toba60
641c2a8862962.r d.522 335 9179 1 (1)

Dopo il Truman War eco a voi il trattato israeliano palestinese ad uso e consumo di un mondo indifferente all’ennesima potenza

Alle volte penso se sia il caso di prendere seriamente tutto quello che dicono a cadenza oraria tutti i protagonisti della politica e non su quanto sta accadendo nel mondo, un giorno dichiarano la guerra, il giorno dopo cambiano idea e si prodigano a farla li dove i media non devono mettere mano. (Vedi Palestina)

Accendo il televisione e vedo dei benemeriti imbecilli in giacca e cravatta che si stanno intensamente impegnando per amplificare questo stato di cose, dando a credere a dei miserabili e rincoglioniti telespettatori i quali li seguono per decreto, che tutto sommato è un viatico che comporta molti privilegi, non ultimo una ignoranza congenita che asseconda il pensiero unico imprescindibile.

Io ho sempre al mio fianco la mia cagnolina Bambi che nel complesso non parla, ma si fa capire benissimo quando deve esprimere qualcosa, ed io seguendo la sua proverbiale saggezza che la contraddistingue sto cercando in tutti i modi di trovare un punto di incontro tra quello provo e quello che gli altri non vorrebbero mai sentirsi dire. 🙂

Toba60

Siamo tra i più ricercati portali al mondo nel settore del giornalismo investigativo, capillare ed affidabile, ognuno di voi può verificare in prima persona ogni suo contenuto consultando i molti allegati (E tanto altro!) Abbiamo oltre 200 paesi da tutto il mondo che ci seguono, la nostra sede è in Italia, Se potete permettervelo, prendete in considerazione l’idea di sostenere il nostro lavoro, fate in modo che possiamo lavorare con tranquillità attraverso un supporto economico che ci dia la possibilità di dare seguito a quello che è un progetto il quale mira ad un mondo migliore!

(“Una nazione di pecore genererà un governo di lupi”.)

Trattato Palestinese per la non proliferazione e il rispetto

Premesso che:

1) Le Parti sono tutte interessate a porre fine a ogni forma di violenza, minaccia, distruzione, carestia nei territori palestinesi di Gerusalemme, Cisgiordania e striscia di Gaza.

2) Le Parti hanno tutte concordato che la causa ultima delle tensioni e dei conflitti che hanno interessato i suddetti territori è riconoscibile nella eccessiva prolificità della loro popolazione palestinese, attualmente di 7 figli per donna, la quale determina una situazione di disagio e deprivazione interna ai territori predetti, e costituisce una fonte di pericolo per la sicurezza dello Stato israeliano. In particolare, crea masse di disoccupati che cercano reddito e dignificazione sociale nel servizio entro le organizzazioni paramilitari e terroristiche che sottoscrivono il presente Trattato. Inoltre, i territori palestinesi non hanno risorse idonee a sostentare la loro attuale popolazione, che pertanto le parti hanno concordato di gradualmente ridurre, nel rispetto della dignità e dei diritti dell’Uomo.

3) Le Parti hanno pertanto concordato di porre fine all’attuale situazione di conflitto mediante un’efficace autoregolazione demografica dei Palestinesi. 

Tutto ciò permesso, le Parti hanno concordato quanto segue:

1) Le Parti, in attesa di realizzare e avviare il programma che segue, si impegnano a  sospendere per 90 giorni tutte le ostilità e a tutte le azioni dirette a colpire persone civili e obiettivi civili nei territori palestinesi, nonché a consentire i rifornimenti di farmaci, di cibo e di acqua alla loro popolazione da parte delle Nazioni Unite e mediante personale che non potrà essere arabo né di religione islamica,.

2) Le Parti si impegnano a far sì che il tasso di prolificità della popolazione palestinese sia limitato a due figli per ogni donna in media.

3) A ogni donna palestinese, oggi o, se non ancora nata, al momento della nascita, viene accreditata una quota prole di due figli. 

