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Natale la “Grande Orgia” Della Stupidità

Quando si toccano i dogmi religiosi di una qualsiasi fede sono consapevole di affrontare un tasto molto delicato, ma ditemi voi in un momento storico come questo che cosa non lo sia.

Mentre scrivo nell’indifferenza della popolazione mondiale si stanno consumando drammi umani sotto forma di guerre che fanno passare l’olocausto come una lite condominiale e nel frattempo si è nell’imminenza della festività Natalizia che ricrea il rituale di sempre il quale offre l’opportunità agli ipocriti di essere ancora più ipocriti passando agli occhi della gente come anime pie.

La magia delle feste svanisce come di consueto con l’avvento della Befana e tutto torna come prima, il mio vicino con tempistica svizzera avrà l’accortezza di variare nell’immediato i modi e termini con cui si rivolge a me, passando da un espressivo e disinvolto Buon Natale a un Vaff....intriso di quella spontaneità venuta meno in un contesto che non concedeva spazio alla propria autenticità.

Lasciamo stare la tradizione, non è il caso di infierire più di tanto su questioni che il tempo ha sopito in contesti dove l’unico punto fermo rimasto è il potere ed il denaro, supportato da un neoliberismo imperante che ha preso il posto di una religione che agli occhi delle masse non aveva più nulla da offrire in quanto incompatibile con uno stile di vita improntato al consumo e l’individualismo sfrenato.

Ed ora godetevi tutti insieme appassionatamente di un Natale che stona oramai con tutti quei valori consolidati che fanno parte del vivere quotidiano e confidate nel fatto che svanisca una volta per tutte questo rituale che per essere autentico dovrebbe ricrearsi nell’arco di tutti i 365 giorni dell’anno con o senza il vecchietto vestito di rosso con il cappuccio.

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Natale e programmazione mentale

Il nostro obiettivo in questo articolo è quello di farvi capire qualcosa di molto più serio e profondo dell’ipocrisia stessa, qualcosa che sta alla base e all’origine di questi atteggiamenti di falsa fratellanza e felicità così tipici di queste feste”accattivanti “.Qualcosa che scegliamo sempre di ignorare e trascurare, perché ci metterebbe di fronte ai veri demoni che vivono dentro di noi. Qualcosa che vi viene costantemente nascosto dal Sistema in ogni sua molteplice manifestazione.

Il Natale è il periodo dell’anno in cui la programmazione mentale a cui siamo tutti sottoposti è più cruda ed evidente.

Per capirlo meglio, guardiamo a noi stessi e alle persone che ci circondano.

In questo periodo dell’anno scatta in noi una molla automatica e siamo improvvisamente costretti a comprare regali, a cucinare cene abbondanti, a mangiare torrone e bere champagne, a cantare canti natalizi, ad allestire presepi, presepi e alberi di Natale, a comprare biglietti della lotteria e a indossare determinati abiti, camminando sotto la luce di decorazioni che in qualsiasi altro periodo dell’anno considereremmo ridicole o addirittura fastidiose.

Padri e madri disperati per non essere in grado di far fronte agli obblighi sociali della stagione: preparare cene costose e, cosa peggiore, comprare regali per i loro cari e soprattutto per i loro figli. Bambini che sono stati programmati per aspettare questo periodo dell’anno con la promessa di ricevere regali e giocattoli.

Bambini che, se non ricevono questi regali, si sentono infelici e si vergognano rispetto ai loro coetanei che li ricevono: si vergognano di se stessi e si vergognano dei loro genitori.Sentimenti che probabilmente li segneranno a lungo, intaccando la loro autostima e il loro modo di concepire il mondo per il resto della loro vita. Perché è questo che il Natale”affettuoso” porta in molte case: dolore, frustrazione e un doloroso senso di umiliazione di fronte agli altri.

E a questo punto la domanda chiave è: perché? Perché tante persone si impegnano a comprare, regalare, consumare e simulare sentimenti, ripetendo le stesse espressioni e gli stessi atteggiamenti, anno dopo anno? E soprattutto, perché tante persone provano tanto dolore e frustrazione quando non riescono a compiere questi rituali di ripetizione come fanno gli altri?

In breve: perché celebriamo il Natale? E la risposta non potrebbe essere più assurda, vacua e sconcertante.

