Cari guerrafondai, sappiate che nel mondo vi sono più bombe atomiche che città al di sopra dei 50 mila abitanti da radere al suolo
Tra i collaboratori del servizio che forniamo abbiamo da anni uno statistico che lavora per conto del governo francese che spesso ci manda degli autentici geroglifici matematici relativi alle più svariate materie e quelle relative agli effetti di una eventuale guerra atomica l’abbiamo sintetizzata per non indurvi ad un suicidio che spero non sia assistito ma volontario affinché vi sia una presa di coscienza che può in ultima istanza salvarvi la vita.
Le prospettive che avrete modo di leggere attraverso questo servizio che invito tutti a condividere, sono quelle di chi in questo momento è a capo delle più alte cariche dei governi del mondo ( ltalia in primis) che invocano la guerra per ottenere la pace.
Scappiatevi regolare perché il tempo sta per scadere ……..per tutti. 🙁
Toba60
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L’atomo devasta.
L’arsenale atomico delle superpotenze conta più ordigni radiotossici esplosivi che città con più di 50 mila abitanti da radere al suolo in tutto il mondo. Nove paesi possiedono infatti 12330 bombe atomiche pronte all’uso. Ce ne sono di tutti i calibri. La loro potenza devastante va dalla modesta Hiroshima, con 14 kt di fissione e 140 mila morti, alle corpulente Tsar Bomba termonucleari (fissione e fusione) da 50 Mt, con ustioni di terzo grado previste fino a oltre 50 km dal punto zero della detonazione.

I loro potenziali obiettivi sono le 11.300 città del mondo con più di 50.000 abitanti che, attualmente, ospitano 4,49 miliardi di persone. A causa delle loro dimensioni, della loro demografia, del loro peso politico, amministrativo ed economico, le 774 città con più di un milione di abitanti distribuite nei 5 continenti, dove vivono 2,7 miliardi di persone, sono ovviamente le candidate privilegiate per il potentissimo trattamento termonucleare da parte dei belligeranti.
Se tutte queste 11.300 città con più di 50.000 abitanti fossero colpite, rimarrebbe un residuo di poco più di 1.000 dispositivi inutilizzati con cui polverizzare le discariche nucleari e le 439 centrali elettronucleari sparse per il globo. La deterrenza sterminatrice impone infatti di perfezionare al meglio l’avvelenamento suicida dell’aria e della terra per garantire, a lungo termine, la decimazione radioattiva dei sopravvissuti, ovunque essi si trovino nel mondo.
L’orizzonte splendente di una pace universale dei cimiteri anima l’umanesimo atomico. Avanti verso la vera guerra

Della guerra nucleare.
Una guerra nucleare è una guerra breve e totale che trasformerà l’atmosfera in una densa camera a gas radioattiva, l’intera superficie terrestre in una zona calda proibita e che a medio termine non lascerà alcun sopravvissuto animale o umano sulla terra.
Voci infondate circolano nelle drammaturgie incomplete dedicate alla definizione della deterrenza e all’analisi delle conseguenze di un conflitto atomico. Una di queste è che la deterrenza, prerogativa genocida e suicida di pochi Stati, richieda il possesso di bombe atomiche, mentre in realtà la deterrenza sporca si estende fin dall’inizio al possesso di mezzi convenzionali in grado di danneggiare gli impianti nucleari di pace di cui il nemico ha riempito il proprio territorio.
L’altra è che uno dei belligeranti possa avere il sopravvento pur avendo i polmoni o, il che è lo stesso, che una parte dell’umanità ormai congelata dal freddo e ridotta allo stato preistorico sopravviverà comunque a queste fulminanti esplosioni che trasformeranno l’atmosfera in una camera a gas densamente radioattiva a causa della dispersione di diverse decine di tonnellate di aerosol di plutonio “non consumato” delle cariche.
Tutte queste pericolose illusioni hollywoodiane sono diffuse da cervelli senza polmoni che, avvolti nel loro lungo inverno nucleare, ignorano inoltre che l’irrimediabile blackout elettrico post-atomico provocherà in pochi giorni in tutto il pianeta l’esplosione di tutti i reattori nucleari civili ancora intatti e, successivamente, l’inevitabile incendio di tutte le piscine di scorie atomiche.
