I Misteri Occulti Esoterici in Ucraina: Il Porco Metà Uomo di Nostradamus l’Occhio di Kiev
Un interessante testo esoterico che considerati i tempi pone molti interrogativi che non avranno probabilmente mai una risposta.
Toba60
I Misteri Occulti Esoterici in Ucraina
Fin dal XIX secolo, Mosca è il nodo centrale della vasta rete ferroviaria russa, e il destino delle nove fermate cittadine è tutt’uno con quello del Paese. Ecco una delle stazioni più belle, “Kievskaya” (Kievskij vokzal), a cui dare un’occhiata anche se non si deve prendere il treno.
La zona di questa suggestiva stazione ferroviaria è legata da secoli al trasporto passeggeri. Già alla fine del XVI secolo, a Dorogomilovskaya Sloboda lavoravano i vetturini con carrozze e calesse. Quindi, a fine Ottocento, la scelta del sito per una stazione ferroviaria che collegasse Mosca a Brjansk, Voronezh e Kiev non sorprese nessuno, come del resto è suggerito dal nome.
Inaugurata nel 1899, è ubicata in Piazza dell’Europa (in russo: площадь Европы?), all’inizio della Bol’šaja Dorogomilovskaja ulica nel quartiere Dorogomilovo della capitale. È inoltre l’unica stazione ferroviaria moscovita ad affacciarsi sul fiume Moscova.
Ironia della sorte, sorge oggi la domanda, in seguito alla guerra della Russia contro l’Ucraina, a che può servire il fine di aver edificato il tempio di Kievskaya, quando si legge questo bollettino di guerra del 26 febbraio 2022, ore 21?:
Un povero papero e un eroico giullare per una pace fra fratelli
Il sei settembre 1997 fu la data che misi sul disegno che vedete, quando lo feci. Mi si presentò la mappa di Mosca che trassi dall’enciclopedia della Treccani e un po’ per volta mi venne di configurarvi i frammenti scenici della cartografia. In precedenza e dopo ne ho fatte altre, ma non erano così ingarbugliate come questa, come se qui ci fosse una lotta perenne, ove la morte impera. Non senza chi con provvidenza offre se stesso per frenare tanta voracità, come quell’essere famelico a sinistra che succhia la vita del corpo di quel povero papero annerito dalla morte prossima a venire di lì a poco.
Accanto al vorace vampiro, di certo la Morte in persona, un essere dal volto di porco che infierisce contro di lui. Sulla destra in basso un volto d’uomo somigliante ad un mongolo che si estranea col capo dallo scenario, ma in seguito ad una trama eversiva che sopravviene, volge a metterlo fuori causa per porre in risalto una figura di un giullare rassicurante ma triste e pensoso.
Forse si riferisce al presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky? Un ex comico al centro della guerra in corso che acquisterà fama a spese di Vladimir Putin il presidente della Russia. È tutto un avvicendarsi di eventi, di certo attuali, che si presentano agli occhi del nobile spirito umano in primo piano, visibilmente ferito sulla guancia, e soccorso da mani provvidenziali di un angelo in preghiera. Una sorta di mascherina il segno della pandemia del covid-19 epocale?
Il segno della ferita corrisponde a una piazza di Mosca, quella del Cremlino, mentre l’occhio sinistro, che corrisponde a Kiev, una delle stazioni di Mosca, indirizza il pensiero dell’uomo col turbante, ad un’altra Kiev, la capitale dell’Ucraina coinvolta in una guerra senza scampo dal capo dello stato russo, forse proprio il mongolo che fa da volta faccia al suo stesso popolo affratellato di un tempo, l’Ucraina, che ora è ridotta ad un povero papero al limite di vita.
Ma fra le tragedie umane passate e presenti, che questo quadro racconta, è molto evidente che reca il segno della tragedia odierna della guerra in Ucraina, scatenata improvvisamente dalla Russia di cui è capitale Mosca. Quando fu inaugurata questa stazione moscovita di Kiev c’era solo una nazione e l’Ucraina era uno dei diversi popoli europei della grande Russia che con la linea ferroviaria di questa stazione veniva allacciata quale legame di fratellanza che non doveva essere mai reciso. Di seguito è mostrata l’estratto della mappa locale della stazione di Kiev.
Il porco metà uomo di Nostradamus
Colpisce l’attenzione nell’osservare la cartografia della fig. 2, che accanto al volto dell’uomo col turbante io abbia disegnato la testa di un porco che aizza contro il vampiro che sta succhiando il sangue dell’anatroccolo ormai in fin di vita. E dal lato opposto in basso, il volto del mongolo che ho legato all’attuale presidente della Russia di oggi. Ma viene subito in mente un certo “porco metà uomo“, più volte nominato nelle Centurie del profeta Nostradamus.
