toba60
2 putilov denis adobe stock 7115 (1)

Autopsia di un crimine globale

Gli strascichi della truffa mediatica legata alla “Plandemia” la quale ricrea per filo e per segno i fatti precedenti riferiti alla fialetta diluita con acqua distillata nelle mani di Colin Powell per scatenare la Guerra nel Golfo o la caduta libera delle Torri Gemelle abbattute per mano di un branco di musulmani dediti all’alcool con la propensione fare la bella vita in compagnia di belle donne, paiono essere stati accantonati dalla gente che ama le emozioni forti ed ora si gode di una miriade di guerre sparse qua e la che paiono fatte apposta per soddisfare la loro sete di quella che comunemente viene chiamata stupidita congenita acquisita.

E come disse Gino Bartali….

“Tutto sbagliato, tutto da rifare!”

Toba60

Siamo tra i più ricercati portali al mondo nel settore del giornalismo investigativo capillare ed affidabile e rischiamo la vita per quello che facciamo, ognuno di voi può verificare in prima persona ogni suo contenuto consultando i molti allegati (E tanto altro!) Abbiamo oltre 200 paesi da tutto il mondo che ci seguono, la nostre sedi sono in Italia ed in Argentina, fate in modo che possiamo lavorare con tranquillità attraverso un supporto economico che ci dia la possibilità di poter proseguire in quello che è un progetto il quale mira ad un mondo migliore!

61e11d503cc13747866d338b button 2 p 500 1 1 1 1

Autopsia di un crimine globale

 Nella storia dei popoli arriva un momento in cui l’evidenza è così forte da perforare anche i timpani dei sordi volontari. L’episodio denominato “Covid”, questo teatro mondiale di ingegneria sociale, non rientra più nell’ambito della medicina, ma in quello della criminalità. E non si tratta di un crimine ordinario, ma di un crimine di Stato, globalizzato, metodicamente orchestrato da una casta di potenti con le mani sporche di profitti e sangue.

31077 (1)

Perché è proprio questo che rivelano i dati, gli studi, le autopsie, le fughe di notizie scientifiche. Perché quelli che sono stati chiamati con una velata oscenità “vaccini a mRNA” non sono in realtà altro che una serie di armi biologiche iniettate su scala planetaria. Non per curare, ma per condizionare, sterilizzare, avvelenare, sottomettere. Il presunto rimedio si è trasformato in un flagello. Dietro la maschera benevola della scienza, un’impresa di distruzione metodica si è abbattuta su miliardi di esseri umani.

Hanno mentito. Alla luce del sole e con la fredda sicurezza di chi sa di poter contare sull’impunità. Hanno mentito in nome della scienza, della salute pubblica, del bene comune, calpestando uno dopo l’altro tutti i fondamenti stessi della medicina, della prudenza, dell’etica, della verità. Quello che è stato venduto al mondo come una prodezza tecnologica salvifica non era altro che un dispositivo sperimentale su scala planetaria, un’operazione di manipolazione biotecnologica senza precedenti, un’aggressione molecolare contro l’umanità intera, somministrata con una siringa, promossa dalla propaganda, ma soprattutto protetta dal silenzio.

Dietro la rassicurante confezione semantica dei “vaccini a mRNA” si nascondeva una tecnologia ancora instabile, non completamente padroneggiata, distribuita su larga scala senza il minimo rispetto dei protocolli scientifici fondamentali. Con fretta, urgenza e sotto lo slogan isterico “bisogna fare qualcosa”, a miliardi di persone è stato iniettato un prodotto la cui versione finale non aveva più molto a che vedere con quella testata durante le sperimentazioni cliniche.

L’RNA modificato non era più prodotto secondo il processo originale, quello convalidato nella fase 3, ma tramite un processo industriale secondario, approssimativo, che utilizzava plasmidi clonati, amplificati nei batteri, poi purificati in modo affrettato, mal filtrati e insufficientemente testati. Il risultato è stato che tutti i lotti commerciali analizzati contenevano quantità astronomiche di DNA residuo. Non si trattava di tracce, né di residui irrisori, ma di miliardi, centinaia di miliardi di copie di DNA per dose. Fino a 600 volte i limiti normativi. Alcuni flaconi contenevano persino frammenti del promotore SV40 (sequenza di un antico virus scimmiesco un tempo collegato a tumori umani e accuratamente evitato dai biologi per decenni). Eppure, nonostante ciò, è stato iniettato. A bambini. A donne incinte. Ad anziani. A corpi fiduciosi. E questa è solo la punta dell’iceberg della negligenza.

