Gustavo Rol la Storia Dimenticata
Dopo i primi servizi specifici (Molti altri sono in programmazione) dedicati a Gustavo Rol, ho voluto inserire questo articolo un po anomalo, svincolato da ogni logica, per dare un informazione generica che coinvolgesse ogni settore della sua vita, includendo tematiche che ho ritenuto giusto far conoscere a chi non ha molta familiarità’ con questa figura ”storica” dimenticata.
Spero alla fine, di aver stimolato in ogni uno di voi la curiosità per approfondire la sua Conoscenza.
Toba60
Gustavo Rol
Da molti considerato il più grande sensitivo del XX secolo, Gustavo Adolfo Rol fu senza ombra di dubbio un uomo straordinario. Tralasciando di interrogarci sulla veridicità degli straordinari fenomeni che produceva, nessuno può negare che Rol ebbe in se qualcosa di speciale. La sua vita, infatti, si intrecciò con molti personaggi chiave dello scorso secolo quali, ad esempio, Gabriele D’Annunzio, Albert Einstein, Federico Fellini, Enrico Fermi, Benito Mussolini, Ronald Reagan, Pio XII, Agnelli, Kennedy ed Einaudi; solo per citarne alcuni.
Questi illustri personaggi, andavano da Rol per chiederli consiglio; egli ha determinato quindi molte decisioni che hanno poi seriamente influito sul corso della storia. La ragione che spingeva i potenti del mondo a rivolgersi a Rol non risiedeva soltanto nelle sconvolgenti manifestazioni dei suoi poteri, fra i quali si annoveravano telecinesi, telepatia, visione a distanza, endoscopia, chiaroveggenza, bilocazione, pranoterapia, apporti e asporti, ma anche alla sua capacità di infondere nelle persone un’energia benefica. Rol non si definiva sensitivo, medium o mago; questi termini, infatti, non gli rendono giustizia: era più che altro un illuminato , un uomo che aveva raggiunto un superiore stato di coscienza che gli aveva schiuso le porte dei più intimi segreti della vita e del pensiero.
Gustavo Adolfo Rol nacque il 20 Giugno 1903 a Torino da una famiglia benestante. Il padre, l’avvocato Vittorio Rol, fu direttore della sede di Torino della Banca Commerciale Italiana per quasi vent’anni, a partire dal 1909.
La madre, Martha, è figlia dell’avvocato Antonio Peruglia, presidente del Tribunale di Saluzzo. Gustavo ha inoltre due sorelle ed un fratello: Giustina (1900), Maria (1914) e Carlo (1897). Si dice che Gustavo parlò per la prima volta all’età di due anni, quando lo trovarono aggrappato al caminetto della casa di campagna. Rol stava osservando un’effige di Napoleone a Sant’Elena e gridava in lacrime “Poleone, Poleone!” . La figura di Napoleone Bonaparte ebbe un grande impatto sulla vita di Gustavo Rol, che divenne un grande collezionista di cimeli appartenuti all’imperatore francese, era, inoltre, espertissimo sulle imprese di Napoleone. Già dal liceo, era in grado di descrivere le battaglie condotte da Bonaparte con tale minuzia di particolari da dare l’impressione di avervi assistito personalmente.
Sono numerosi anche i fenomeni anomali sperimentati da Rol in relazione con Napoleone. Uno fra tanti si svolse a Parigi negli anni trenta: Gustavo Rol stava passeggiando tranquillamente per strada; ad un tratto, l’istinto lo spinse ad entrare in una casa. Chiese al portinaio di condurlo nelle cantine e di procurargli una pala. Rol dissotterrò dal pavimento in terra battuta delle cantine un busto di marmo raffigurante Napoleone sotto gli occhi increduli dei presenti. Rol trascorre la maggior parte della sua infanzia a Torino, e saltuariamente a San Secondo di Pinerolo nella residenza settecentesca posseduta dalla sua famiglia.
Da bambino fu abbastanza introverso e non brillò particolarmente negli studi; cosa che cambierà con il passare degli anni: in seguito, infatti, imparò a suonare il pianoforte ed il violino senza aver mai preso lezioni ed i suoi risultati scolastici migliorarono esponenzialmente. Durante il liceo conobbe Luciana Frassati, una stimata poetessa con cui instaurò un rapporto di amicizia che durerà per tutta la vita. Il 1921 lo vide intraprendere la carriera giornalistica; si iscrisse poi alla facoltà di giurisprudenza della Regia Università di Torino nel 1923 e si laureò in pochi anni. Studiò anche scienze commerciali a Londra e Biologia a Parigi insieme al premio Nobel Jacques Monod. Si iscrive subito dopo al Corso Allievi Ufficiali di Complemento; un anno dopo venne nominato sottotenente e si congedò. Negli anni che vanno dal 1925 al 1930 girò l’Europa quale dipendente delle filiali Comit. Conobbe la sua futura moglie in un caffè a Parigi: si chiamava Elna Resch-Knudsen ed era di nobili origini, nella sua famiglia figuravano, infatti, ben diciassette Re; tre anni dopo Rol la sposò a Torino, nella chiesa di San Carlo il 17 Dicembre 1930.
