutto ciò che ha incontrato sul suo cammino. È la parola d’ordine del momento e non c’è da stupirsi. Parliamo e parliamo, ma non parliamo nemmeno di ciò che è veramente importante.

Mentono deliberatamente sulle cause, e non una parola sulla geoingegneria, sul controllo delle tempeste, sull’attività dei radar e su ciò che è più importante in questo caso: il perché e il percome. Perché hanno dovuto radere al suolo tutto il territorio intorno alla città: le caserme, le fattorie, gli alberi da frutto e gli animali? E, soprattutto, le persone che ancora rimangono nel fango e nelle macerie, senza una degna sepoltura. Alcuni perché non sanno, altri perché non vogliono, ma la verità è che nessuno ha il coraggio di prendersi il tempo di affrontare un argomento così spinoso e proibito. Ed è così che si scrive la storia!

Ma non si tratta di un’altra catastrofe, di un altro attacco terroristico a bandiera falsa, come siamo abituati, che avrebbe potuto avere luogo in qualsiasi altro luogo. No, doveva essere Valencia. Per vari motivi che analizzeremo con alcuni esempi.

Il progetto Valencia è una sorta di “piano di sviluppo”, nello stile di quelli disegnati dai tecnici comunali, solo che questi sono per il miglioramento dei cittadini, anche se c’è sempre qualcuno che viene danneggiato. Questi progetti demoliscono file di case per trasformare le strade in viali, boulevard o aree verdi. I piani idrici hanno inghiottito villaggi, sorgenti termali e patrimonio storico; conosco persone i cui nonni sono rimasti male per la perdita delle loro case e dei loro giardini; per non parlare delle autostrade, che vengono anch’esse demolite per creare una linea retta.

Ma questi cambiamenti, che hanno provocato tanti malumori, sono di solito accompagnati da un’informazione preventiva, da soldi per l’esproprio e poi, nel caso dei comuni, da una fase di esposizione pubblica e da un periodo di accuse. Valencia è un “piano di sviluppo” in stile bestiale e assassino, caratterizzato da distruzione e morte. I megalomani senz’anima non scherzano e tendono ad andare al sodo. Non si preoccupano del dolore umano.

L’indagine sulla catastrofe di Valencia porta a congetture interessanti; e, a parte l’occasionale informatore generoso che può far trapelare informazioni sensibili, richiamare l’archivio dei giornali e analizzarlo può illuminare il modo di unire i puntini e guardare lo scacchiere.

Da tempo si parla di città a quindici minuti, un progetto che consiste nel “ridurre gli spostamenti e promuovere una vita basata sull’iper prossimità”, facilitando gli spostamenti nel luogo, che avrà tutti i servizi disponibili” in quindici minuti a piedi o in bicicletta, per ridurre al minimo l’impatto ambientale. Un progetto dolce e conveniente se non si analizza il vero scopo, che non è altro che quello di limitare le libertà e mantenere le persone concentrate, geolocalizzate, confinate e senza scampo, in balia delle emissioni di radiazioni elettromagnetiche quando il sistema lo ritiene necessario, e così via. Sapete cosa intendo: la sindrome da irradiazione acuta e altri esperimenti perversi, come la neuromodulazione.

Smart cities

Le clausole di questa invenzione stabiliscono che, per uscire da questa sorta di ghetto, i cittadini dovranno avere un lasciapassare rilasciato dall’autorità competente e pagare una tassa. E questo in aggiunta all’impronta di carbonio personale consentita. Tutto questo per conformarsi alla nuova religione del clima, una delle grandi bugie del nostro tempo. Valencia è un pezzo di questo macabro puzzle. È assurdo, lo so, ma chi progetta il mondo è pazzo da legare.

Allo stesso tempo, c’è il progetto ancora peggiore delle “città intelligenti ” che, secondo la definizione, “una città intelligente è una città che utilizza il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) per promuovere lo sviluppo sostenibile in modo più efficiente e migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini”. Sono anche chiamate città 4.0 e mirano a ridurre l’impronta ecologica. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sarebbero “la spina dorsale delle città intelligenti”, in quanto connettono tutti gli elementi, migliorando l’efficienza di beni e servizi e privilegiando la trasparenza dei dati; in altre parole, il controllo totale, anche dei nostri pensieri. In breve, sono spazi governati e controllati dall’intelligenza artificiale. Tra le città intelligenti, spiccano Zurigo, Losanna, Copenaghen, Oslo, Canberra e molte altre.

È importante sottolineare che le smart city non devono essere confuse con le città da quindici minuti, ma tutte queste innovazioni sono per il nostro bene, per salvarci. E dopo aver saputo come si muove questa marmaglia psicopatica che promuove il “progresso”, cioè la distruzione di tutto ciò che di buono abbiamo realizzato come civiltà, come possiamo credere a qualsiasi cosa provenga da loro.

Il forum sulle città innovative del futuro si è tenuto a Valencia

E cosa c’entra tutto questo con Valencia? Beh, molto, e questa è una delle chiavi. E per questo ci rivolgeremo all’archivio benedetto o maledetto dei giornali, a seconda di come lo si guarda: “Valencia è proiettata come un epicentro globale delle future città intelligenti. Lo ha dimostrato Future Innovation Cities, l’evento organizzato da Startup Valencia che ha riunito i maggiori esperti mondiali del settore”. La notizia è pubblicata da Startup e si riferisce a un forum che si è svolto recentemente, precisamente il 23 e 24 ottobre 2024 nell’edificio Veles e Vents “come parte del programma parallelo di VDS2024”. L’articolo sottolinea che è la prima volta che questo importante evento tecnologico internazionale “prende il via con un forum speciale sulle città come parte del suo programma parallelo”.