4) È istituito il Fondo di Accantonamento delle quote prole, o Fondo Set Aside. Esso sarà gestito dal governo israeliano sotto la supervisione dell’UE, che curerà la revisione dei suoi bilanci. Il suo personale godrà di immunità diplomatica.

5) È altresì istituita un’Anagrafe Congiunta Israelo-Palestinese per le donne palestinesi e i loro figli. Essa terrà il registro ufficiale delle donne residenti, delle quote prole e del loro uso.

6) Le quote prole sono liberamente cedibili da ogni donna palestinese maggiorenne ad altra donna palestinese maggiorenne anche mediante un titolo alla portatrice (monetizzazione delle quote prole), che dovrà essere depositato all’Anagrafe Congiunta entro il momento del parto. 

7) Le quote prole potranno anche essere cedute al Fondo Set Aside mediante libera contrattazione del prezzo. 

8) Il Fondo Set Aside organizza annualmente aste per il collocamento di quote prole nella misura di ¼ delle giacenze.

9) Le donne palestinesi perdono automaticamente la loro quota prole quando vanno in menopausa o se vengono condannate per reati di terrorismo. 

10) Le donne palestinesi che partoriscano fuori dei territori palestinesi, non possono rientrare in essi né può entrare in essi la loro prole nata fuori di essi.

11) Quando partorisce uno o più figli, la donna palestinese subisce la detrazione delle corrispondenti quote prole.

12) Se un figlio muore prima del compimento del sesto anno di età, la quota prole viene riaccreditata alla madre anche se già in menopausa, ma in tale caso la madre dovrà venderla entro un anno, altrimenti la quota ritornerà al Fondo Set Aside.

13) Qualora una donna palestinese partorisca contemporaneamente più figli vitali, di cui uno o più in eccesso della quota prole che le spetta, i figli eccedentari non saranno soppressi, ma addebitati al Fondo Set Aside, e la donna sarà sterilizzatata

14) Qualora una donna muoia senza aver consumato le sue quote prole, queste vengono acquisite al Fondo Set Aside.

15) Qualora una coppia palestinese legittimamente sposata voglia avere figli oltre la quota prole spettante alla donna, dovrà accettare il ricollocamento in un territorio designato al di fuori dei territori palestinesi e non confinante con essi, come designato dal fondo Set Aside. Qualora anziché una coppia richiedente figli extra quota vi sia un’unione di un uomo con due o tre o quattro mogli, tutte le mogli dovranno acconsentire al ricollocamento.

16) La violazione dell’articolo precedente comporterà l’interruzione della gravidanza e la sterilizzazione.

17) Le Parti riconoscono la doverosità e la imprescindibilità, ai fini della riuscita esecuzione del presente accordo, dell’impartire a tutti una inclusiva educazione gender e alla procreazione responsabile.

18) Le Parti palestinesi si impegnano a organizzare, sotto la direzione dell’Unione Europea e il controllo dello Stato di Israele, l’educazione al gender e alla pianificazione familiare, come obbligatoria in tutte le scuole, dai 6 ai 18 anni. L’educazione sarà impartita da educatori della Comunità LGBTQX formati e incaricati dalla Commissione Europea. Il voto insufficiente in queste materie di studio comporterà la bocciatura. Il mancato conseguimento del diploma della scuola dell’obbligo entro il ventesimo anno di età, comporterà la perdita del diritto alla quota prole.

19) Qualsiasi attentato all’educazione gender e pianificazione familiare sarà considerato atto di terrorismo.

20) Qualsiasi manifestazione di ostilità all’educazione gender e pianificazione familiare sarà considerata istigazione al terrorismo.

21) Sarà consentito il matrimonio omosessuale col medesimo trattamento giuridico del matrimonio eterosessuale.

22) All’atto della registrazione del matrimonio omosessuale, a pena di nullità del medesimo, gli sposi dovranno dichiarare chi di loro assume il ruolo di marito e chi di moglie; tale ruolo non sarà successivamente modificabile. In caso di scioglimento del matrimonio omosessuale, chi si era registrato come marito potrà risposarsi solo con una donna o con un uomo che si sia già registrato, in un precedente matrimonio, come moglie. Chi si era registrato come moglie, parimenti, potrà risposarsi solo con un uomo o con  una donna che si sia già registrata come marito.