Il periodo più importante della vita di Gustavo Rol è senz’altro contenuto negli anni che trascorre a Parigi; qui comincerà ad esplorare i grandi interrogativi dell’universo. Il 28 Luglio del 1927, Rol scrisse sul suo diario una breve frase profondamente enigmatica e controversa: «Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla!». Dopo questa sconcertante rivelazione, iniziò per Rol un periodo di crisi esistenziale che lo spinse a rifugiarsi in un convento. Dopo tre mesi ricevette la visita della madre, la quale lo spronò ad utilizzare le sue doti per fare del bene al prossimo. Così cominciò la sua fama da ‘sensitivo’, la cui eco arrivò fino alle più alte sfere della politica e dell’aristocrazia d’Europa e anche d’oltreoceano. I capi di stato delle più grandi potenze volevano chiedergli consiglio, fra questi figurano De Gaulle, Pio XII e Mussolini; anche Hitler brama servirsi delle sue straordinarie doti e invia i suoi uomini con l’ordine di condurlo a Berlino.
In più occasioni Rol fu aiutato dagli uomini del Duce a nascondersi dalle SS che lo braccavano. Durante la guerra, Rol riuscì a salvare molte persone condannate alla fucilazione dalle truppe tedesche barattando la loro vita con l’esecuzione dei suoi esperimenti al cospetto degli ufficiali nazisti. Renzo Allegri racconta uno di questi episodi nel suo libro “Rol il Mistero”: «Un giorno, a Pinerolo, un comandante tedesco aveva messo al muro un gruppo di partigiani. Rol accorse a chiederne la liberazione. “Sono innocenti, non hanno commesso niente di male”, diceva. “E lei come fa ad esserne tanto sicuro?”, chiese il comandante. “Alla stessa maniera con cui sono sicuro di conoscere cosa contengono i cassetti della scrivania nella sua casa ad Amburgo”, rispose Rol e cominciò a descrivere minuziosamente gli oggetti che quel comandante aveva nella sua scrivania ad Amburgo, soffermandosi sul contenuto di alcune lettere privatissime e di documenti segreti. Il tedesco, confuso e spaventato, liberò immediatamente i prigionieri». Il sindaco di San Secondo di Pinerolo conferì a Gustavo Rol un riconoscimento ufficiale per le sue opere a nome del Comitato di Liberazione Nazionale.
Rol conobbe anche Picasso, Dalì, Croce, Fermi, Einstein, D’annunzio, Cocteau. Il padre morì nel 1934, al ché Rol lasciò l’impiego in banca, professione intrapresa solo per compiacere il genitore. Ha una propensione per il giornalismo, ma decide di dedicarsi all’antiquariato, per il quale ha sempre nutrito grande interesse. Aprì, quindi, un negozio di antiquariato che tenne fino agli anni sessanta, quando decise di dedicarsi completamente ad aiutare il prossimo, alla pittura ed ai suoi studi spirituali.
Alla fine degli anni trenta, Rol acquista un appartamento a Torino in Via Silvio Pellico 31, appartamento che a partire dagli anni cinquanta diventò meta ambita per molti personaggi famosi: Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Nino Rota, Franco Zeffirelli, Valentina Cortese, Federico Fellini, Giovanni Agnelli, Giorgio Strehler, Cesare Romiti, Vittorio Gassman, Valentino Bompiani,Guido Ceronetti, Vittorio Messori, Pittigrilli e molti altri.
Rol conobbe anche alcuni presidenti della Repubblica Italiana, fra i quali Einaudi e Saragat, incontrò anche la regina Elisabetta II a Londra che, a quanto pare, desiderava mettersi in contatto con lo spirito del defunto padre, Re Giorgio VI; nello stesso periodo incontra anche Padre Pio, al quale Rol era molto devoto. Nel 1964 incontrò l’Imperatore d’Etiopia, Hailé Selassié, ad Antibes; al quale predisse la morte ad opera del suo popolo (cosa che in effetti si verificò nel 1975).
