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Il Mistero di Tellus la Terra che Cela il Mondo Sotterraneo di Agarthi

Il testo parte da una base esoterica e poi…….

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Il mondo sotterraneo di agarthi

La disposizione della fig. 1 vuol far capire che i segni astrologici hanno un valore che lega le due facce. Come a intuire che il sopra della superficie della Terra è uno specchio che riflette il suo di sotto attraverso i simboli. In questo modo si comprende che la terra sotterranea cela un mondo, non nel senso materiale, ma occulto, cioè di natura astrale-eterica. Ed ecco una prova dell’esistenza del mondo di Agarthi o detto con altri nomi e se ne riparlerà perché è in parte un tema di questo scritto.

Aion reso nel latino tardo come Aeon, e quindi Eone, indica il Tempo inteso come entità trascendente ed eterna, contrapposta a Chronos, che è la “durata” temporale misurata dall’uomo.

Etimologia del termine.

Il nastro di Möbius

In matematica, e più precisamente in topologia, il nastro di Möbius è un esempio di superficie non orientabile e di superficie rigata. Trae il suo nome dal matematico tedesco August Ferdinand Möbius (1790-1868), che fu il primo a considerare la possibilità di costruzione di figure topologiche non orientabili.

Il Nastro di Möbius

Differentemente da quanto talvolta ritenuto, il simbolo matematico ∞ di infinito non fa riferimento al nastro; la sua introduzione è attribuita al matematico inglese John Wallis (1616-1703).

Il Mondo di Agarthi

Agarthi (detto anche Aghartha, Agartha o Agartta) è un regno leggendario che si troverebbe all’interno della Terra, descritto nelle opere di vari scrittori tra cui Willis George Emerson (1856-1918). Sede del mitico re del mondo, la favolosa Agarthi è legata alla teoria della Terra cava ed è un soggetto popolare nell’esoterismo.

Storicamente Agarthi è un nome spesso usato per definire una civiltà nascosta all’interno dell’Asia centrale. Nel tantra Kalachakra del buddhismo tibetano viene descritto un regno simile, col nome di Shambhala. Nelle interpretazioni moderne, vi è una sostanziale identificazione tra Shambhala e Agarthi.

Secondo i teorici della sua esistenza, il termine Agarthi significherebbe «inaccessibile», sebbene non si abbia riscontro di parole tibetane o sanscrite ad esso simili.

Naturalmente questo mondo sotterraneo, come del resto dice il suo significato, è  inaccessibile perchè si tratta di un mondo astrale-eterico e solo in tal modo lo è.

A questo punto la trattazione su questo mondo inaccessibile, finisce qui, ma si ha modo di avere la prova che si cerca esaminando due di tanti casi di avvistamento di oggetti volanti, noti col nome di UFO.

Esseri alieni di due UFO entrano in Agarthi

Nel corso della notte del 10 maggio 1967, gli abitanti di Marliens videro passare sopra di loro quello che all’epoca veniva chiamato un «disco volante»; il velivolo era in fase di atterraggio. All’alba, le sue tracce erano visibili in un campo vicino, ed erano tipiche, come poterono costatare i gendarmi della brigata del cantone, Genlis.

Metro alla mano, i tutori dell’ordine redassero un verbale (n. 309) e fecero vari schizzi, molto ben fatti secondo l’opinione generale, anche se va comunque considerato che non si trattava dell’opera di specialisti (fig. 3). L’impronta (di una dozzina di metri di circonferenza) fu cosparsa di polvere bianca e fotografata da un elicottero. Aveva l’aspetto di una stella a 6 punte, all’interno della quale si distinguevano sei fori che eventualmente avrebbero consentito di tracciare una seconda stella, interna più piccola.

Secondo una diversa procedura, collegando le punte della stella grande, si può tracciare un poligono a sei lati; lo stesso accade unendo tra loro i punti corrispondenti ai sei fori. L’esagono grande è convesso, il più piccolo concavo; nessuna di queste figure presenta un angolo retto.  Negli ambienti specializzati, ufficiali o privati, fu dato grande rilievo alla cosa.

