Tutti improvvisamente “riconoscono” la Palestina, ma perché?
La politica è totalmente avulsa dalla realtà, cosi come il popolo è un corpo a sé stante che si pone come strumento del potere per dettare il corso degli eventi. E’ da stupidi pontificare la presa di coscienza politica di chi, dopo che per anni si è consumato un genocidio a cielo aperto, si ricrede manifestando dietro una becera quanto falsa presa di coscienza tutta l’ipocrisia di un potere che per tutelare se stesso offre una falsa immagine di sé necessaria ad assecondare le aspettative di chi crede ancora nella buona fede di aguzzini sempre pronti ad offrire la loro parte peggiore.
(L’articolo nelle sue considerazioni finali offre uno spaccato diverso da questa mia breve stesura anticipatoria, ma va sempre rispettata e presa in considerazione indipendentemente dal fatto che siate d’accordo o meno……questa si chiama libertà)
Toba60
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Tutti improvvisamente “riconoscono” la Palestina, ma perché?
Nelle ultime 48 ore, i governi di Francia, San Marino, Lussemburgo, Monaco, Andorra, Malta, Regno Unito, Canada, Portogallo e Australia hanno annunciato il loro riconoscimento dello Stato di Palestina.

È il numero più alto di paesi che hanno fatto questa mossa nello stesso anno dal 1988, e l’hanno fatto tutti durante un lungo weekend.
Perché?
È perché, per pura coincidenza, i funzionari eletti di tutti quei paesi hanno deciso che avevano sbagliato per decenni?
È perché la pressione politica esercitata da un’opinione pubblica in gran parte filopalestinese era troppo forte?
È perché desiderano sinceramente la pace e credono che questo sia il modo per ottenerla?
Qualcosa di tutto ciò ti sembra plausibile?
In Italia, uno dei pochi paesi al mondo che ancora non riconosce la Palestina, ci viene detto che le proteste di massa del fine settimana erano “per chiedere un intervento su Gaza”.
Nel suo discorso alle Nazioni Unite in cui ha annunciato la mossa, Emmanuel Macron ha affermato che «non possiamo più aspettare»… ma aspettare cosa? Ha anche ribadito la sua richiesta di inviare sul campo una forza di pace delle Nazioni Unite.
Israele ha contribuito volentieri alla propria immagine negativa, con attacchi illegali su Doha, la capitale del Qatar, all’inizio di questo mese e il presunto omicidio di 31 giornalisti nello Yemen. Per non parlare della dichiarazione gioiosamente malvagia del ministro delle finanze israeliano su una “bonanza immobiliare” a Gaza quando i bombardamenti saranno finalmente terminati.
Persino gli Stati Uniti sostengono Israele in modo più vacillante del solito, con l’amministrazione di Donald Trump che mette pubblicamente in discussione i loro attacchi aerei sul Qatar e articoli sulla stampa americana che li definiscono «un superamento di un limite che gli Stati Uniti non possono ignorare». Nel suo discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite circa un’ora fa, Trump ha chiesto la «cessazione immediata» della guerra a Gaza.
Cinque giorni fa, The Economist ha pubblicato questo articolo con il titolo:
L’America sta perdendo il suo amore per Israele
Solo la settimana scorsa la commissione delle Nazioni Unite ha ufficialmente constatato che Israele stava commettendo un genocidio a Gaza e l’Assemblea Generale ha approvato una soluzione a due Stati. Scrivendo per la BBC, Paul Adams sostiene che il loro “isolamento si sta aggravando”.
Sembra che la situazione stia cambiando, no?
Ma a quale scopo? Come proseguirà questa storia?
La richiesta di Macron di inviare una forza dell’ONU potrebbe essere la chiave. Il presidente dell’Indonesia ha affermato che il suo Paese potrebbe fornire 20.000 “caschi blu” se necessario. Negli Stati Uniti, i democratici alla Camera hanno chiesto che i caschi blu dell’ONU “proteggono i convogli umanitari” (anche se lo presentano come un modo per impedire che gli aiuti raggiungano Hamas, è chiaramente la stessa agenda).
Nel frattempo, la presidente dell’Unione Europea Ursula Von Der Leyen ha promesso la creazione di un “gruppo di donatori per la Palestina”, un fondo speciale per la ricostruzione delle infrastrutture di Gaza.
Forse l’obiettivo è un nuovo Stato splendente. Strappato dalle mani di Israele, sorvegliato da una nuova brigata internazionale e ricostruito con i fondi dell’ONU e dell’UE in una utopia sostenibile modello.
Un faro luminoso della cooperazione internazionale, forse.
Non mi sorprenderebbe.
Fonte: off-guardian.org
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