I dati post mortem, ormai numerosi, rivelano ciò che i produttori sapevano e che le autorità hanno finto di ignorare: le proteine spike generate dall’mRNA non rimangono localizzate e non scompaiono nel giro di poche ore. Circolano, si accumulano, colonizzano i tessuti. Si infiltrano nelle pareti vascolari, nel cuore, nel fegato, nelle ovaie, nel cervello. Provocano infiammazioni, necrosi, lesioni multiorganiche. Persistono per settimane dopo l’iniezione. In alcuni casi, sono ancora rilevabili mesi dopo. Il corpo umano, trasformato in una fabbrica virale. Una macchina costretta a produrre un antigene tossico senza regolazione, senza possibilità di fermarlo, senza conoscerne le conseguenze. E le conseguenze ci sono. Enormi. Tragiche. Silenziose.

Uno studio asiatico di portata senza precedenti, condotto su otto milioni di pazienti, conferma ciò che gli osservatori più lucidi intuivano fin dall’inizio: un’esplosione epidemiologica di patologie gravi. Una recrudescenza brutale e sincronizzata di tumori fulminanti, in proporzioni deliranti. +125% per il pancreas, +69% per la prostata, +53% per i polmoni, +35% per la tiroide. E questo, pochi mesi dopo la campagna di richiamo. Il nesso temporale è inconfutabile. La correlazione è schiacciante. La negazione ufficiale è criminale.

Ma i governi hanno insistito. Peggio ancora, hanno rafforzato la coercizione. La promessa di libertà è stata subordinata alla sottomissione medica. Il pass sanitario non è mai stato uno strumento sanitario, ma un vero e proprio test di servitù. Uno strumento di selezione sociale, di punizione civica e di estorsione del consenso. Un’ignominia totalitaria camuffata da precauzione igienica. Vi è stato proibito di lavorare, viaggiare, vivere, se rifiutavate l’iniezione. Siete stati designati come paria, la vostra prudenza è stata criminalizzata, la repressione è stata medicalizzata.

I giornalisti hanno diffuso la notizia. I medici in studio hanno approvato. I bioeticisti hanno taciuto. Le autorità sanitarie hanno insabbiato tutto. Un’intera struttura istituzionale si è coalizzata per imporre un prodotto la cui inefficacia è ormai comprovata, i cui effetti deleteri sono documentati e la cui tossicità sistemica è oggettivamente dimostrata. I produttori, protetti da contratti opachi e da clausole di non responsabilità degne di un cartello mafioso, hanno intascato miliardi, mentre le popolazioni ne hanno pagato il prezzo con sequele, sterilità e bare.

54710 (1)

Sì, la sterilità. Argomento tabù tra tutti. Discretamente evocato, brutalmente censurato. Tuttavia, studi preclinici non pubblicati, ma accessibili tramite fughe di notizie, mostravano già effetti sulla fertilità, sui cicli mestruali, sullo sviluppo fetale. Da allora, le testimonianze abbondano, i tassi di natalità crollano, le anomalie esplodono. Si finge di non vedere, si evitano le correlazioni, si soffocano gli allarmi. Ma il corpo delle donne ricorda. E non perdona.

È un crimine su scala mondiale. Un crimine lento, diffuso, burocratizzato, ma di portata sconcertante. Un’aggressione biologica globale mascherata da salvezza collettiva. Gli Stati non hanno fallito. Hanno collaborato. Le agenzie sanitarie non hanno sbagliato. Hanno obbedito. Non è un fallimento. È un tradimento. E la caduta ha inizio. L’ordine globalista che ha imposto questo orrore, questo esperimento forzato sulla specie umana, vacilla. L’illusione sanitaria crolla, rivelando la sua vera natura: un cavallo di Troia ideologico per la tutela tecnocratica dei corpi. I popoli, feriti, traditi, cominciano a capire. Il risentimento cresce. La rabbia si organizza. Quello che verrà non sarà un dibattito. Sarà una resa dei conti. Perché non si tratta più di discutere. Si tratta di giudicare.

