C’è speranza per la donna, c’è speranza per la pace nel mondo
Il mondo parallelo è uguale a quello ordinario, solo che la percezione che si ha nel vedere entrambe è differente.
Toba60
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Ce lo annuncia l’arte di Abdul Qader Al Rais di Dubai
Abdul Qader Al Rais, con l’opera pittorica Calligraphy Series 2017,della figura n.4, ha rappresentato l’Amore come dovrebbe essere nei cuori dei suoi connazionali degli Emirati Arabi Uniti e lo configura con la sua bella calligrafia in una firma con due caratteri dell’alfabeto arabo
ﺡﺏ= Amore

Ricordiamoci che nell’Islam di Maometto siamo in un mondo in cui la religione, in particolare, si occupa dell’uomo che ha difficoltà a concepire la spiritualità di Dio, Allah, a causa del rapporto con la donna. Di qui c’è molta severità nei riguardi di lei con la legge di Shariʿa che la obbliga a osservare scrupolosamente, onde evitare tentazioni erotiche disordinate. Shariʿa vuol dire ‘il cammino che conduce alla fonte a cui abbeverarsi’. Nel cristianesimo il Vangelo di Giovanni (4,12) identifica il pozzo di Sichem con quello sui cui bordi Gesù incontrò la samaritana. È un velato accenno alla relazione del Salvator Mundi di Leonardo da Vinci che è stato acquistato dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
La firma di Maryam bint ʿImrān è l’Amore sacrificale e Abdul Qader Al Rais la raffigura nella sua opera pittorica Calligraphy Series, 2017, per fronteggiare la grave situazione della donna araba.
Ho raffigurato questa opera limitandola al particolare della parte superiore per indicare l’Oasi di Maryam bint ʿImrān (la si vede in sagoma) e l’altra sagoma, quella di Amore a destra, salvata con la nave del quadrato a losanga della salvezza intravisto nel Salvator Mundi e se ne parlerà fra poco.
Nell’islam vi sono diverse figure femminili degne di lode, come le due mogli del Profeta, ‘A’isha e Khadîja, oppure la figlia più cara al profeta, Fatima, tanto amata e importante che la potente dinastia dei Fatimidi trasse il proprio nome proprio da lei.
Maria si inserisce in questa “lista”, è infatti ritratta come una donna straordinaria, virtuosa e pura, e per questi motivi è degna di essere la madre di Gesù.
Interessante, a questo proposito, è la notizia che arriva dagli Emirati Arabi Uniti: il principe ereditario degli Emirati Arabi Uniti ha deciso di cambiare nome a un’importante moschea di Abu Dhabi. La moschea si chiamava da anni “Moschea dello sceicco Mohammad bin Zayed”, mentre ora è dedicata a Maria, madre di Gesù.
La matematica della Sezione Aurea di Calligraphy Series 2017 fa capire che il quadrato a losanga ha un potere alchemico di grande prestigio.
Il quadrato a losanga che regge (trasporta) la parola Amore è un vascello che salva l’Eros del quale si parla nella profezia II-45 di Nostradamus.
«Troppo al Cielo piange l’Androgino procreato. nello spazio Celeste sangue umano versato: Per la morte troppo tardi il grande popolo ricreato tardi e così viene il soccorso atteso.»
Cosa comporta la salvezza dell’Eros? Comporta l’immortalità e nella profezia di Nostradamus si realizza appunto lo stato androginale che lo concepisce. Il sangue umano versato si riferisce alla morte dell’umanità che è avvenuta continuamente fino ad oggi a causa dell’Eros impuro.
L’illustr. 3 mostra gli elementi geometrici del quadrato che sono perfettamente in armonia con le Sezioni Auree del rettangolo della figura del dipinto Calligraphy Series 2017 di Abdul Qader Al Rais. Questo artista, se da un lato professionale è molto acclamato, da un altro lato non ha fama di essere anche matematico, ma il suo dipinto mostra di essere in considerevole sintonia matematica e questo dimostra che egli è chiaroveggente.
Per conseguenza il dipinto lascia capire che il Salvator Mundi di Leonardo ha un grande potere per dominare in modo armonico l’Eros che trasporta a destinazione, ossia presso l’Oasi di Maryam bint ʿImrān che si vede in sagoma. La freccia indica il punto di arrivo della “navetta” del quadrato a losanga con un percorso indicato nella nuova illustr. 4.