In America, Walt Disney e John Fitgerald Kennedy desideravano incontrarlo. Kennedy, nel suo unico viaggio in Italia da presidente, venne appositamente a Torino per incontrare Rol. Nel 1981 Rol ricevette un telegramma di ringraziamento dal presidente Reagan per aver contribuito con il suo aiuto “metafisico” alla liberazione del generale americano James Lee Dozier. Dagli anni sessanta in poi, Rol viene invitato da molti centri di parapsicologia per dar prova delle sue doti; nonostante questo non acconsentì mai a volgarizzare ciò che riteneva un’espressione delle più alte vette spirituali mai raggiunte dall’uomo. Nel 1966, Leo Talamonti, nel suo libro ‘Universo Proibito’, racconta un esperimento al quale assistette: «Fu nel marzo 1961 che incontrai per la prima volta il dr. G. Rol. Gli avevo telefonato da Milano nel pomeriggio di un mercoledì, e si era rimasti d’accordo che ci saremmo incontrati in casa sua due giorni dopo, cioè il venerdì successivo, alle 21,30. Ma io anticipai la partenza e giunsi a Torino nelle prime ore pomeridiane del giovedì. Ero appena sceso in un alberghetto scelto a caso tra i numerosi della zona di Porta Susa, quando fui raggiunto da una sua telefonata assolutamente inattesa: “Ho cambiato idea: venga pure questa sera, alla stessa ora che avevamo fissato per domani”. “Ma lei come fa a sapere che sono già arrivato e che mi trovo in questo albergo?” “Stavo disegnando a carboncino e la mano ha scritto automaticamente il suo nome, aggiungendo l’indicazione: albergo P., stanza 91″. Elementi, nella normalità, ignoti al sensitivo. Quando mi presentai a casa sua… avevo con me una delle solite cartelle di cuoio con vari incartamenti… mi apostrofò con queste parole: “Vedo che la sua cartella contiene due articoli sulla telepatia, già pronti ma non ancora pubblicati. Argomento interessante”. “Era vero, ma come faceva a saperlo? Senza darmi il tempo di proseguire, disse: “L’avverto però che l’episodio riguardante Napoleone, di cui lei parla nel secondo articolo, contiene una inesattezza. Posso dargliene la prova” »
Il prof. Diego de Castro, ex-direttore dell’Istituto di Statistica dell’Università di Torino scrisse in un articolo su La Stampa del 20.08.1978: «Rol, in piena luce, verso le 13, fece questo esperimento in casa di mio suocero dove era stato invitato a colazione. Non a casa sua. Preso da me, a caso, un libro tra una trentina di volumi ugualmente rilegati: scelte da me tre carte da un mazzo ch’era in casa, per determinare il numero della pagina, mi fece mettere il libro sul petto e intonare una specie di nenia (oh, oh, oh) per alcuni secondi. Non toccò mai il libro che risultò poi essere di Victor Hugo. Disse in francese (traduco): “I valentinesi dormivano con i loro orsi”. Il primo verso della pagina scelta con le carte diceva: “I valentinesi dormenti con i loro orsi”. Il libro non era mai uscito dalle mie mani, la sua scelta e la scelta della pagina erano casuali: ignoravo che libro fosse. Trucco? Chiedo la spiegazione, anche perché ripetemmo l’esperimento con un libro tedesco e uno italiano con gli stessi risultati” ». Il professor Guasta Racconta: «Una sera negli anni Ottanta, Rol venne a casa mia, in collina a Torino. Eravamo lui, io e Marisa. Prese un mazzo di carte e disse:” Guardate: adesso lo vedrete gonfiarsi perché voglio che una carta sì e una no, si giri”. Controllammo il mazzo: erano tutte girate nello stesso senso. Lo mescolammo, lo posammo sul tavolo e Rol ci passò sopra una mano, senza toccarlo. Il mazzo si gonfiò, alzandosi più di un centimetro e poi a poco a poco si riabbassò. Lo ricontrollammo e una carta sì e una no era girata. Rifece l’esperimento diverse volte, infine disse: “Facciamo questa prova: ci mettiamo sopra una bottiglia in modo che non si possa gonfiare”. Così fece: il mazzo rimase compresso, ma alla fine al controllo constatammo che le carte che si dovevano girare si erano ugualmente girate”».
Arturo Bergandi, factotum in casa Rol, racconta: «Una sera, dovetti aiutare il dottore a portare un quadro sulla macchina di una signora che era venuta a trovarlo e che voleva poi dargli un passaggio. Li accompagnai alla Topolino della signora, che era posteggiata sul corso. La signora era imbarazzata e gli disse: “Mi dispiace, la mia macchina è troppo piccola, può andar bene per il professor Valletta, lei non riesce ad entrare”. “Non si preoccupi signora”, le rispose il dottor Rol, “si risolverà tutto”. All’improvviso diventò piccolo e minuto, e poté sedersi in macchina con disinvoltura. Ero allibito, le gambe mi tremavano» .
E queste sono solo alcune delle moltissime testimonianze circa i prodigi di Rol. Verso la fine degli anni settanta, Rol conobbe il famoso giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela, nel quale vide un possibile mediatore fra lui e la comunità scientifica. Purtroppo Angela non credette alla genuinità dei poteri di Rol, liquidandolo come illusionista. Amareggiato, Rol condusse, da allora in poi, una vita riservata. Morì a Torino il 22 settembre 1994.
Stabilire se i poteri di Rol sono autentici o se si tratta di illusionismo è un compito tutt’altro che semplice: negli anni, gli esperimenti di Rol hanno sbalordito (a volte anche terrorizzato) centinaia di persone. Gran parte della fenomenologia prodotta da Rol non può assolutamente essere spiegata in termini scientifici. Alcuni avanzano l’ipotesi che Rol selezionasse gli spettatori dei suoi esperimenti in modo da escludere quelli che avrebbero potuto smascherarlo; c’è da dire che famosi illusionisti, fra cui Tony Binarelli, Carlo Buffa di Perrero e Giuseppe Vercelli, hanno assistito personalmente agli straordinari esperimenti di Rol, riferendo che riprodurli con le tecniche della prestidigitazione era assolutamente impossibile: infatti, quando Rol eseguiva esperimenti con le carte da gioco, non toccava neanche il mazzo e rimaneva ad una certa distanza. A favore della veridicità dei poteri di Rol (oltre delle decine di testimoni, anche illustri, che non si interessano specificatamente del “paranormale”) si sono espressi molti esponenti della parapsicologia, come Gastone De Boni (direttore della rivista Luce e Ombra ) e Massimo Inardi (co-direttore del Centro Studi Parapsicologici di Bologna).
