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Secondo uno studio di modellazione 3D l’immagine della Sindone di Torino corrisponde a una statua in bassorilievo e non a un corpo umano

La sacra sindone rientra in quella che è una storia infinita dove non necessariamente i fatti devono corrispondere alla realtà, ed ecco che da li subentrano tutte quelle ingerenze esterne che con la scienza non han nulla a che vedere e che creano attorno a sé quell’alone di mistero che alla gente piace tanto.

Andiamo avanti così…… e l’ultimo non chiuda la porta 🙁

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Secondo uno studio di modellazione 3D L’immagine della Sindone di Torino corrisponde a una statua in bassorilievo non a un corpo umano

La Sindone di Torino è un famoso manufatto dalle origini oscure. Come e quando sia stata realizzata è da tempo oggetto di dibattito tra molti scienziati, storici e leader religiosi. Le due teorie più accreditate sono che sia stata creata come opera d’arte durante il Medioevo o che sia un pezzo di lino che è stato effettivamente avvolto attorno al corpo di Gesù Cristo dopo la sua morte, oltre 2000 anni fa.

La datazione al radiocarbonio effettuata in uno studio del 1989 sulla Sindone di Torino la collocava tra il 1260 e il 1390 d.C., in linea con la teoria medievale. Successivamente, nel 2005, Raymond Rogers ha sostenuto che il campione testato dalla datazione al radiocarbonio proveniva da un’area che era stata riparata ed era quindi più recente del tessuto originale. E più recentemente, nel 2022, un singolo filo del tessuto del sudario è stato testato con un nuovo metodo, alquanto controverso, basato sulla diffusione dei raggi X ad ampio angolo (WAXS), che ha affermato che il sudario risale al I secolo d.C. Se questi risultati sono affidabili, ciò colloca il tessuto in un periodo molto più vicino all’epoca di Gesù.

Tuttavia, un altro studio ha esaminato le tracce di sangue presenti sul sudario e le ha ritenute incompatibili con quelle che ci si aspetterebbe di trovare su un uomo deceduto disteso in posizione supina. Gli autori hanno infatti affermato che tali tracce di sangue erano “del tutto irrealistiche”. Ciò ha portato a ipotizzare che il sangue potesse essere stato aggiunto al sudario in modo più artistico dopo la sua creazione.

Recentemente, uno studio che ha utilizzato la modellazione 3D con MakeHuman, Blender e CloudCompare (Sono tutti software Gratuiti e potete fare una verifiica pure voi in prima persona) ha aggiunto ulteriori prove al dibattito. Lo studio, pubblicato su Archaeometry, confronta le impronte digitali di una figura umana tridimensionale e una rappresentazione artistica a bassorilievo – simile a una statua appiattita di un essere umano su un foglio piatto.

L’idea è che quando un oggetto 3D viene avvolto con un foglio 2D, come un pezzo di stoffa, l’impronta risultante è distorta e appare molto più ampia rispetto a quando si guarda direttamente l’oggetto 3D. Questo risultato piuttosto intuitivo è noto come effetto Maschera di Agamennone. La maschera di Agamennone è una maschera funeraria in oro scoperta nel sito dell’età del bronzo di Micene, in Grecia, che sembrava essere stata stesa dopo essere stata adattata a un volto.

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L’impronta digitale sulla superficie bidimensionale che era stata tracciata sulla figura umana tridimensionale appariva allargata e distorta, come previsto, a differenza dell’impronta sulla vera Sindone di Torino. Il modello a bassorilievo, invece, produceva un’impronta molto più coerente con l’aspetto reale della Sindone.

Cicero Moraes, autore dello studio, scrive: “Il modello di contatto generato dal modello a basso rilievo è più compatibile con l’immagine della Sindone, mostrando una minore distorsione anatomica e una maggiore fedeltà ai contorni osservati, mentre la proiezione di un corpo 3D produce un’immagine significativamente distorta”.

Sebbene questo studio non fornisca alcuna indicazione particolare sulla datazione della Sindone di Torino, esso avvalora l’ipotesi che si tratti di una rappresentazione artistica. L’arte del bassorilievo era diffusa anche durante il periodo medievale, quindi questo tipo di creazione è in linea con ciò che avrebbe potuto essere realizzato in quel periodo.

Moraes incoraggia gli altri a provare il software gratuito e accessibile utilizzato nello studio per replicare i risultati o approfondire altre curiosità storiche. Egli afferma: “Questo lavoro non solo offre un’altra prospettiva sull’origine dell’immagine della Sindone di Torino, ma evidenzia anche il potenziale delle tecnologie digitali nell’affrontare o svelare misteri storici, intrecciando scienza, arte e tecnologia in una ricerca collaborativa e riflessiva di risposte”.

 Krystal Kasal & Andrew Zinin

Fonte: sciencex.com

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