Facciamo chiarezza sulle donazioni fatte a chi opera in seno ad una censura spietata da parte del sistema
Invito tutti a leggere con attenzione questo editoriale che pone davanti ai vostri occhi una realtà ai più sconosciuta e che dovrebbe far riflettere ognuno di voi su cosa significa attualmente lavorare nel mondo della controinformazione in rete nei tempi della censura..
Come ogni anno invito sempre tutti coloro che accedono regolarmente al mio portale ad aderire attivamente ad un lavoro che negli anni ha consolidato una credibilità che mi è riconosciuta in tutto il mondo.
Il numero di visitatori che regolarmente accedono dall’estero sta superando quello in loco (Italia & Ar.) da dove sviluppo la mia attività, ed in termini numerici sarebbe estremamente facile con un piccolo contributo mensile dell’importo di un caffè da parte di tutti i visitatori, (O un Mate oppure una spontanea elargizione che non incida naturalmente in quelli che sono i beni di prima necessita da parte di ognuno) far fronte a tutte le incombenze economiche che implicano un dispendio di energie e di tempo che nel prosieguo della lettura avrete modo di conoscere.

Avrete notato di come tutti i media mainstream chiedono un supporto economico (Prevalentemente televisivo) di ogni genere per le più nobili iniziative, per non parlare dei mille canali in rete che attraverso i social inflazionano una richiesta sempre più legata ad attività mediatiche le quali poste su larga scala finiscono per diventare sempre più una merce di scambio usa e getta. (Purtroppo alle volte nella mischia ci finisco pure io)
Queste organizzazioni che mettono in moto una capillare diffusione di ogni genere di iniziative benefiche hanno alla base delle strutture che in sé dovrebbero mettere in guardia chiunque in quella che dovrebbe essere la sua reale funzione, abbiamo già messo in evidenza di come ogni ricerca farmaceutica (Big Pharma in testa) paradossalmente è alla luce del sole strettamente legata alle industrie militari così come avviene sistematicamente negli Stati Uniti, le quali successivamente attraverso quelle che sono le classiche associazioni filantropiche (Vedi Bill e Melinda Gates) veicolano ogni loro iniziativa su binari che poi in collaborazione con i governi di ogni parte del mondo incentivano per logiche totalmente estranee a quanto è dato credere.
Se notate bene il venire meno di ogni donazione in modo molto sottile crea in seno alla gente da parte dei media mainstream un senso di colpa nella gente il quale li induce a rendesi partecipe diretto di un qualcosa che ha bisogno di ben altro che di denaro, considerato che nei paesi poveri dell’africa per fare un esempio, con il solo costo di un caricatore ed una singola arma elargita ogni giorno dai paesi industrializzati, darebbe da vivere per un anno ogni singolo abitante delle zone in questione e la ricerca del cancro non ha proprio bisogno di soldi, ma di persone che ci lavorano svincolate dalle lobby farmaceutiche,
Un sito internet come veicolo di informazioni e di un supporto economico
La gestione di un sito Internet è cosa ben diversa da come è dato a credere in quanto maggiormente esposta alle ingerenze che possono in ogni momento vanificare un lavoro il quale si trova in balia di algoritmi che possono veicolare in una frazione di secondo il suo contenuto su degli autentici binari morti e questo avviene in ogni piattaforma di quella che chiamano controinformazione imbastita in seno alla rete.
I costi enfatizzati comunemente da chi si prodiga a chiedere donazioni si concentra sovente sulle spese che vengono intraprese da chi crea un sito in rete e possono variare, nel mio caso costa 494 euro all’anno inclusi il diritti legati al nome Toba60, godere di un capitale maggiore significa maggiore velocità in fase di caricamento delle pagine, ed una gestione ottimale del servizio nei confronti di chi vi accede, (Che solo il mainstrem e pochi altri si possono permettere) per non parlare di tutti quegli strumenti digitali che sommati tra loro possono arrivare con estrema facilita ai mille euro che poi devono essere regolarmente aggiornati, vedi i sistemi di sicurezza gestiti da società esterne, per non parlare di tutte quelle utility necessarie per la gestione di un sito che non nasce dal nulla, per cui devi si o si mettere mano ad appositi software che si devono tra l’altro saper usare. (E’ un attimo perdere tutto senza le dovute cautele)
La gestione del mio portale è assai complessa in quanto gli argomenti trattati sono estremamente delicati e prima di essere pubblicati si devono verificare di continuo notizie che annualmente sono consultate da milioni di persone provenienti da ogni parte del mondo, per cui la responsabilità nei loro confronti si somma ad una qualità dei servizi che non deve mai venire meno.

Gli incidenti di percorso poi sono sempre dietro l’angolo li dove una denuncia relativa a dei contenuti che di questi tempi sono opinabili all’infinito da parte del nuovo ministero della verità, questo fa capire che la vita di un blogger non è differente da quella di chi fora un copertone nel mezzo di una strada il cui gommista più vicino è a 100 km di distanza.
Fatta questa doverosa disanima seppur molto sintetica e priva dei numerosi dettagli che ci ruotano attorno, bisogna comunque dire le cose come stanno senza tanti giri di parole, l’onestà intellettuale che mi sono guadagnato dopo aver maltrattato in lungo e in largo ogni valore etico e morale in seno alla società, (Come ripeto sempre si nasce incendiari ed in tarda età sovente si diventa pompieri) ritengo doveroso porre alla vostra attenzione quanto segue.