Gustavo Rol sosteneva che ogni cosa, anche inanimata, ha un suo spirito eterno e immortale. Lo spirito dell’uomo è però uno “spirito intelligente”, costantemente in contatto con tutti gli altri spiriti intelligenti a formare una “coscienza universale” o “coscienza sublime” che trascende dalle dimensioni di spazio e tempo e che può agevolmente interferire con la materia.
Lui stesso si stupiva del risultato dei suoi esperimenti e ne gioiva intensamente, riscontrando in essi la dimostrazione dell’esistenza di un “oltre” ancora misterioso, ma aperto all’indagine.
Sosteneva infatti che l’umanità fosse ormai prossima a scoprire, attraverso la Scienza, i meccanismi dello spirito e che presto Scienza e Fede si sarebbero incontrate.
Egli stesso aveva cercato di scoprire cosa fosse alla base dei suoi fenomeni, arrivando a sperimentare una stretta relazione tra il colore verde, una certa nota musicale e un certo valore termico: riteneva infatti che lo spirito dell’uomo fosse una “dimensione” sottile, invisibile ai sensi, ma indagabile scientificamente nell’ambito della Fisica delle particelle.
Egli ripeteva che le sue stesse “possibilità” come amava chiamarle, sono alla portata di ognuno di noi; è però necessario un rigoroso controllo del Sé, per renderlo puro da ogni istinto negativo di egoismo, interesse, orgoglio ecc., di tutte le pulsioni cioè legate alla materialità.
Gustavo Rol e la Tremenda Legge
Ci sono molte testimonianze di Gustavo Rol: scritti, quadri, registrazioni audio e telefoniche, nonché testimonianze personali di persone che lo frequentavano.
Rol tocca una moltitudine di temi e porta le persone a riflettere sull’esistenza dello spirito attraverso “giochi” con le carte ed esperimenti para-psichici.
Di certo tra tutte le sue enunciazioni quella che più colpisce è questa:
Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore.
Ho perduto la gioia di vivere.
La potenza mi fa paura.
Non scriverò più nulla. Gustavo Rol
Gustavo Rol comprese che l’uomo può divenire la “porta” che mette in comunicazione il mondo della materia e dello spirito.
Attraverso i suoi studi, i suoi talenti e la pratica aveva appreso come farsi porta ed espressione dello spirito nel mondo materiale.
Per fare questo utilizzava sollecitare i tre canali percettivi più comunemente usati: visivo, uditivo e cinestesico per “accordare” il proprio corpo con la psiche in una precisa vibrazione.
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Il verde – visivo
Il verde è il colore a metà dello spettro visivo percepibile dall’occhio umano.
Qualsiasi corpo (materia) ha una sua vibrazione misurabile con le onde elettromagnetiche, quando un corpo è colpito dalla luce essa riflette la sua vibrazione (onde elettromagnetiche) generando il colore del corpo stesso.
L’essere umano percepisce i differenti tipi di colore perché il senso della vista è in grado di leggere le diverse vibrazioni emesse dai corpi che attraversano la luce.
La visualizzazione nelle pratiche di meditazione è molto diffusa.
Se l’uomo in uno stato di calma, visualizza un limone tagliato a spicchi, scopre che l’acquolina in bocca cresce con molta velocità, poiché il corpo risponde agli stimoli della mente e della realtà in egual misura perché non in grado di distinguerne la differenza.
Immaginando il colore verde Gustavo Rol “carica” la psiche della vibrazione generata dalle frequenze del colore verde che producendo un collegamento tra la materia e lo spirito.
Utilizzando lo schema dei chakra, il colore verde rappresenta proprio il chakra del cuore, il quale fa da ponte tra i tre chakra inferiori legati agli istinti e alla materia, e a quelli superiori legati allo spirito e ai piani sottili.
La quinta nota musicale – uditivo
L’intervallo di quinta giusta è l’intervallo esistente tra due note distanti tra loro sette semitoni, ovvero tre toni e un semitono.
Per esempio, la quinta giusta del Do è il Sol. (Definizione di Wikipedia)
Anche in questo caso Rol utilizza l‘intervallo di quinta per richiamare in sé stesso quella precisa vibrazione, poiché due note suonate assieme a questa distanza nella scala musicale creano una consonanza perfetta.
Attraverso il canale uditivo e l’immaginazione riusciva ad accordare la psiche e il corpo nella stessa vibrazione emanata dall’equilibrio delle note riprodotte da uno strumento.
Il calore – cinestesico
Le vibrazioni prodotte dall’immaginazione del colore verde e dall’intervallo di quinta portano a sviluppare un calore sul corpo prodotto dalla psiche.
E’ il calore, generato dall’effetto “diapason” della psiche sul corpo, che “accordati” perfettamente a metà tra la materia e lo spirito creano una porta comunicante tra di essi.
Aumentare il calore rende malleabile la materia e quindi modificabile
Il calore sviluppato all’interno del corpo, generato dalla concentrazione mentale
di determinate frequenze come quella del colore verde e della quinta musicale,
portano a Rol ad aprire le porte dei mondi sottili, ovvero di entrare nelle dimensioni invisibile che coesistono all’interno della realtà tridimensionale del mondo materiale.