La dissuasione per tutti.
L’atomo della pace è il tallone d’Achille delle superpotenze (e degli altri). Non esistono infatti nazioni più vulnerabili di quelle che possiedono impianti nucleari sul proprio territorio. Si tratta di obiettivi atomici molto fragili e privilegiati in caso di guerra totale che, a causa delle enormi ricadute che generano, riducono per sempre in polvere porzioni gigantesche di territorio meglio di quanto possano fare le stesse bombe atomiche e, a causa dei loro effluenti atmosferici respirabili, contaminano e uccidono lentamente miliardi di esseri viventi su tutto il pianeta. (Niente panico, le radiazioni alfa, che un foglio di carta è in grado di fermare, non danneggiano i polmoni di carta!) Qualunque cosa dicano le dottrine sponsorizzate dalla deterrenza atomica, per le quali contano solo le armi nucleari esplosive, questi grandi impianti radiotossici rendono automaticamente sporco qualsiasi nemico superpotenza, dispensandolo dal doversi dotare del minimo arsenale atomico. Un bersaglio atomico presso l’altro sostituisce de facto l’arma atomica presso di sé.
Perché allora porre le superpotenze così in alto quando offrono una dissuasione frivola a tutti coloro che desiderano attaccarle? Come non vedere che, in caso di conflitto, le superpotenze, per quanto indiscutibilmente potenti, devono temere non solo gli attacchi atomici dei loro simili, ma anche le incursioni “convenzionali” molto furtive e molto più deleterie contro i loro impianti atomici da parte di tutte le altre nazioni? Come non rendersi conto che la superpotenza stupida è molto democraticamente e molto pericolosamente a disposizione di tutti da tempo immemorabile? Le vie e le voci della deterrenza sono infinite. Sarà necessario generalizzare il diritto di veto all’ONU o abolirlo?
Il giorno dopo.
Una guerra atomica è una battaglia universale che dura circa 40 minuti, il tempo necessario ai missili intercontinentali per raggiungere il bersaglio (un buon 10% esploderà sul posto al momento del decollo). Poi tutto brucia e tutto si spegne improvvisamente fino a diversi chilometri dai punti zero. Tuttavia, poiché il numero e la portata distruttiva immediata dell’arsenale mondiale non sono in grado di coprire tutte le aree abitate, non si può escludere che una parte dell’umanità, due o tre miliardi di persone, sopravviva agli attacchi. (Chi si occuperà di seppellire i miliardi di cadaveri per prevenire le epidemie?) Il giorno dopo, per questi sopravvissuti disorientati e avvolti dal fumo degli incendi giganteschi delle industrie tossiche e delle foreste, non sarà comunque facile.
Tre ondate cumulative di ricadute radioattive letali, la prima militare e le altre due civili, li attendono. Innanzitutto subiranno, ovunque si trovino, le terribili ricadute differite delle esplosioni, poiché diverse decine di tonnellate di plutonio “non consumato” delle cariche atomiche mescolato ai prodotti di fissione si saranno disperse nell’atmosfera (trascuriamo qui il trizio e il carbonio dispersi dai dispositivi termonucleari). A queste prime ricadute mortali dei fuochi d’artificio militari, che sono solo una sciocchezza radiologica rispetto al crescendo radioattivo che l’atomo della pace prepara in due atti, si aggiungeranno quelle provenienti dalle centrali atomiche in rovina.
Supponendo che le centrali nucleari siano sfuggite agli attacchi, tutti i reattori nucleari civili si troveranno comunque privati della circolazione dell’acqua di raffreddamento per mancanza di elettricità, a causa dell’inevitabile distruzione elettromagnetica o meccanica delle reti e dei generatori di emergenza. Da lì, nel giro di pochi giorni, questi reattori esploderanno uno dopo l’altro come tappi di champagne, spargendo nell’aria del globo, a 5 kg di plutonio 239 per tonnellata, migliaia di tonnellate di questa tonificante “sostanza nera” di cui la moribonda Tokyo già si sta deliziando.

