Analisi Dettagliata Riferita all’Atterraggio di un Ufo a Marliens in Francia
C’è chi crede agli Ufo e chi a Gesù Cristo e la Madonna, ascoltami bene…. non importa quello che dicono gli altri, se li vedi bene e se non li vedi non fartene un problema, c’è sempre la possibilità che possano esistere. (Toba60)
È mio sincero desiderio fornire ai lettori di questo sito le migliori informazioni imparziali da tutto il mondo Ma non è facile né economico farlo, soprattutto quando coloro che vogliono impedirci di far conoscere la verità ci attaccano quotidianamente senza pietà su tutti i fronti. Pertanto, ogni volta che visiti il sito, ti chiederei di considerare il valore che ricevi e hai ricevuto da Toba60.com, comunità di cui sei una parte vitale. Non posso fare tutto da solo e ho bisogno del tuo aiuto e sostegno per mantenerlo in vita. Ti invitiamo a prendere in considerazione il fatto di supportarci grazie ad un importo proporzionato al valore che ricevi da questo sito e dalla comunità, o anche di diventare un socio sostenitore attraverso dei contributi periodici. (Toba60)
L’impronta dell’atterraggio
Nel corso della notte del 10 maggio 1967, gli abitanti di Marliens videro passare sopra di loro quello che all’epoca veniva chiamato un «disco volante»; il velivolo era in fase di atterraggio. All’alba, le sue tracce erano visibili in un campo vicino, ed erano tipiche, come poterono costatare i gendarmi della brigata del cantone, Genlis.
Metro alla mano, i tutori dell’ordine redassero un verbale (n. 309) e fecero vari schizzi, molto ben fatti secondo l’opinione generale, anche se va comunque considerato che non si trattava dell’opera di specialisti (illustr. 1). L’impronta (di una dozzina di metri di circonferenza) fu cosparsa di polvere bianca e fotografata da un elicottero. Aveva l’aspetto di una stella a 6 punte, all’interno della quale si distinguevano sei fori che eventualmente avrebbero consentito di tracciare una seconda stella, interna più piccola.
Secondo una diversa procedura, collegando le punte della stella grande, si può tracciare un poligono a sei lati; lo stesso accade unendo tra loro i punti corrispondenti ai sei fori. L’esagono grande è convesso, il più piccolo concavo; nessuna di queste figure presenta un angolo retto. Negli ambienti specializzati, ufficiali o privati, fu dato grande rilievo alla cosa.
Un autore, Maurice Chatelain, in Le Messagers du Cosmos (Robert Laffort, 1980), dopo uno studio dettagliato si era orientato verso i dati egizi, pi greco, ecc. tuttavia, nell’insieme non furono tratti insegnamenti alla portata dell’avvenimento di base, restando nell’ambito matematico.
L’illustr. 1 mostra il rilievo eseguito dalla brigata di gendarmeria di Genlis, poco distante da Marliens, ed è quanto basta per ora per avermi permesso di intuire un possibile schema per risalire ad una risoluzione astro-geometrica di un diagramma dell’assetto planetario solare sul piano dell’ecclittica di un giorno tutto da concepire. Ed è da questo risultato che risulta una data che potrebbe far capire che si tratta di un ritorno dell’astronave aliena.
Le tracce periferiche dell’impronta di Marliens descrivono un ellisse
L’ellisse sembrerebbe essere la traiettoria di un sistema rotante di quattro pianeti contrapposti più un quinto, disponendolo in piano. Al centro un Sole. Ma è più un messaggio crittografico in codice ed è prematuro, per ora, capire a cosa mira. Il sistema interno con traiettorie in rosso, con più sicurezza potrei interpretarlo come il nostro sistema planetario solare geocentrico (la terra è al centro).
Questa descrizione è stata tratta dal libro citato in precedenza, “Giza la porta dell’Egitto” di Guy Gruais e Guy Mouny, edito da Armenia. In quanto all’autore suddetto, sul tema dell’UFO di Marliens, non si è distaccato dalle stesse concezioni di coloro che lui ha citato nel libro, portando avanti delle ipotesi geometriche che, purtroppo restano tali, prive di effettivo fondamento tali da risultare convincenti.
Questa descrizione è stata tratta dal libro citato in precedenza, “Giza la porta dell’Egitto” di Guy Gruais e Guy Mouny, edito da Armenia. In quanto all’autore suddetto, sul tema dell’UFO di Marliens, non si è distaccato dalle stesse concezioni di coloro che lui ha citato nel libro, portando avanti delle ipotesi geometriche che, purtroppo restano tali, prive di effettivo fondamento tali da risultare convincenti.