Sono cosciente di non possedere ciò che dono. Nei miei esperimenti è la psiche a far da grondaia allo spirito” Gustavo Rol
Testimonianze
Testimonianza di Lorenzo Ostuni
Avevo appena ricevuto da una cara amica di Rol [Catterina Ferrari] un suo mazzo di carte, uno dei tanti che la signora ereditò da Rol dopo la sua morte. Gentilmente decise di farmene dono. La sera stessa, con vero entusiasmo, mi misi a tavolino con questo omaggio prezioso, nel tentativo di osservarne meglio la fattura. Era un mazzo normale di carte, della ditta Dal Negro, usato da Rol in qualche suo esperimento passato. Nell’aprire a ventaglio le carte, che durante il pomeriggio con la signora avevo constatato essere un mazzo assolutamente normale, mi trovai di fronte ad un vero prodigio: tutto il mazzo era formato solo da assi di cuori! Dopo un primo momento di grande stupore, controllai carta per carta. Non c’erano dubbi! Erano assi di cuori! Misi via immediatamente il mazzo e mi recai in bagno per rinfrescarmi il viso. Una volta tornato nello studio, ripresi in mano il mazzo di carte di Rol: erano tornate ad essere carte normali! Come spiegare un fenomeno simile? Solo in seguito venni a sapere dalla stessa signora che questo era un esperimento classico di Rol: trasformare tutte le carte in una sola figura! Non ho parole»
(da “Il pensiero di Rol – La teoria dello spirito intelligente” di M. Bonfiglio, pagg.119-120)
Testimonianza di Dino Biondi
[Durante un viaggio in treno,] «quando il treno passa nella zona di Migliarino, Rol esclama: “Ah, quanto vorrei che il treno si fermasse qui anche soltanto per un minuto!”. Detto fatto, il treno si arresta, in aperta campagna, senza una ragione plausibile: vien trovata sui binari una bandiera rossa e il conduttore del treno deve prima constatare che la bandiera si trova lì solo per caso prima di far ripartire il convoglio».
Gustavo Rol
(dall’articolo “Sono un uomo come gli altri” di D. Biondi, Il Resto del Carlino, 15/04/1967)
«Sono solo, mi manca il linguaggio per comunicare le cose che so e che sento». (G.A. Rol)
(dall’articolo “Strabilianti esperimenti d’un uomo che dissolve e ricompone la materia”, La Stampa, 23/09/1972)
Federico Fellini scrive di Rol
«Ciò che fa Rol è talmente meraviglioso che diventa normale; insomma, c’è un limite allo stupore. Infatti le cose che fa, lui le chiama ‘giochi’, nel momento in cui le vedi per tua fortuna non ti stupiscono, nel ricordo assumono una dimensione sconvolgente. Com’è Rol? A chi assomiglia? Che aspetto ha? È un po’ arduo descriverlo. Ho visto un signore dai modi cortesi, l’eleganza sobria, potrebbe essere un preside di ginnasio di provincia, di quelli che qualche volta sanno anche scherzare con gli allievi e fingono piacevolmente ad interessarsi ad argomenti quasi frivoli. Ha un comportamento garbato, impostato a una civile contenutezza contraddetta talvolta da allegrezze più abbandonate, e allora parla con una forte venatura dialettale che esagera volutamente, come Macario, e racconta volentieri barzellette. Credo che la ragione di questo comportamento (…) sia nella sua costante e previdente preoccupazione di sdrammatizzare le attese, i timori, lo sgomento che si può provare davanti ai suoi traumatizzanti prodigi di mago. Ma, nonostante tutta questa atmosfera di familiarità, di scherzo tra amici, nonostante questo suo sminuire, ignorare, buttarla in ridere per far dimenticare e dimenticare lui per primo tutto ciò che sta accadendo, i suoi occhi, gli occhi di Rol non si possono guardare a lungo. Son occhi fermi e luminosi, gli occhi di una creatura che viene da un altro pianeta, gli occhi di un personaggio di un bel film di fantascienza. Quando si fanno ‘giochi’ come i suoi, la tentazione dell’orgoglio, di una certa misteriosa onnipotenza, deve essere fortissima. Eppure Rol sa respingerla, si ridimensiona quotidianamente in una misura umana accettabile. Forse perché ha fede e crede in Dio. I suoi tentativi spesso disperati di stabilire un rapporto individuale con le forze terribili che lo abitano, di cercare di definire una qualche costruzione concettuale, ideologica, religiosa, che gli consenta di addomesticare in un parziale, tollerabile armistizio la tempestosa notte magnetica che lo invade scontornando e cancellando le delimitazioni della sua personalità, hanno qualcosa di patetico ed eroico»
(tratto da “Fare un film” di F: Fellini, 1983)
Testimonianza di Dino Biondi (1967)
«Telefono al dottor Rol in albergo, senza declinare il mio nome al centralinista. Ma Rol sa che sono io a telefonargli. Infatti, solleva il cornetto e dice: “Buongiorno, Biondi, come sta?” Come sto? Sto male. Avevo preparato il discorso da fargli: “Io sono quel giornalista che l’intervistò a Torino più dì sei mesi fa; so che si incontrerà a Roma con un asceta indiano e mi piacerebbe assistere al vostro colloquio”. Ora invece scopro che Rol sa tutto. E sto male; perché questa sua, chiamiamola così, “veggenza”, contraddice tutte le belle regole che governano la nostra vita, turba la nostra ragione, insidia la nostra cieca fiducia in un razionalismo che dovrebbe dare una risposta a tutto e riproporre l’attualità dell’avvertimento scespiriano: “Vi sono più cose sotto il cielo, Orazio, di quante non ne immagini la nostra filosofia”».