Un autore, Maurice Chatelain, in Le Messagers du Cosmos (Robert Laffort, 1980), dopo uno studio dettagliato si era orientato verso i dati egizi, pi greco, ecc. tuttavia, nell’insieme non furono tratti insegnamenti alla portata dell’avvenimento di base, restando nell’ambito matematico.

La fig. 8 mostra il rilievo eseguito dalla brigata di gendarmeria di Genlis, poco distante da Marliens, ed è quanto basta per ora per avermi permesso di intuire un possibile schema per risalire ad una risoluzione astro-geometrica di un diagramma dell’assetto planetario solare sul piano dell’eclittica di un giorno tutto da concepire. Ed è da questo risultato che risulta una data che potrebbe far capire che si tratta di un ritorno dell’astronave aliena.

I pozzetti delle impronte dell’astronave aliena

La configurazione del fondo dei pozzetti delle impronte di Marliens, (fig. 8) con le due cave orbitali che si immergono nel terreno, è piuttosto curiosa. Di qui mi è sorta la convinzione che lo sbarco degli alieni è avvenuto attraverso questi pozzetti e non al solito modo tramite una scaletta per scendere sulla piana terrestre. Dunque lo sbarco deve essere avvenuto per accedere nella profondità terrestre, ma non c’è traccia del vano di passaggio se non per un breve tratto.

Come se gli alieni avessero una capacità di trasformare la loro costituzione corporea, da materia fisica in materia eterica per accedere in un mondo sotterraneo. Ed ecco che si è fatto strada in me la teoria della “Terra Cava”, cioè del mondo sotterraneo di Agarthi, o di Shamballa. È un argomento incomprensibile ma si capirà meglio fra poco.

Le tracce periferiche dell’impronta di Marliens descrivono un ellisse

L’ellisse sembrerebbe essere la traiettoria di un sistema rotante di quattro pianeti contrapposti più un quinto, disponendolo in piano. Al centro un Sole. Ma è più un messaggio crittografico in codice ed è prematuro, per ora, capire a cosa mira. Il sistema interno con traiettorie in rosso, con più sicurezza potrei interpretarlo come il nostro sistema planetario solare geocentrico (la terra è al centro).


Figura 5: L’ellisse sembrerebbe essere la traiettoria di un sistema rotante di quattro sistemi contrapposti più un quinto, disponendolo in piano. Al centro un Sole. Il sistema interno con traiettorie in rosso, come si vedrà, genera un altro ellisse che può essere un altro sistema rotante

Con la fig. 4 e successivamente con l’illustr. 5, è rappresentata la proiezione in piano delle tracce interne all’ellisse (segnate in rosso). Ho supposto che siano alcuni pianeti e il sole del nostro sistema planetario solare geocentrico. Come già esposto, in questa configurazione, i pianeti e il sole ruotano sul suddetto secondo ellisse. Si nota una quinta diramazione, la OE’, estranea al probabile sistema solare e quasi certamente potrebbe trattarsi dell’Ascensione Retta del pianeta dell’astronave atterrata a Marliens. La declinazione per la ricerca sulla mappa stellare è l’angolo GG’O segnato in verde. In seguito vedremo come usare questi dati, che varrebbero come un ipotetico messaggio per risalire alle effemeridi del sistema solare, cosa estremamente difficile da concepire salvo intuire a quale data si riferisce. Sorge la domanda a cosa si riferisce questa data, ma non si può sapere, salvo a ipotizzare un loro ritorno, allo stesso posto di atterraggio o un altro, mettiamo. Per un avvenimento importante straordinario?

Intanto il 12 aprile 1980, in zona Colli di Buseto Palizzolo di Trapani, avviene un altro atterraggio di un UFO, le cui impronte rilasciate sul terreno sembrano essere simili a quelle dell’atterraggio alieno di Marliens appena esaminato (fig.re 6 e 7). Un folto gruppo di esperti del Centro Ufologico Nazionale (CUN), sede di Palermo, si adoperarono per fare un intenso lavoro di rilievo delle impronte rilasciate dalla presunta astronave aliena. Di seguito riporto in parte la relazione a cura del CUN da Settimo Albanese, per gentile concessione del signor. Davide Ferrara, cui ringrazio. Egli è vicepresidente del Coordinamento CUN Sicilia cura il database e fa parte del  si adoperarono per fare un intenso lavoro di rilievo delle impronte rilasciate dalla presunta astronave aliena

