Trattato Sulla Morte di Dio e l’Attuale Crisi Della Salute Mentale
Io mi sforzo sempre di credere fermamente in Dio, ma detto tra noi, non ho ancora conosciuto nessuno il quale si sia messo nei panni di chi come me nutre sempre qualche dubbio in proposito e che si pende la briga di spiegare anche in modo approssimativo del perché proprio di lui ci si deve occupare con tutti i problemi che ci sono!
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Staff Toba60
Sulla Morte di Dio e l’Attuale Crisi Della Salute Mentale
“La mancanza di significato nella vita è una malattia dell’anima di cui la nostra epoca non ha ancora cominciato a comprendere la portata e l’importanza”.
Carl Gustav Jung
Il filosofo del XIX secolo Friedrich Nietzsche scrutò nella sua impressionante sfera di cristallo per prevedere il caos sociale e psicologico derivante dalla morte di Dio “Dio è morto” è un’affermazione spesso mal interpretata.
In realtà, la morte di Dio significava che il divino era morto e con esso il significato e il senso di scopo che esso conferiva, come indicato nella completa elaborazione di Nietzsche sull’argomento:
“Dio è morto. Dio rimane morto. E noi lo abbiamo ucciso. Come ci consoleremo, assassini di tutti gli assassini? Ciò che di più sacro e potente il mondo ha posseduto è morto dissanguato sotto i nostri coltelli: chi cancellerà questo sangue da noi? Che acqua c’è per pulirci? Quali feste di espiazione, quali giochi sacri dovremo inventare? La grandezza di questo atto non è forse troppo grande per noi? Non dovremo forse diventare noi stessi degli dei solo per apparire degni di questo?”.
Noi, i figli perduti di Dio, siamo orfani e dobbiamo arrancare in un paesaggio infernale nichilista il nichilismo, secondo Nietzsche, è il “rifiuto radicale del significato”, in cui nulla ha davvero un senso e non c’è una verità più alta che tenga. L’individuo diventa atomizzato e ossessionato dal materiale piuttosto che dall’ideale.
Si insinua il postmodernismo, in cui ognuno è “liberato” di creare la propria “verità”, indipendentemente da quanto possa essere slegata dalla realtà fisica apparentemente oggettiva.
Ecco perché, quando Matt Walsh ha cercato di capire che cosa significhi effettivamente il termine “donna” nella distopia neoliberale, l’inevitabile replica, dopo essersi districato tra le insalate di parole woke, da parte degli attivisti LGBTQ si è ridotta a: “Di quale verità stiamo parlando?”.
Si tratta di una malattia mentale di massa che disorienta molto. Immaginate di essere un bambino che sviluppa il proprio senso di sé nel mondo della post-verità.
Karl Marx definì la religione come “oppiaceo delle masse”, una descrizione che è stata accolta con derisione dagli atei che accondiscendono ai religiosi come adepti senza cervello che si aggrappano a una finzione primitiva.
Ma Marx intendeva dire che la religione è una medicina. È un’antica psicoterapia. La sua principale utilità funzionale come istituzione sociale è stata quella di trasmettere un senso condiviso della vita, come antidoto al decadimento nichilista dello spirito.
Tale decadimento è più evidente che mai. Quasi 40 milioni di americani sono attualmente in cura con antidepressivi. Oltre 30 milioni assumono una classe di farmaci chiamata benzodiazepine, che comprende Xanax e Valium. I tassi di suicidio sono aumentati durante le serrate del COVID.
TikTok è fondamentalmente un reparto psichiatrico digitale per giovani degenerati. Questa ragazza con il rossetto blu pensa di essere “trigender”, perché “sente tutti e tre i generi [maschile, femminile, non binario] allo stesso tempo, per tutto il tempo”:
Questa povera ragazza forse non ha esattamente bisogno di Gesù (non faccio proselitismo), ma non bisogna essere un sacerdote o uno psichiatra per capire che ha chiaramente bisogno di un nutrimento spirituale che manca proprio nel panorama culturale.
Ben BarteeBen Bartee
Fonte: blacklistednews.com
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