(da “L’uomo dell’impossibile” di F. Rol, pag.41)
Gustavo Rol
“Io non sono nato per ricevere, sono troppo ricco, perché i miei tesori si accumularono nel nulla; quindi: ricchezza inestinguibile!” (G.A. Rol)
(da “Io sono la grondaia”, pag. 115)
Gustavo Rol
«Lo spirito si sublima nella gioia come nella sofferenza: entrambe fanno parte di quella ‘prova’ che è la ragione della vita stessa. Certamente esistono vittime dell’ingiustizia. La loro qualifica di martiri e di eroi innalza il loro spirito alle vette più eccelse. Il loro sacrificio ha un significato formidabile in questa fucina di sofferenze che è il nostro pianeta, ove l’esempio è la forma più alta di solidarietà.» (G.A. Rol)
(da “Rol il mistero” di R. Allegri, pagg.95-96 – tratto da un suo articolo pubblicato su Gente nel 1977)
Testimonianza di Giuseppe Troppo
[All’ospedale Koelliker di Torino] «Una notte accadde che un medico, assistente di reparto, avendo dimenticato un referto, tornasse a riprenderlo. Vedendo la luce ancora accesa nello studio del direttore, incuriosito, si avvicinò affacciandosi sull’uscio. [Il direttore sanitario] Mensi, riconosciutolo, lo invitò ad entrare e ce lo presentò. Nel fare le presentazioni sottolineò le straordinarie facoltà di Rol e la fama di cui godeva in ltalia e all’estero. Iniziammo a conversare del più e del meno e dopo un paio di minuti Rol, rivolgendosi al medico, lo apostrofò così: “Caro il nostro dottore, lei non crede che io sia in grado di fare certe cose, non è cosi?”. Il medico, visibilmente a disagio, abbozzò una risposta confermandogli tutta la sua stima. Ma Rol, più deciso che mai, gli lanciò una gelida occhiata e gli disse: “Non menta, dottore! Lei non crede in me e nelle mie sperimentazioni. Non menta, perché glielo leggo nel pensiero”. Il poveretto, rosso come un peperone, continuò a negare sostenendo che Rol si sbagliava. L’atmosfera si era fatta pesante quando Rol, addolcendo un po’ il tono, aggiunse: “Senta, per dimostrarmi la sua sincerità, faccia una cosa. Lei conosce molto bene tutte le stanze di questo piano. Ebbene, esca da questo studio ed entri nella stanza accanto, proprio qui a fianco, a sinistra. Vada dentro e lì troverà una sospresa. È per lei”. Il medico, completamente sconcertato, si guardò intorno non sapendo cosa fare. Vedendo la sua esitazione, Rol gli rinnovò l’invito: “Per favore, vada nella stanza qui accanto. Troverà una sorpresa che le schiarirà le idee”. Conoscendo Rol, avevamo già capito le sue intenzioni. Intervenne allora Mensi che esortò il collega dicendogli: “Vai! Vai pure. Segui l’indicazione del dottor Rol. Sai bene che la stanza qui accanto è vuota da tempo. Che paura hai? Vai!”. Il medico, rincuorato da queste parole, si alzò, uscì dallo studio e aprì la porta della stanza che gli era stata indicata. Non passò neppure un secondo che udimmo un forte scrosciar di cascata, e poi null’altro. Com’era possibile? Eppure il rumore che avevamo udito era proprio quello che fa l’acqua quando cade dall’alto in copiosa quantità. Ci precipitammo nel corridoio e vedemmo il poveretto lì, appena oltre la soglia della stanza, bagnato come un pulcino, immobile in un lago d’acqua. Eppure la stanza era completamente vuota e inutilizzata da tempo. Non c’erano docce, rubinetti, secchi, pompe o altro che potesse giustificare anche solo una piccolissima parte della quantità d’acqua che era stata rovesciata sulla testa del malcapitato».