Figura 6: Il secondo ellisse dell’illustr. 2 riportato in piano

Il giorno 15 aprile 1980 il Gazzettino di Sicilia, nella sua prima edizione, comunicava che in zona Colli di Buseto Palizzolo, nel trapanese, il viticoltore Giuseppe Pedone di 53 anni, sposato con due figli, persona di indubbia serietà e molto stimata in paese, come poi ci hanno anche riferito i Carabinieri, denunciava al locale comando dell’arma, la presenza, nel suo appezzamento di terreno, coltivato a viti, di tracce che lasciavano presumere l’atterraggio di un oggetto non identificato.

Figura 7: Rilievo del terreno su cui è atterrato l’UFO a
Buseto Palizzolo.

Il resoconto dell’avvenimento, inizia la mattina del sabato 12 aprile 1980 allorché sig. Pedone Giuseppe, insieme al fratello si recava nei propri appezzamenti di terreno per i consueti lavori.

Figura 8: Pianta e sezione delle traccia dei fori sul terreno dell’Ufo di Buseto Palizzolo

I due, durante il controllo dei danni causati dalle piogge dei giorni precedenti, si accorgevano di un vuoto (sic) esistente sul terreno fra la verdeggiante ed uniforme distesa di erbe e viti. Naturalmente si destò in loro dopo la sorpresa delle insolite e abbondanti traccie rilevate sul loro terreno, fra depressione insolita e numerosi buchi, si recarono il giorno dopo, la domenica mattina, al locale Comando dei Carabinieri. Di li a poco si mise in moto un gruppetto di carabinieri per i rilievi del caso. In seguito intervenne il gruppo del CUN per l’esame approfondito della traccie rilasciate da una presunta astronave aliena.

1) Il distretto di terreno, prevalentemente argilloso, presentava una depressione di circa 20 cm. che delimitava geometricamente una forma pressoché circolare con dei fori anch’essi ben definiti e circolari.

2) L’assenza quasi completa di qualsivoglia vegetazione, salvo la presenza di un tralcio di vite, con una parte della corteccia annerita, al centro della depressione, condizione che lasciava supporre che fosse stato compresso da qualcosa di molto pesante.

3) La situazione di cui sopra era tanto più evidente in quanto tutta la restante parte del fondo agreste era rigoglioso di erbe e di viti regolarmente disposte.

4) Nessuna traccia di qualsivoglia mezzo meccanico è stata notata nelle vicinanze del distretto interessato che potesse far supporre l’intervento di mezzo convenzionale nel medesimo.

5) A distanza di circa 5 metri dal limite della zona suddetta, venivano trovate zolle, di circa 30 cm. di diametro, di terreno argilloso disposte radialmente rispetto ad un supposto centro di proiezione.

6) Il terreno ricade in zona prettamente agricola, su uno sfondo prevalentemente collinoso; in esso sorgono delle vecchie costruzioni agricole poste a gran distanza.

L’aver visionato i reperti tecnici del rilievo dell’atterraggio della presunta astronave aliena a Buseto, mi ha indotto a fare delle riflessioni sulla natura dei fori obliqui rilevati sul terreno. Visionando la fig. 8 si nota chiaramente che secondo l’opinione degli esperti del CUN, che hanno fatto i rilievi che nei fori sul terreno, nei fori poteva essere alloggiato una sorta di complessi tubi telescopici. Ma volendo conformarsi agli analoghi fori dell’astronave aliena del caso Marliens (fig. 9), lo stesso concetto dei tubi telescopici, qui non è attuato.

Figura 9: L’ipotetico UFO con le tracce dei fori sul terreno

Non riesco a immaginare quale sia la funzione delle aste telescopiche immaginate dagli ufologi del CUN che non avevano altre idee, se non per giustificare gli irregolari fori divergenti. Tuttavia, da parte mia, ipotizzo che i soli fori potrebbero essere un vano di transito di parte del sistema di teletrasporto per il trasbordo – mettiamo – in una supposta “terra cava” del nostro pianeta, come nel caso di Marliens, con la differenza dell’aggiunta dei pozzetti a mo’ di “anticamera”.