Fin da piccoli ci è stato detto che questa è la cosa giusta da fare in questo periodo dell’anno e che non dovremmo farlo per nessun altro motivo se non per un patetico e insignificante sotterfugio, come la presunta nascita di un bambino 2000 anni fa in una presunta stalla del Medio Oriente. E la verità è che se si analizza freddamente, per quanto fervente sia il proprio credo religioso, non c’è alcun rapporto logico tra questa presunta nascita e la celebrazione stessa. Qualsiasi relazione tra un evento e l’altro è un’invenzione umana astratta e arbitraria. Qualcuno decise all’epoca che questa presunta nascitadoveva essere celebrata e tutti noi lo facciamo da allora senza nemmeno considerare il perché o le ragioni logiche che la giustificano.

Questo vuoto di significato può essere estrapolato a ogni celebrazione e tradizione che rispettiamo roboticamente durante l’anno, indipendentemente dalle loro origini e dai loro obiettivi: Natale, Halloween, la Festa del Lavoro, il Santo Patrono della vostra città, la Festa dell’Agnello, lo Yom Kippur o il sacrificio di esseri umani in cima a una piramide azteca per placare gli dei.

Siamo semplicemente spinti ad agire in questo o quel modo quando arrivano certe date nel calendario e rispettiamo il programma senza lamentarci.

E il Natale è l’esempio più paradigmatico di tutti, perché non solo condiziona le nostre attività e le nostre abitudini, ma persino i sentimenti e le emozioni che siamo obbligati a provare durante queste date (e solo durante queste date). Questo condizionamento mentale arriva al punto di farci provare dolore e frustrazione se non riusciamo a rispettare il programma stabilito. Esattamente come accadrebbe nel caso di una dipendenza che non può essere soddisfatta.

Potreste pensare che quanto stiamo dicendo sia inverosimile.

Ebbene, guardatevi allo specchio e siate onesti con voi stessi: avete deciso voi di festeggiare il Natale? È una vostra iniziativa? O lo festeggiate solo perché l’avete sempre visto fare e non potete fare a meno di farlo? E in ogni caso, sapete perché lo fate? O lo festeggiate automaticamente, solo perché tutti gli altri lo fanno ed è sempre stato così?

Ammettetelo: siete stati programmati per agire in modo inconsapevole, senza nemmeno pensare alle ragioni o alle giustificazioni delle vostre abitudini. E questo implica che NON siete un essere individuale e libero. Pensate solo di esserlo, ma non esercitate alcun potere reale su gran parte delle vostre decisioni.La vostra celebrazione automatica e sconsiderata del Natale ne è un chiaro esempio. E non potete nemmeno immaginare quanto possa essere profonda la programmazione mentale a cui è sottoposta la vostra psiche…

Cominciate a vedere le catene della vostra mente? Vedete la profonda schiavitù psichica a cui siete sottoposti dalla nascita alla morte?

Forse tutto questo vi sembrerà il vaneggiamento di un pazzo, un artificio filosofico senza alcun senso pratico, che va contro i pilastri fondamentali di ogni convivenza sociale. Forse pensate che il Natale sia fantastico e vi convincete che lo festeggiate perché lo volete e perché vi piace.

Se lo desidera, può continuare a prendersi in giro per tutto il tempo che vuole. In questo caso, possiamo solo augurarle buona programmazione mentale.

Lo sappiamo tutti: le vacanze di Natale sono la grande orgia del Sistema.

In questo periodo dell’anno, tutto ciò che ci circonda è un’esibizione spudorata del potere soggiogante del Sistema sulle nostre menti.

La macchina del Sistema ci dice senza mezzi termini cosa dobbiamo pensare, come dobbiamo agire, cosa ci deve piacere e come dobbiamo esprimerci.

Diventiamo schiavi di compromessi e regole non scritte e siamo costretti a spendere soldi per apparire agli altri e a noi stessi.

Non è necessario approfondire l’argomento, poiché è di dominio pubblico e chiunque abbia un minimo di coscienza ne è già a conoscenza.

Ma il Natale ci offre anche un’opportunità unica: la possibilità di vedere molto più chiaramente gli ingranaggi di questo macchinario infernale che chiamiamo Sistema, che per il resto dell’anno vive accucciato nella nostra psiche, manipolandoci come burattini.

Per capirlo meglio, basta porsi alcune semplici domande:

Perché ci comportiamo così in questo periodo dell’anno?