L’ellisse del supposto secondo sistema rotante Con illustr. 2 e successivamente con l’illustr. 3, è rappresentata la proiezione in piano delle tracce interne all’ellisse (segnate in rosso). Ho supposto che siano alcuni pianeti e il sole del nostro sistema planetario solare geocentrico. Come già esposto, in questa configurazione, i pianeti e il sole ruotano sul suddetto secondo ellisse.
Si nota una quinta diramazione, la OE’, estranea al probabile sistema solare e quasi certamente potrebbe trattarsi dell’Ascensione Retta del pianeta dell’astronave atterrata a Marliens. La declinazione per la ricerca sulla mappa stellare è l’angolo GG’O segnato in verde. In seguito vedremo come usare questi dati, che varrebbero come un ipotetico messaggio per risalire alle effemeridi del sistema solare, cosa estremamente difficile da concepire salvo intuire a quale data si riferisce.
Sorge la domanda a cosa si riferisce questa data, ma non si può sapere, salvo a ipotizzare un loro ritorno, allo stesso posto di atterraggio o un altro.
I pozzetti delle impronte dell’astronave aliena
La configurazione del fondo dei pozzetti delle impronte di Marliens, (illustr. 4) con le due cave orbitali che si immergono nel terreno, è piuttosto curiosa. Di qui mi è sorta la convinzione che lo sbarco degli alieni è avvenuto attraverso questi pozzetti e non al solito modo tramite una scaletta per scendere sulla piana terrestre. Dunque lo sbarco deve essere avvenuto per accedere nella profondità terrestre, ma non c’è traccia del vano di passaggio se non per un breve tratto.
Come se gli alieni avessero una capacità di trasformare la loro costituzione corporea, da materia fisica in materia eterica per accedere in un mondo astrale-eterico sotterraneo, noto in esoterismo.
Intanto il 12 aprile 1980, in zona Colli di Buseto Palizzolo di Catania, avviene un altro atterraggio di un disco volante, le cui impronte rilasciate sul terreno sembrano essere simili a quelle dell’atterraggio alieno di Marliens appena esaminato.
Un folto gruppo di esperti del Centro Ufologico Nazionale (CUN), sede di Palermo, si adoperarono per fare un intenso lavoro di rilievo delle impronte rilasciate dalla presunta astronave aliena. Di seguito riporto in parte la relazione a cura del CUN da Settimo Albanese, per gentile concessione del signor. Davide Ferrara, cui ringrazio. Egli è vicepresidente del Coordinamento CUN Sicilia cura il database e fa parte del gruppo tecnico per l’Astronomia e la fotografia del CUN.
Il caso UFO di Buseto Palizzolo (TP) del 1980 e Analogie con il caso Marliens del 1967
Il giorno 15 aprile 1980 il Gazzettino di Sicilia, nella sua prima edizione, comunicava che in zona Colli di Buseto Palizzolo, nel trapanese, il viticoltore Giuseppe Pedone di 53 anni, sposato con due figli, persona di indubbia serietà e molto stimata in paese, come poi ci hanno anche riferito i Carabinieri, denunciava al locale comando dell’arma, la presenza, nel suo appezzamento di terreno, coltivato a viti, di tracce che lasciavano presumere l’atterraggio di un oggetto non identificato.
Il resoconto dell’avvenimento, inizia la mattina del sabato 12 aprile 1980 allorché sig. Pedone Giuseppe, insieme al fratello si recava nei propri appezzamenti di terreno per i consueti lavori. I due, durante il controllo dei danni causati dalle piogge dei giorni precedenti, si accorgevano di un vuoto (sic) esistente sul terreno fra la verdeggiante ed uniforme distesa di erbe e viti. Naturalmente si destò in loro dopo la sorpresa delle insolite e abbondanti traccie rilevate sul loro terreno, fra depressione insolita e numerosi buchi, si recarono il giorno dopo, la domenica mattina, al locale Comando dei Carabinieri. Di li a poco si mise in moto un gruppetto di carabinieri per i rilievi del caso. In seguito intervenne il gruppo del CUN per l’esame approfondito della traccie rilasciate da una presunta astronave aliena.
Più da vicino il CUN elencò i seguenti dati relativi al suddetto rilevamento:
1) Il distretto di terreno, prevalentemente argilloso, presentava una depressione di circa 20 cm. che delimitava geometricamente una forma pressoché circolare con dei fori anch’essi ben definiti e circolari.