Secondo me, per spiegare la presenza di questo genere di astronave aliena, ma già se ne è parlato per il caso Marliens, vale capire che la natura degli esseri che li guidano è quella di esseri non corporei come noi della terra e provengono da un loro mondo. Volendo capire la loro natura in rapporto a noi terrestri, vale esaminare la nostra natura che si conosce dal punto di vista esoterico. Anche noi siamo dotati di un involucro eterico complesso, cioè fatto a più strati di materia sottile compenetrati fra loro.

Figura 10: I pozzetti del rilievo delle impronte dell’UFO di
Marliens.

C’è chi ritiene anche, che gli esseri alieni in questione non provengono da altri “pianeti”, così come concepiti nella mente umana, ma da un pianeta eterico nella terra, non percepibile dall’uomo. Questa versione è possibile visto che gli alieni di Marliens e di Buseto si sono immersi nella nostra terra, adattando la loro natura corporea eterica con quella degli abitanti del supposto mondo sotterraneo. Dunque sono in grado di convivere con quelli del mondo sotterraneo.

E qui l’opinione in merito è che la terra, come già detto, sia occultamente cava e contenga un mondo che molti hanno chiamato Agarthi e altri Shamballa. E poi c’è la vecchia concezione di cui parla Dante Alighieri, dell’inferno, Purgatorio e Inferno correlati alla nostra Terra, ma io sin dal presentare la cartografia di Brescia, dell’Agnello alato ho concepito l’dea che si tratta del nuovo mondo descritto dall’Apocalisse di Giovanni che segue la strada occulta. Ed ecco la spiegazione degli esseri non corporei come noi della Terra che vivono comunque legati a noi terrestri.

In verità, per stare con i piedi a terra, come già detto, è erroneo e insostenibile il concetto di cavità fisica, ma di “compentrazione“, ovvero di passaggi di stato da fisico ad astrale-eterico, così come quello astrale-eterico-mentale dell’uomo, ma è una cosa che l’uomo della scienza ignora. Tuttavia si sa dall’esoterismo del passaggio di stato dei coloro che si sdoppiano disponendosi a viaggi in altri mondi di natura asrale-eterica.

Veniamo ora alla possibile spiegazione fori, obbliqui (Buseto) o verticali (Marliens) in chiave degli esseri incorporei, e qui entra in funzione la concezione del teletrasporto quantico dell’Entangled della scienza dei quanti.

È il quesito del comportamento di fantasmi che può essere spiegato dalla nostra scienza in questo modo in relazione alle particelle atomiche, cosa che vale per la materia sottile degli esseri alieni allorchè si trasferiscono nel mondo “sotterraneo” attraverso i fori (obliqui o verticale) sotto la loro astronave. Tuttavia questo teletrasporto può anche essere considerato inverso, cioè dal mondo sotterraneo all’astronave aliena, o sulla terra stessa.

Si tratta di un fenomeno quantistico bizzarro noto come effetto tunnel, cioè il fatto che le particelle (o gli alieni dell’astronave di Maliens-Buseto) possano superare una barriera come un fantasma passa attraverso un muro.

In altre parole questo comportamento della “materia sottile“, quella degli alieni, può essere comprensibile come quello noto di “Star Trek” per la materia atomica:

«Questa caratteristica sorprendente si può usare per realizzare il teletrasporto quantico. Supponiamo di voler trasferire da un punto A a un punto B un fotone identificato dal suo stato di polarizzazione» dice il prof Ghirardi il noto scienziato. «Per farlo bisogna disporre, oltre al fotone da teletrasportare, di due fotoni entangled, uno in A e l’altro in B [una sorte di angeli custodi (?) – ndr]. Poi si fa interagire il fotone da teletrasportare con il primo fotone entangled (quello in A) e si comunica all’osservatore in B l’esito dell’operazione, e così facendo gli si indica come deve manipolare il secondo fotone entangled per ottenere una copia identica del fotone di partenza» [cioè i supposti angeli custodi (?) si comunicano fra loro ndr].