Di fronte a domande come queste, la tipica persona ben informata può arrivare a parlare delle origini pagane del Natale e del suo rapporto con il solstizio d’inverno. Potrebbe anche attaccare gli attuali atteggiamenti legati al consumismo dilagante come perversi e invocare un ritorno alle vere origini della celebrazione e al suo più che possibile spirito originario.

Ma non prendiamoci in giro: chi presenta queste argomentazioni non fa altro che rivendicare la bontà di una versione precedente del sistema; un po’ come se ci vendesse le meraviglie di Windows XP rispetto ai terribili difetti di Windows Vista di un lontano passato.

Andiamo oltre: chiediamo direttamente perché abbiamo bisogno di avere un “sistema operativo” installato nella nostra mente e quali sono i suoi effetti sulla nostra esistenza.

Torniamo quindi alle domande:

1) Perché ci comportiamo così in questo periodo dell’anno?

2) Quale giustificazione logica c’è per questo?

Ci comportiamo in questo modo, ci comportiamo come ci comportiamo e facciamo quello che facciamo perché ci è stato detto fin da piccoli che “è la cosa giusta da fare in questo periodo dell’anno”.

I pretesti che usiamo per ripetere gli stessi rituali nelle stesse date sono irrilevanti, perché nessuno ricorda e a nessuno interessa più quale sia la loro presunta giustificazione.

Nella mente delle persone c’è solo un meccanismo installato che impone: “è la tal data ed è ora di fare la tal cosa, come abbiamo fatto l’anno scorso”.

Ed è così che, anno dopo anno, lo ripetiamo come robot programmati.

A seconda della posizione nel calendario, il programma ci farà cantare canti natalizi, correre ubriachi davanti a un toro in un vicolo o morire bruciati sulla sabbia di una spiaggia.

D’altra parte, se usciamo per strada e poniamo alla gente la seconda domanda “che giustificazione logica c’è per questo?”, possono rispondere che la giustificazione di tante feste è “per celebrare la nascita di Gesù” o “per passare qualche giorno in famiglia”; ma in fondo tutte le risposte nascondono la stessa giustificazione implicita: “in questo periodo dell’anno dobbiamo comportarci così perché è quello che fanno tutti gli altri e non vogliamo essere isolati dal resto del gruppo”.

Quindi, per riassumere: a Natale ci comportiamo come ci comportiamo perché è il nostro “turno” di agire e perché gli altri lo fanno.

Fantastico: una favolosa dimostrazione dell’evoluzione umana e dell’intelletto superiore; argomenti pesanti con un “profondo senso esistenziale”, che riflettono molto chiaramente il tipo di schiavitù mentale a cui siamo tutti sottoposti.

A questo punto dovremmo chiederci: come siamo arrivati a questo profondo livello di stupidità e ottusità collettiva? Come è possibile che esseri razionali agiscano in modo così sconsiderato, senza nemmeno chiedersi perché lo fanno?

Per cercare di rispondere a queste domande, dobbiamo capire come funzionano alcuni meccanismi….

Si tratta di un fatto davvero difficile da comprendere.

Con il passare del tempo, qualsiasi usanza o consuetudine ripetuta nella società tende per natura a perdere la sua originaria ragion d’essere e a diventare un rituale periodico privo di ogni significato e senso, che spinge le persone a ripeterlo solo per il gusto di ripeterlo.

È qualcosa di simile a uno stato di ipnosi di massa, in cui le persone sono indotte a ripetere lo stesso atto più e più volte dopo aver ricevuto un determinato segnale.

Ma come e perché questo accade?

Come abbiamo già detto, l’obiettivo principale del Sistema è ridurre al minimo la nostra coscienza individuale, per toglierci il potere e il controllo su noi stessi.

Lo fa automatizzando il più possibile le nostre risposte, come se fossimo una macchina programmata con una serie di meccanismi logici, e nel caso specifico degli usi e costumi, lo fa perché sfrutta una tendenza naturale dell’intelletto umano.

Quando impariamo a guidare un’automobile, all’inizio ogni azione che compiamo è compiuta in modo del tutto consapevole. Quando vogliamo mettere in moto l’auto, ascoltiamo la nostra voce nella testa che ripercorre tutti i passi da compiere: “girare la chiave, avviare il motore, premere il pedale della frizione, azionare la leva del cambio e mettere la prima marcia, rilasciare lentamente la frizione mentre si preme il pedale dell’acceleratore ecc.