23) Qualora l’Anagrafe Congiunta israelo-palestinese rilevi che per un periodo di almeno 12 mesi si è avuto uno sforamento del Tasso programmato di proliferazione palestinese, il Fondo Set Aside annullerà quote prole in misura tale da ristabilire il tasso programmato.

24) La donna palestinese che partorisca uno o più figli in eccesso della sua quota prole, sarà sterilizzata e i figli nati in eccesso saranno addebitati al Fondo Set Aside. Le figlie nate in violazione della quota prole non avranno diritto a quota prole ma potranno acquistarla da altre donne o dal Fondo Set Aside.

25) In caso di violazione dei presenti impegni, protratta per più di tre mesi dalla sua denuncia, lo Stato israeliano avrà diritto di riprendere le operazioni sospese col presente accordo.

Firmato a Bruxelles, oggi……

Le Alte Parti:

Unione Europea in persona di___________________(si vergogna a firmare)

Stato Israeliano in persona di______________________

Autorità Nazionale Palestinese_____________________

Hezbollah__________________________ Hamas___________________________

I capitalisti delle armi, delle banche e dei farmaci, che chiaramente guidano il mondo libero e democratico anche perché posseggono i mass media e decidono quale film della realtà proiettare alle masse affinché votino saggiamente, stanno mettendo a punto una tecnica di governance basata su sceneggiate belliche o guerre controllate. Guerre finte. È molto simile alle guerre senza fine del famoso 1984 di Orwell, concertate da una sovragestione globale che le fa combattere ai tre maxi stati in cui ha suddiviso il mondo, facendo credere agli abitanti di ciascuno di essi che siano guerre genuine e che lo stato cui appartengono stia realmente combattendo altri stati cattivi, e che abbia ragione, cioè diritto a bombardare. Stiamo infatti vedendo, ripetutamente, che vengono inscenate situazioni belliche e prebelliche controllate e che si rivelano tali a una semplice verifica dei fatti. 

Lo ha reso evidentissimo il recente intervento statunitense nello scontro tra Israele e Iran: i due paesi si colpivano reciprocamente con preavvisi in modo da limitare le perdite umane e non arrecarsi mutuamente gravi danni materiali e senza che le installazioni iraniane per la produzione dell’arma nucleare fossero disabilitate (né quelle israeliane). Israele e Stati Uniti hanno dichiarato che l’Iran era a poche settimane dalla realizzazione dell’arma nucleare ma la AIEA li ha smentiti attestando che l’Iran non stava dotandosi di tale arma.

Alla AIEA si sono unite fonti delle intelligences di USA e Francia, nonché parte della stampa, e Trump li ha smentiti e redarguiti, e già si parla di licenziamenti punitivi di questi giornalisti poco patriottici. Lo stesso medesimo Trump aveva preavvisato degli attacchi il governo iraniano, in modo che questo ha potuto mettere in salvo il materiale nucleare su una vistosa flotta di autocarri, la quale ha operato indisturbata da israeliani e americani.

Trump  ha inscenato una spettacolare, supertecnologica operazione di bombardamento dei cui esiti non c’è certezza; dal Pentagono è trapelato che i risultati sono stati modesti, però ha vantato di aver distrutto la capacità di costruire la bomba atomica. Questa operazione più psicologica che militare è stata ben descritta da Luttwak su Il Giornale del 25 giugno 2025. Luttwak ha sottolineato che Israele avrebbe potuto facilmente distruggere il terminale petrolifero iraniano di Khark, azzoppando finanziariamente il “nemico”, così come l’Iran avrebbe potuto bloccare lo Stretto di Hormuz, ma non lo ha fatto.

