Carlo Rubbia Premio Nobel Smonta la Grande bufala del Riscaldamento Climatico
Il clima della Terra è sempre cambiato. Oggi pensiamo, probabilmente sbagliando, che se tenessimo sotto controllo la CO2, il nostro clima resterebbe costante. Questo non è assolutamente vero. Durante l’ultimo milione di anni, la Terra era dominata da periodi di glaciazione con temperature a -10 gradi, tranne brevissimi periodi con temperature paragonabili a quelle di oggi. L’ultimo è stato 10.000 anni fa, quando è cominciato il cambiamento climatico che conosciamo, con l’agricoltura e lo sviluppo alla base di tutta la nostra civilizzazione. Ora, negli ultimi 2.000 anni ad esempio, la temperatura della Terra è cambiata profondamente. Ai tempi dei romani, ad esempio, Annibale è venuto in Italia attraversando le Alpi con gli elefanti. Oggi non potrebbe più farlo, perché la temperatura della Terra è inferiore di un grado e mezzo. C’è stato un periodo, nel medioevo, con una piccola glaciazione. Sì, intorno all’anno Mille c’è stato un aumento moderato delle temperature, simile ai tempi dei romani, e poi però c’è stata una mini-glaciazione – tra il 1500 e il 1600 – con fenomeni che hanno creato problemi di sopravvivenza alle popolazioni del Nord Europa, come i vichinghi. Se restiamo al periodo degli ultimi 100 anni, ci sono stati cambiamenti climatici sostanziali che sono avvenuti ben prima dell’effetto antropogenico, l’effetto serra.
Per esempio, negli anni ‘40 c’è stato un cambiamento sostanziale. Poi c’è stato un cambiamento di temperatura che in qualche modo tiene conto della presenza dell’uomo. Non dimentichiamo che quando sono nato io la popolazione della Terra era 3,7 volte più piccola di quella di oggi. E il consumo energetico primario è aumentato 11 volte, nella mia vita. Quindi una cosa impressionante, esplosiva, che però ha avuto effetti molto strani e molto contraddittori, per quanto riguarda il comportamento del pianeta. Vorrei ricordare che dal 2000 al 2014 la temperatura della terra non è affatto aumentata: è anzi diminuita di 0,2 gradi. Negli ultimi 15 anni non abbiamo osservato nessun cambiamento climatico di dimensioni apprezzabili. E questo è un fatto di cui bisogna rendersi conto, perché non siamo di fronte a una esplosione della temperatura. La temperatura è cresciuta fino al 2000, e da quel momento in poi siamo addirittura scesi di 0,2 gradi. E nonostante questo, ci troviamo di fronte a una situazione assolutamente drammatica, per il fatto che le emissioni di CO2 stanno aumentando in maniera esponenziale. Tra le varie soluzioni c’è quella del “business as usual”, che indica effettivamente che – anche grazie allo sviluppo della Cina e degli altri paesi – la CO2 sta aumentando con estrema rapidità.
L’anidride carbonica sta aumentando in maniera tale che, a mio parere, la speranza di ridurre il consumo energetico facendo azioni politiche è contraddetta dal fatto che oggi l’aumento della CO2 è esponenziale: sta montando come un’esplosione, senza mostrare la minima tendenza a ridursi. Come sperare di invertire la tendenza entro il 2020-2030? Nel mondo, l’unico paese che è riuscito a contenere le emissioni di CO2 sono gli Stati Uniti – non l’Europa, non la Cina. Per quale motivo? Perché c’è stato lo sviluppo del gas naturale, che sta fondamentalmente rimpiazzando il carbone (che emette CO2). Proprio grazie al gas naturale, oggi l’America ha raddoppiato la produzione di energia elettrica. Il messaggio è chiaro: soltanto attraverso lo sviluppo tecnologico noi possiamo cercare di entrare in competizione con i vari paesi. Non attraverso misure come quelle dell’Unione Europea, che sono sempre misure di coercizione, fondate su un impegno politico formale, ma senza mai avere alle spalle un’idea di soluzione.
Confrontiamoci con la situazione americana: là c’è un progresso effettivo, e il vantaggio ecologico crea business e posti di lavoro. In Europa, invece, continuiamo semplicemente a ripetere che dobbiamo ridurre le emissioni, altrimenti sarà il disastro.
Con gli sviluppi tecnologici di oggi nel campo del gas naturale, anche le energie rinnovabili si trovano in una situazione estremamente difficile: perché oggi il gas naturale in America è un quinto del costo del gas naturale in Europa. E il costo delle energie rinnovabili in Europa è superiore a quello del gas naturale. Quindi dobbiamo renderci conto che la soluzione tecnologica può essere di qualunque genere, tutto dipende da quello che vogliamo fare. Aggiungo che sto portando avanti un programma che a mio parere potrebbe essere studiato con molta più attenzione anche dal nostro paese: si tratta del gas naturale senza emissione di CO2. Il gas naturale è Ch4, 4 molecole di idrogeno e una di carbonio, ed possibile trasformarlo in “black carbon” (cioè grafite) e idrogeno. E la grafite, essendo materiale solido, non presenta emissioni di CO2. Quindi oggi è possibile utilizzare il gas naturale, di cui abbiamo risorse assolutamente incredibili: non tanto lo “shale gas”, che a mio parere è una soluzione discutibile, ma soprattutto quelli che si chiamano “clatrati”. Quanti ne hanno sentito parlare? Il mio parere personale, quindi, è che – attraverso l’innovazione tecnologica e lo sviluppo di idee nuove – si può portare avanti questo programma, bloccando le emissioni di CO2. Si può fare, utilizzando il gas naturale senza emissioni. Abbiamo in corso esperimenti che ne dimostrano la reale fattibilità. Perché allora non c’è nessuno che se ne occupa? Mi piacerebbe saperlo.
(Carlo Rubbia, intervento al Senato pubblicato su YouTube il 2 gennaio 2016. Senatore a vita, il professor Rubbia è stato insignito del Premio Nobel per la Fisica nel 1984).