Stranamente, però, man mano che impariamo a guidare, la nostra voce cosciente diventa sempre più ovattata, come se si ritirasse dentro di noi, finché alla fine eseguiamo tutte queste azioni automaticamente.

In qualche modo, quando impariamo a guidare, tendiamo a diventare macchine più efficienti e siamo in grado di compiere molte più azioni in modo più rapido ed efficiente, perché semplicemente abbiamo programmato la nostra mente ad agire direttamente, bypassando i filtri del pensiero cosciente.

Questo è un aspetto che possiamo verificare facilmente: se mentre guidiamo l’auto nella vita di tutti i giorni smettiamo di agire con questa sorta di “pilota automatico” e ricominciamo ad ascoltare la voce cosciente che ci dice quale pedale premere, come e quando premerlo e indovina quale marcia inserire in ogni momento, è possibile che commettiamo gravi errori di guida e finiamo per spaventarci, come se fossimo tornati ai primi giorni di scuola guida.

Così, per ragioni di efficienza, la nostra mente tende ad automatizzare tutte quelle azioni ripetitive che possono essere sostituite da meccanismi di programmazione cerebrale, lasciando in secondo piano la voce cosciente e razionale.

È una delle meravigliose capacità che il nostro favoloso cervello ci offre.

Il grande problema sorge quando applichiamo questi stessi meccanismi di automazione ad altre aree dell’attività umana, per le quali non sono adatti.

Sfruttando questa naturale tendenza ad automatizzare le azioni ripetute, il Sistema riesce a farci accettare l’eliminazione della voce cosciente in altri tipi di attività che comportano una scala temporale maggiore e in cui sarebbe necessario prendere coscienza del come e del perché delle nostre azioni.

Questo spiega perché, ad esempio, ogni anno ripetiamo gli stessi rituali alle stesse date senza nemmeno chiederci quale fosse la funzione originaria che ne giustificava l’esistenza e quale sia la loro utilità per noi.

La data arriva e noi facciamo semplicemente “quello che dobbiamo fare”, allo stesso modo in cui vediamo un semaforo rosso e premiamo il pedale del freno.

Lo facciamo automaticamente… e questo ci rende poco più che automi.

Ma c’è un’ulteriore conseguenza finale a tutto ciò: qualsiasi elemento o attività che metta in discussione il funzionamento del Sistema stesso, finisce per essere incorporato nel Sistema stesso come un meccanismo a sé stante.

In altre parole: grazie ai meccanismi appena descritti, il Sistema acquisisce la capacità di convertire un gesto di ribellione o di sovversione contro il Sistema stesso in una nuova abitudine o consuetudine, cosicché ogni individuo che agisce contro le catene che lo imprigionano vedrà prima o poi la propria azione trasformarsi in una nuova catena che imprigiona la sua libertà e quella degli altri.

Ne abbiamo un esempio molto curioso nelle stesse tradizioni natalizie.

Forse uno degli esempi più evidenti di come il Sistema sia in grado di incorporare elementi che mettono in discussione la sua logica di funzionamento si trova nella simpatica figura del caganer.

Per chi non lo sapesse, il caganer è una statuetta tradizionale catalana, che viene collocata nei presepi e consiste in un uomo che fa i suoi bisogni.

Ricordiamo che il presepe è una rappresentazione tradizionale della nascita di Gesù ed è quindi dotato di un profondo significato religioso, simbolico e trascendentale.

Che qualcuno, secoli fa, abbia pensato di aggiungere qualcosa di così banale come un uomo che fa la cacca, condividendo il palcoscenico con il Bambino Gesù stesso, la Vergine Maria, San Giuseppe e l’Angelo dell’Annunciazione, può essere descritto solo come un atto sovversivo, insolente, burlesco e trasgressivo.

Tuttavia, nonostante l’evidenza che l’origine del caganer sia una presa in giro della trascendenza del sacro e una trasgressione delle regole che governano il Sistema, quest’ultimo non solo è riuscito a stravolgere il concetto originario del caganer, incorporandolo addirittura come elemento tradizionale del presepe, ma alla fine è riuscito a eliminarne il significato originario, trasformandolo in un elemento innocuo e svuotandolo del suo significato sovversivo originario.

La prova di questo fatto si riflette nella storia ufficiale del caganer stesso: nessuno è in grado di stabilire le origini della figura, ma non sono mancati i bigotti che le hanno attribuito un significato simbolico, con l’obiettivo di annullarne il valore di elemento trasgressivo.