Cito di seguito tre quartine tratte dalle sue Centurie (tradotte dal francese dallo scrittore Renucio Boscolo):
N. I-64
- « Di notte il Sole penseranno d’aver visto
- Quando il porco metà uomo si vedrà,
- Assordante canto, battaglia in Cielo confinato, iniziata,
- E animali spaventosi la gente parlare udirà. »
N. III-34
- « Quando il mancare del Sole allora sarà
- Sopra il pieno giorno, il mostro sarà visto (« il porco metà uomo »)
- Tutto diversamente lo si interpreterà
- Per costosità non ha guardia, per nulla non avrà provvisto. »
N. III-5
- « Durante la lunga mancanza di due grandi Luminari
- Che sopraggiungerà entro Aprile e marzo
- O qual rarità! Ma i due grandi debonnari (il Rebis « il porco metà uomo »)
- Per terra e mare soccorreranno tutte le parti.»
Probabilmente si tratta di avvenimenti escatologici e il porco metà uomo sembra associarsi alla «bestia», di cui si parla nel libro dell’Apocalisse di Giovanni.
Ritengo che il teatro degli avvenimenti apocalittici non sia effettivamente il nostro della vita quotidiana, ma un altro corrispondente del mondo astrale.
Meraviglia capire dalle suddette profezie che, se dapprima (nella I-64) il «porco metà uomo» è spaventoso, poi si rivela provvidenziale perché “soccorrerà” chi dovrà salvarsi dai cataclismi apocalittici (nella III-34 e III-5).
Come spiega l’ambiguità di queste rivelazioni che normalmente vengono intese come di fatti terreni da venire, o che sono in corso d’opera.
È una confusione inevitabile che vengono spiegati solo in termini esoterici. Questi fatti, in primis racchiusi in un certo “interno”, inaccessibile fisicamente e limitato al mondo astrale, hanno bisogno dell’ “esterno”, per promuovere il suo sottrarsi alla vista, il loro restare celato. E facendo un esempio a livello simbolico, nella simbologia della spada, per esempio, essa rappresenta l’esoterico, mentre il fodero exoterico. Allora ha senso legare i possibili fatti astrali del “porco metà uomo“, così come vengono descritti da Nostradamus, con corrispondenti fatti reali. Ed è il caso della stazione moscovita di Kiev con l’occhio offeso a causa dei fatti dell’omonima Kiev ucraina, sotto assedio sin dal 24 febbraio 2022 ad oggi, dalle truppe russe.
E c’è modo di capire chi rappresenti questo essere ambiguo, metà animale e metà umano esaminando i fatti legati alle vicende dell’ “ottava sfera” di cui ha parlato il filosofo austriaco Rudolf Steiner (1861-1925), fondatore dell’Antroposofia, citando in ballo l’ “Ottava Sfera”
L’ “ottava sfera” secondo Rudolf Steiner
Parlando dell’ottava sfera secondo Rudolf Steiner si parla di qualcosa di molto poco conosciuto nella letteratura: sono pochi gli occultisti e anche gli antroposofi che ne possono sapere qualcosa.
L’ottava sfera era un mistero sino a quando il Sinnet (teosofo), nel suo “Buddismo esoterico”, la nominò. Venne però (intenzionalmente?) comunicato un errore, in quel contesto, ossia che l’ottava sfera aveva a che fare con l’attuale luna fisica. Essa invece, non ha nulla a che fare con qualcosa che esiste nel mondo fisico: ha semmai qualcosa a che fare con quel che rimane, come residuo, dell’antica evoluzione lunare (secondo la Scienza Occulta di R. Steiner).
Viene chiamata “ottava sfera” in riferimento alle “sette” altre sfere o stadi planetari (mavantara), che altro non sono che le 4 passate incarnazioni planetarie: saturno, sole, luna e l’attuale terra, più le 3 future: giove, venere, vulcano. La differenza dell’ottava sfera è che essa non è da collocare né alla fine né all’inizio dell’evoluzione, ma bensì parallelamente alla attuale terra. E’ qualcosa che, come una dimensione parallela, vive a fianco alla nostra era terrestre. Si potrebbe dire che tale dimensione può essere circoscritta, come spazio, pressapoco dall’orbita dell’attuale luna attorno alla terra. Si può dire che la terra è un punto al centro di una sfera, la quale è l’ottava sfera. E ciò è qualcosa di molto grave e poco rassicurante.
Se vogliamo comprendere meglio dobbiamo pensare che quando si compì l’evoluzione della luna, alla fine vi furono alcuni spiriti luciferici e ahrimanici che sottrassero, trattennero per sé stessi, qualcosa alla sostanzialità della luna di allora.