Ciò che è stato perpetrato non può essere riparato. Non si possono resuscitare i morti, non si può restituire la fertilità ai grembi materni resi sterili dal tradimento molecolare, non si può restituire l’innocenza a una scienza prostituita agli interessi delle multinazionali. Ma ciò che può e deve essere fatto è il processo mondiale a questi assassini. Non un processo simbolico, né una commissione d’inchiesta soporifera, sepolta sotto un gergo lenitivo. Ma un processo reale, globalizzato, inesorabile, all’altezza del crimine commesso, che da questo punto di vista deve essere più ampio di quello di Norimberga.

Non si tratterà nemmeno di una semplice condanna degli eccessi. Si tratterà di giudicare un sistema, di smascherare la collusione mortale tra il potere statale, l’industria farmaceutica e i consorzi tecnologici, tutti riuniti in un unico meccanismo di profitto, controllo e disprezzo per la vita umana. Bisognerà tradurre in giustizia i leader politici che hanno trasformato i loro popoli in cavie. Gli alti funzionari che hanno firmato contratti velenosi. Gli amministratori delegati che hanno mentito sotto giuramento. Gli esperti che hanno nascosto i dati. I giornalisti che hanno diffuso la paura. E persino i medici che hanno abdicato al loro giuramento per una carriera televisiva.

Ma questo processo non deve essere solo una vendetta. Deve segnare l’inizio di una completa riorganizzazione della sovranità umana. Sarà necessario smantellare le catene della dipendenza tecnologica. Disarmare i laboratori dal loro potere di censura. Ripristinare una medicina libera dal diktat industriale. Restituire al cittadino il diritto assoluto all’integrità del proprio corpo, al consenso libero e informato, al dissenso medico. Sarà necessario abbattere i muri opachi che separano i popoli dalle decisioni che li riguardano e porre fine all’impunità delle istituzioni sovranazionali che si credono al di sopra della legge, al di sopra dei popoli, al di sopra della vita stessa.

La salute non può più essere un mercato. Il corpo non può più essere una proprietà negoziabile. La vita non può più essere manipolata secondo le ambizioni transumaniste e le fantasie eugenetiche di alcuni miliardari con una visione cibernetica del mondo. Bisogna strappare la medicina dalle grinfie del potere e riportarla al suo fondamento primario: curare, proteggere e rispettare.

Non basta nemmeno constatare il crollo. Bisogna accelerarlo, perché il modello globalista ha fallito, non solo moralmente, ma anche biologicamente. Ha inoculato la malattia con il pretesto di combatterla, ha imposto la morte con la scusa di ritardarla. Ora deve cadere. Con esso cadranno le istituzioni che hanno tradito, come l’Unione Europea, che è diventata la camera di registrazione della Big Pharma. L’OMS, diventata il braccio armato di una governance sanitaria senza legittimità. La NATO, complice di una geopolitica del caos con il pretesto della sicurezza. Rimarranno solo i popoli, nudi ma lucidi, feriti ma in piedi.

Le nazioni devono alzarsi, non per reclamare un ritorno all’ordine di ieri, ma per imporre un nuovo ordine, fondato sulla verità, sulla responsabilità e sull’inviolabilità del corpo umano. Ci vorranno tribunali. Ci vorranno esumazioni. Ci vorranno nomi. Ci vorranno confessioni. Ci vorranno condanne. E ci vorrà, infine, chiudere il secolo della manipolazione e aprirne uno di ritrovata dignità.

Perché se la Storia deve ricordare qualcosa di questo episodio, non sarà la paura, né la cecità, né tantomeno il crimine. Sarà quel preciso momento in cui, finalmente cadute le maschere, i popoli hanno smesso di credere e hanno iniziato a giudicare.

Phil BROQ.

Fonte: jevousauraisprevenu.blogspot.com

Ilaso1631468483
Qcpia16858835731
Photo 2024 08 31 12 07 272
Codice qr 1
Comments: 0

Your email address will not be published. Required fields are marked with *