Illustrazione 4: Calligraphy Series 2017 di Abdul Qader Al Rais. La sede dell’Eros nel corpo umano è il naso.
La “navetta” del quadrato a losanga viaggia continuamente trattandosi di una parte di umanità che è stata posta in “attesa” e aspetta il giorno della resurrezione. Chi sono?
Nell’Apocalisse di Giovanni viene detto:
«Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio e giorno e notte nel suo santuario; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame, né avranno sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta, perché l’Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi». (Ap 7,14:17)
L’olfatto sessuale, sede dell’Eros
Gli esseri umani, come anche altri mammiferi, presentano un secondo organo nasale, distinto dall’epitelio olfattivo principale, che viene ribattezzato “naso sessuale” o “organo vomeronasale”. Il compito di questo organo è di rilevare alcune sostanze chimiche come i feromoni, che sono in grado di influenzare le reazioni sessuali, riproduttive e sociali di un individuo. Spesso queste sostanze vengono rilasciate da femmine di una particolare specie e finiscono per attivare, come nel caso dei topi, una risposta pressoché innata da parte dei maschi.
Alcuni test di laboratorio hanno consentito di verificare che animali vergini, privati dei neuroni di questo organo, perdono la capacità di accoppiarsi. Le ricerche hanno evidenziato che i neuroni del sistema vomeronasale spediscono i loro impulsi in una zona del cervello (di controllo delle risposte emotive e dei comportamenti innati) diversa da quella ricevente i segnali dell’epitelio olfattivo (corteccia olfattiva). >>[1]
All’interno del cervello umano, vicino alla parte superiore del naso c’è una caratteristica anatomica che ci dà motivo di credere che esistano i feromoni umani: l’organo vomeronasale. La sua funzione è sconosciuta, ma nei primati subumani, questa è l’area in cui i feromoni agiscono per aumentare le possibilità di procreazione. […] Quando eseguiamo un’azione più o meno faticosa, sudiamo attraverso le ghiandole endocrine.
Ma quando siamo imbarazzati o eccitati sessualmente, sudiamo attraverso le ghiandole apocrine che rilasciano steroidi ad alta densità sotto le braccia e intorno ai genitali; il loro ruolo è sconosciuto. Nei primati subumani, le stesse ghiandole apocrine rilasciano feromoni. Altre ricerche condotte dal Dr. Hirsch hanno dimostrato che il collegamento tra l’olfatto e la risposta sessuale è verosimile. In uno dei suoi studi è emerso che il 17% dei suoi pazienti con deficit olfattivi ha sviluppato una qualche disfunzione sessuale.
La vita tormentata del «Salvator Mundi» come fu per Gesù Cristo crocifisso e poi risorto

Illustrazione 5: Salvator Mundi di Leonardo da Vinci.
Gli anni del restauro
2005
• Aprile. Il «Salvator Mundi» viene venduto dall’«estate» di Basil Clovis Hendry Sr a New Orleans a un consorzio di mercanti d’arte, tra cui Alexander Parish e Robert Simon, a mille dollari più 175 di commissioni.
• Mario e Dianne Modestini, coppia di restauratori di dipinti antichi, iniziano il restauro del quadro, gravemente compromesso, ridipingendone in sostanza una gran parte.
2008
• All’inizio dell’anno, Dianne Modestini dichiara che il «restauro» è completato. Modestini interviene nuovamente sul quadro dopo la mostra del 2011 alla National Gallery (il marito Mario era morto nel 2006).
• Martin Kemp, Robert Simon e Margaret Dalivalle iniziano a scrivere la loro monografia Leonardo da Vinci’s Salvator Mundi and the Collecting of Leonardo at the Stuart Courts, pubblicata nel 2019. [1]
Il Giano Bifronte del quadro Salvador Mundi di Leonardo
Leonardo credeva nella doppia verità del Giano Bifronte, antica divinità romana, ed era un concetto che lui applicava alla sua opera, nascondendo il suo capolavoro in questo modo.
Se è magistralmente grande il potere della faccia esteriore del Salvator Mundi, nel dar prova della sua grande fama, al punto di essere contesa oggi e comprata dal principe saudita Mohammed bin Salman per 450 milioni di dollari, l’altra faccia, quella interiore, deve essere straordinariamente altrettanto grande e complessa per poterlo manifestare.