Strapparono della sostanza lunare agli Spiriti della forma edificando un piano, una dimensione, parallelamente a ciò che sarebbe dovuto venire dopo: a fianco della terra. In questo modo Ahrimane e Lucifero poterono così dispiegare il loro piano: sottrarre l’uomo all’evoluzione terrestre e attirarlo entro la loro evoluzione.
Questa “loro” evoluzione non ha nulla in comune con i piani Divini. Lucifero ed Ahrimane vorrebbero far sparire l’attuale evoluzione, per fargli prendere tutt’altro corso. Come contrappeso di tale pericolo, all’inizio dell’evoluzione terrestre gli Spiriti della forma ordinarono l’espulsione delle forze lunari dalla terra, e su questa massa fisico-spirituale venne a dimorare Jahweh, uno degli Spiriti della forma.
Anche attualmente Egli vi soggiorna. Sarà anzi lo stesso spirito che in futuro provvederà a far si che la luna rientri nella terra. Da quella prospettiva Jahweh poté così contrastare l’azione di Lucifero ed Ahrimane. Ma tale azione non esclude che vi possa essere una vittoria da parte degli spiriti ostacolatori.
Per ulteriori indicazioni consiglio di leggere il libro di R. Steiner: “il movimento occulto nel secolo diciannovesimo e il mondo della cultura”
L’azione di Jahweh
Riepilogando per quando è stato detto nel precedente capitolo, in sintesi Jahweh si è assunto l’impegno di contrastare l’azione delle forze eteriche di Lucifero e Ahrimane in modo che sia salvata la sorte dell’umanità dai loro mortali danni. Ma c’è una cosa che non ci dà questa certezza osserva Steiner nella sua antroposofia , poiché Jahweh e i suoi angeli della forma hanno dovuto sacrificarsi e far parte delle forze lunari in cui impera Ahrimane, contrastato da Lucifero all’esterno. Ma su questo dilemma ci chiarisce le idee l’antroposofo, Francesco Pavisi del quale traggo per intero il suo intervento in merito.
Ecco cosa scrive in un suo articolo sulla Rivista antroposofica “L’Archetipo di maggio 2006:
< L’azione di Ahrimane viene però arginata in massimo modo dal Cristo stesso con la sua opera sacrificale e redentrice, poi da Michele, da Lucifero e infine da Jahweh. A noi importa di vedere oggi l’azione antiahrimanica di questa ultima entità gerarchica. Nella Scienza Occulta troviamo scritto: «Gli dèi inserirono nell’evoluzione umana le forze della morte e con ciò furono posti dei limiti alla potenza di Ahrimane». Queste parole possono far sorgere delle difficoltà di comprensione, perché di solito si legge nelle opere di Rudolf Steiner che le forze della morte sono dispiegate da Ahrimane. È necessario distinguere.
Anche nei testi sacri si parla di due morti, la prima e la seconda. La prima è quella che conosciamo e che promana dall’azione divina; la seconda ha senso apocalittico e si rivelerà appieno appena dopo il Giudizio Universale, quando l’umanità verrà divisa in due parti, gli eletti del Cristo e i reprobi sui quali cadrà la condanna eterna. I reprobi passeranno dalla sfera cristica della vita alla sfera della seconda morte ahrimanica. A tale fatto si riferiscono le seguenti parole della Scienza Occulta; «Dal seno di Giove (la “settima sfera”. Ndr. di Pavisi) verrà espulsa una Luna incorreggibile, che si avvierà verso un’evoluzione che nessuna parola umana può descrivere ».
L’azione della seconda morte ahrimanica fu però stroncata già al suo inizio in un momento culminante dell’evoluzione terrestre, durante l’epoca lemurica, quando si presentarono i seguenti fatti interdipendenti: la scissione della Luna (l’“ottava sfera”. Ndr. di Pavisi), la separazione dei sessi e l’alternarsi della vita con la morte. Questi tre fatti sono il diretto risultato dell’intervento di Jahweh per salvare l’umanità dall’azione di Ahrimane. E adesso viene la grande domanda: come agisce Jahweh? Agisce proprio nel senso di Ahrimane: intensifica al massimo le forze che da quest’entità si dispiegano per determinarne l’annullamento.
Un arco teso troppo finisce con lo spezzarsi e non può piú servire per scoccare frecce. Quale sarebbe stato l’ideale di Ahrimane dopo aver fissato la forma fisica materiale? Il perdurare di tale forma statica che gli avrebbe permesso la realizzazione del suo fine: l’umanità distaccata per sempre dai mondi spirituali e conducente un’esistenza perpetua nel mondo dei sensi. Non è certo Ahrimane che porta il deperire fisico e la vecchiezza! Ahrimane ben vorrebbe un’umanità sempre giovane, sempre sana, sempre felice, sempre viva, ma qui sulla Terra materiale. Cioè sempre morta per lo spirito. Ecco il senso della morte ahrimanica: morte spirituale. Ma interviene Jahweh, e intensifica l’impulso ahrimanico.