Testimonianza di Carlo Buffa di Perrero (prestigiatore)
«Io sono qui a testimoniare che [Rol] non faceva degli imbrogli, più che altro mi fa pena perché questo uomo non ha potuto difendersi, è stato attaccato in una maniera vergognosa. Direi che mi sento un po’ in dovere, visto che io ho l’hobby dei giochi di prestigio, di dire che i giochi che io ho visto fare da lui non erano dei giochi di prestigio, né c’erano dei trucchi. So che questo dà fastidio a molti dei prestigiatori che oggi vivono grazie alla figura di Rol, che scrivono libri, pseudo-libri, raccontando degli imbrogli. Io ho visto da lui degli esperimenti. Li ho guardati con senso critico, perché cercavo di sorprenderlo credendo che facesse dei giochi di prestigio. Abbiamo fatto più volte la sfida “i due Buffa contro Rol”, ma era una sfida simpatica, in casa di amici o a casa sua. Posso confermare, testimoniare – ma veramente – che cosa ha fatto lui non aveva dei principi da giochi di prestigio. Questo è molto importante. Bisogna che i prestigiatori ammettano questa dote di Rol, non faceva degli imbrogli perché non era in grado di farli, perché non manipolava le carte, non c’erano dei ‘passanti’, non c’erano degli strumenti che noi usiamo per fare i giochi di prestigio»
(da una trasmissione televisiva sulla rete piemontese Telestudio, 26 ottobre 2004)
Gustavo Rol
«A quale scopo tende la vita, se la vita ci è negata nella gioia, nel tormento, nella stessa speranza? Negata nel principio che segna la fine, nella fine che genera un altro principio, principio di altri princìpi? Qui mi ritrovo assorto nel pensiero dell’umanità che rivive in tutte le cose e ripenso con la voce del tempo che è la voce della mia anima. Se raccolgo l’espressione della luce e delle melodie di tutto il creato, io mi sento, allora, figlio di Dio, e cammino felice.» (G.A. Rol)
(da “Io sono la grondaia”, pag. 206)
Gustavo Rol
«Dio è eterno e inconsumabile, onnipotente e multiforme e noi, parte di Dio, siamo la stessa cosa che Dio. Ma finché durerà questa espressione divina che è la nostra esistenza terrena, nulla comprenderemo delle cose meravigliose che ci stanno intorno e che ignoriamo di possedere e invano ci affanneremo attraverso l’Arte, la Scienza e la stessa Religione di raggiungere o spiegare Dio, se non ci adopereremo, percorrendo la via più semplice, a rispondere a questa domanda: “Perché Iddio mi ha creato?”» (G.A. Rol)
(da “Io sono la grondaia”, pag. 145)
Gustavo Rol
“Un medico mi mostrò una tovaglia con una rosa disegnata sopra, una rosa in un vasetto di vetro. «Rol disegnò la rosa», mi disse il medico. «La stessa rosa che era sul nostro tavolo e mi donò la tovaglia. Gli feci osservare che mancava il vasetto. “Sei proprio incontentabile”, disse Rol. “Tieni bene sollevata la tovaglia”. Così, a un metro di distanza, sotto gli occhi delle persone che erano al tavolo con noi, il vasetto venne tracciato per aria e apparve immediatamente sulla tovaglia, completando il disegno.» Quella fu una delle rarissime volte che Rol fece qualche cosa che gli era stato richiesto. Infatti, ed è risaputo, egli si dichiara incapace di fare qualche cosa che altri vorrebbe.”
(da un articolo di Renzo Allegri pubblicato sulla rivista “Gente”, e ripubblicato nel libro “Rol il grande veggente”, p.181)
Testimonianza Anonima
«Parlai con un signore che da giovane ebbe un incontro casuale con lui e ne rimase profondamente condizionato. Era studente e stava consumando la colazione in un bar, Rol gli si avvicinò e gli disse che il suo impegno nello studio delle scienze era lodevole (studiava chimica), ma che peccasse di distrazione, invitandolo a correggere un errore riportato nel titolo di una relazione che da lì a poco avrebbe consegnato ad un severissimo e attento professore. Relazione schermata alla vista da una cartella di cartone e che Rol non ebbe alcun modo di leggere. L’errore nel titolo c’era davvero e, non bastasse, sul risvolto della cartella nel frattempo si era materializzato il disegno di un fiore. Provò a contattarlo, ma non ci riuscì, neanche per intercessione di persone influenti e a lui vicine.»
(da http://babysara.forumfree.it/?t=49725492, utente “Volasolochihaleali”, Campania)
Testimonianza di Marisa Guasta
«È il 21 giugno [1994], l’indomani del suo novantunesimo compleanno. Gustavo e Catterina sono lì a San Marzano da ieri, hanno dormito nella villa [del professor Guasta] e al pomeriggio si accingono a partire per far ritorno a Torino. L’amico professore si è dovuto assentare e Gustavo raggiunge l’auto accompagnato da Catterina e Marisa Guasta che lo affiancano dandogli il braccio. Racconta Marisa: “Quando si è girato per entrare in macchina si è afflosciato ed è andato a terra senza che potessimo trattenerlo. Rol pesava ottanta chili e quando abbiamo provato a prenderlo per le ascelle per sollevarlo abbiamo capito che non saremmo mai riuscite a tirarlo su, le nostre forze erano assolutamente inadeguate. Eravamo preoccupate, agitate, ci chiedevamo cosa fare, ma altre persone nelle vicinanze non c’erano. Lui ci ha calmate: “Aspettate un momento” ha detto, “provate, quando ve lo dico”. Un attimo ancora e poi ha ordinato: “Adesso”. Noi lo abbiamo tirato su, ma senza nessuno sforzo. Si è raddrizzato come se fosse spinto dal di sotto. Ha esclamato: ‘Sia ringraziato il Signore’ e si è fatto il segno della croce”. Catterina, che negli ultimi tempi lo doveva aiutare a salire e a scendere dal letto, svestirsi e vestirsi, dice che a volte lui le dava il comando ‘adesso’, “e per qualche attimo pesava come un bambino”. E allora rideva, contento».
