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Il Significato di “La Guerra è Pace. La Libertà è Schiavitù. L’Ignoranza è Forza”

Il capo del governo Italiano Giorgia Meloni davanti a milioni di persone ha riferito in diretta televisiva che per avere la pace si deve fare la guerra…....ed io non aspettavo altro che il pretesto giusto per poter scatenare finalmente un conflitto come dico io (ma di quelli seri) nei suoi confronti, con tutte le attenuanti del caso naturalmente, le quali mi consentono di poterlo fare come dice lei a fin di bene……. siete tutti invitati!

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George Orwell

La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza”. Queste tre brevi frasi sono una parte centrale di 1984 (1949) di George Orwell: un libro che è probabilmente il più noto romanzo distopico mai scritto.

È anche uno dei libri che la maggior parte delle persone mente di aver letto, forse perché ritiene di conoscere già i punti salienti della trama e le idee chiave del romanzo, così note anche ai non lettori.

George Orwell (1903-50), nato Eric Arthur Blair, è stato uno degli scrittori più notevoli della prima metà del XX secolo. I suoi saggi sono tra i migliori in lingua inglese, non da ultimo per la loro lucidità, coniugata con una chiarezza di espressione. Orwell scrisse persino un saggio sulla necessità che il linguaggio politico sia chiaro e diretto; abbiamo bisogno dei suoi consigli ora più che mai.

Oltre a numerosi saggi e brevi pezzi giornalistici, ha scritto anche una serie di romanzi. Due di questi, La fattoria degli animali e Diciannove ottantaquattro, rimangono popolari e ampiamente studiati nelle scuole e nelle università.

L’ultimo romanzo di Orwell prima della sua prematura morte per tubercolosi fu1984, completato nel 1948 e pubblicato un anno dopo. Il romanzo è un classico esempio di narrativa distopica e descrive un futuro prossimo in cui la Gran Bretagna è diventata uno Stato a partito unico, in cui pensare i pensieri sbagliati può essere un crimine (vedi “crimine del pensiero”) e mettere nei guai con la “polizia del pensiero”. Il dittatore che governa questo stato totalitario è noto come Grande Fratello.

E ancora, più tardi, Winston ricorda questi slogan dal Ministero della Verità, prima di trovarli incisi anche in altri luoghi:

La guerra è pace

  La libertà è schiavitù

L’ignoranza è forza

Egli tirò fuori dalla tasca una moneta da venticinque centesimi. Anche lì, in caratteri minuscoli e chiari, erano incisi gli stessi slogan, e sull’altra faccia della moneta c’era la testa del Grande Fratello.

Questa citazione, che presenta tre serie di affermazioni assiomatiche fondamentalmente contraddittorie, esemplifica i modi in cui la società totalitaria del romanzo di Orwell altera i significati delle parole per manipolare la comprensione del mondo circostante.

Come può la guerra essere il suo opposto, la pace? Come può la libertà essere schiavitù, se le due cose sono in netta opposizione l’una all’altra? E come può l’ignoranza essere lodata come una forza? È da queste affermazioni stravaganti che nasce il mondo distopico del romanzo di Orwell.

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Ma “Guerra è Pace” è spiegato in modo più dettagliato nel “libro nel libro” che compare in Diciannove Ottantaquattro. Questo libro (fittizio) si intitola Teoria e pratica del collettivismo oligarchico e il suo autore è Emmanuel Goldstein, un rivale del Grande Fratello che si suppone gestisca la Fratellanza, un movimento di resistenza. Il capitolo III del libro di Goldstein, che Winston legge, si intitola “La guerra è pace” e spiega le origini dello slogan del Partito:

La guerra, quindi, se la giudichiamo secondo gli standard delle guerre precedenti, è solo un’impostura. […] Ma sebbene sia irreale, non è priva di significato. Essa consuma l’eccedenza di beni di consumo e contribuisce a preservare la particolare atmosfera mentale di cui una società gerarchica ha bisogno. La guerra, come si vedrà, è oggi un affare puramente interno. In passato, i gruppi dirigenti di tutti i Paesi, pur riconoscendo il loro interesse comune e quindi limitando la distruttività della guerra, si combattevano l’un l’altro, e il vincitore depredava sempre il vinto. Ai nostri giorni non stanno affatto combattendo l’uno contro l’altro. La guerra è condotta da ogni gruppo dominante contro i propri sudditi, e l’obiettivo della guerra non è quello di fare o impedire conquiste di territorio, ma di mantenere intatta la struttura della società.

1984-it-copy

La guerra, quindi, contro un nemico immaginario aiuta a mobilitare la società e a mantenere in piedi le sue strutture gerarchiche. Le persone si unificano in una situazione di guerra e quando si trovano in una situazione di guerra. Goldstein prosegue:

La stessa parola “guerra”, quindi, è diventata fuorviante. Sarebbe probabilmente corretto dire che, diventando continua, la guerra ha cessato di esistere. La particolare pressione che essa esercitava sugli esseri umani tra il Neolitico e l’inizio del XX secolo è scomparsa ed è stata sostituita da qualcosa di molto diverso. L’effetto sarebbe più o meno lo stesso se i tre super-Stati, invece di combattersi l’un l’altro, accettassero di vivere in pace perpetua, ciascuno inviolato entro i propri confini.

Perché in tal caso ognuno sarebbe ancora un universo autonomo, liberato per sempre dalla sobria influenza del pericolo esterno. Una pace veramente permanente sarebbe la stessa cosa di una guerra permanente. Questo anche se la stragrande maggioranza dei membri del Partito lo comprende solo in senso superficiale – è il significato profondo dello slogan del Partito: Guerra è Pace

Essendo uniti da un odio comune verso il “nemico”, quindi, gli abitanti dell’Oceania nel romanzo di Orwell rimangono concentrati sul loro scopo comune, che è quello di vincere la guerra. Ma la guerra nel vecchio senso è diventata priva di significato, ha cessato di esistere: è solo un espediente per tenere in piedi il tessuto sociale, il modo in cui si mantiene la “pace”.

Dottor Oliver Tearle (Università di Loughborough)

Fonte: interestingliterature.com

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