Leonardo, come tutti gli artisti del Rinascimento, credeva nel grande potere della Sezione Aurea e, naturalmente, architetta la croce di questo grande segno matematico per condividerla con quella del Golgota sulla quale è stato inchiodato il Cristo. Nella sua mente si preparava il progetto eterico-astrale del nuovo Cristo promesso per la rigenerazione del genere umano come previsto nell’Apocalisse di Giovanni.
Di qui il suo grande lavoro prima dell’opera di pittura col fissare i punti strategici del Salvator Mundi con la croce della Sezione Aurea, come se fossero affissi anche loro su essa. È la grande prova del Giano Bifronte che costerà la vita alla sua opera nel futuro per fargli sopportare i gravi maltrattamenti che sappiamo. Ma non al punto da far sparire le sue traccie perché oggi è “redivivo”, è nelle mani del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
Il capolavoro vinciano acquistato all’asta nel 2017 da un intermediario del principe saudita Mohammed bin Salman, arriverà presto in un “Louvre saudita”
Il Salvator Mundi dipinto attribuito a Leonardo da Vinci, è anche conosciuto per essere l’opera d’arte più costosa mai venduta. Secondo alcune fonti, dopo l’acquisto in un’asta Christie’s nel 2017, il dipinto è stato portato in Arabia Saudita e si troverebbe a bordo dello yacht di lusso Serene, di proprietà del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman che avrebbe acquistato il capolavoro. Tuttavia, da quel momento, l’opera non è mai stata esposta pubblicamente, questione che rende la vicenda davvero misteriosa.
Poco dopo l’acquisizione, l’Arabia Saudita avrebbe annunciato piani per esporre il quadro in un nuovo museo a Neom, una città futuristica che si sta sviluppando nel nord-ovest del paese, ma i dettagli su questi sono rimasti incerti in tutti questi anni. Bernard Haykel, professore di studi del Vicino Oriente alla Princeton University e amico del principe saudita, avrebbe confermato le intenzioni di quest’ultimo sulla costruzione di un museo molto grande a Riyadh o Riad, «con un oggetto di riferimento che attragga le persone, proprio come fa la Monna Lisa». L’articolo è stato scritto da Jonathan Rugman, produttore consulente del documentario della BBCThe Kingdom: The world’s most Powerful Prince del 2024. Rugman ha concluso che l’acquisto del Salvator Mundi da parte di Mohammed bin Salman «ci dice molto su come pensa e sulla sua volontà di essere un azzardo, senza paura di essere fuori passo con la società religiosamente conservatrice che governa».

Per la costruzione di un nuovo Louvre fra le sabbie del deserto, Salman avrebbe invitato a Riad importanti esperti d’arte occidentali: tra questi la britannica Iwona Blazwick, ex direttrice della Whitechapel Gallery di Londra, e, più di recente, l’ex direttore del British Museum Hartwig Fischer, dimissionario dopo lo scandalo scoppiato la scorsa estate per le migliaia di oggetti rubati sotto la sua sorveglianza da un ex curatore. Proprio a luglio la Commissione Saudita per i Musei ha annunciato la nomina del 61enne storico dell’arte tedesco a direttore fondatore di un nuovo museo delle culture del mondo che dovrebbe aprire a Riad nel 2026. Inoltre Martin Kemp, lo storico dell’arte al quale si deve l’attribuzione a Leonardo da Vinci, ha affermato di essere stato invitato a discutere del progetto, destinato a essere realizzato in due anni. [2]
Perché il destino del Salvator Mundi è nelle mani del principe saudita Mohammed bin Salman
La risposta a questa domanda, che era stata annunciata all’inizio, non riguarda le possibili ragioni pratiche del fatto che il dipinto era stato posto in vendita con una gara e un intermediario del principe saudita Mohammed bin Salmanvinto l’ha vinta con un’offerta di 450 mila Euro, il più alto prezzo di tutti i dipinti esistenti. Ma è stata la sorte che ha deciso il trasferimento del dipinto, Salvator Mundi, nella terra dell’Arabia Saudita e particolarmente ora a bordo dello yacht di lusso Serene, di proprietà del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman che avrebbe acquistato il capolavoro nel 2017. Questi collocherebbe il quadro nel museo di Riad quando sarà completato nel 2026.