In pratica, le informazioni del fotone di partenza sono trasferite in B grazie all’intermediazione dei fotoni intrecciati [ad opera dei supposti angeli custodi (?)– ndr.]: in realtà si tratta di un trasferimento di informazioni, più che di un trasferimento di materia come quello di Star Trek, secondo le concezioni scientifiche».

A questo punto possiamo passare ai fatti, cioè alla meta dei due equipaggi alieni di Marliens del 10 maggio 1967, e Buseto del 12 aprile 1980. Ma avevo detto che è quasi ipossibile concepire un piano per risalire alla data suggerita dall’impronta dell’UFO di Marliens.

Ma non avviene un fatto straordinario come questo, per effetto del potere eterico degli esseri alieni, senza che ne avvenga un altro altrettanto straordinario che lo precorre annunciandolo; cioè la visione delle effemeridi del sistema solare del giorno preciso allorché avviene l’irradiazione straordinaria proveniente dal cavo della terra.

La previsione del suddetto giorno preciso del fatto straordinario è stata possibile a me nel redigere le effemeridi in questione, poiché al momento di decidere per la data, il luogo e i dati astronomici, è stato un tutt’uno per concepirli nelle mente senza troppo pensare, ed ecco di seguito ciò che ne è seguito con l’apporto di internet. E non è che ho dovuto fare innumerevoli tentativi per giungere al giusto risultato. Come si vedrà il risultato è stato di ottenere dei dati che erano perfettamente a ricalco di quelli della fig. 10 e avrò cura di porlo in evidenza. In particolare ho preferito adottare le coordinate del luogo dove oggi abito, cioè a Brescia, considerato che è mio tramite è avvenuto lo straordinario rilevamento suddetto. Ma questo vanto ha poca rilevanza, perché adottando altre coordinate non tanto diverse si hanno, grosso modo, le stesse coordinate che sono 45°32’16″N e 10°13’52″E.

Ephemeris Solar System: Sat 2023 Aug 26 3:00

Time: UTC:   Julian: 


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Display:Full and system Inner system Size: 320 Stereo: Cross
Orbits: Logarithmic
Observing site: Lat. 45°32’16″N Long. 10°13’52″E
Heliocentric: Lat. 90°N Long.0

Ephemeris:

              Right                   Distance    From 45°32’16″N 10°13’52″E:

            Ascension    Declination      (AU)   Altitude Azimuth    AR in gradi

Sun         10h 18m 25s   +10° 31.9′     1.011   -15.493 -123.589 Set   154,60

Mercury     11h 22m 21s    -0° 37.5′     0.678   -33.640 -131.248 Set   170,59

Venus        8h 55m 51s    +9°  5.2′     0.311    -3.547 -106.801 Set   133,36

Moon        17h 33m 26s   -27° 37.6′   58.5 ER   -44.074   93.730 Set   263,36  

Mars        11h 57m 44s    +1°  0.0′     2.471   -36.484 -141.679 Set   179,39

Jupiter      2h 53m 26s   +15° 13.2′     4.571    57.471  -25.760 Up     43,36

Saturn      22h 25m 55s   -11° 43.5′     8.763    15.606   54.136 Up    336,48

Uranus       3h 23m  2s   +18° 14.0′    19.440    57.420  -40.094 Up     50,76

Neptune     23h 50m 42s    -2° 23.4′    28.983    34.464   39.507 Up    357,68

Pluto       20h  2m 47s   -23° 13.3′    34.002   -15.438   72.386 Set   300,70

La fig. 15 seguente riporta i dati di Marliens della fig. 10 disposti in modo speculari e sfasati secondo i nuovi assi x’x’ e y’y’ dei dati del diagramma della fig. 5. La disposizione speculare è dovuta a cambiamento di stato del mondo terrestre della materia rispetto a quello sotterraneo di natura eterica. In quanto alla buona precisione dei risultati ottenuti, considerare che essi  derivano dai dati di Marliens dedotti da una fotocopia del documento originale di chi fece il rilievo dell’impronta rilasciata dall’UFO a Marliens il 10 maggio 1967. Questo per capire che nonostante ciò non vi sono vistose differenze con i dati delle effemeridi della fig. 11.