All’evento hanno partecipato il Segretario per l’Industria, il Commercio e il Consumo della Generalitat Valenciana, Felipe Carrasco; l’Assessore al Turismo, all’Innovazione e all’Attrazione degli Investimenti, Paula Llobet, e Nacho Más, CEO di Startup Valencia. Oltre a questi, all’incontro hanno partecipato i migliori esperti di AI: Firas Mahmoud, esperto di AI di Neom, una città futuristica in costruzione in Arabia Saudita; Sami Sahala, del Forum Virium Helsinki, un punto di riferimento globale e il più grande centro pubblico di innovazione in Finlandia; Karl-Fillip Coenegrachts, esperto di strategie cittadine e trasformazione digitale e consulente di Open&Agile Smart Cities in Belgio.

Molto significativa è stata la presenza della deputata estone Margot Roose, radicale per la sostenibilità, il multiculturalismo e la resilienza, pienamente allineata al cambiamento climatico, abortista, sostenitrice del gender e dell’universo woke. Una chicca! La verità è che erano tutti completamente immersi nella nuova realtà dell’intelligenza artificiale. Nessuno di questi è redimibile.

Alla luce di quanto detto, non sorprende il seguente titolo: “Quali sono le grandi aziende tecnologiche che si sono insediate a Valencia?”, e che i massicci licenziamenti nella Silicon Valley di aziende come Netflix, Twitter. Google o Facebook coincidono con l’arrivo a Valencia di aziende come Siemens, Hitachi, Toshiba, HP, Hyperion Group, Lufthansa, Aviatar e persino l’ONU.

Giustificano l’interesse di queste aziende per Valencia con l’aver costruito, nell’arco di dieci anni, un ecosistema dinamico, “che riunisce gli interessi di investitori, acceleratori, business school, università e altri attori chiave di questo ecosistema”. E parlano di un futuro promettente e di un ritorno esponenziale.

Il problema di questi data center è il consumo eccessivo di energia: “L’intelligenza artificiale e il suo consumo vorace minacciano gli obiettivi climatici”, si leggeva in un titolo del Times di luglio. Non c’è abbastanza energia e mentre Bill Gates e altri sostengono che non sarà un problema, gli stessi interessati, come Microsoft, temono di non essere in grado di rispettare il protocollo sulle emissioni. Gli esperti sottolineano l’investimento in impianti di energia rinnovabile. Questa è un’altra chiave di lettura della catastrofe di Valencia.

Per questo motivo si parla in modo isterico di costruire parchi di pannelli solari. E a Valencia ci sono progetti massicci per questi cosiddetti impianti di energia rinnovabile. In altre parole, si è dovuto distruggere il territorio per ricostruirlo secondo il nuovo modello, secondo le attuali esigenze dittatoriali.

Da qualche tempo gli agricoltori vengono incoraggiati ad abbandonare le loro coltivazioni per installare fattorie di pannelli solari. Abbiamo criticato il fatto che si provochi la siccità per stufare gli agricoltori e costringerli ad abbandonare i loro frutteti per installare queste fattorie, che non producono né arance né patate. A Valencia, ripetiamo, ci sono diversi di questi progetti. In Andalusia si stanno espropriando grandi estensioni di uliveti per costruire mega impianti solari. Si tratta di un complotto contro l’umanità che deve essere denunciato.

Chi ricostruirà Valencia? Che domanda! Qualche giorno fa abbiamo ricevuto un’informazione che, pur non avendo potuto verificare, siamo propensi ad attribuirle veridicità: si non e vero e ben trovato. Si tratta di , un’azienda tecnologica di elaborazione massiva di dati, specializzata nel settore militare e di polizia, che opera in Spagna dal 2018. Ai suoi inizi ha ricevuto denaro dalla CIA e ha contratti con agenzie governative e forze di sicurezza, come il Pentagono, la NSA (National Security Agency), da non confondere con la NASA, o l’FBI. Appartiene all’impero economico Black Rock e, secondo questa fonte, si occuperebbe della ricostruzione dei danni causati dallo tsunami a Valencia. Se così fosse, non si tratterebbe di un’operazione prolungata, come sta accadendo sull’isola di La Palma, dove le vittime del vulcano sono ancora senza casa e non hanno ricevuto gli aiuti promessi. Ma getterebbe le basi per uno stato di polizia di controllo totale – una prospettiva spaventosa!

Vorrei che fosse un incubo da cui ci sveglieremo, ma è tutto vero. Tutto è stato programmato. Avevano bisogno di distruggere Valencia per ricostruirla secondo le loro specifiche, per creare “città intelligenti” e fornire una sede per le aziende tecnologiche, per le quali hanno bisogno di elettricità da pannelli solari, e per questo hanno bisogno di molto spazio. Ecco perché le barracas, le fattorie, gli animali e le persone erano troppe e hanno dovuto essere gettate nel burrone. Forse non conosciamo i fatti e dobbiamo fare delle sfumature, ma siamo sicuri che la catastrofe di Valencia è stata provocata artificialmente e deliberatamente. Che i morti riposino in pace e che noi, i vivi, abbiamo la pace di vivere queste situazioni estreme: non regaliamo la nostra paura a questi psicopatici che governano il mondo dall’ombra infernale a cui appartengono!

Maddalena dell’Amo Psicóloga, periodista y escritora

Fonte: ejercitoremanente.com

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