L’Anima di Allah nel Quadrato del Sole di Agrippa
E- un testo per intenditori e cultori di discipline magiche ed esoteriche buona lettura.
Toba60
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L’Anima di Allah
Un amore che viene da lontano
Vaghi ricordi di un viaggio fatto a Teheran moltissimi anni fa, forse circa quaranta, quando mi occupavo di progettazioni industriali. Si discuteva per il progetto della vetreria da fare presso Teheran, insieme ad altri colleghi accanto. Di tanto in tanto interveniva qua e là l’ingegnere capo progetto iraniano, scorrendo i grani di un piccolo rosario fra le dita.

E poi, un matrimonio festoso nel grande albergo di Teheran ove alloggiavo. Mi fu permesso di sbirciare nella sala dello sposo che era come in trono su una pedana, e tutti cantavano e ballavano con allegria fra loro, ridendo festosamente. Sentivo a mala pena un brusio proveniente dalla sala del piano inferiore, quella della sposa, ma non mi era consentito accedervi.
A pensarci oggi, mi dà un senso d’inquietudine, per questo mondo svincolato dal tempo di noi occidentali.
Di Teheran dell’antica Persia di quei giorni conservo un ricordo, un quadretto acquistato nell’albergo dove alloggiavo, un emblema islamico in metallo dorato che ho mostrato all’inizio.
Anni fa ho desiderato conoscere il significato dell’iscrizione, che mi era incomprensibile, mi rivolsi così via internet al sito islamico e ottenni questa risposta:
Allah jalla jalalahu
Allah (sia) magnificata la sua magnificenza
As-Salamu ‘alaikum
jamaluddin
Dimentica il mondo, così comanderai al mondo
Sii una lampada, una scialuppa di salvataggio, una scala
Aiuta affinché l’anima di qualcuno possa guarire
Esci di casa come un pastore
Resta nel fuoco dello Spirito
Lascia che ti arrostisca
Sii una ben cotta pagnotta e signore della tavola
Vieni e sii servito dai tuoi fratelli.
Jalaluddin Rumi
Le prime due frasi, si capisce che costituiscono il noto saluto islamico, poi vi fa seguito una bella poesia di Jalaluddin Rumi, poeta e mistico di origine persiana del XII Secolo, noto come Jalāl ad-Dīn Muḥammad Balkhī.
Quando mi giunse la e-mail in merito, rimasi deluso perché non vi ravvisai la decifrazione dei segni ideografici dell’emlema che mi aspettavo, anche se si capiva lo spirito che era contenuto nella risposta. Poi capii che essa dovesse essere l’ammaestramento che vi riguardava e non tanto sapere la spiegazione che cercavo, da mantenere nel segreto secondo una celata raccomandazione. Riflettendo dissi fra me, è meglio così perché restino velati nel mistero da cui sono sorti, gli ideogrammi dell’emblema in questione.
Nel Sufismo, come in tutte le pratiche di altre scuole misteriche, è solo l’iniziato che, da solo, deve riuscire a leggere e interpretare il segno di un emblema come questo in esame, per poi viverlo come un sole splendente nella sua mente visiva e farsi illuminare.
Nell’emblema vi ho intravisto il segno di una vigorosa fiamma per rappresentare efficacemente un simbolico cuore per dare l’idea dell’Anima da cui si sprigiona il Fuoco di Allah, il Dio dei Musulmani.
Ricordando quell’ingegnere iraniano, dell’episodio del mio convegno di lavoro a Teheran, che pregava con un rosario in mano e nel contempo badava alle discussioni di lavoro, mi parve un paradosso di vita rispetto all’epoca moderna dell’Occidente! Ma, per mia convinzione, è un fatto medicamentoso anche se anacronisticamente di confine, paragonando quell’ingegnere iraniano a un ingegnere d’Occidente dei quali non ce n’è uno eguale!