Le forze della malattia, della sofferenza, dell’invecchiamento, della morte sono certamente forze ahrimaniche, ma portate da Jahweh oltre il loro segno. Con ciò l’irrigidimento della forma operato da Ahrimane viene spinto da Jahweh fino al punto di frantumazione. Ed ecco il senso della morte di Jahvè: morte fisica. Con questa morte l’umanità viene sottratta, a periodi regolari, all’influenza ahrimanica ed elevata nei mondi spirituali. Jahweh ha inferto un colpo ad Ahrimane con la sua stessa arma. Ahrimane tenta di ribattere subito il colpo. La morte fisica ha come contropartita la generazione e la nascita. Ahrimane dice: «A me importa che la forma del discendente sia in tutto uguale a quella dell’ascendente ». E fa sorgere la forza dell’ereditarietà, della trasmissione della forza fisica. Jahvè risponde nello stesso modo.
Provoca la separazione dei sessi che, tra le altre conseguenze, ha anche quella dell’intensificazione dell’ereditarietà, che ha per effetto la progressiva decadenza delle specie. Con ciò il possesso fisico di Ahrimane diventa sempre piú labile. Jahweh opera dunque sempre nel senso dell’impulso arimanico. Per tale fatto Lucifero, e gli Iniziati da questo ispirati, lo scambiano per un servitore dello spirito delle tenebre. Jahweh è invece un collaboratore del Cristo. Egli ha compiuto un sacrificio, perché per agire come agisce, ha dovuto abbandonare il Sole e scendere nella sfera di Ahrimane.
Questa è la sfera della Luna, che segna come un grande cerchio intorno alla Terra. La Terra materiale è la prima realizzazione parziale del regno ahrimanico. Ahrimane è però costantemente attivo. Trasporta nel suo regno le forme che ruba alla vita eterna, le fissa nella morte e prepara i prototipi di nuove esistenze materiali. Ma è proprio qui che si manifesta in maggior grado l’azione di Jahweh. Proprio nel regno ahrimanico, nella sfera delle tenebre, dove ogni forma di esistenza tende a irrigidirsi, a condensarsi, Jahweh spinge il processo d’indurimento oltre il limite stabilito da Ahrimane e provoca la supermaterializzazione, la superdensificazione.
In tal modo sorge quello stato d’esistenza superfisica, supermateriale che è la Luna, il satellite terrestre. La Luna fisica è quel punto del regno ahrimanico in cui si è stabilito Jahweh per dispiegare la sua azione poderosamente distruttrice per la pseudovita fisica promossa da Ahrimane. All’azione cosmica di Jahweh s’accompagna quella umana, parallela come sempre all’impulso ahrimanico. Ahrimane, come abbiamo visto, ha fatto sorgere nell’uomo il pensiero concettuale con il preciso intento di trasformarlo in un suo strumento finalistico. Il concetto ahrimanico è un’immagine vuota della realtà; Jahweh lo spinge all’astrazione pura che è immagine dell’immagine. Sorge cosí quel concetto superastratto che è la causalità. Se nel finalismo ahrimanico c’è la possibilità dell’arbitrio, dell’azione autonoma, nella causalità di Jahweh c’è soltanto costrizione assoluta, necessità, legge inflessibile. Con ciò l’uomo viene ricollegato alla spiritualità originaria, perché fra tutti i concetti sorge anche quello di Dio come causalità assoluta.
La causalità è finalismo spinto all’eccesso, finalismo autodistruttivo. L’eccesso, la violenza sono la caratteristica precipua dell’azione di Jahweh. Se essa fosse lasciata libera, in breve tutta l’esistenza fisica sarebbe annientata. Perciò le forze di Jahweh sono controbilanciate, equilibrate da altre forze. Sette Spiriti della Forma – che la Bibbia chiama Elohim – sono i regolatori dell’esistenza solare. Sei di essi agiscono direttamente dal Sole, il settimo ha compiuto il sacrificio di scendere nella sfera delle tenebre e si è creato la sua dimora sulla Luna. Questi è Jahweh. L’azione di Jahweh è antitetica a quella degli altri sei Elohim solari, ma non contrastante. Lo scambio di forze tra il Sole e la Luna è concertato, è diretto, è armonizzato dal Cristo. Jahweh è dunque un collaboratore del Supremo Spirito solare anche se agisce nella sfera delle tenebre. Dopo il Mistero del Golgotha è penetrato nell’esistenza terrestre l’impulso della resurrezione che vincola le forze della morte di Ahrimane.