2) L’assenza quasi completa di qualsivoglia vegetazione, salvo la presenza di un tralcio di vite, con una parte della corteccia annerita, al centro della depressione, condizione che lasciava supporre che fosse stato compresso da qualcosa di molto pesante.
3) La situazione di cui sopra era tanto più evidente in quanto tutta la restante parte del fondo agreste era rigoglioso di erbe e di viti regolarmente disposte.
4) Nessuna traccia di qualsivoglia mezzo meccanico è stata notata nelle vicinanze del distretto interessato che potesse far supporre l’intervento di mezzo convenzionale nel medesimo.
5) A distanza di circa 5 metri dal limite della zona suddetta, venivano trovate zolle, di circa 30 cm. di diametro, di terreno argilloso disposte radialmente rispetto ad un supposto centro di proiezione.
6) Il terreno ricade in zona prettamente agricola, su uno sfondo prevalentemente collinoso; in esso sorgono delle vecchie costruzioni agricole poste a gran distanza tra loro.
Effettuata la ricognizione di cui ai punti su specificati, il gruppo procedeva a successivi rilievi, con del rilievo plano-altimetrico corrispondenti a elaborati grafici alcuni dei quali sono mostrati di seguito.
La misurazione eseguita col doppio metro, evidenziava effettivamente un dislivello di circa 20 cm. tra il piano di campagna vergine e la zona interessata, con diametri est-ovest di circa mt. 1,75 e nord-sud di circa mt. 1,50. I fori A, B, C e D (vedi grafici), ubicati verso il limite esterno, misuravano circa le seguenti distanze (illustr. 5 e 6):
AB = cm. 65
BC = cm. 90
CD = cm. 120
DA = cm. 87
AC = cm. 170
BD = cm. 170
I fori 1, 2, 3, 4 e 5 ricadenti al centro della depressione, misuravano circa le seguenti distanze:
1-2 = cm. 20
2-3 = cm. 30
3-4 = cm. 30
4-1 = cm. 40
1-5 = cm. 26
2-5 = cm. 20
3-5 = cm. 25
4-5 = cm. 20
I fori A, B, C e D si sprofondavano a 45° rispetto al piano di calpestio, fino ad una profondità di circa 60 cm. per poi biforcarsi, con un angolo interno stimato circa 20°, fino alla profondità terminale di circa 2 mt. (misura confermata anche dai rilievi fatti dai Carabinieri). L’imbocco al piano di calpestio dei detti fori, di circa cm. 40X17, presentava una sezione a becco di clarino, con invito irregolare che lasciava presumere inizialmente la forma trapezoidale.
I fori 1, 2, 3 e 4 erano di sezione più piccola (circa 10 cm.) con invito nettamente circolare, e con inclinazione inferiore a 45° e profondità di circa 130 cm.. Il foro centrale n. 5 si differenziava nettamente dagli altri perché perpendicolare al piano di calpestio e perché l’invito era di circa cm. 20 con un profondità di circa cm. 30. Quasi a metà della parete ovest-sud-ovest del foro centrale, se ne diramava un altro della stessa sezione dei fori 1, 2, 3 e 4 per una profondità di 130 cm. circa (illustr. 6).
La totalità dei fori erano caratterizzati da una sezione conica le cui superfici, ben levigate, erano discontinue nel senso che diminuivano il loro lume come se fossero stati originati da un complesso di tubi prolungatisi a cannocchiale e quindi a diametro calante.
Il teletrasporto nel mondo sotterraneo eterico-astrale attraverso i fori nel terreno
Per altro genere di rilievi della relazione del CUN
L’aver visionato i reperti tecnici del rilievo dell’atterraggio della presunta astronave aliena a Buseto, mi ha indotto a fare delle riflessioni sulla natura dei fori obliqui rilevati sul terreno.
Visionando l’illustr. 7 si nota chiaramente che secondo l’opinione degli esperti del CUN, che hanno fatto i rilievi che nei fori sul terreno, nei fori poteva essere alloggiato una sorta di complessi tubi telescopici. Ma volendo conformarsi agli analoghi fori dell’astronave aliena del caso Marliens, lo stesso concetto dei tubi telescopici, qui non è attuato.
Non riesco a immaginare quale sia la funzione delle aste telescopiche immaginate dagli ufologi del CUN che non avevano altre idee, se non per giustificare gli irregolari fori divergenti. Tuttavia, da parte mia, ipotizzo che i soli fori potrebbero essere un vano di transito di parte del sistema di teletrasporto per il trasbordo – mettiamo – in una supposta “terra cava” del nostro pianeta, come nel caso di Marliens, con la differenza dell’aggiunta dei pozzetti a mo’ di “anticamera”.
