Una Manovra Geniale
Ho dedicato gran parte della mia vita a studiare quelle che sono le dinamiche degli esseri umani e tutto appare sempre molto evidente visto dall’esterno, tu puoi conoscere ogni sviluppo individuale e collettivo delle persone, ma ogni volta ci si accorge che ognuno di noi non sfugge alla globalità delle incongruenze che permeano la società in cui viviamo.
Si può contestare il ruolo che può avere un cellulare, ma poi a mente fredda se ci facciamo caso, tutti ne possediamo uno e al pari delle persone che consideriamo zombie, se ci manca è un dramma alla stregua di coloro che consideriamo alienati.
Se ci pensate bene tutti siamo bravi a contestare i difetti degli altri, la domanda che ci dovremmo porre è come mai siamo così bravi a identificare ciò che riteniamo sbagliato.
Sarebbe utile che ognuno di noi consideri l’idea di mettere a frutto questa capacità per mettere ordine alle proprie lacune individuali, le stesse che vediamo con tanta chiarezza nelle persone che ci sono intorno.
Che ne pensate di essere un po più egocentrici nell’identificare i problemi del mondo ?
Della serie……..missione quasi impossibile
Toba60
Questo lavoro comporta tempo e denaro e senza fondi non possiamo dare seguito ad un progetto che dura ormai da anni, sotto c’è un logo dove potete contribuire a dare continuità a qualcosa che pochi portali in Italia e nel mondo offrono per qualità e affidabilità di contenuti unici nel loro genere.
L’alienazione dell’uomo tecnologico
Sempre più, il mondo che percepiamo intorno a noi ci viene narrato attraverso gli schermi che ci circondano ovunque.
Ma negli ultimi tempi c’è stato un balzo in avanti: attualmente, ognuno di noi ha abbandonato il ruolo di semplice spettatore passivo dello spettacolo audiovisivo, per spostarsi dall’altra parte della telecamera.
Ora, grazie ai dispositivi di registrazione mobili, siamo tutti spettatori e registi allo stesso tempo.
E questo è un salto psicologico assolutamente cruciale.
Dal momento in cui possiamo registrarci agli altri, dallo stesso momento in cui possiamo catturare il mondo e vederlo su un piccolo schermo in tempo reale, la nostra mente supera una linea di divisione immaginaria e ci introduce inconsciamente nel ruolo del responsabile del trattamento, del vigilante.
Ci fa partecipare al processo di controllo di massa e ciò riduce notevolmente la nostra angoscia e la nostra ribellione al fatto di essere costantemente osservati e osservati.
Nella nostra mente, i confini tra “loro” (quelli che guardano) e “noi” (gli osservati) sono stati offuscati.
È così che ci siamo abituati a vedere migliaia di immagini invisibili registrate con i telefoni cellulari. Scene di sesso, intimità domestica, aggressioni e crimini della polizia, incidenti stradali e sventure di ogni genere, viste su telecamere soggettive, come se fossero state registrate da noi stessi.
Ci siamo abituati a registrare senza chiedere il permesso ed essere registrati senza concederlo. Il nostro concetto di intimità è stato offuscato, proprio come quello degli altri.
Gli schermi dei nostri cellulari, tablet e computer sono le nuove finestre che guardiamo per spiare i vicini. Finestre portatili che si nascondono in ogni angolo e che possiamo portare nelle nostre tasche.
Qui sta il trucco …
Nel farci credere che anche noi prendiamo il potere del Grande Fratello. Che siamo anche l’occhio che vede tutto e scruta tutto.
E questo è terribile.
Bene, nell’immediato futuro, ci registreremo tutti, agiremo tutti come vigilanti, controllori e informatori.
Ora può sembrare una pazza fantasia, ma se tutto continua così, arriverà un giorno fra non molto, quando ogni volto che attraverseremo per la strada sarà una telecamera di sorveglianza e ogni sguardo una registrazione … e a quel punto quale saremo? Saremo solo attori, fingendo costantemente di essere accettati dagli altri e dalla società. Sarà il trionfo assoluto della dittatura più atroce e terrificante mai immaginata, la distruzione dell’identità individuale dell’essere umano e della libertà personale alle sue radici più profonde:
quelli della mente ..
Modus Vivendi
Il culmine del processo, la garanzia della perpetuazione del Grande Fratello sarà quando rendiamo il controllo di massa il nostro stile di vita.
E purtroppo abbiamo già raggiunto questo punto.
Ci sono le nuove generazioni, cresciute sotto la protezione di smartphone e social network.
Generazioni di giovani abituati a esibirsi come scimmie da zoo davanti ai turisti, dipendenti dall’esposizione pubblica delle loro routine quotidiane, come stile di vita e di relazione con gli altri.
Cresciuto fin dalla tenera età nella navigazione dei social network, in cui vedere costantemente mille e uno volti uguali ai propri, con abiti, acconciature, pose e posture imitate come le loro, in un patetico e infinito ciclo di imitazione-mostra-imitazione con cui diluire qualsiasi accenno di individualità in quell’acido tossico che è la massa depersonalizzata.
Questa è la triste realtà:
l’apparizione di una nuova sottospecie umana, composta da semi-individui con uno spirito alveare, incapace di vivere se non sotto lo (per loro) caldo sguardo della telecamera sempre presente davanti alla quale si consegnano le credenziali in modo sottomesso e volontario.
Perché con le nuove generazioni, il Grande Fratello non ha più bisogno di camuffare le sue attività. Si esibiscono gratuitamente e volontariamente , fornendo tutti i dettagli sui loro pensieri, comportamenti, attività e intenzioni. Non sono solo sorvegliati e controllati. Vogliono essere guardati e controllati . Ne hanno bisogno … Una meravigliosa generazione di schiavi che vogliono soprattutto essere ridotti in schiavitù. Il cui unico sogno deve essere ridotto in schiavitù. Incapace di concepire nella tua mente qualcosa di diverso dalla tua stessa schiavitù. Ci hanno convinto che desideriamo così tanto le loro catene che possiamo persino fare la fila per acquisirle e celebrarle come un trionfo essendo i primi a chiudere il nostro lucchetto.
I tiranni hanno sicuramente imparato molto: non ci costringono più a incatenare.
Come potremmo cadere così in basso …
Fragmento Resumen
Fonte: Archivi
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