Con ciò Jahweh ha perso la sua importanza. Egli appare ora come un astro che si spegne, come uno spirito in decadenza. Il Dottore [R. Steiner] dice che egli è “prigioniero” dei suoi nemici. Questi però sono concetti umani che rispecchiano la realtà osservata dal punto di vista terrestre. Dal punto di vista spirituale, Jahweh è in ascesa. Il suo sacrificio lo ha reso maturo per nuove più alte missioni. La Scienza dello Spirito esige da noi una grande mobilità di concetti.
Ogni verità appresa deve essere considerata solo come una nota musicale, come un singolo suono nella grande armonia dell’universo. Non dobbiamo cadere nella tentazione ahrimanica di fissare la forma, di irrigidirne il contenuto. Soltanto l’impulso della resurrezione che promana dal Cristo e che rende vivo e mobile il nostro pensiero può destare in noi la comprensione per i sublimi fatti dell’evoluzione cosmica ed umana. Fortunato Pavisi.
Jahweh un “infiltrato” nel mondo di Ahrimane
1 Seguiamo ora il concetto, ritenuto “umano” dal “Dottore” cui si riferisce Fortunato Parisi, l’autore dello scritto suddetto. Cioè che Jahweh è un “prigioniero” nel mondo di Ahrimane.
3 Questo è il mistero di Jahvé che solo in prospettiva di Saturno della mitologia pagana è possibile comprendere “perché Saturno si magia i propri figli” e lo capiremo più in avanti tirando in ballo proprio la figura di Saturno.
4 L’Archetipo Maggio 2006. Per gentile concessione del Gruppo Antroposofico di Trieste, depositario del Lascito di Fortunato Pavisi. Trieste, 19 giugno 1947.
Nota: Il contenuto esoterico del presente scritto è tratto dalle opere e dall’insegnamento di Rudolf Steiner nella trasposizione e nell’elaborazione di Fortunato Pavisi.
Da parte mia non si può fare diversamente se si vuol penetrare il senso del sacrificio di Jahweh, considerato che vi si accompagna il sacrificio da lui disposto negli uomini che, per conseguenza, sono veramente dei “prigionieri” in un mondo che non li agevole in modo assoluto, anzi il contrario. Ma questo non vuol significare che si tratta della morte corporale, perché si può essere morti da vivi.
Cioè essere esclusi dalla vita, emarginati ma vivi interiormente in qualche modo: chi solo con la sua anima, chi con il corpo erotico e così via. Insomma essi non sono altro che i citati supporti della vita fisica per dar vita occulta a Jahweh e i suoi angeli decaduti. Questo nell’ambito dei fatti esoterici: ricordando che, per esempio, la spada è l’operatore occulto dell’esoterismo, mentre il suo fodero è l’aspetto exoterico di una realtà di “infiltrati” in vita, una sorta di “zombi” buoni.
Essi, non intravedono alcuna luce mentale per comprendere la ragione del sacrificio che riscontrano attraverso la loro sorte sempre avversa, proprio perché chi li dispone a tanto non può fornire loro alcuna spiegazione, ossia illuminarli. Egli è un “infiltrato” senza identità, senza alcun potere spirituale, addirittura senza possibilità di “ritorno” nel seno della luce di Dio. Tuttavia occorre anche capire che tutti i viventi, leggendo l’Apocalisse di Giovanni, in realtà sono i segnati della Bestia altrimenti non possono vivere, chi come un generale, chi come un dottore, un falegname e così via. Perchè? Perché Satana è il principe del mondo terreno.
Di qui l’uomo messo in croce a causa sua non ha possibilità di vivere in modo ragionevolmente felice sulla terra, come altri serviti da Ahrimane (Satana) che è la Bestia secondo l’Apocalisse di Giovanni.
«Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.». (Ap. 13,16-18)
Ecco la differenza in seno alla terra della vita comune.
Si capisce a questo punto quanto sia impari la situazione di Jahweh in rapporto a quella di Ahrimane, e a peggiorare la sua sorte c’è anche l’avversità degli iniziati e di Lucifero che lo ritengono in combutta con Ahrimane. Tuttavia si può presumere che in modo trasversale Jahweh debba conservare memoria delle sue origini divine che, al momento opportuno, potrebbe permettergli di riscattare il suo stato di impotenza.
A questo punto si ha il modo di capire molto bene la condizione del supposto “infiltrato” Jahweh, non più luminoso quando era un Elohim solare e godeva della luce divina. Ma questa condizione quasi servile, ha il lato positivo per permettergli di mescolarsi con gli esseri ahrimatici, metà bestie e metà simili agli uomini, tale da riuscire a capire e far suo il segreto della loro potenza.
