Vite Infrante
Viviamo in un mondo dove il concetto di libertà viene spesso reclamato in ogni sua forma, la libertà di pensiero, di parola, di muoversi liberamente, di vivere come si conviene, li dove in questo momento le imposizioni governative sono arrivate ad un punto tale per cui nessuno è più autonomo nel fare anche le cose più semplici della vita.

Ora provate a immaginare una persona reclusa in carcere o in liberta vigilata. la cui vita è scandita da ritmi che si ripetono allo stesso modo, notte e giorno, i limiti sono imposti da regole che una terza persona ha stabilito e tutto procede inesorabile con un fine che non ha mai nulla a che vedere con la logica di chi si deve riabilitare nei mille modi che la giustizia stabilisce.
Sono due facce della stessa medaglia, solo che i ruoli sono diametralmente opposti, i buoni e i cattivi.
I buoni sono quelli che vivono prigionieri delle loro idee dei pensieri e sono sottoposti ad un continuo e martellante indottrinamento che ne stabilisce il comportamento che volutamente poi fanno proprio e si calano nella parte di chi si fa portavoce del diritto di giudicare l’operato dei cattivi.
I cattivi, privi della libertà, scoprono che la vita fuori delle mura verte su logiche che nulla hanno a che vedere con quello che pensavano e cercano un compromesso che consenta loro di sopravvivere.
Che idea si possono fare vedendo la gente nel momento del virus che si suicida e si aggrappa con devozione a dei leader politici che promettono la luna ma offrono loro una prigione fatta in casa, quella stessa che hanno riservato loro secondo il principio di libertà e giustizia.
Un detenuto in questo momento ha una visione a 180° del mondo in cui viviamo, quella che le presunte persone libere non hanno, il concetto di giustizia, di libertà, di gioia, di sentimenti, di amore, è una meta che per forza di cose li tiene sempre impegnati, l’odio verso un mondo che ritengono essere stato ingiusto nei loro confronti, li porta viceversa a porsi alcune domande che nella loro solitudine affrontano con quella determinazione che si conviene in chi ha tutto il tempo davanti per trovare un giusto compromesso, che poi di fatto in contesti difficili come quelli del carcere non hanno mai un giusto equilibrio.

Un detenuto ha il privilegio di disporre di molto tempo per pensare, una facoltà in via di estinzione per coloro che si ritengono liberi cittadini.
Mi domando alle volte chi siano i reclusi e chi le persone libere, c’è chi ha rubato, ucciso, spacciato droga, si è prostituita, chi ha protestato per far valere le sue ragioni nei confronti dei tutori dell’ordine con modalità che la legge ha stabilito illegali e c’è anche chi non ha fatto nulla, ma il caso ha voluto che si trovasse nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Il concetto di giusto o sbagliato è molto vago e si presta a mille interpretazioni e le sanzioni non sono mai eque, ammesso che servano a qualcosa, ma questo non importa nessuno sino al giorno in cui si passa da carnefici a vittime.
Le motivazioni che portano una persona ad agire contro i propri simili non è mai univoca, ma frutto di una collettività che è parte in causa al problema.
Se si si vive in una zona degradata, per poter sopravvivere, o ci si adegua alla realtà del posto o si muore, se le regole locali portano un individuo ad uccidere o rubare, uno è costretto a farlo, giusto o sbagliato che sia, è facile fare i moralisti seduti dietro ad una scrivania con un bel conto in banca e una famiglia felice, un ambiente deprivato nessuno lo ha scelto e nemmeno una famiglia disgregata o priva di una sana cultura di base fondamentale per un omogeneo sviluppo dell’individuo.
Anni fa mi trovai a Palermo per lavoro nel periodo dei maxi processi e assistetti in prima persona ad una sparatoria a viso scoperto tra bande in mezzo ad un piazzale, dove venne uccisa una persona, come pensate che abbia reagito di fronte ad una scena come questa.
Rabbia, disgusto, paura, rassegnazione, impotenza, frustrazione e omertá, questa era la Realta’ Mafiosa, come si possono cambiare le cose in un ambiente come questo, rinchiudendo tutti in carcere?