Sono convinto che fra i dati dell’impronta dell’UFO di Marliens, non solo vi è la traccia del sistema solare terrestre per risalire alla data di una supposta conclusione della missione degli astronauti alieni – e se ne è già parlato – ma anche un’altra informazione, l’indicazione in base alla quale si può pervenire – mettiamo- ad una seconda data. Una mia idea ma poco probabile.

In base a questo diagramma e quello dell’illustr 12, i dati astronomici del pianeta in questione sono:

Ascensione retta =  360° – (2,32° + 11°) = 346,68°, equivalente a 23h 2m 43,2s.

Declinazione = 57,5°.

Questi dati ci permettono di rintracciare sulla mappa stellare il pianeta di partenza, almeno della prima astronave aliena di Marliens. Mostro con la fig. 12 la mappa stellare della costellazione di Cassiopea relativa con la dislocazione del pianeta alieno AR 23h 2m 43,2s, decl. 57,5°.

Ed ecco la spiegazione del messaggio criptico degli alieni di Marliens che sembra risolto. Ma può essere che essi volessero farci capire che si tratta di un pianeta che importa sapere in relazione al mondo astrale-eterico della Terra, in relazione al mondo sotterraneo di Agarthi. Forse il nuovo mondo di cui parla l’Apocalisse di Giovanni? Ne avremo la conferma fra poco.

Di seguito un prospetto degli esopianeti confermati appartenenti alla costellazione di Cassiopea.

Questa lista è aggiornata al 9 agosto 2016, ed è basata sul database dell’Enciclopedia dei Pianeti Extrasolari (EPE).[1] Per le stelle ospitanti con più nomenclature possibili è stata scelta quella di maggiore utilizzo comune, e ciò risulta in alcune incongruenze di nomenclatura tra questa voce e l’EPE, oltre alla correzione di alcuni refusi. Ogni pianeta è elencato con i suoi principali parametri fisici, insieme ai dati essenziali della sua stella ospite. I dati con un asterisco indicano un parametro che è stato possibile stimare tramite semplici leggi matematiche: gli spettri stellari per confronto con stelle molto simili, mentre periodi e semiassi utilizzando le leggi di Keplero. Alcuni dati qui elencati mancano nella Enciclopedia, ma sono stati trovati su altre pubblicazioni.[2]

Le stelle sono ordinate inserendo per prime quelle che hanno la nomenclatura di Bayer (le lettere greche, es.β Cnc), poi quelle recanti un numero prima della sigla della costellazione (es. 70 Vir) e poi quelle che hanno una o due lettere maiuscole prima della sigla della costellazione (es. RR Cae).

A seguire i vari cataloghi stellari, in ordine strettamente alfabetico, dando la precedenza alle sigle che iniziano per un numero (es. 2M 2140+16 è posto prima di BD+48 738).

Contatore

Sono presenti 22 pianeti confermati in 13 sistemi stellari (3 multipli).

Note

  1. Jean Schneider, , su exoplanet.eu. URL consultato il 9 agosto 2016.
  2. Riferirsi alle voci dei singoli oggetti per le fonti
  3. Il raggio è stato dedotto per via teorica
  4. La massa è stata misurata con il metodo della velocità radiale

Notare che vi sono molti pianeti dislocati sull’AR di 23° e sulla decl. che va da  56° a 76° circa, e il dato di Marliens del pianeta alieno AR 23h 2m 43,2s, decl. 57,5° che vi sta nel mezzo. La stessa cosa può dirsi per la serie di pianeti dislocati sull’AR da 0°a quasi 3° e decl che va da 54°a 73° circa. Si tratta di capire quale sia il pianeta abitabile nel migliore dei modi. Va detto anche che tutta la trattazione tecnica per il rintracciamento del punto di partenza relativa all’atterraggio dell’UFO a Marliens si basa sul rilievo della fig. 2. Di conseguenza il disegno della fig. 5 non implica che tutto il calcolo che vi è derivato per conoscere il punto di partenza dell’UFO sia assolutamente impegnativo. Questo per dire che la tabella dei 22 pianeti confermati in 13 sistemi stellari (3 multipli), ci mostra in essa tutti i possibili pianeti di partenza dell’UFO di Marliens.

Gaetano Barbella

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