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La scuola è uno strumento cinico per selezionare le “risorse umane” del futuro

Uno di quelli che sa tutto come ce ne sono tanti si presenta in televisione e ribadisce con la faccia da cretino che si conviene che servono 3500 operai specializzati da inserire in ambito lavorativo in quanto la manodopera convenzionale serve a poco, vorrei tanto dire a questo deficiente come mai avrebbe potuto pianificare un viaggio al Louvre di Parigi per ammirare le opere di Leonardo, Picasso o Salvator Dalì, in virtù del fatto che i datori di lavoro ultima generazione avrebbero dato loro un calcio in culo in quanto non idonei a vivere perché incapaci di assemblare una lavatrice Marca Amazon!

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La scuola è uno strumento cinico

Ti guardi intorno, tutti quei piccoli tesori seduti sulle loro sedie. Tutti quei piccoli sogni che vorrebbero germogliare e crescere! Sapevi che alcuni dei bambini della classe devono mordere l’erba di tanto in tanto? Che il sistema richiede le sue vittime, proprio come il troll nelle fiabe? Se lo avessi saputo prima di arrivare, avresti portato qui il tuo bambino fiducioso? Avresti affidato tuo figlio a una simile roulette russa?

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L’uso dei voti nella scuola secondaria è disciplinato dal Regolamento relativo alla Legge sull’istruzione 3-5 – 3-13:

«La base per la valutazione dei voti nella scuola secondaria di primo grado e nella scuola secondaria di secondo grado è una valutazione delle competenze dello studente sulla base degli obiettivi di competenza fissati nel programma di studi per la singola materia.»

Il termine carattere è usato in generale per indicare le caratteristiche fondamentali di una persona, il carattere che ha acquisito. Si parla di «forza di carattere» o «ha un carattere debole/forte/morbido/duro». Il carattere non è quindi qualcosa che si può cambiare con uno sforzo supplementare o che cambia cambiando cerchia di amici.

A scuola, invece, il voto è qualcosa che si “ottiene” sulla base della valutazione di un compito scolastico. Una persona può quindi essere di carattere forte e tuttavia ricevere voti bassi a scuola. Al contrario, uno studente con un carattere debole (un bugiardo/codardo/imbroglione) può essere ricompensato con voti alti.

Questi due significati non hanno molto a che fare l’uno con l’altro, ma possono comunque influenzarsi a vicenda. Consideriamo la codardia e il coraggio come cattivi e buoni. Allo stesso modo, un voto basso diventa facilmente cattivo e uno alto buono. All’improvviso il codardo ha ottenuto un voto migliore, solo perché la valutazione del suo compito ha dato un voto più alto.

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Questo si riflette nella società, dove affidiamo incarichi importanti a persone con voti alti piuttosto che a persone con un buon carattere, con le conseguenti possibilità di corruzione e frode. Forse sarebbe meglio usare il termine “valutazione” per riferirsi ai voti scolastici.

Competenza è il termine latino che indica abilità, destrezza o capacità. Questi termini italiani, tuttavia, tralasciano un aspetto fondamentale del termine competenza: competizione, competere, confrontare.

La valutazione non si basa quindi solo sulle capacità e sulla volontà di apprendere dello studente, ma anche sul suo posizionamento rispetto agli altri e sui suoi risultati nella competizione. Già solo sentendo la parola “competizione” capiamo che qualcuno è destinato a perdere. In realtà c’è solo un vincitore.

Il sistema di valutazione basato su numeri (o lettere) per confrontare gli studenti dipende dal fatto che gli insegnanti valutino in modo più o meno simile. Immaginate infatti che un insegnante apprezzi molto una classe e ne apprezzi poco un’altra: potrebbe decidere di dare voti alti a tutti gli studenti di una classe e voti bassi agli altri. Per evitare che ciò accada, è stata scelta una metodologia molto semplice ma molto efficace: la distribuzione dei voti deve essere il più possibile uniforme in tutte le classi! Una classe deve quindi avere studenti con voti 1, 2, ecc. Se gli studenti della classe sono più bravi della media nazionale, tutti dovranno abbassare leggermente i propri voti per adattarsi al modello. Non è poi così difficile da capire, e bisogna sopportare un po’ di ingiustizia se si vuole mettere ordine nella diversità.

Ma c’è di peggio. Immaginate una classe che ha consegnato compiti scadenti, in cui tutti avrebbero dovuto ricevere un 1, un 2 o un 3, se fossero stati confrontati con la media nazionale. Ma poi c’è un ragazzo che consegna un compito leggermente migliore e forse avrebbe dovuto ricevere un 4. Poiché gli altri sono così scarsi, la sua valutazione sale a 5. Se invece fosse finito in una classe in cui tutti consegnavano i compiti migliori, il suo sarebbe improvvisamente diventato il peggiore. Quale valutazione avrebbe ricevuto?

Non a caso, quando la scuola Steiner fu fondata nei locali della fabbrica Waldorf-Astoria a Stoccarda nel 1919, non esistevano voti. Rudolf Steiner fece un gran chiasso nel trasmettere il messaggio al nuovo corpo docente: invece dei voti, l’insegnante scrive una testimonianza per l’alunno. Da questa relazione deve emergere come lo studente si sta sviluppando, non da ultimo in relazione alle sue possibilità. Nel migliore dei casi, quindi, egli compete con se stesso!

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Questo è un documentario consigliato su come le persone vengono formate per diventare una risorsa per i ricchi

È interessante notare che il sistema scolastico pubblico norvegese ha finalmente ceduto. Non assegna più voti nella scuola elementare. Ora forse capisci perché? Tuttavia, il sistema entra in funzione quando si arriva alla scuola secondaria. Si tratta solo di un rinvio del problema. Il sistema è quindi strutturato in modo tale che il nostro studente medio viene promosso in un caso, ma non nell’altro. Non dipende solo dal suo impegno, ma anche dai compagni di classe!

Il sistema stesso richiede delle vittime. Qualcuno deve sopportare la vergogna di essere peggiore dei migliori, che nella scuola di oggi significa:

Sei un perdente!

 Ole Blente

Fonte: nyhetsspeilet.no

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