Infine, a queste due gravi catastrofi radioattive, ciascuna delle quali sufficiente a spazzare via più volte l’umanità per contaminazione interna, si aggiungerà l’inevitabile bouquet atomico finale che si leverà al cielo nel corso del mese con l’accensione spontanea di centinaia di migliaia di tonnellate di combustibile caldo “spento” stoccato nelle piscine, anch’esse ormai prive di raffreddamento e di personale che ne assicuri la necessaria manutenzione.
La distruzione radiotossica universale di tutte le specie avverrà quindi a causa dell’aria irrespirabile, sovraccarica di radioattività particellare, e dell’intera terra trasformata in zona altamente proibita a causa delle colossali ricadute sul suolo. La vita si estinguerà per sempre sulla terra in una sofferenza indicibile, senza alcuna possibilità di rinascita.
Nessuno sopravviverà a lungo all’irrimediabile avvelenamento dell’aria e della terra causato da un conflitto nucleare. Una guerra atomica non conosce tregua radiologica prima della notte dei tempi. Tutto morirà, fino in fondo ai rifugi inutili.
PS. Due messaggi del compianto Maurice Eugène André riguardo a un «mini conflitto» con uno degli autori.
Il quotidiano francese LIBERATION e quello americano SCIENCES presentano le conseguenze di un mini conflitto nucleare con un totale di 100 bombe al plutonio, dimenticando che un conflitto di questo tipo introdurrebbe direttamente nell’atmosfera 5 tonnellate di plutonio sotto forma di micro o nanoparticelle… rendendo così impossibile respirare ai sopravvissuti. Maurice, E. ANDRE, ufficiale nucleare (NBCR o funzione esclusiva nucleare, biologica, chimica e radiologica) Capitano Comandante, in pensione.
Per raggiungere una potenza esplosiva di 120 kt è necessaria la fissione effettiva di tutti gli atomi di 7 kg di plutonio 239. Tuttavia, solo il 18% del plutonio presente nella carica è disponibile per la fissione; quindi, allo stato primario, si avrà un’arma caricata con “ragionevolmente” 40 kg di plutonio 239 ciascuna. Ora, a causa dell’alta temperatura dell’esplosione (1000000 gradi centigradi) e al fatto che il plutonio 239 è un metallo piroforico, il plutonio non fissionato raggiungerà dimensioni nanometriche (1/1000 000 000ème de metro) e non cadrà più, rimanendo così nell’atmosfera ed entrando direttamente nelle cellule attraverso i polmoni e uccidendo gli esseri umani in ogni parte del pianeta.
MEA.
Una bomba atomica A da 120 Kt sviluppa un’energia di 502,08 mila miliardi di joule ottenuta dalla smaterializzazione di (m = e/c2) 5,016E14 joule/(299792458 m/s2) = 5,58 g di materia o, più semplicemente, 120 Kt * 0,0465 g/Kt = 5,58 g di materia. Questa smaterializzazione avviene con la fissione quasi simultanea di 17,33 milioni di miliardi di miliardi di atomi (1,733E25) contenuti in 6,88 kg di Pu239 (1,733E25 atomi/(6,0221415E+23/239) atomi/gr = 6,88 kg) .
La fulminea reazione a catena divergente che porta a questa esplosione si compie in meno di 600 nanosecondi e occupa circa 59 generazioni di neutroni, ammettendo che ogni fissione emetta in media 2,7 neutroni. Ne consegue una radioattività colossale di 4 milioni di miliardi di miliardi di Becquerel (4,00E24 Bq corrispondenti a 108 mila miliardi di Curie), mentre la temperatura della carica può salire fino a 100 milioni di gradi centigradi. (La radioattività iniziale della carica nucleare aumenta vertiginosamente all’istante zero da 46,85 miliardi di volte nel caso del Pu239 a 738,22 mila miliardi di volte nel caso dell’U235). Una tale esplosione atomica di 120 Kt produce una palla di fuoco di circa 745 metri di diametro. 54,86 m * (120 Kt0,4) * 2 = 744,71.
Fonte: aipri.blogspot.com
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