Naturalmente non ci possono essere prove che il Salvator Mundi abbia il potere “cristiano” di influire sul mondo arabo e particolarmente sul principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Egli è talmente importante perché è figlio dell’attuale re Salman, e primo in linea di successione al trono dell’Arabia Saudita. E oltre alla sua posizione reale, egli è anche il Primo ministro del paese dal 28 settembre 2022. Ma sta di fatto che dal 2017 (lo stesso anno dell’acquisto del Salvator Mundi) egli ha intrapreso una “svolta liberale” nel suo paese. Consideriamola dunque la prova del Salvator Mundi che si cercava.
La ‘visione liberale’ di Mohammed Bin Salman
Tra i paesi del Medio Oriente risulta sorprendente, e a più riprese invocata, la “svolta liberale’’ intrapresa dal principe saudita Mohammed bin Salman (MbS). Nel 2017, in seguito all’annuncio di riforme sociali ed economiche verso un ‘Islam moderato’, vennero promulgate nuove leggi per l’applicazione della Sharia, contenenti disposizioni per la condizione femminile. Sebbene nel Paese sia ancora in vigore il “sistema del guardiano” (in arabo welayah), per cui le donne sono dipendenti dal wali, ovvero un tutore “protettore”, spesso un padre, un coniuge, o più in generale un uomo, le nuove riforme hanno creato un’apertura.
Le donne saudite possono ora usufruire di cinema, stadi, entrare nelle forze armate, richiedere passaporti, aprire attività senza il consenso maschile, e guidare con la patente senza la presenza di un tutore maschio, delineando così una nuova concezione del patto sociale.
A queste riforme sociali più liberali, verso una maggiore emancipazione della donna, si contrappongono, però, arresti e misure di repressione nei confronti di molte attiviste, che fanno pensare ad una una ristrutturazione orchestrata della reputazione di MbS, piuttosto che ad un passo verso l’uguaglianza di genere. Come evidenziato da Human Rights Watch, il regime continua a detenere le attiviste che, prima delle riforme, si erano battute per la causa femminista, rafforzando così la propria capacità di controllo sulla società civile e limitando il monitoraggio indipendente del grado di implementazione delle riforme.[3]
Ma non è una visione liberale quella che aleggia negli Emirati Arabi Uniti
<< Negli Emirati Arabi Uniti le donne subiscono quotidianamente discriminazioni legali, poiché il sistema giuridico del Paese si basa sull’interpretazione della Sharia. Ad esempio, è vietato loro sposare un uomo non musulmano o i mariti possono ancora impedire alla moglie e ai figli minorenni di lasciare il Paese senza il oro permesso. Anche se lo stupro è criminalizzato e punibile con la morte, il codice penale non include lo stupro coniugale. I rapporti descrivono anche come il governo non applichi efficacemente le leggi sugli abusi domestici, risultando di conseguenza in un basso tasso di condanne.
Inoltre, gli Emirati Arabi Uniti sono un Paese di destinazione per uomini e donne che vengono trafficati soprattutto a scopo di sfruttamento sessuale. Gli Stati Uniti hanno classificato il paese come uno dei peggiori per quanto riguarda la tratta di esseri umani. Ciò è stato dimostrato anche dall’Ufficio del Dipartimento di Stato americano per il monitoraggio e la lotta alla tratta di esseri umani, che ha affermato che il governo non soddisfa gli standard minimi nella lotta contro la tratta di esseri umani.
In effetti, gli Emirati Arabi Uniti hanno incrementato la loro industria del sesso e ne traggono un profitto significativo. La stragrande maggioranza delle donne arriva negli Emirati da Paesi in cui non riesce a guadagnarsi da vivere nel proprio luogo di origine entra nel Paese con false promesse sperando di trovare un lavoro onorevole. Tuttavia, dal momento in cui entrano, diventano schiave: i loro passaporti vengono rubati, i loro “datori di lavoro” cambiano i contratti unilateralmente, vengono abusate fisicamente e sessualmente e il salario promesso come esca non viene pagato. Sebbene gli Emirati Arabi Uniti abbiano attuato alcuni sforzi per contrastare questi crimini, negli EAU il traffico delle donne è un’usanza nascosta, un crimine che non si vede e che non viene nemmeno perseguito. [4]
La prova della visione liberale di Mohammed Bin Salman con la valle di Land Art per trasformare il deserto di AlUla
Ashab Al-Lal, una vasta installazione situata nelle sabbie calde di Wadi AlFann, una “valle delle arti” di 65 chilometri quadrati ad AlUla, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita. I visitatori scendono attraverso un tunnel in una camera sotterranea, dove un miraggio rifletterà la loro immagine in superficie, così che chi cammina nel deserto ne incontrerà l’apparizione. Il progetto rientra nell’ambito di Wadi AlFann, il programma che, con il placet del principe ereditario Mohammed bin Salman Al Saud, intende trasformare il deserto saudita in una “Valle delle arti”. E il Centro visitatori Desert X AlUla 2022 ne è un esempio.

