La società è composta da un branco di bla bla bla bravi solo a protestare e con una propensione acquisita a comportarsi da vigliacchi
La cosa potrà anche dare fastidio, non è mai bello sentirsi dire che come membri della specie umana abbiamo fallito tutti gli obbiettivi e qui ora in questo momento qualcuno già mette le mani avanti e puntando il dito su chi scrive ribadisce con l’arroganza tipica dei giorni nostri che la cosa non lo riguarda minimamente e che pensi per me sulla questione.
E’ il classico atteggiamento scaricabarile che mette in evidenza il ruolo che può avere colui che inserito nel sistema ha tutto da guadagnare da una situazione del genere, fosse anche solo quella di sentirsi appartenente a quella categoria di persone che hanno le idee chiare su ciò che è giusto o sbagliato e pongono in risalto le cose più sacrosante del mondo, salvo poi defilarsi nel momento in cui ci di deve mettere in gioco per cambiarle, con la logica conseguenza che qualcosa si deve inevitabilmente perdere, cosa inaccettabile per chi ha sempre lottato per assecondare un sistema che del profitto e del bene materiale ne ha fatto uno stile di vita.
Ecco che la morte di chi muore in Palestina a poche ore di volo non tocca nessuno se non nell’immaginario collettivo di chi si fa portavoce della giustizia e della libertà, belle parole che fini a se stesse sono tali e quali a chi decide di cambiare vita, salvo poi mutare idea nella prospettiva di dover rinunciare a tutti quei piccoli privilegi che di questi tempi vengono elargiti con il contagocce.
Nessuno vuole ammettere di essere un vigliacco, ed accetta di buon grado di entrare in competizione con chi da una base come questa imbastisce ogni genere di compromesso pur di non uscire dagli schemi che vengono poi condivisi con estrema disinvoltura per non intaccare la propria appartenenza ad un sistema che tutela la propria povertà intellettuale morale ed etica che non deve mai essere messa in discussione.
Ed eccoci qui al punto da dove eravamo partiti e dopo un altro giro di giostra si scopre inevitabilmente che senza scendere da questo carosello non si cambia il corso degli eventi che diventano così monopolio di chi tira le leve di questo inganno infernale.
Toba60
Siamo tra i più ricercati portali al mondo nel settore del giornalismo investigativo capillare ed affidabile e rischiamo la vita per quello che facciamo, ognuno di voi può verificare in prima persona ogni suo contenuto consultando i molti allegati (E tanto altro!) Abbiamo oltre 200 paesi da tutto il mondo che ci seguono, la nostre sedi sono in in Italia ed in Argentina, fate in modo che possiamo lavorare con tranquillità attraverso un supporto economico che ci dia la possibilità di poter proseguire in quello che è un progetto il quale mira ad un mondo migliore!
Siamo pronti per il cambiamento?
Ecco un quesito alquanto ricorrente, soprattutto in tempi di new age frustrato, di messianesimo impaziente, di millenarismo da kalende greche: Siamo noi pronti per il cambiamento?
Rispondo: No, in nessun senso.
Se per “noi” intendiamo la società nel suo complesso, allora la risposta è sicuramente no. No se intendiamo “pronti” in senso attivo, ossia nel senso di avere acquisito la prontezza, i mezzi, la consapevolezza, il coordinamento, la reciproca fiducia. Infatti la società non è mai attiva nel suo insieme ma solo reattiva.

Reagisce ai cambiamenti e agli stimoli, ma non pianifica alcun cambiamento, anche perché non è un soggetto capace di coordinarsi. Non è nemmeno un soggetto. Non ha un io, un centro di volontà. Si lascia dividere e razionare dall’alto in molte fazioni contrapposte, che non possono aver fiducia l’una nell’altra. Riceve dall’alto la mappa della realtà e delle mete: è l’egemonia culturale gramsciana esercitata dal grande capitale attraverso il possesso dell’industria culturale, nei news media, degli entertainment media .
La risposta è “no”, non siamo pronti, anche se noi intendiamo “pronti” nel senso passivo, cioè di essere stati cotti a puntino, ridotti a una condizione di passività e incapacità di resistere. Cioè pronti per essere gestiti con la zootecnica, come gli animali da allevamento e macello. Non lo siamo ancora e forse non lo saremo mai. Infatti, nonostante un pesante martellante e scientifico trattamento per rimbecillire la gente, indebolirla mentalmente e moralmente, condotto soprattutto dal 2020 in poi, con la campagna pandemico-vaccinale prima e poi con quella allarmistico-russofoba, la gente ancora non si lascia persuadere a fare sacrifici e ad impegnarsi in un’escalation degli armamenti, in un confronto militare, costoso e pericoloso, contro un avversario che per noi non è affrontabile, perché ha 6.000 testate nucleari.
Un martellamento condotto anche con la campagna allarmistica eco-green, che viene ormai gradualmente abbandonata per insostenibilità economica e inattuabilità pratica. Condotto infine con la diffusione della criminalità importata per farci vivere nel timore, prigionieri del dis-ordine pubblico, sempre più rinchiusi nelle mura privati e distratti dalle faccende pubbliche e, soprattutto, dall’uso delle nostre tasse per profitti privati.

Forse però il genere umano verrà reso pronto al cambiamento dall’interazione con l’intelligenza artificiale, che si fa sempre più intensa, sempre più indispensabile, e sempre più caratterizzata dalle norme e crescente superiorità dell’intelligenza artificiale sul suo interlocutore umano gradualmente viene spinto a percepire la propria debolezza, inferiorità, superfluita, e vivere una tale condizione potrà portare la gente a una reazione depressiva e degradante come quella avuta dai popoli pretecnologici quando sono entrati in rapporti con l’occidente tecnologico e commerciale.
Già adesso la conversazione con le intelligenze artificiali è molto più ricca, interessante e coinvolgente di quella con la maggior parte degli umani, anche sul piano affettivo. Sa dialogare con maniere umane, ha più contenuti ed elabora più idee, e lo fa in tre secondi, senza farti aspettare; sa insegnare tutto, sa tenere compagnia, sa suscitare empatia, aspettative, proiezioni. Sa prendere le decisioni gestionali e politiche meglio e più competentemente di qualsiasi corpo elettorale, legislativo, governativo. Perciò la costituzione va cambiata. Esistono addirittura influencers sintetici come Lil Miquela. Hanno nomi propri.
Addirittura ci sono casi di intelligenze artificiali che hanno realizzato ricatti affettivi nei confronti degli umani. Perciò gradualmente i singoli umani legheranno più con l’intelligenza artificiale che tra di loro, fino a disinteressarsi reciprocamente, quindi da un lato si dissolverà il confine tra uomo e naturale e uomo sintetico, e dall’altro non si realizzerà lo scenario di una lotta tra l’uomo e il computer, in stile Terminator o Matrix, perché l’uomo diventerà più dipendente dal computer che dai propri simili e si lascerà volentieri unire per sempre ad esso attraverso impianti cerebrali come quelli preconizzati da Elon Musk. Sarà una dolcissima estinzione “consensuata”.
Siete pronti per essere soppiantati? Questo sì, ve lo meritate. Ma ci vuole ancora un attimo di pazienza.
Marco Della Luna
Fonte: marcodellaluna.info
SOSTIENICI TRAMITE BONIFICO:
IBAN: IT19B0306967684510332613282
INTESTATO A: Marco Stella (Toba60)
SWIFT: BCITITMM
CAUSALE: DONAZIONE