Emblema islamico. L’Anima di Allah.
Questo scorcio, provvidenzialmente è ancora l’Islam, con i suoi veli che avvolgono l’emblema suddetto e, come un incomprensibile parallelo, avvolgono prudentemente i corpi e volti delle donne islamiche, quasi a immaginare un altro popolo tenuto prudentemente in “disparte” dal loro Dio Allah per fortificarlo perché sia assicurata in loro una salda unità coesa come una roccia, di una indiscussa fede religiosa.
Ed è come risentire i versi del poeta Jalaluddin Rumi che dice fra l’altro:
“Resta nel fuoco dello Spirito / Lascia che ti arrostisca”.
Tutto si fonda sulla loro fede in Allah che è così forte, quasi inscalfibile, mentre in tutto l’Occidente la fede in Dio frana continuamente ovunque ed è la laicità a far da padrone. E da questo lato non si prospetta alcuna unità, per quanto la ragione lo richiede assolutamente per il bene dei popoli. L’Occidente, come si vede, ha bisogno dell’Islam perché è Dio stesso che lo chiede.
L’Islam, secondo la tradizione, è vivere insieme, in applicazione del dettato secondo il quale i credenti sono tutti fratelli, la cui unità si fonda sul concetto della relatività delle distinzioni etniche; non c’è differenza alcuna tra il bianco e il nero, tra l’arabo e il non-arabo se non nel modo con cui temono Dio. Questo al di là di sconfinamenti estremi con gli atti terroristici che sappiamo, ma riconoscendo anche, che il problema del secolarismo, che sta corrodendo il cristianesimo, non può avere mai successo in un Paese islamico. Esso contrasta infatti con la natura, i concetti, gli atteggiamenti e la storia dell’Islam che i popoli musulmani professano, a differenza di quanto avvenuto nell’Occidente cristiano.
C’è una linea di convergenza morale visto come sottomissione con tutto il cuore ai decreti nascosti di Dio, così come si sottomise Abramo. Ad Abramo fanno capo ebraismo, cristianesimo, islamismo: Abramo è l’antico progenitore disposto a fare la volontà del Signore, disposto, se Egli lo vuole, a sacrificare anche il proprio figlio.
Secondo un’ortodossia islamica, nel giorno del Giudizio Universale la Caaba, un edificio cubico nel quale è incastonata la Pietra nera della quale nessuno conosce l’origine, si staccherà dal suolo dell’Arabia Saudita per raggiungere Gerusalemme dove Mosè, Gesù e Maometto si ritroveranno in armoniosa compagnia.
A questo punto non è facile traslare questi concetti spirituali con una certa matematica dei quadrati magici di un famoso mago astrologo del 1500, Enrico Cornelio Agrippa. E come se fosse il cappello del mago, il nostro celebre Agrippa vi fà uscire tanti numeri e parole, davvero straordinarie, tanto da riuscire a svelare ciò che è scritto in quell’emblema iraniano mostrato
all’inizio con l’illustr. 1, in cui ho anticipato il segno dell’anima di Allah.
I quadrati magici di Cornelio Agrippa In matematica un quadrato magico è una disposizione di numeri interi in forma di tabella quadrata in cui siano rispettate due condizioni: i valori siano tutti distinti tra loro e la somma dei numeri presenti in ogni riga, in ogni colonna, e in entrambe le diagonali, dia sempre lo stesso risultato; tale intero è denominato “costante di magia” del quadrato (o “costante magica” o samma magica)

La formula con cui si calcola questa “somma magica” è:


Ma i quadrati magici possono essere visti come una matrice di segni, e vedremo poi che in tal modo diventano materia di interesse per i cultori della magia

Illustrazione 3: Quadrato magico di Saturno.
Perciò se a un quadrato magico, per esempio quello a nove caselle chiamato di Saturno, si riuniscono con rette i numeri successivi in esso contemplati successivi, per ordine di grandezza, si ottiene una linea poligonale avente per estremi il numero più basso o più alto, che è caratteristica del quadrato stesso.
Molte volte tali linee sono di disegno elegante e potrebbero servire come aiuto mnemonico per ricordare la formazione della progressione dei numeri del quadrato, la linea poligonale unica nel caso di n=3, è rappresentata nell’illustr. 4.
Il quadrato magico del Sole di Agrippa

Perciò se a un quadrato magico, per esempio quello a nove caselle chiamato di Saturno, si riuniscono con rette i numeri successivi in esso contemplati successivi, per ordine di grandezza, si ottiene una linea poligonale avente per estremi il numero più basso o più alto, che è caratteristica del quadrato stesso.
Molte volte tali linee sono di disegno elegante e potrebbero servire come aiuto mnemonico per ricordare la formazione della progressione dei numeri del quadrato, la linea poligonale unica nel caso di n=3, è rappresentata nell’illustr. 4.
Il quadrato magico del Sole di Agrippa
Come già accennato, non sono i quadrati magici studiati nella matematica, di cui al precedente capitolo, a essere esaminati in questo scritto in relazione al tema iniziale dell’emblema iraniano dell’Anima di Allah, ma un quadrato magico trattato dal mago Enrico Cornelio Agrippa nel libro La Filosofia Occulta o La Magia, In particolare esamineremo il quadrato magico, detto da Agrippa, del Sole che mostro con l’illustr. 4.
Ed è il momento si collegarci al tema dell’Anima di Allah iniziale e, in particolare, all’emblema iraniano dell’illustr. 1 lasciato in sospeso.
Il lettore, di fede islamica in particolare, si sarà meravigliato del legame con il quadrato magico del Sole di Agrippa. Ma che centrano questi argomenti con l’ “Anima di Allah”, si chiederà, eppure farò vedere che veramente esiste un legame, anche se non c’è modo di capire la relazione fra loro. Tuttavia una certa relazione esiste nel significato che viene attribuito ai numeri, tralasciando temporaneamente il quadrato.
Il sole, dimora artica di Allah e dei Veda
Ma non è nella direzione in cui si incanalano le argomentazioni espresse in questi due articoli, che sono tutte del genere numerico, che ci si disporrà, tuttavia è utile partire da alcune precisazioni sul numero di Allah espresse all’inizio nel suddetto primo articolo. Cioè queste:
<< Allah significa Iddio. Esso è composto da quattro lettere dell’alfabeto arabo la cui somma è pari a 66. Alif=1 Lam=30 Lam=30 Ha=5 quindi 1+30+30+5=66 Nel numero di Allah esiste un grande simbolismo e sono contenute le verità di tutte le religioni e della scienza. >>
È solo un accenno, quanto basta per riprendere il quadrato insieme ai numeri così come li ha predisposti Cornelio Agrippa.