Visitatori Desert X AlUla 2022. F
Dopo il successo di Desert X AlUla 2020, KW. studio è stato nuovamente incaricato di progettare il Centro Visitatori per l’edizione 2022. Il nuovo design ha ripreso e reinterpretato elementi chiave della struttura originale, come il cortile circolare e l’integrità assiale, mantenendo semplicità e armonia con il paesaggio circostante.
La Commissione Reale per AlUla aveva individuato un nuovo sito per l’edizione 2022, richiedendo un’evoluzione del progetto originale. Il Centro Visitatori 2022 non è una semplice replica di quello del 2020, ma un’iterazione che ha aggiunto nuovi volumi a nord e a est, ampliando le funzioni con un negozio, spazi per eventi, posti a sedere interni e servizi migliorati per il personale.
Un’evoluzione progettuale che valorizza il paesaggio.
Il nuovo layout simmetrico, sviluppato attorno al perimetro del cortile, è caratterizzato da un’apertura ellittica sul tetto, che ottimizza l’ingresso della luce solare e accentua il carattere diagonale del progetto. Quattro nuovi cortili più piccoli offrono diversi gradi di privacy e una circolazione parallela tra le diverse aree dell’edificio. Le connessioni tra interno ed esterno si arricchiscono di nuove prospettive, mentre le infilate acquisiscono profondità grazie ad aperture aggiuntive e stanze allineate.
Il Centro Visitatori Desert X AlUla reinterpreta l’architettura tradizionale del deserto, caratterizzata da strutture vernacolari che evitano l’esposizione diretta al sole, creando un’interazione introspettiva con il paesaggio.
Costruito rapidamente con materiali locali, il Centro Visitatori è una struttura leggera in acciaio rivestita in fibrocemento e rifinita secondo le linee guida RCU. L’ampio cortile e i lucernari sono resi possibili da elementi in calcestruzzo gettati in opera.
Un’analisi accurata del percorso solare ha guidato la progettazione, con un’apertura ellittica sul tetto che massimizza l’ingresso della luce naturale quando necessario, fornendo ombra durante le ore di massima luce solare. Questo sistema migliora il comfort e riduce la necessità di raffrescamento meccanico. Un’architettura silenziosa che trasforma il paesaggio culturale di AlUla Desert X AlUla, la prima mostra d’arte site-specific della regione, è gratuita e aperta a tutti e si svolge nella storica regione desertica di AlUla, un luogo di importanza mondiale in Arabia Saudita. Il Centro Visitatori del 2022 ha sfruttato il potenziale già rivelato con la struttura del 2020, ribadito ancora una volta nel 2024: un’architettura discreta e contestualizzata può svolgere un ruolo chiave nello sviluppo della comunità. [1]

Il disegno dimostra la visione aurica della costruzione del Centro Visitatori senza disordini strutturali con la geometria del quadro fotografico. Non solo, ma anche le quattro persone I, L, M ed N vi sono comprese.
Se poi si allarga l’orizzonte del quadro si può intravedere a sinistra in alto un ombra che sembra essere quella di un essere luciferico che si protende per ammirare tutta l’opera del Centro Visitatori che lui ha fatto. Come a capire la “svolta liberale’’ intrapresa dal principe saudita Mohammed bin Salman (MbS) nel 2017, lo stesso anno dell’acquisto del Salvator Mundi.
Gaetano Barbella
Riferimenti
[1] & 4 https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/La-vita-tormentata-del-Salvator-Mund
[2] https://insideart.eu/2024/08/23/il-salvator-mundi-di-leonaro-presto-in-arabia-saudita/
[3] https://www.affarinternazionali.it/parita-di-genere-in-arabia-saudita-apertura-di-facciata/
[4] https://www.adhrb.org/it/2022/08/essere-donne-in-eau/
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