I veri colpevoli non sono mai i diretti interessati, ma l’indifferenza della gente, o coloro che lottano contro la delinquenza attraverso altra violenza, tutte queste persone sono il prodotto di un ambiente che ha posto davanti loro poche alternative.
Bene o male è una scelta, ma questa è spesso legata a ciò che in un determinato contesto risulta essere conveniente e a favore di chi, lo decide l’emozione del momento che non sempre è razionale.
E sotto gli occhi di tutti come per salvaguardare la vita di un ristretto numero di anziani e malati cronici nel nome della solidarietà, si è preferito radere al suolo l’economia globale e privare il mondo di una tutela sanitaria che non sia quella relativa al covid-19, con la logica conseguenza di creare i presupposti per un vero e proprio genocidio collettivo, che comporterà un numero di morti milioni di volte superiore, a cui va sommato il dissesto economico sociale che tutto questo implica.
Un membro governativo si può permettere di testimoniare il falso davanti ad una commissione mondiale sul presunto uso di agenti chimici da parte di un paese, le cui conseguenze hanno provocato sono ad oggi 5 milioni di morti senza nessuna penale nei suoi confronti, ma medaglie, la stessa cosa se la fa un operaio della Fiat, riferita ad una attività interna alla fabbrica, comporta il licenziamento e la reclusione a tempo determinato.
Il degrado sociale è davanti ai nostri occhi tutti i giorni, è criminoso anche il maltrattamento collettivo di una classe operaia sfruttata e maltrattata, o delle impiegate di un centro commerciale dove se tardano un minuto al lavoro è la fine del mondo, ma se muoiono non importa nulla a nessuno.
È criminale anche sparlare del vicino perché ti è antipatico, o rivendicare il diritto ad un privilegio solo perché economicamente una persona è bene abbiente, sono queste le vere ed autentiche cause che sommate tra loro portano una società ad evolvere li dove si sviluppa quella che tutto il mondo chiama ambiente degradato.

Se tu vieni trovato a rubare una merendina in un supermercato, la pena è immediata, ed il reato ha una valenza che incide sulla persona in maniera irrimediabile…tu sei un ladro e lo avrai stampato sulla fronte per tutta la vita, cosi come una qualsiasi altra penale giudiziaria che colpisce le persone deboli e disagiate, ogni cosa incide in modo determinante sul corso della propria vita.
I molti banchieri che truffano per miliardi di euro i correntisti fino a ridurli sul lastrico attraverso una finanza speculativa, è probabile che accedano alle più alte cariche dello stato, quello stesso che poi decide della sorte di chi ora sta tra le mura di una prigione.
Attualmente il governo ha stabilito delle regole attraverso i famigerati DPCM che sono a tutti gli effetti decreti legge illegali sotto l’aspetto giuridico e chi non li rispetta viene recluso in carcere, o sanzionato con penali che di questi tempi sempre una più ristretta cerchia di persone può pagare.
Stabilire chi è un ladro, un delinquente o un pericolo sociale è una lotteria dove il vincitore perde sempre.
Basta uscire per strada e vedere le consuete abitudini di ogni cittadino per capire che l’illegalità è parte integrande della società’ in cui viviamo, solo che a pagarne le conseguenze direttamente sono gli sfigati che nella vita hanno preso solo calci in culo e che sono estremamente visibili in seno alla società.
La trasgressione è parte integrante del vivere quotidiano e chi viene colto con le mani nel sacco paga la penale che si conviene, in relazione alla facoltà che ha egli stesso per difendersi, se hai un bravo avvocato non rischi nulla, se non hai nessuno, sei cattivo di li all’eternità.
Tempo fa ad un tizio che lavorava presso una industria chimica venne imposto per anni di erogare fino a 3 litri di prodotto in meno nella fornitura dei clienti.
Il fatturato dell’azienda di milioni di Euro era praticamente frutto di aria fritta venduta a caro prezzo
Liquidare un dipendete insofferente all’idea di quello che succedeva è stato un gioco da ragazzi, è bastato far valere le mille normative di legge che penalizzano la classe operaia per liquidarlo e con la minaccia di farlo figurare a sua volta come un ladro da porre davanti alla corte di giustizia.

Come vedete la linea di demarcazione che separa la persona onesta da una criminosa è molto sottile e ogni rivendicazione fatta da chi vive dietro le sbarre è più che legittima se non doverosa, dal momento che colpisce solo la parte più esposta e priva di tutele.
Cosa può pensare un detenuto dei politici con reati che se giudicati dalla giustizia Ordinaria dovrebbero passare tutto il resto della loro vita in carcere, ma che in virtù dell’immunità parlamentare possono legiferare e godere di tutti i privilegi annessi alla loro carica istituzionale?
Un detenuto ha di fatto commesso un reato, ma oggettivamente per combattere l’ingiustizia un individuo deve a sua vola commettere un altro reato, li dove la giustizia è spesso inesistente o arbitraria e di parte.
Nessuno mette in dubbio che uccidere è un crimine, ma in guerra questo problema nessuno se lo pone, tutti sono legittimati a farlo di fronte ad un nemico presunto o reale che sia.
È ora di dire le cose come stanno, tutti bene o male ci troveremo un giorno a dover stabilire cosa è bene e cosa è male, ma non sarà la legge a determinarlo.
È una facoltà questa che solo chi vive in un contesto privilegiato del carcere può stabilire con una certa obbiettività, e non si illudano gli altri, perché prima o poi……
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