Secondo me, per spiegare la presenza di questo genere di astronavi aliene, ma già se ne è parlato per il caso Marliens, vale capire che la natura degli esseri che li guidano è quella di esseri non corporei come noi della terra, ma di natura eterico-astrale, e provengono da un loro mondo. Volendo capire la loro natura in rapporto a noi terrestri, vale esaminare la nostra natura che si conosce dal punto di vista esoterico. Anche noi siamo dotati di un involucro eterico complesso, cioè fatto a più strati di materia sottile compenetrati fra loro.
C’è chi ritiene anche, che gli esseri alieni in questione non provengono da altri “pianeti”, così come concepiti nella mente umana, ma da un pianeta eterico “interpenetrato” nella terra, non percettibile dall’uomo. Questa versione è possibile visto che gli alieni di Marliens e di Buseto si sono immersi nella nostra terra, adattando la loro natura corporea eterica con quella degli abitanti del supposto mondo sotterraneo. Dunque sono in grado di convivere con quelli del mondo sotterraneo.
I corpi dei visitatori si materializzano automaticamente all’entrata nella nostra frequenza vibratoria e nella nostra densa materia.
Vi è una storia a riguardo, piuttosto fumosa, intorno al monte Epomeo dell’isola d’Ischia che la lega ad una possibile entrata in un mondo sotterraneo a cominciare dal Medioevo, ma chissà forse anche da prima. Fu Corrado di Querfurt, vescovo di Hildesheim e poi di Würzburg, che servì come cancelliere Arrigo VI dal 1194 al 1201, a interessarsi di un caso simile a quello del Monte Epomeo che lo coivolse per una sua ricerca. In diverse lettere, il vescovo racconta di essere riuscito a penetrare in un anfratto su un monte, raggiungendo una misteriosa città sotterranea, ma sarebbe stato messo in fuga da soldati armati di archi e frecce ma “fatti di aria”. E forse si tratta proprio del monte Epomeo, ma non è importante.
Ma cosa si aspettava quel vescovo? Esseri in carne ed ossa? Invece, erano “Fatti di aria” (un modo di dire) e, naturalmente, erano dei “Guardiani”.
Veniamo ora alla possibile spiegazione fori, obbliqui (Buseto) o verticali (Marliens) in chiave degli esseri incorporei, e qui entra in funzione la concezione del teletrasporto quantistico dell’Entangled della scienza dei quanti.
È il quesito del comportamento di fantasmi che può essere spiegato dalla nostra scienza in questo modo in relazione alle particelle atomiche, cosa che vale per la materia sottile degli esseri alieni allorchè si trasferiscono nel mondo “sotterraneo” attraverso i fori (obliqui o verticale) sotto la loro astronave. Tuttavia questo teletrasporto può anche essere considerato inverso, cioè dal mondo sotterraneo all’astronave aliena, o sulla terra stessa.
Si tratta di un fenomeno quantistico bizzarro noto come effetto tunnel, cioè il fatto che le particelle (o gli alieni dell’astronave di Maliens-Buseto) possano superare una barriera come un fantasma passa attraverso un muro.
In altre parole questo comportamento della “materia sottile“, quella degli alieni, può essere comprensibile come quello noto di “Star Trek” per la materia atomica:
«Questa caratteristica sorprendente si può usare per realizzare il teletrasporto quantistico. Supponiamo di voler trasferire da un punto A a un punto B un fotone identificato dal suo stato di polarizzazione» dice il prof Ghirardi il noto scienziato. «Per farlo bisogna disporre, oltre al fotone da teletrasportare, di due fotoni entangled, uno in A e l’altro in B [una sorte di angeli custodi (?) – ndr]. Poi si fa interagire il fotone da teletrasportare con il primo fotone entangled (quello in A) e si comunica all’osservatore in B l’esito dell’operazione, e così facendo gli si indica come deve manipolare il secondo fotone entangled per ottenere una copia identica del fotone di partenza» [cioè i supposti angeli custodi (?) si comunicano fra loro – ndr].
In pratica, le informazioni del fotone di partenza sono trasferite in B grazie all’intermediazione dei fotoni intrecciati [ad opera dei supposti angeli custodi (?)– ndr.]: in realtà si tratta di un trasferimento di informazioni, più che di un trasferimento di materia come quello di Star Trek, secondo le concezioni scientifiche».