(da “Gustavo Rol – Una vita di prodigi” di R. Lugli, pag.43)
Gustavo Rol
«Bisogna credere in quel che Iddio ci ha promesso ma, se anche Iddio non esistesse, la certezza in una sopravvivenza fisica e spiriruale deve essere incrollabile perché troppi segni ce lo lasciano intendere.» (G.A. Rol)
(da “Io sono la grondaia”, pag.118)
Gustavo Rol
«Talamonti mi ha riferito anche quest’altro curioso episodio, che ha per protagonista un noto avvocato torinese, divenuto amico di Rol proprio in seguito a questo fatto. “Vent’anni fa”, mi ha raccontato Talamonti, “questo avvocato stava partecipando a un pranzo di nozze, quando gli scomparve misteriosamente dal dito un anello di corniola: un attimo prima c’era, l’attimo dopo non c’era più. Lo cercò inutilmente sul tavolo, poi si chinò per vedere se fosse caduto lì sotto: niente. Non gli restò che rassegnarsi, quanto meno sul momento, per non recare disturbo in un’ora così lieta e solenne. Ma la sua attenzione, intanto, era stata attirata da uno sconosciuto signore che sedeva a qualche distanza e che lo guardava con un certo sorriso. Non gli parve cosa ben fatta, questo palese divertimento per un imbarazzo altrui; ma fece finta di niente. Al momento della torta nuziale, tutti gli sguardi si appuntarono su quel monumentale, elaborato edificio di pan di Spagna a tre ripiani. Con aria solenne e quasi ieratica, il cameriere di turno impugnò il coltello seghettato e lentamente, con movimenti sicuri e sapienti, lo affondò nella torta: una volta, e due, e tre, fin quando lo vide chinarsi, guardare da vicino e subito dopo estrarre da quelle succose profondità un bell’anello di corniola. “È il mio!”, esclamò il commensale che l’aveva smarrito poc’anzi, e cioè l’avvocato. Fu allora che Rol si fece avanti e rivendicò la responsabilità di quello scherzo. E fu anche allora che ricevette in regalo quell’anello dal suo proprietario, in segno di ammirato stupore. Lo porta ancora al dito”.»
(da “Rol il mistero” di R.Allegri, pagg.82-83)
Altri Commenti Brevi da parte di persone che lo hanno Apprezzato e Conosciuto
«Gustavo Rol è un uomo che Dio ha mandato fra di noi per renderci migliori»
Franco Zeffirelli, 1987.
«Rol sfugge alla nostra possibilità di comprensione. È un mistero»
Cesare Romiti, 2000.
«… una personalità fra le più sorprendenti del secolo»
Alberto Bevilacqua, 2000.
«… è il più indecifrabile e fascinoso enigma in cui mai mi sia imbattuto»
Roberto Gervaso, 1978.
«Tra le persone a cui rivolgo una preghiera quando sono in difficoltà c’è anche lui…»
Vittorio Messori, 2002.
«A l’incroyable Rol, qui ne sera croyable qu’après demain seulement» (All’incredibile Rol, che sarà credibile soltanto dopodomani)
Jean Cocteau (dedica).
«Sono rimasto sbalordito, ma niente affatto sgomento: anzi, consolato ed arricchito»
Valentino Bompiani.
«A Gustavo Adolfo Rol che cammina come un illuminato sulla geografia dell’ignoto e della relatività»
Pitigrilli, pseudonimo dello scrittore Dino Segre (dedica).
«Quell’uomo legge nel pensiero e non possiamo rischiare che i segreti dello Stato francese vengano a conoscenza di estranei»
Charles De Gaulle.
«Gustavo era un essere meraviglioso che manca a tutti noi e che ci ha lasciato esperienze incredibili, emozioni uniche e straordinarie…»
Valentina Cortese, 2002.
«…è l’uomo più sconcertante che io abbia incontrato. Sono talmente enormi le sue possibilità, da superare anche l’altrui facoltà di stupirsene»
Federico Fellini, 1964.
«Religiosissimo, credo che appartenga al filone dei “santi laici” piemontesi, come Frassati e Savio…»
Nico Orengo, 1994.
«Qualcosa di benefico si irraggia sugli altri. È questa la caratteristica immancabile… dei rari uomini arrivati, col superamento di se stessi, a un alto livello spirituale, e di conseguenza all’autentica bontà»
Dino Buzzati, 1965.
Albert Einstein Dio lo Spirito e la Materia
«Einstein credeva in Dio, non ne negava l’esistenza. Un giorno che discutevamo proprio di questo, lui alzò una mano, la frappose fra la lampada e il tavolo e mi disse: “Vedi? Quando la materia si manifesta, proietta un’ombra scura, perché è materia. Dio è puro spirito e dunque quando si materializza non può manifestarsi se non attraverso la luce. La luce non è altro se non l’ombra di Dio”».
Gustavo Rol
Fonti: Libero Arbitrio di Marco Trevisan; http://gustavorol.altervista.org; http://misteryosamente.blogspot.com/forumfree.it Gustavo Rol
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