Filippo Rossi un Giornalista Freelance D’altri Tempi in Eterno Conflitto con il Pensiero Unico Vigente
Filippo Rossi è un giornalista professionista svizzero nato a Lugano. Ha studiato scienze politiche, letteratura e linguistica araba e portoghese all’università di Zurigo prima di cominciare la sua carriera di giornalista indipendente nel 2015 collaborando con varie testate italiane, svizzere e internazionali e specializzandosi in politica estera e conflitti. Filippo approda a Gli Occhi della guerra e a il Giornale.it nel 2015, scrivendo soprattutto reportage dall’Africa e dal Medio Oriente.

Su una base come questa egli ha avuto modo di confrontarsi con realtà che erano difficili da coniugare con quelle poste dai media Mainstream vincolati da una omologazione controllata che non poteva fuoriuscire da delle regole già stabilite in partenza, ed ha deciso di agire in autonoia prendendo una strada differente che lo poneva in conflitto con quello che viene comunemente chiamato pensiero unico.
Essere giornalisti in Trincea come si suol dire e toccare con mano situazioni avulse dai luoghi comuni che solitamente vengono posti all’attenzione del pubblico per logiche che nulla hanno a che fare con la guerra in sé, porta a considerare le mille variabili che vengono volutamente occultate per dare spazio ad una perversa versione degli avvenimenti la quale esula dai fatti reali, sfociando in quella che deve essere una versione di comodo utile per giustificare una qualsiasi azione di guerra i cui fini devono essere sconosciuti.
Ci sono conflitti di serie A e quelli di serie B e questo la gente spesso de lo dimentica, o finge di non saperlo, presa come è ad aderire ad ogni considerazione del caso che viene posta alla sua attenzione attraverso una sapiente mano mediatica che da a credere che ci siano i buoni che creano la pace attraverso una guerra perpetua, mentre i cattivi devono tutti morire in funzione di quella che viene chiamata pulizia etnica e ciò che esula da questo modo di interpretare un conflitto diventa d’incanto il frutto di una propaganda complottista.
Filippo Rossi appartiene a quel genere di reporter che in gergo informatico viene definito abandonware e che di fatto sancisce la classica linea di demarcazione che separa colui che si attiene ad una arcaica e genuina esposizione dei fatti, da quella fiction che assolve al meglio un utenza immersa in quella classica zona comfort di chi la notizia la consuma alla stregua di un fazzoletto di carta usa e getta.
Al pari di chi scrive, dovete sapere che nelle sue trasferte di lavoro partecipa attivamente a competizioni estreme di Ultramaratone…..e l’opportunità di incontrarlo in prima persona sarebbe un ottimo pretesto per condividere con lui una sfida che sicuramente alla fine ci vedrebbe entrambi vincitori.

Ho avuto modo di conoscerlo attraverso un breve dialogo in rete che come sapete è di per se uno strumento che non si presta a quella intimità emotiva che si conviene quando si deve entrare in sintonia su tematiche molto delicate come quelle relative a fatti di cronaca, i quali implicano una certa apertura mentale per poter essere metabolizzata a dovere, ma attraverso quella spontanea empatia che lo contraddistingue ha saputo pormi a mio agio e questo lo pone tra uno dei miei favoriti cronisti contemporanei il quale merita tutta la vostra attenzione.
Assistere ad una sua conferenza offre a chiunque l’opportunità di ampliare la conoscenza di un mondo parallelo occultato alle persone che non combacia con quello che viene amplificato da un ben consolidato Ministero della Verità di matrice Orwelliana……
….Grazie Filippo!
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