A questo punto possiamo passare ai fatti, cioè alla meta dei due equipaggi alieni di Marliens del 10 maggio 1967, e Buseto del 12 aprile 1980. Ma avevo detto che è quasi impossibile concepire un piano per risalire alla data suggerita dall’impronta dell’UFO di Marliens.
Ma non avviene un fatto straordinario come questo, per effetto del potere eterico degli esseri alieni, senza che ne avvenga un altro altrettanto straordinario che lo precorre annunciandolo; cioè la visione delle effemeridi del sistema solare del giorno preciso allorché avviene l’irradiazione straordinaria proveniente dal cavo della terra.
La previsione del suddetto giorno preciso del fatto straordinario è stata possibile a me nel redigere le effemeridi in questione, poichè al momento di decidere per la data, il luogo e i dati astronomici, è stato un tutt’uno per concepirli nelle mente senza troppo pensare, ed ecco di seguito ciò che ne è seguito con l’apporto di internet. E non è che ho dovuto fare innumerevoli tentativi per giungere al giusto risultato. Come si vedrà il risultato è stato di ottenere dei dati che erano perfettamente a ricalco di quelli dell’illustr. 3 e avrò cura di porlo in evidenza. In particolare ho preferito adottare le coordinate del luogo dove oggi abito, cioè a Brescia, considerato che è mio tramite è avvenuto lo straordinario rilevamento suddetto. Ma questo vanto ha poca rilevanza, perché adottando altre coordinate non tanto diverse si hanno, grosso modo, le stesse coordinate che sono 45°32’16″N e 10°13’52″E.
Time: UTC: Julian:
Show: Icons
Display:Full and system Inner system Size: 320 Stereo: Cross
Orbits: Logarithmic
Observing site: Lat. 45°32’16″N Long. 10°13’52″E
Heliocentric: Lat. 90°N Long.0
Ephemeris:
Right Distance From 45°32’16″N 10°13’52″E:
Ascension Declination (AU) Altitude Azimuth AR in gradi
Sun 10h 18m 25s +10° 31.9′ 1.011 -15.493 -123.589 Set 154,60
Mercury 11h 22m 21s -0° 37.5′ 0.678 -33.640 -131.248 Set 170,59
Venus 8h 55m 51s +9° 5.2′ 0.311 -3.547 -106.801 Set 133,36
Moon 17h 33m 26s -27° 37.6′ 58.5 ER -44.074 93.730 Set 263,36
Mars 11h 57m 44s +1° 0.0′ 2.471 -36.484 -141.679 Set 179,39
Jupiter 2h 53m 26s +15° 13.2′ 4.571 57.471 -25.760 Up 43,36
Saturn 22h 25m 55s -11° 43.5′ 8.763 15.606 54.136 Up 336,48
Uranus 3h 23m 2s +18° 14.0′ 19.440 57.420 -40.094 Up 50,76
Neptune 23h 50m 42s -2° 23.4′ 28.983 34.464 39.507 Up 357,68
Pluto 20h 2m 47s -23° 13.3′ 34.002 -15.438 72.386 Set 300,70
Confronto dei dati di Marliens con le effemeridi del Solar System: Sat 2023 Aug 26 3:00
L’illustr. 9 seguente riporta i dati di Marliens dell’illustr. 3 disposti in modo speculari e sfasati secondo i nuovi assi x’x’ e y’y’ dei dati del diagramma dell’illustr. 10. La disposizione speculare è dovuta a cambiamento di stato del mondo terrestre della materia rispetto a quello sotterraneo di natura eterica. In quanto alla buona precisione dei risultati ottenuti, considerare che essi derivano dai dati di Marliens dedotti da una fotocopia del documento originale di chi fece il rilievo dell’impronta rilasciata dall’UFO a Marliens il 10 maggio 1967. Questo per capire che nonostante ciò non vi sono vistose differenze con i dati delle effemeridi dell’illustr. 10.
Sono convinto che fra i dati dell’impronta dell’UFO di Marliens, non solo vi è la traccia del sistema solare terrestre per risalire alla data di una supposta conclusione della missione degli astronauti alieni – e se ne è già parlato – ma anche un’altra informazione, l’indicazione in base alla quale si può pervenire – mettiamo – ad una seconda data. Una mia idea ma poco probabile.
In base a questo diagramma e quello dell’illustr 9, i dati astronomici del pianeta in questione sono: Ascensione retta = 360° – (2,32° + 11°) = 346,68°, equivalente a 23h 2m 43,2s. Declinazione = 32,5°.