Il discorso in questione vale per me e per tutti coloro che in questo momento sono al vaglio di una vita estremamente difficile in un ambito che ci vede in balia di una continua censura.
Chi lavora in rete come tutti i comuni mortali paga l’affitto di casa (O il mutuo), la luce, gas, benzina va regolarmente a fare la spesa e deve far fronte a tutti i tutti i balzelli governativi, per cui anche il costo della sola assicurazione annuale e la messa in regola mette in crisi ogni bilancio familiare , per non parlare di tutte quelle inevitabili incombenze che la malasanità statale e non solo quella amplifica al quadrato ogni qual volta devi regolarizzare una qualsiasi pratica.
I km di coda che si verificano alla Caritas ogni giorno in Italia (E questo molti se lo dimenticano) ruotano attorno a queste logiche che io da anni metto in evidenza, anche per far capire che la vita non è solo mangiare, respirare e dormire, ma va ben oltre, ecco che chi lavora fino a 14 ore al giorno per pubblicare editoriali che possono costarmi la vita, insieme a molti altri come me, chiusi dentro una stanza 3×2 in balia di un mondo incerto dettato da chi vive praticamente alla giornata, non è che possa fare altro per fornire un adeguata informazione.
Ecco che i costi di ByoBlu per fare un ulteriore esempio, non sono solo quelli infrastrutturali i quali sono indubbiamente elevati, ma legati alle centinaia di persone che ci lavorano e che privi di un indotto volontario sotto forma di donazioni li vedrebbe andare tutti a vendere il cocco a Mar del Plata.
Se avessi voluto diventare ricco in rete avrei aperto un sito pornografico e con 5 milioni di utenti giornalieri comperavo una locazione alle isole Caiman con tanto di posto riservato in spiaggia, palma inclusa, attualmente applico dei widget sul portale che la gente pensa fruttino un capitale, cosa totalmente falsa considerato l’alto numero di alternative commerciali con cui entri in competizione, li dove mi è capitato che un servizio bancario statunitense 3 anni fa mi ha bloccato il conto a cui avevo allegato gli introiti, perché a detta loro il contenuto dei miei articoli era fuorviante, come se i milioni di cartomanti godessero di una credenziale migliore.
Altro fenomeno frequente è quello di chi una volta raggiunto un vasto seguito di pubblico tra i giornalisti indipendenti che lavorano in rete, riceve le lusinghe di chi intende sfruttare della situazione per finanziarti economicamente e questo fa si che molti cedono la propria autonomia per assecondare chi li paga, inducendo la gente a dubitare di tutti finendo per inibire ogni fonte di informazione alternativa costretta inevitabilmente a chiudere. (Ogni anno sono oltre 5 milioni)
Ultimo fattore non meno imporrante che incide sul fatto che le persone tendono a negare un qualsiasi supporto nei confronti di chi opera tra mille traversie nei meandri di un mondo digitale già di per se ostile, è quello di chi nella vita è costretta a pagare tasse ingiuste e fa spese inutili in virtù di quella manipolazione che induce la gente a spendere il proprio danaro su banalità che sono poi quelle che reggono il sistema distopico in cui viviamo, per cui dietro un organo di informazione che di fatto è gratuito, induce la gente a credere che non vi sia nulla che giustifichi una spesa che ritiene superflua e preferisce utilizzata per fare colazione al McDonald.
Nessuno mette in discussione che un idraulico alla sola chiamata riceve anche 50 euro e non esita un solo istante a mettere in discussione la firma di un notaio il cui costo mediamente parte dalle mille euro in su , per non parlare dei calciatori che ricevono a livello professionistico una media di 2 milioni l’anno, e che dire di chi lavora per conto del il mainstream televisivo il cui indotto supera frequentemente il milione di euro facendo leva su tutti quegli automatismi che danno a credere alle masse della loro insostituibile presenza,
La realtà attuale fa si che su un gran numero di social in rete mi viene negata la pubblicazione degli articoli perché all’interno viene chiesta una donazione, alle volte viene da domandarsi da che parte stanno queste persone che si fanno paladine di quella tanto decantata liberta e autonomia di pensiero sbandierata ai quattro venti in nome di quella verità che ha visto nel mio caso 4 giornalisti uccisi negli ultimi 5 anni, i quali regolarmente mi mandavano le loro indagini svolte da pubblicare a causa di quella autonomia di pensiero che nel concreto gli è stata negata da chi ha fatto suo il principio secondo cui io risulti essere uno speculatore finanziario in virtù del fatto che chieda l’elemosina presso uno strumento digitale in rete.
Un libro venduto a me frutta il 20% del suo importo totale e alle mie conferenze non ho mai chiesto un euro, nemmeno per la Benzina, ho sempre desiderato un mondo migliore e per fare questo ho aperto un Magazine confidando in una semplice donazione per l’importo di un caffè, la cui disponibilità a farlo quest’anno ha coinvolto meno di 50 persone su milioni di visitatori, detto questo, penso che uno degli scogli fondamentali da affrontare sia quello legato alla consapevolezza di chi ha una visione del mondo che esuli dai consueti luoghi comuni e consideri la realtà per quella che è, la quale rifletta una situazione oggettiva quanto il frutto delle mie ricerche in rete svolte in tutto questo tempo e che spero possiate ancora ricevere per molti anni a venire.
Toba60