Si tratta della vita dell’incarnazione umana che agli esseri eterici degli Elohim solari era del tutto limitata. Le creature di Ahrimane erano salde ed efficaci creature lunari, forti nelle scienze, nella matematica soprattutto, tutte nozioni che cercavano di inserire negli uomini e così svincolarli dalla spiritualità degli Elohim. E fu buona cosa anche per i “morti” umani asserviti a Jahweh per resistere alla loro estrema condizione di emerginazione dalla società umana, che non si rivelava agli occhi degli altri della vita fisica concessa da Ahrimane.
Ma queste nozioni carpite al nemico Ahrimane dovevano servire in seguito a Jahweh, una volta trovato il modo di risorgere a vita per sé e per il popolo terrestre per la “resurrezione dai morti” in cui si trovavano quasi da sempre. Anche questo profetizzato dalla quartina III-91 di Nostradamus:
- «L’albero che stava per lungo tempo morto secco,
- In una notte verrà a rinverdire:
- Crono Re malato, Principe in piedi eretto,
- Timore di nemici, farà volo bonificare.
Si spiega così la quartina III-34 di Nostradamus con l’apparizione del “porco metà uomo”, un essere in apparenza ahrimanico ma è presumibilmente un primo tentativo di rinascita di Jahweh molto disastroso. Che poi erroneamente o no, si confonde con l’anticristo. La sua umanità solare è molto offuscata e così prevale l’Ahrimane in lui, ma che poi si dirada per agire come recitano le due quartine III-34 e III-5 di Nostradamus, cioè in modo provvidenziale verso l’umanità contesa dalle forze ahrimaniche.
Ma è pur sempre l’aspetto di un essere metà bestia e l’altra di uomo, tanto da identificarsi nel “porco metà uomo emergente dalla cartografia di Mosca. Ed ecco infine la spiegazione del primo “porco metà uomo” da intravedere nella coppia del porco con il mongolo (da identificarsi presumibilmente con lo zar epocale della Russia Vladimir Putin), cioè quello della quartina N. I-64 e poi il secondo da intravedere nella coppia del porco con il giullare (da identificarsi con il presidente dell’Ucraina Volodmymr Zelensky) cioè quello della quartina N. III-34. E va molto bene per la sorte dell’umanità in attesa della vera pace nel mondo, dunque non è ancora il meglio perché resta la terza quartina N. III-5.
«…di due grandi Luminari / Che sopraggiungerà entro Aprile e marzo.
Va chiarito però che vicende del genere si sono determinate nel genere umano e sono tanti gli “anticristi” che sono apparsi nel corso della storia dell’uomo. Ed è ora il tempo dell’equinozio di primavera, chissà che sia l’ora di quel mistico con l’aureola di Tipoldo di Messina del saggio da poco pubblicato sul sito toba60 di cui al link: https://toba60.com/un-orologio
Ipotesi sugli esseri fedeli a Jahweh
Pubblichiamo in anteprima un documento rilasciato dall’FBI nell’ambito del programma di declassificazione di files top secret denominato “The Vault”. (Illustr. 2)
Top secret “The Vault”.
Oltre infatti le rivelazioni su Roswell e il famoso Majestic 12 arriva un’importante conferma sulla natura del fenomeno extraterrestre in un memorandum, classificato come importante, datato 8 luglio del 1947. Esso dichiara che le astronavi extraterrestri proverrebbero da un pianeta “etereo” situato sullo stesso piano della terra ma posto ad un livello di vibrazione più elevato.
L’argomentata “ottava sfera” spiegata da Rudoolf Steiner
Il memo risulta e indirizzato particolarmente ad alcuni scienziati e funzionari pubblici che ricoprono attività di rilievo nel campo militare e dell’aviazione e coinvolge anche alcune pubblicazioni.
L’autore di questa nota è laureato in diverse discipline, inoltre in passato è stato responsabile di una facoltà universitaria. L’autore del memo spiega che “qualora si decidesse di attaccare queste astronavi bisogna essere consapevoli che quasi certamente il velivolo che ha attaccato verrà distrutto”. Tutto ciò potrebbe portare panico tra la popolazione. Altri aspetti importanti descrivono nello specifico il tipo di natura di questi UFO e dei loro occupanti. Proseguendo infatti nella lettura del documento emerge quanto segue:
- Parte dei dischi volanti possiedono equipaggio mentre altri sono sotto controllo remoto.
- La loro missione è di pace. Essi contemplano e meditano sull’assestamento di questo piano.
- Questi visitatori sono simili agli umani ma presentano un aspetto molto più grande in quanto a dimensioni.