L’Iran ha preannunciato rappresaglie tremende contro gli USA, ma si è limitato a sparare ridicoli colpi di mortaio una loro base in Siria e a lanciare una dozzina di missili, preannunciati per telefono, contro un’altra base in Qatar, il tutto senza causare morti o danni. I mercati non hanno mai creduto che la guerra fosse reale e pericolosa, infatti le borse hanno reagito blandamente e blandi sono stati pure gli incrementi del prezzo del petrolio.

Poi ciascuno dei tre governi ha cantato vittoria. Ciascuno ha vinto. Ciascuno ha potuto farsi bello con la sua popolazione in senso propagandistico. Ciascuno ha anche beneficiato di una maggiore solidarietà patriottica intorno a sé stesso come conseguenza dei fatti bellici inscenati. Tutti mentono. Poi Trump sostanzialmente ha tagliato il sostegno militare a Israele, e con ciò ha costretto a cessare gli attacchi all’Iran, facendo così una bellissima figura mondiale, da premio Nobel, se la pseudopace reggerà. Se non reggerà, Nobel lo stesso, per aver eliminato la minaccia nucleare iraniana.

Nella realtà, e per sua volontà, gli impianti nucleari iraniani sono stati preservati assieme al loro prezioso uranio già parzialmente arricchito, buoni per inscenare nuove minacce, così che il tutto potrà essere ripetuto quando ogniqualvolta divenga necessario. Ottimo modello di governance.

In Europa si sta svolgendo una strategia di moltiplicazione delle spese per gli armamenti incalzata da un clima di allarme artificioso circa la minaccia di invasione russa, alimentato dai mass media mainstream, dai capi di stato e di governo (tranne un paio) e dagli esponenti dell’arco neoliberista. Chi non lo alimenta, è eo ipso di ultradestra o ultrasinistra.

Quella minaccia, nel mondo reale, non sussiste: la Russia non ha interesse a invadere l’Europa perché ha solo 145 milioni di abitanti su ben 17 milioni e mezzo di chilometri quadrati, con tutte le risorse naturali che vuole; del resto con una popolazione così piccola non potrebbe occupare un’area abitata da quasi mezzo miliardo di abitanti. D’altronde, poiché una guerra tra la Russia e il resto di Europa sarebbe combattuta inevitabilmente con armi nucleari, il riarmo europeo avrebbe senso soltanto se comprendesse la costruzione di un deterrente nucleare, mentre questo non è contemplato.

Sostanzialmente, lo scopo del riarmo europeo così perseguito è far guadagnare l’industria degli armamenti che paga laute commissioni alla vendutissima politica, e dotare il potere politico di strumenti per un maggior dominio della popolazione in vista dell’imposizione di restrizioni alle libertà, ai consumi, all’occupazione. Nonché di permettere alla Germania di dare aiuti di stato alla sua industria, sabotata con l’automobile elettrica, e di ridurre il deficit commerciale USA.

In Ucraina, un regime autocratico che si arricchisce con la guerra anche rivendendo a stranieri gli aiuti militari che riceve da noi, mantiene il proprio potere coltivando una guerra che sta lentamente perdendo, ma che gli consente di sospendere le elezioni, di chiudere tutti i mass media non allineati, di arrestare gli oppositori e di esercitare un controllo totale sulla popolazione – meno quella cospicua parte di essa che è scappata all’estero.

Negli USA, il metodo in esame aveva già funzionato bene con la interminabile campagna di “guerra al terrore” dopo il più che dubbio fattaccio dell’11 Settembre, con le connesse menzogne della complicità dell’Iraq, delle sue armi di distruzione di massa, dei suoi legami con Al Quaida. Menzogne che funzionarono fino a “mission accomplished”. Nel tempo, però, la guerra al terrore si era fatta percepire come una montatura. Ma non è un problema: le montature basta che reggano qualche anno, poi se ne fanno di altre, perché tanto il popolo non ricorda e non impara.

Prepariamoci pertanto ad essere stabilmente governati con i metodi sopra descritti.

Marco Della Luna

Fonte: marcodellaluna.info

Comments: 0

Your email address will not be published. Required fields are marked with *