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La Distopia Democratica

Le elezioni sono diventate un copia e incolla ovunque e sono strutturate per impedire alla maggioranza votata dal popolo di accedere alle più alte cariche del governo, in Francia come in Italia ed un po in tutti i paesi del mondo i governi sono eletti da una minoranza della popolazione la quale evidenza una democratica dittatura in cui la manipolazione delle cifre sostituisce la vera legittimità.

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Distopia Democratica

In Francia abbiamo l’ingannevole privilegio di vivere sotto un regime democratico parlamentare, un regime che, sotto la facciata della Quinta Repubblica forgiata dal generale de Gaulle nel 1958, pretende di coniugare democrazia e stabilità di governo. Ma dietro questa facciata si nasconde una perversa e sottile macchinazione, orchestrata per manipolare la volontà del popolo e imporre una dittatura mascherata da democrazia.

La presunta legittimità del nostro presidente Emmanuel Macron è una tragica farsa, un’illusione creata da un sistema che viola i principi fondamentali della democrazia. Alle elezioni presidenziali del 2022, Macron ha ottenuto il 27,8% dei voti al primo turno e, grazie alla magia distorsiva del secondo turno, è stato proclamato eletto con il 58% dei voti espressi. Ma questa cosiddetta vittoria non riflette in alcun modo la volontà del popolo. In realtà, meno del 20% degli elettori registrati ha sostenuto Macron al primo turno e, se si considerano tutti i cittadini in età di voto, questa cifra scende sotto il 19%. A questo punto, potremmo addirittura azzardarci a dire che solo il 14% dei francesi ha effettivamente scelto Macron come presidente. Il primo partito in Francia è infatti quello degli astensionisti, che rappresentano il 25,04% degli elettori registrati contro il 20,7% di Macron. Questa situazione assurda rivela una democrazia canaglia in cui la manipolazione delle cifre sostituisce la vera legittimità.

Il ballottaggio, lungi dall’essere il pilastro della democrazia, è in realtà uno strumento machiavellico al servizio del potere. Questo sistema permette ai candidati di essere eletti con percentuali irrisorie ottenendo la maggioranza al secondo turno, mentre gli altri vengono estromessi. Questo sistema crea un’assemblea in cui la vera rappresentanza del popolo è gravemente alterata. La divisione delle circoscrizioni elettorali è un’altra forma di manipolazione insidiosa: è pensata per massimizzare le possibilità dei candidati del governo in carica, regolando le zone elettorali per favorire i partiti maggiori e scartando quelli che sarebbero realmente rappresentativi.

In questa arena, i principi democratici vengono sacrificati sull’altare della manipolazione geografica. Le circoscrizioni sono suddivise in modo tale da garantire la frammentazione delle aree favorevoli ai candidati al potere e il consolidamento di quelle sfavorevoli. Questa divisione, sebbene legale, è un tradimento dei principi di uguaglianza e rappresentatività. La voce dei cittadini viene così distorta e la cosiddetta democrazia è solo l’ombra di ciò che dovrebbe essere.

Le alleanze elettorali, spesso grottesche e innaturali, sono il frutto di una cinica strategia volta a trasformare le minoranze in maggioranze assolute. Partiti che da soli non avrebbero alcuna possibilità si alleano per ingannare l’elettorato con improbabili amalgami ideologici. Il Nuovo Fronte Popolare ne è un esempio lampante: una coalizione di partiti con opinioni divergenti che, sotto un’etichetta comune, ottiene seggi sproporzionati all’Assemblea Nazionale. Questa strategia consente ai candidati del PS, che non sarebbero mai stati eletti senza queste alleanze, di ottenere i loro seggi nonostante il loro scarso sostegno popolare. Una volta eletti, questi parlamentari rifiutano l’alleanza che li ha portati al potere e riprendono la loro indipendenza, dimostrando la scandalosa flessibilità delle alleanze opportunistiche.

Ma la manipolazione va ben oltre le tecniche elettorali. Le società di consulenza, come quelle legate al World Economic Forum (WEF), sono i veri architetti di questa distopia democratica. Utilizzano i dati digitali rubati dagli smartphone per esercitare un controllo insidioso sulla società. I dati personali, costantemente acquisiti, vengono utilizzati per modellare e manipolare il comportamento dei cittadini, plasmando l’opinione pubblica e indirizzando il Paese nella direzione desiderata da un’élite globalizzata.

Il WEF, con le sue sofisticate strategie digitali, è all’origine di questa democrazia, fatta su misura per servire gli interessi dei potenti. I dati raccolti vengono utilizzati per affinare le strategie elettorali e rafforzare i meccanismi di manipolazione, mantenendo le persone in una comoda sottomissione, dove l’illusione della democrazia maschera la realtà del controllo autoritario.

In definitiva, la democrazia francese, come attualmente praticata sotto il regime di Macron, non è altro che una facciata di legittimità e trasparenza. Manipolazioni elettorali, confini elettorali distorti, alleanze opportunistiche e sorveglianza digitale orchestrata da attori globalizzati rivelano una democrazia tradita, in cui la vera volontà popolare viene sistematicamente soppressa. Questo regime apparentemente democratico è in realtà una macchina per governare le masse sotto la maschera della libertà, un sistema in cui l’illusione della scelta maschera il vero potere.

La Francia si trova a un bivio decisivo, intrappolata in un sistema in cui la democrazia è un’illusione e la libertà una facciata ingannevole. L’attuale sistema, caratterizzato da una perversa manipolazione delle elezioni, da confini elettorali distorti e da un’insidiosa sorveglianza digitale orchestrata dai potenti, rivela la tragedia di una democrazia smarrita. L’assurdità della nostra situazione è che, nonostante gli evidenti segni di corruzione e inganno, continuiamo ad alimentare questo sistema con la nostra inerzia, sperando in un cambiamento radicale e persistendo nei nostri errori.

La follia è perpetuare lo stesso metodo sperando in un risultato diverso. Siamo ora nella Quinta Repubblica, un ciclo ripetitivo di riforme e disillusioni. Siamo di fronte a una crisi esistenziale in cui la stupidità collettiva potrebbe portarci alla rovina. Se non ci svegliamo e non compiamo passi coraggiosi per riprendere il controllo, continueremo ad affogare in questo mare di manipolazione e finzione.

Dobbiamo interrompere questo ciclo di disperazione e di ricostruzione illusoria. Dobbiamo chiedere una riforma radicale del sistema elettorale, passando a una rappresentanza realmente proporzionale per garantire una voce equa a ogni cittadino. La piena trasparenza sulle modalità di raccolta e utilizzo dei dati personali è fondamentale anche per porre fine alla morsa delle società di consulenza sulla vita politica.

È giunto il momento di chiedere una vera democrazia, in cui ogni voto conta e il potere viene esercitato al servizio del popolo, non di interessi nascosti. I cittadini devono unirsi per chiedere una riforma profonda, spezzare le catene della manipolazione e ripristinare i principi di uguaglianza e giustizia. Dobbiamo affrontare la realtà con coraggio e determinazione, per evitare che la nostra nazione venga inghiottita dalla stupidità e dall’inazione.

Non lasciamo che la follia dello status quo sia la nostra rovina. È giunto il momento di ridefinire il nostro futuro, di riprendere il controllo della nostra democrazia e di chiedere un mondo in cui libertà e giustizia non siano parole vuote, ma realtà tangibili. Ne va della nostra sopravvivenza come società e della nostra dignità di cittadini.

Phil BROQ

Fonte: jevousauraisprevenu.blogspot.com

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