- Non è gente disincarnata del pianeta terra, essi provengono dal loro mondo.
- Essi non provengono da altri “pianeti” così come concepiti nella mente umana, ma da un pianeta eterico “interpenetrato” nella terra non percettibile dall’uomo. (l’ “ottava sfera” – ndr)
- I corpi dei visitatori si materializzano automaticamente all’entrata nella nostra frequenza vibratoria e nella nostra densa materia.
- I dischi volanti possiedono una sorta di energia radiante, o un raggio, che può facilmente neutralizzare qualsiasi attacco avversario. Essi inoltre possono rientrare dentro il corpo eterico in base alla loro volontà e sparire istantaneamente dalla nostra vista senza alcuna traccia.
- La regione da cui provengono non è il “piano astrale”, ma corrisponde al LOKA e al TALAS.
- Probabilmente non può essere raggiunto via radio, ma probabilmente può esserlo dai radar, se si crea un sistema di segnale a cui corrisponda quel tipo di “apparato”.
Questi “piatti” sono di forma ovale e sono composti da un metallo o una lega resistente al calore, che tutt’oggi è sconosciuta.
Di fronte a questo piatto vi è un pannello di controllo. Il retro contiene gli armamenti, che consistono essenzialmente in un dispositivo di energia e da cui può essere generato un fascio in caso di emergenza. […] ».[1]
L’antico signore solare Pacal re dei Maya che vince il mostro lunare della guerra contro il popolo ucraino
Arriva il giorno dell’equinozio di primavera per Mosca e il popolo della Russia, come presagito dalle due cartografie di Tipoldo di Messina italiana delle figure 4 e 5. Si nota sulla destra del capo del Signore reggitore di Mosca la figura di un personaggio nell’atto di afferrare e stringere per il capo il mostro che sta imperversando l’Ucraina identificata dal suo presidente Volodymyr Zelensky, ex comico, qui raffigurato da un giullare. Dal particolare della mappa di Mosca della fig. 8 che vi corrisponde, si riesce a capire che si tratta del signore Pakal dell’antico popolo dei Maya. Vistosamente questa immagine raffigura un sole che sta nascendo, lo stesso che presumibilmento è indentificato col segno dell’Ariete dalle cartografie di Tipoldo 4 e 5 per annunciare l’Equinozio di Primavera.
K’inich Janaab’ Pacal (23 marzo 603 CE – 31 marzo 683 CE) era il re Maya di Palenque, nello stato del Chiapas, Messico moderno-giorno. Conosciuto anche come Pacal (che significa ‘scudo’) e Pacal il grande, è famoso per aver sollevato la città di Palenque (noto come B’aakal) da una relativa oscurità per una grande potenza, i suoi progetti di costruzione della città (soprattutto il Tempio delle iscrizioni), e il suo coperchio di sarcofago riccamente intagliati che è stato interpretato da alcuni raffigurano un antico astronauta cavalcando un razzo spaziale.
[1]Articolo di Tiziano Belluci, Gli UFO esseri eterici dell’ottava sfera secondo Steiner (e secondo l’FBI?), fonte:
Pacal salì al trono di Palenque all’età di 12, nel 615 CE e governò con successo fino alla sua morte all’età di 80 anni. Egli era sposato con la signora Tzakbu Ajaw e aveva tre figli, che gli succedette nella regola. Le rovine di Palenque visibile in tempi moderni sono solo una piccola frazione dell’antica città sviluppato e ampliato da Pacal durante il suo Regno; il resto della vasta metropoli rimane non escavato nella giungla circostante. Palenque è stata una città di dimensioni modeste quando Pacal salì al trono, e fu grazie ai suoi sforzi che divenne uno dei grandi centri urbani della Mesoamerica, rivaleggiando anche la forza e lo splendore di Tikal.
Osservando il volto del signore dei Maya della fig. 9 ci si convince che molto somigliante a quello del partic. 8 della mappa di Mosca.
Colgo l’ipotesi di uno studioso della figura di Pacal che la pone in confronto di quella del dio Apollo dei greci per trovarvi non poche assonanze.5
Apollo, è il Dio del sole
Il Dio Apollo era il fratello gemello di Artemide, nato sull’isola di Delo dall’unione extraconiugale di Zeus e Lato.
Al contrario della sorella Artemide, dea della Luna, Apollo era il Dio del Sole e portava sulla terra la primavera e poi l’estate.
Era il Dio incaricato di annunciare agli uomini le volontà di Zeus, è legato agli oracoli, alla salute ed alle malattie. È anche il dio di tutte le arti, era sempre circondato perciò da muse che danzavano attorno a lui cantando in coro, e raffigurato sempre con la sua lira o con un arco.