È ridicolo, al limite del patetico, leggere che “il caganer rappresenta un simbolo di salute, prosperità e fortuna per l’anno successivo, perché restituisce alla terra ciò che da essa proviene, in quanto la fertilizza con le sue feci” o che si tratta di “una sintesi che armonizza il messaggio trascendente e soprannaturale con la realtà materiale più banale e con i fattori biologici condizionanti del nostro organismo”.

Se il caganer è un simbolo di prosperità che ci ricorda la nostra realtà più mondana ed è così normale collocarlo nello stesso ambiente del sacro, perché non ci sono rappresentazioni di persone che cagano in nessuna chiesa o edificio sacro?

Se è così normale mostrare un uomo che defeca sulla scena della nascita di Gesù, perché non dovremmo considerare accettabile vedere un uomo che fa la stessa cosa vicino al Papa quando officia la messa in Vaticano?

Se è così normale rappresentare il mondano accanto al sacro, supponiamo che i credenti non avranno problemi a collocare un grande fallo eretto accanto all’acquasantiera con l’argomento che si tratta di “una sintesi che armonizza il messaggio trascendente e soprannaturale con la realtà materiale più mondana e i condizionamenti biologici del nostro organismo”.

Come si può dedurre, tutte le argomentazioni che cercano di giustificare la presenza del caganer nel presepe attribuendogli un carattere simbolico, hanno un’unica funzione: eliminare ogni traccia di trasgressione intorno a questa figura.

Un lavoro che di solito viene svolto su base volontaria da tutte quelle persone bizzose la cui unica funzione, nel corso della storia, è stata quella di difendere il Sistema da qualsiasi idea che potesse mettere in pericolo le sue logiche di funzionamento.

È molto probabile che il caganer sia nato come uno scherzo trasgressivo che qualcuno inserì furtivamente in un presepe per prendersi gioco del sistema stesso. Questa azione è stata imitata da altre persone delle classi popolari e alla fine, con il passare del tempo e delle generazioni, questo atto, che alle sue origini aveva un significato quasi sovversivo, è diventato una consuetudine, fino a quando la gente ha dimenticato il suo significato originale e alla fine è diventato solo una tradizione.

Negozio con scaffali pieni di caganer. Il trionfo del Sistema, trasformato in business

Al giorno d’oggi, il caganer, la statuetta insolente, è diventato qualcosa di obbligatorio che nessun catalano può omettere dal suo presepe se non vuole sentirsi incompleto; ed è talmente incorporato nel Sistema che è diventato un business in sé, dato che i personaggi più famosi di ogni anno sono già rappresentati sotto forma di caganer.

Il caganer è nato come un insulto contro il Sistema e alla fine è diventato l’opposto: un simbolo del Sistema durante il Natale.

È così triste.

È già un nuovo anello della catena che ci imprigiona.

È evidente che il mondo degli esseri umani è stato costruito su definizioni auto-inventate, su etichette che servono a classificare e categorizzare i concetti che noi stessi creiamo.

Uno dei grandi trionfi del Sistema è stato quello di rendere l’etichetta con cui classifichiamo le cose più importante del loro significato più profondo o del loro senso originario.

Questo spiega perché la “ripetizione periodica di comportamenti inani senza significato o funzione pratica da parte di persone che agiscono senza pensare o porsi domande” è diventata così importante.

Con una semplice etichetta e un nome pomposo, “tradizione”, siamo riusciti a rendere la ripetizione periodica di un nonsense, dotato di un significato trascendentale per la nostra evoluzione culturale.

Anche se si tratta di un atto di profonda stupidità come inseguire un formaggio che rotola giù per un pendio, lanciare una capra da un campanile o infilzare un toro.

O celebrare la nascita di un uomo di cui non sappiamo nemmeno in che giorno sia nato?

Alcuni ritengono che la tradizione sia uno dei pilastri fondamentali delle società umane e della civiltà.

E senza dubbio hanno ragione: la tradizione è un pilastro fondamentale e, come tutti i pilastri, la sua funzione principale è quella di sostenere il peso.

Il problema è che la stragrande maggioranza crede che questo pilastro sostenga il peso di un tempio, mentre in realtà sostiene il peso di un manicomio?

Fonte: gazzettadelapocalipsis.wordpress.com

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