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La Disaffezione al Voto è La Logica Conseguenza di una Società allo Sfascio nell’Attesa di una Rivoluzione

Mano a mano che passa il tempo sempre più persone si disinteressano dalla politica e questo si evidenza in modo prorompente ad ogni tornata elettorale dove vengono elette persone che un tempo con lo stesso numero di elettori sarebbe destinato a lavorare per Amazon a 800 euro al mese lavorando 12 ore al giorno, viceversa adesso godono di uno stipendio illimitato con una pensione anticipata che già dopo 3 anni li vede pronti per una tutela economica che il comune mortale deve attendere alla soglia dei 70 anni e con importi che gli fanno rimpiangere di non essere morti prima per il vaccino iniettato loro!

Giorgia meloni & Elly Schlein

Si vedono politici dire in diretta televisiva che la loro elezione è legittimata da un consenso popolare che al voto ha sancito tutta la fiducia per un loro mandato, dimenticandosi che la matematica non è un opinione e che numeri alla mano il recondito significato dettato dal risultato era che l’unica delega di una maggioranza totalmente censurata era quella di andare a vendere il cocco a Mar del Plata. (Lontano dall’Italia)

Bugiardi, ignoranti, vigliacchi e con una predisposizione innata a prendere in giro la gente, ecco chi in questo momento si erge a paladino di una società dove hanno svenduto al miglior offerente la vita di milioni di persone, le quali demotivate e prive di ogni punto di riferimento rimangono nell’attesa di una rivoluzione che dubito molto avrà conseguenze pacifiche, ed a quel punto sarà da parte di ognuno di noi lecito confidare nel vecchio detto ………

…..Io speriamo che me la cavo!

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Cercasi Elettori

I media e i partiti sion-atlantici fingono che non esista il problema della disaffezione al voto, i meno ipocriti arrivano, al massimo, a denunciare l’analfabetismo politico o la natura anarchica di chi non va a votare.

E’ pur vero che l’analfabetismo politico e il ‘menefreghismo’ sono diffusi, ma è facilissimo scoprire le motivazioni socio politiche della distanza tra il popolo e la ‘democrazia’ costruita dalla grande finanza.

1) I media (Giornali, TV e internet) e le banche e sono di proprietà della grande finanza.

2) Se nasce un movimento o un partito che intende recuperare la sovranità della sua patria, o rifiutare le guerre USA, o controllare il potere delle banche e delle multinazionali atlantiche degli armamenti, dei farmaci o del ‘green deal’ (speculazioni dietro il paravento del cambiamento climatico o difesa dell’ambiente), contrariamente ai partiti al suo servizio, non trova né finanziamenti né spazio mediatico per raggiungere gli elettori o intercettare cittadini che abbiano le stesse idee.

3) Per presentarsi alle elezioni occorre avere precedentemente eletto propri rappresentanti in quella istituzione o raccogliere molte migliaia di firme di persone che si dichiarano tuoi elettori. Un movimento o partitino che si presta a sostenere candidati di partiti atlantici riceve ‘in prestito’ le firme necessarie, ma se non fai parte del sistema le devi raccogliere. Per raccoglierle (nelle 5 circoscrizioni per le Europee, o nei collegi elettorali per le politiche, o nella Regione, o nel Comune) devi avere già una organizzazione sul territorio con un sufficiente numero di aderenti, cosa difficilissima se non impossibile per un movimento o partito agli albori, non appoggiato né dai media, né dalle logge massoniche, né dalle banche.

4) Le fondazioni della grande finanza e i loro partiti, a volte con l’appoggio dei servizi, creano movimenti e partitini alla bisogna, con liderini che hanno il compito (ricompensato dai partiti al potere), di frammentare i gruppi o movimenti antagonisti in crescita e non costruire coalizioni con loro, impedendogli di operare con sufficienti forze.

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5) Superato il primo ostacolo, quello delle firme, c’è da fare la campagna elettorale e, dalla piccola cittadina alle Europee, la cifra oscilla tra le decine di migliaia e le milionate di euro, e se vuoi arrivare ai media, tu e non i partiti e candidati del sistema, devi pagare gli spazi pubblicitari. C’è la finta legge della ‘Par Condicio’, ma è una truffa. Nel 2008, come lista Per il Bene Comune alla politiche (ancorchè boicottati nella raccolta firme e nella presentazione delle liste) fummo presenti ‘0’ negli spazi pubblicitari a pagamento e 0,001 negli spazi ‘garantiti’ dalla Par Condicio, e spesso in onda dopo la mezzanotte in una sorta di riserve indiane per liste ‘0,’ mai in dibattiti o presentazioni con i ‘grandi’ partiti.

6) Il terzo, mortale, ostacolo per una lista contraria o critica sul potere della grande finanza è lo sbarramento del 4% per poter eleggere un proprio rappresentante; il 4% di 50.000.000 di elettori sono 2.000.000 ! Se al voto va solo la metà degli aventi diritto, il 4% è un milione! E da dove potrebbero arrivare questi milioni di voti se a sapere che ci sei e cosa proponi sono max centomila persone? In tal modo, milioni di votanti delle liste rimaste sotto lo sbarramento del 4%, non avranno propri rappresentanti nell’istituzione, ma i posti nel parlamento non resteranno vuoti, verranno ripartiti e usati tra liste che hanno un programma opposto a ciò che il votante ‘antisistema’ voleva.

7) Alla disaffezione al voto va aggiunto il malessere politico di chi per più volte ha dato la propria delega a chi dichiarava un programma anti-sistema, ma una volta avuto i voti li usava per appoggiare i programmi della grande finanza su guerre, Big Pharma, pensioni, salari, diritti, tasse, ecc. (ogni riferimento a PD, FI, Lega, M5S, Rifondazione, FdI non è casuale).

Fernando Rossi

Fonte: nandorossi.wordpress.com

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