Colpisce la verosimiglianza con il mongolo della cartografia di Mosca che ho correlato al presidente della Russia, Vladimir Putin. Risultano sulla cartografia in simmetria quasi a porre in risalto i loro due aspetti opposti e così anche i due mondi, quello superno paradisiaco e l’altro di sotto inferico.
«[…] I filologi e gli storici delle religioni degli ultimi secoli hanno il più delle volte frainteso la figura numinosa di Apollo, concentrandosi eccessivamente sui suoi attribuiti “luminosi” e ignorando (volutamente?) il suo lato “oscuro”. Il mito di un Apollo esclusivamente celeste, divinità solare connessa con il Logos, la razionalità e l’ordine non trova riscontro nel mondo antico, se non in alcune teogonie non troppo arcaiche (come quella dell’Imperatore Giuliano), essendo stato confezionato dai Germanisti del XIX secolo e sfociato prima nella visione esoterica della storia di J.J. Bachofen e, per suo tramite, giunto fino a pensatori successivi quali Friedrich Nietzsche (La nascita della tragedia).
Le testimonianze antiche sul dio, e non meno palesemente le fonti riguardanti i suoi “sacerdoti”, i cosiddetti Iatromanti, di cui ha trattato esaustivamente Ioan P. Culianu nel suo saggio I viaggi dell’anima, mostrano in realtà una situazione ben diversa, che fa di Apollo non solo un dio “uranico”, ma al tempo stesso anche un daimon («spirito immortale») ctonio, dimorante nel “mondo di sotto”.[…]
D’altronde si tramanda che Pitagora, il più celebre degli Iatromanti, a volte considerato addirittura un Avatar di Apollo, sia disceso forse insieme a Epimenide di Creta, un altro iatromante — nelle caverne all’interno del monte Ida, dove si pensava vivessero i Dattili, una sorta di razza di pigmei mitici che secondo il mito avrebbero inventato la filosofia. Questi esseri presentano molti tratti in comune con gli gnomi e gli elfi della mitologia nord e centroeuropea, e d’altronde non ci sorprende apprendere che di Epimenide si dica, tra le altre cose, che si vantasse di aver mangiato molte volte il «magico cibo delle ninfe» le ninfe essendo paragonabili alle fate della tradizione romana.
Chi conosce il foklore riguardante i fairies britannici ben conosce il topos che concerne il cibo da essi offerto nel loro regno sotterraneo: ma mentre nelle testimonianze dell’epoca post-medievale accettare tale cibo condannava lo sconsiderato alla rovina vale a dire a vivere per sempre nel regno dei fairies morendo al nostro mondo, oppure ritornare nel “mondo di superficie” completamente folli — nell’antica Grecia evidentemente i sapienti la pensavano diversamente, al punto che «mangiare il cibo delle ninfe» equivaleva a conoscere i segreti divini.[…]»6
Dunque si tratta di una necessità apollinea, quella di scendere nell’inferno celato nel capo del Signore reggitore di Mosca, e dalla sua storia conosciamo ogni cosa che non può annullarsi se non con la catarsi umana, cosa che dimostra quando sia stata necessaria la guerra in Ucraina e prima ancora il distrastro della centrale atomica di Chernobyl.
Potrà inorridire quest’atroce necessità della guerra, ma se l’uomo non risolve le contaminazioni della sua anima inferica che arde inaridendo il suolo della vita di veglia, mai coglierà la gioia del vero vivere apollineo.
Apollo «Nonostante fosse un Dio bellissimo ebbe sempre molta sfortuna con l’amore, soprattutto dopo essersi fatto beffa di Cupido, che per vendetta colpì Dafne con una freccia di piombo che le fece rinnegare l’amore per il Dio. Apollo invaghitosi di lei iniziò ad inseguirla, fin quando la ninfa chiese al padre Peneo di trasformarla in un alloro.
Da quel momento Apollo fece in modo che quella pianta fosse sempreverde e la consacrò, con le sue foglie poi fece una corona con cui si incoronò e da quel momento la corona d’alloro venne usata anche per adornare il capo di vincitori e dei condottieri.
Anche la sua storia d’amore con Giacinto non finì nel migliore dei modi, a causa della gelosia di Zefiro, Giacinto rimase colpito a morte durante un allenamento e morì tra le braccia di Apollo, così il Dio, in presa alla disperazione, lo tramutò in un bellissimo fiore rosso.
Nonostante la sua sfortuna in amore Apollo ebbe numerose relazioni con dee e non, e riuscì ad avere anche numerosi figli, ventinove per l’esattezza, tra cui Aristeo concepito con Cirene e Troilo, concepito con Ecuba, moglie di Priamo e regina di Troia.»
Gaetano Barbella
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