Luca Zaia Getta la Maschera e Pianifica il Suicidio Politico e Quello Assistito della Lega e dei Veneti
Stiamo parlando di uno dei più famigerati politici degli ultimi 30 anni, che alla luce delle sue azioni intraprese nel lungo periodo ai vertici della nomenclatura italiana, lascia sbigottito il fatto di come sia sempre passato indenne agli occhi di organi giudiziari che con lui a quanto pare nutrono un particolare occhio di riguardo.
Abbiamo già precedentemente anticipato qui & qui sulle sue oggettive credenziali che pochi ancora conoscono, ignari del lato oscuro di un politico di professione che con modi di fare molto ben collaudati ha fatto sprofondare nel baratro quella che era negli anni 90 la regione più ricca d’Europa ed era diventato un modello in tutto il mondo.
I suoi legami con le logge massoniche fedeli ai diktat di Israele in questo momento lo pongono ad avere un ruolo scomodo considerati i tempi che corrono e quello che sta sviluppando in seno alla politica italiana pare essere l’ultimo canto del cigno prima del suo abbandono che non sarà però definitivo, ma avrà un ruolo chiave dietro le quinte per lo smantellamento del tessuto imprenditoriale della piccola e media impresa di una regione come il Veneto che fa gola più che mai alle Élite stante a Bruxelles.
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Luca Zaia Getta la Maschera Zaia e Pianifica il Suicidio Politico e assistito della Lega
Il 16 gennaio prossimo il Consiglio Regionale del Veneto voterà sulla legge voluta dall’associazione Coscioni e firmata da 9.072 cittadini veneti che obbligherebbe a fornire in venti giorni il via libera a chi richiede il suicidio assistito. Suscita perplessità in molti il fatto che il governatore leghista Luca Zaia scelga per il suicidio politico sposando una tale iniziativa politica che certo non è coerente alle sue asserite radici cristiane, tanto da fare parlare alcuni di un suicidio politico.
Mario Adinolfi, presidente nazionale del PdF, pone il tema politico: “Mi sembra incredibile che, a meno di cinque mesi da una tornata elettorale decisiva, la Lega in importante crisi di consensi rispetto alle europee di cinque anni fa voglia terremotare con Luca Zaia anche i voti che ottiene in una regione cattolica come il Veneto. Zaia forse non ha letto il testo della proposta di legge di cui si è ideologicamente innamorato. All’articolo 2 Cappato e i suoi scrivono che possono richiedere il suicidio assistito le persone che patiscono ‘sofferenze fisiche o psicologiche che le stesse reputano intollerabili’ genericamente dipendenti da ‘trattamenti di sostegno vitale’. A Natale a Bari un carabiniere è rimasto appeso a un viadotto per un quarto d’ora per sostenere una ragazza di vent’anni in evidente estrema sofferenza psicologica che si stava suicidando, evitando che sprofondasse nel vuoto.
Zaia vuole trasformare il Veneto nella prima regione in cui nel burocratico ‘tempo certo’ di venti giorni quella ragazza di vent’anni sia abbandonata alla sua estrema sofferenza psicologica e aiutata dalla sanità veneta a porre fine ai suoi giorni. Il tutto perché curare una depressa cronica così come un disabile grave costa molto, ammazzarli costa pochissimo, anzi come recita l’articolo 6 della legge di Cappato ‘non derivano nuovi e maggiori oneri a carico del bilancio regionale’. A Zaia chiedo di fermarsi subito sul suicidio assistito e aprire un ragionamento più complesso, altrimenti il 16 gennaio in Veneto aprirà una mattanza. Si discute tanto di fascismo in queste ore per stupidi saluti romani fuori dal tempo. Zaia non si renda emulo della pratica propagandata dai nazisti con la Aktion T4, la soppressione di malati psichici e disabili nella Germania degli Anni Trenta”.
Massimiliano Zannini, coordinatore regionale del Popolo della Famiglia e consigliere municipale a Mestre, aggiunge: “Novemila firme rappresentano una percentuale ridicola dei milioni di veneti, ne raccogliemmo il doppio come Popolo della Famiglia per il reddito di maternità e nessuno ci ascoltò. Il principale male del Veneto è la denatalità, nel 2011 nascevano più di 45mila bambini, ora poco più di 30mila. L’emergenza per i veneti è essere di più, non essere ancora di meno mandando al macero i più fragili con il suicidio assistito”.
Fonte: farodiroma.it
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