La guerra come pillola imperialista per l’addomesticamento di massa
Il mondo è strano, la gente desidera la pace ma fa la guerra per ottenerla 🙁
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La guerra come pillola imperialista
La pace mondiale è andata perduta tra le macerie delle guerre imperialiste scatenate dalle classi dominanti americane ed europee, guerre che hanno devastato le vite, le case, la felicità e i mezzi di sussistenza dei lavoratori, insieme alle loro biblioteche, ai luoghi di apprendimento, ai musei, agli archivi e alla storia. Dall’Afghanistan, Beirut, Bosnia, Cambogia, Grenada, Iran, Iraq, Corea, Kosovo, Laos, Panama, Palestina, Somalia e Vietnam allo Yemen, le popolazioni hanno recentemente subito la brutalità delle guerre lanciate dalle potenze imperialiste americane ed europee con il pretesto di combattere il terrorismo e promuovere la democrazia, i diritti umani e la pace.

Tuttavia, gli attacchi israeliani contro l’Iran e la Palestina, insieme all’assalto imperialista americano contro l’Iran, hanno sconvolto questa illusione di tranquillità in Europa e in America. Netanyahu e Donald Trump non solo hanno bombardato l’Iran, ma hanno anche simbolicamente bombardato le fondamenta stesse della cosiddetta democrazia liberale e costituzionale in Occidente. Le loro azioni hanno anche colpito le Nazioni Unite e la loro già fragile legittimità nel sostenere la pace globale.
L’élite sionista al potere in Israele, sostenuta dall’imperialismo americano, sta ora bombardando persino le tombe a Gaza. I palestinesi stanno pagando il prezzo più alto con le loro vite mentre difendono le loro case dai coloni. Israele sta prendendo di mira i bambini nelle scuole, i pazienti negli ospedali e le donne nelle loro case. Israele, con il sostegno dell’imperialismo americano, sta anche bombardando l’Iran, senza alcuna giustificazione e in violazione di tutte le leggi internazionali. Sia gli ucraini che i russi stanno perdendo la vita in questa guerra guidata dagli interessi imperialisti.
I sionisti, insieme agli imperialisti europei e americani, non solo stanno distruggendo civiltà antiche e uccidendo persone per saccheggiare le loro risorse naturali, ma stanno anche minando sistematicamente le culture e le identità dei lavoratori di tutto il mondo. Queste classi dirigenti guerrafondaie continuano a bombardare nazioni, sfruttare risorse e erodere le fondamenta di intere civiltà con il pretesto del potere imperialista e del controllo neocoloniale.
I profitti egemonici derivanti da queste guerre attraverso la vendita di armi e l’estrazione di gas naturale, petrolio e altre risorse minerarie saccheggiate offrono un sollievo temporaneo alle sofferenze dei lavoratori europei e americani. Questo sollievo temporaneo costituisce il fondamento della schiavitù moderna e funge da strategia per mettere a tacere i lavoratori in nome dell’interesse nazionale. Queste guerre finiranno per travolgerci tutti e privarci della nostra umanità: è solo una questione di tempo. La disumanizzazione non è una conseguenza lontana della guerra, ma un processo intimo e quotidiano. Attraverso la normalizzazione della violenza e l’alterizzazione delle persone nella vita quotidiana, essa rappresenta un pericolo per tutti noi sotto forma di militarizzazione della mente e disumanizzazione della nostra vita quotidiana. In questo processo, i lavoratori vengono privati della loro pace mentale e della loro felicità, poiché le loro vite sono oscurate dalla violenza, dallo sfruttamento e dall’incertezza.
La punizione collettiva dei popoli attraverso le guerre imperialiste è una strategia deliberata delle élite al potere per imporre una terapia d’urto di massa, condizionando le masse ad accettare la violenza come principio di governo. L’instabilità, l’incertezza e l’insicurezza non sono risultati accidentali, ma strategie deliberatamente integrate nell’imperialismo e progettate per addomesticare e controllare le masse.

Queste tattiche imperialiste funzionano come una potente pillola, facendo sembrare naturale e inevitabile il saccheggio del lavoro e delle risorse naturali, senza che nessuno si ponga domande. Tali condizioni garantiscono un potere illimitato alle classi dirigenti imperialiste, consentendo loro di sopravvivere ed espandere il proprio dominio. L’egemonia imperialista segna la fine della democrazia liberale, costituzionale e laica. Distrugge le fondamenta necessarie per il progresso dei diritti umani, della cittadinanza e della libertà individuale, minando la capacità di vivere, lavorare e amare secondo le proprie scelte personali.
In questo modo, le guerre imperialiste hanno messo in grave pericolo la vita e il sostentamento della classe lavoratrice globale. Non esistono guerre nazionalistiche, religiose o culturali: questi conflitti sono deliberatamente progettati per dividere i lavoratori e mandarli al macello delle guerre imperialiste. Pertanto, la lotta contro la guerra deve essere al centro della politica della classe lavoratrice e della sua visione internazionalista ed emancipatoria per la pace globale.
Mentre la democrazia globale affronta minacce crescenti da queste guerre imperialiste, i lavoratori di tutto il mondo devono unirsi per rivendicare i propri diritti democratici e di cittadinanza, prima che sia troppo tardi. La lotta per la pace è, nella sua essenza, una lotta contro la macchina da guerra imperialista. Queste guerre possono essere fermate e una pace globale duratura può essere raggiunta solo attraverso la mobilitazione di massa e i movimenti unificati dei lavoratori. L’internazionalismo è la pietra angolare delle lotte emancipatorie dei lavoratori di tutto il mondo.
Pertanto, la solidarietà con il popolo iraniano e palestinese rafforza e dà forza ai lavoratori e al loro percorso verso la pace e la prosperità in tutto il mondo. Le guerre imperialiste sono il nostro nemico comune. Ci distruggono e ci disumanizzano, rubandoci l’essenza stessa della vita, sia come esseri umani che come parte del mondo naturale degli animali.
Se i lavoratori non riusciranno a unirsi e a resistere alle guerre imperialiste, la barbarie sarà il destino che attende tutti noi.
Bhabani Shankar Nayak
Fonte: countercurrents.org
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