Questi dati ci permettono di rintracciare sulla mappa stellare il pianeta di partenza, almeno della prima astronave aliena di Marliens. Mostro al lato la mappa relativa ai due dati, l’AR e decl. suddetti.
Salta all’occhio, nell’osservare l’illustr. 11 ove ho posto in evidenza il punto approssimato dei dati preventivi dedotti dai rilevamenti di Marliens derivanti dalle illustr.ni 9 e 10, della vicinanza alla stella beta Pegasi, nota col nome Sheat. Quasi a suggerire di considerarla con “faro” di riferimento al sole terrestre, che si trova nell’area galattica della costellazione dei Pesci, e suggerire la sua congiunzione con la posizione del pianeta Terra, cioè allineati. Di qui calcolare le effemeridi del giorno in cui il sole assume come Ascensione Retta quella della stella Sheat. Ed ecco la spiegazione del messaggio criptico degli alieni di Marliens belle e risolto, ma può essere che gli alieni volessero dirci la loro provenienza.
Sheat la stella di beta Pegasi
Scheat (β Peg / β Pegasi / Beta Pegasi) è la seconda stella più brillante della costellazione di Pegaso, dopo Enif. Il suo nome proprio deriva dall’arabo e significa stinco. Probabilmente esso non ha nulla a che fare con la costellazione di Pegaso e si riferisce a qualche altra figura mitologica, di cui non abbiamo più memoria. È chiamata a volte anche Sheat Alpheras o Seat Alpheras (Alpheras deriva dall’arabo Al Faras significante Il Cavallo) e Menkib da Mankib al Faras, che significa la spalla del Cavallo. Questi due nomi propri fanno riferimento alla figura mitologica del cavallo alato Pegaso.
I dati astronomici sono:
AR 23h 03min 46,45sec
Decl. 28°04’58,04″
Ephemeris Solar System: Sun 2023 Mar 5 14:29
Time: Now Julian:
Show: Icons
Display:Full and system Size: 320 Stereo: Cross
Orbits: Real
Observing site: Lat. 45°32’16N Long. 10°13’52E
Heliocentric: Lat. 90N Long. 0°
Ephemeris:
Right Distance From 45°32’16″N 10°13’52″E:
Ascension Declination (AU) Altitude Azimuth RA °
Sun 23h 3m 46s -6° 0.6′ 0.992 24.905 50.365 Up 345,94
Mercury 22h 28m 56s -11° 50.4′ 1.360 15.248 54.453 Up 337,23
Venus 1h 0m 37s +5° 58.0′ 1.347 48.228 23.367 Up 15,15
Moon 9h 49m 39s +18° 16.7′ 63.4 ER -4.391 -121.827 Set 147,41
Mars 5h 20m 4s +25° 29.0′ 1.190 45.898 -80.285 Up 80,02
Jupiter 0h 49m 13s +4° 5.0′ 5.803 45.586 26.522 Up 12,30
Saturn 22h 9m 18s -12° 45.1′ 10.774 11.661 57.855 Up 332,33
Uranus 2h 53m 15s +16° 13.1′ 20.123 58.794 -24.143 Up 43,31
Neptune 23h 42m 29s -3° 10.1′ 30.887 32.266 42.555 Up 355,62
Pluto 20h 7m 53s -22° 36.1′ 35.408 -14.973 72.815 Set 301,97
Una volta appurato che si tratta del giorno 5 marzo 2023, alle ore 14,29, resta il mistero sulle implicazioni di questa data che si aggiunge all’altro mistero della data suggerita dalle effemeridi del 26 agosto 2023, ore 3:00 che combaciano con il diagramma dei dati di Marliens dell’illustr. 9.
Cosa avranno voluto avvisare gli alieni dell’UFO di Marliens con quelle due date di tanto importante? Cosa accadrà il 5 marzo assai prossimo a venire e l’altro del 26 agosto alle ore 9?
Come si vede non è avvenuto alcun fatto che possa legarlo agli UFO atterrati a Marliens, cosa per altro prevedibile perché il loro scopo era di prendere contatto col mondo sotterraneo ed è qui che potevano essere legate le due date in questione.
Ma il fatto che ne siamo venuti a conoscenza, potrebbe far capire che sia un preavviso di possibili “contatti” a breve termine con noi terrestri. Come voler avvisare “STATE ALL’ERTA” in relazione alle guerre in corso.
Gaetano Barbella staff Toba60