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Arrigo Sacchi: É Innegoziabile l’idea non il Sistema di Gioco

La stima che ho per Arrigo Sacchi come allenatore e come uomo è sempre stata molto sentita in me, come anticipato in altri articoli, il suo lavoro non parte da una dinamica prettamente tattica come è luogo comune pensare, ma da principi che si adattano poi in ogni contesto di gioco, indipendentemente dai giocatori a disposizione.

E’ un anticipazione quella che vedrete, di come i grandi allenatori sviluppano le loro idee seguendo delle linee guida che prima ancora che essere metodologiche, riflettono il loro modo si essere senza mai snaturare la loro personalità.

Ci tengo sempre a sottolineare questo aspetto, girando il mondo ho avuto modi di conoscere molti allenatori e la caratteristica principale di coloro che hanno dato un impronta non necessariamente vincente, ma creativa e rivoluzionaria, nasce da questa loro propensione a non snaturare quello che e’ il loro carattere individuale, svincolandosi al momento opportuno dal già visto.

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Innegoziabile l’idea non il Sistema di Gioco

Sacchi nega che la sua proposta mette il sistema tattico prima delle caratteristiche dei giocatori. “Ciò che non è negoziabile è l’idea”, dice, “non il sistema”. “Un sistema non va bene”, aggiunge, “se non corrisponde alle qualità dei giocatori. Ecco perché ho usato un sistema al Parma, un altro al Milan, un altro alla nazionale… E all’Atletico, non so: dobbiamo cercare la situazione più utile per i giocatori che abbiamo.

Ora stiamo cercando di usare una difesa a tre, ma giocheremo con quattro allo stesso tempo. Quello che non cambierà mai è l’idea”, e la sua idea di calcio consiste nel “calcio d’attacco”, che lui spiega così: “Il possesso palla non è un calcio d’attacco, è difensivo.

Le statistiche mostrano che il 90 per cento dei gol vengono segnati in cinque passaggi e il 50 per cento in due o tre. Se tengo la palla in alto, non attacco.

Devo giocare subito la palla. Credo nella velocità, nell’avere l’iniziativa, nel rubare la palla, in una squadra organizzata? Se lo facciamo bene, le nostre possibilità saranno migliori, i tifosi si divertiranno e anche noi. Il calcio è un gioco di attacco e movimento, e il passaggio deve essere in avanti.

Mi aspetto una partita con molto ritmo: più movimento e velocità, più spettacolo e più possibilità di vincere. Questa è l’idea e sarà la stessa fino a quando allenerò.

La libertà del giocatore in campo è in pericolo? Sacchi dice di no: “Il giocatore non deve avere paura, deve essere tranquillo. Se i giocatori non si aiutano a vicenda sia in difesa che in attacco non c’è tranquillità, e senza tranquillità non c’è fantasia.

Se la squadra è ben posizionata tutto è più facile. In caso contrario, il giocatore dubita, teme. A Milano tutti si aiutavano a vicenda in modo che la difesa avversaria non potesse passare bene ai centrocampisti e che questi non potessero passare agli attaccanti.

E la nostra difesa sapeva che essendo vicina a tutta la squadra, l’aiuto poteva arrivare immediatamente. E in attacco la stessa cosa: se tutti vengono fermati, ciao ciao fantasia.

La fantasia è facile solo se chi ha la palla ha compagni di squadra dietro e davanti a sé, alcuni che arrivano e altri che vanno, compagni che arrivano? È una questione di generosità, non di libertà.

Pressione è una parola chiave nel suo modello, “perché per avere l’iniziativa devi riconquistare subito la palla”, ma al momento giusto. “È un errore premere al momento sbagliato o fuori posizione.

Ma è anche un errore non premere quando si può. È come attaccare: se un giocatore ha la palla, la sua prima idea dovrebbe essere quella di lanciare un passaggio alle spalle del difensore. Se non può, seconda opzione: giocare in avanti, ma al piede.

Se non può nemmeno lui, terza via: passaggio laterale. E se no, indietro. Ma se un giocatore che può giocare in avanti mi gioca all’indietro sta dando un vantaggio all’avversario.

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Sapere cosa è meglio in ogni momento è la chiave. Ed è per questo che la formazione è importante. In modo che queste decisioni vengano più naturalmente.

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