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Crisi valutarie in Argentina (con la “cura” del FMI) e Turchia: la realtà smentisce ancora gli “esperti”

Nel 2018 sia l’Argentina che la Turchia hanno affrontato delle pesanti crisi valutarie. I due paesi, però, hanno seguito due “cure” molto diverse: l’Argentina ha sottoscritto un piano di salvataggio dell’FMI basato su un pacchetto di durissime misure di austerità, tra cui tassi d’interesse alle stelle, blocco del credito, tagli selvaggi alla spesa pubblica, ecc.; la Turchia – nonostante un esplicito tentativo di destabilizzazione da parte degli Stati Uniti – ha mandato a quel paese sia Trump che l’FMI, rifiutandosi di alzare i tassi per diversi mesi (per poi alzarli più avanti in misura molto più contenuta dell’Argentina) e rifiutando la logica dell’austerità seguita da Buenos Aires.

Il risultato? Dal settembre 2018 il peso ha perso il 15 per cento del valore rispetto al dollaro mentre la lira turca ha recuperato il 20 per cento. L’import turco è diminuito mentre l’export manifatturiero è ripartito giocando sulla precedente svalutazione della lira. Anche il tasso di inflazione annuale della Turchia è diminuito, superando in ottobre il 25 per cento per poi scendere a dicembre al 20,3 per cento, mentre quello dell’Argentina è salito ufficialmente al 47,6 per cento a dicembre, il più alto negli ultimi 27 anni (ed è probabile che sia un dato sottostimato).

Insomma, anche questa volta la realtà smentisce le raffinate analisi dei “complessisti”, quella categoria di commentatori la cui capacità di lettura della realtà si riduce a: «Ma non vi rendete conto che in un mondo così complesso la sovranità monetaria non serve a nulla?».



Come disse Lincoln: «Potete avere torto su qualche argomento per qualche tempo, ma non potete avere torto su tutto per sempre».

Fonte: https://it.businessinsider.com


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