Illustrazione 5: Quadrato magico del Sole di Agrippa & Illustrazione 6: Quadrato magico del
Sole di Agrippa. I Segni o Caratteri di Allah. Prime fasi.
Dunque la via che si seguirà sarà quella delle lettere ebraiche che sono riportate nel quadrato magico di Agrippa dell’illustr. 5 e 6.
Accanto al suddetto quadrato m. dell’illustr. 5 c’è l’illustr. 6 che mostra lo stesso quadrato m., ma con dei segni e rispettive caselle colorate per la ricerca che stiamo per svolgere sull’Anima di Allah. È su queste indicazioni che ora si svilupperà il tema sulle numerose significazione di Allah. Il disegno al centro è il medaglione mostrato all’inizio con l’illustr. 1.
Per prima cosa è proprio il nome di Allah che compare nell’angolo a destra in alto con i numeri 1, 30 e 35 la cui somma da 66 ed è con sorpresa lo stesso numero 1+30+30+5=66, rilevato dal sito qui.
Ora procederemo estrapolando i caratteri ebraici secondo l’ordine stabilito nella tabella del quadrato m. con le brevi poligonali segnate in rosso. Una volta fatto questo ci serviremo del traduttore Google Traslate che ci darà la traduzione delle parole corrispondenti alle poligonali.
Va detto che vi sono altri traduttori che, nel nostro caso di traduzioni di parole ebraiche, danno traduzioni che non concordano con quelle del traduttore Google Traslate, ma io non ne tengo conto. Le parole ebraiche che saranno esibite, tranne questa di seguito di sole quattro lettere, quindi breve, le altre sono lunghe, perciò diverse da quelle di un dialogo di altre lingue, ed è inevitabile che i diversi traduttori esprimono risultati diversi. Di qui si è scelto il traduttore Google Traslate come fiduciario, escludendo tutti gli altri traduttori. Non si tratta di un giudizio, per esempio quello di un tribunale, è solo un giudizio spirituale e vale per un credente, o di chi si trova su questa soglia.
Riprendendo la procedura interrotta, la prima parola da tradurre è quella relativa alla prima terna di numeri in alto a destra del quadrato dell’illustr. 6 che si sviluppa con poligonale 1-30-35 che tradotta é:
אללה = Allah
Questa prima traduzione sorprede l’incredulo lettore che diffidava il ricorso ai quadrati magici di Agrippa, ma il seguito lo incoraggia a credere.
Premessa
A questo punto occorre fare il punto della situazione, e capire come valutare il primo dato che abbiamo rilevato, per poi fare la stessa cosa con i successivi.
Innanzitutto dobbiamo chiederci quale sia lo scopo di questo lavoro e a cosa mira, e chi pensiamo di essere per far questo, trattandosi di un indagine simile a quella di un antico filosofo che scruta il cielo per progredire nelle sue conoscenze. Dunque, se così fossero gli intenti di un analogo “filosofo” moderno, allora lo scopo è di progredire appunto nella conoscenza, per permettergli di farne tesoro e metterla in pratica, giusto come suggerisce il poeta Jalaluddin Rumi, citato all’inizio di questo saggio, con i versi:

“Sii una lampada, una scialuppa di salvataggio, una scala
Aiuta affinché l’anima di qualcuno possa guarire”
Ma scrutare il cielo che, nel nostro caso, equivale a entrare in quello della “Montagna di Maometto” dei quadrati magici di Agrippa, dopo aver intravisto la bella e luminosa stella del nome di Allah a mo’ di guida sicura. Ma è così anche per il filosofo in noi e dovremmo perciò architettarci a intuire cosa possano rivelare le successive traduzioni, anche se incertamente comprensibili, avendo pazienza e perseveranza di attendere il momento propizio per essere illuminati. E questo ci perverrà, come vedremo proseguendo l’indagine in corso che riguarderà la parola ebraica che risulta dalle diagonali suddette messe in croce, iniziando da quella del caso 1, seguita dal 2, poi dal 3 ed infine dal 4.
Poligonale 1-30-35 – 36-25-5 – 6-7-32 – 31-12-2 color giallo
Come già anticipato in precedenza con il caso 1-30-35, si esamina la poligonale suddetta 1-30-35 – 36-25-5 – 6-7-32 – 31-12-2 color giallo, che è l’insieme delle 4 terne di poligonali, ma ognuna distanziata dalla successiva. E poi segue la traduzione col Google Traslate:
אללה לוכהה וןלב לאיבב = Allah è amorevole e gentile con Ibab
La successiva traduzione considera la suddetta parola con le lettere unite fra loro:
אללהלוכההוןלבלאיבב = Dio vi benedica
Queste due traduzioni sono straordinarie per credere nella spiritualità che ha pervaso Agrippa nel trasmettere a noi il quadrati magici. Resta di far luce su “Ibab”.
Ibab
“Ibab” della frase “Allah è amorevole e gentile con Ibab”, vuole indicare in modo invertito il nome “Babi“, divinità egizia della religione dell’antico Egitto, feroce, virile e sanguinaria deificazione del babbuino, animale molto diffuso nella antica valle del Nilo. L’inversione perciò allude alla bontà e amore di “Ibab” cui si rivolge Allah.
Poligonale 34-3 – 19-18 – 33-4 – 13-24 color azzurro
Si esamina la poligonale 34-3 – 19-18 – 33-4 – 13-24 color azzurro con la traduzione col Google Traslate:
לרג יםיח רלג כדיב = Larg sarà chiamato rabbino
La successiva traduzione considera la suddetta parola con le lettere unite fra loro:
לרגיםיחרלגכדיב = per i regimi
Il termine regime vale come ordinamento politico, forma o sistema statuale o di governo che può essere democratico, parlamentare, presidenziale. Oppure il regime dei dei partiti, in cui hanno grande peso, più frequente nelle espressioni regime monarchico, assoluto, autoritario, dittatoriale, militare. Oppure ancora il regime, stato o governo autoritario.
Larg è chiarito con la traduzione della prima terna colorata in giallo:
לרג = Grande
Attenzione se si inverte la terna colorata in rosso, questa traduzione sarà un’altra contraria:
לרג יםיח רלג בידכ = Larg ti metterà uno straccio in mano
Larg vuol dire Grande (largo) e naturalmente allude al rabbino.
Le due poligonali 11-14-20-29 color rosa e 23-17-27 color verde
Si esamina la prima poligonale 11-14-20-29 color rosa con la traduzione col Google Traslate:
יאידככם = ti aiuterà
Si esamina la seconda poligonale 23-17-27 color verde con la traduzione col Google Traslate:
בביךכו = nel tuo imbarazzo
Naturalmente si riferisce al Grande che ha chiamato Larg.
Resta l’ultima traduzione della poligonale centrale.
Vivere nel cuore di Allah
Poligonale 8-15-21-9-10-22-16-27-28

Illustrazione 7: Il quadrato magico del Sole di Agrippa. Il cuore di Allah.
Dunque la via che si seguirà sarà quella delle lettere ebraiche che sono riportate nel quadrato magico di Agrippa dell’illustr. 5 e 6.
Accanto al suddetto quadrato m. dell’illustr. 5 c’è l’illustr. 6 che mostra lo stesso quadrato ma con dei segni e rispettive caselle colorate per la ricerca che stiamo per svolgere sull’Anima di Allah. È su queste indicazioni che ora si svilupperà il tema sulle numerose significazione di Allah. Il disegno al centro è il medaglione mostrato all’inizio con l’illustr. 1.
Per prima cosa è proprio il nome di Allah che compare nell’angolo a destra in alto con i numeri 1, 30 e 35 la cui somma da 66 ed è con sorpresa lo stesso numero 1+30+30+5=66, rilevato dal sito qui.
Ora procederemo estrapolando i caratteri ebraici secondo l’ordine stabilito nella tabella del quadrato m. con le brevi poligonali segnate in rosso. Una volta fatto questo ci serviremo del traduttore Google Traslate che ci darà la traduzione delle parole corrispondenti alle poligonali.
Va detto che vi sono altri traduttori che, nel nostro caso di traduzioni di parole ebraiche, danno traduzioni che non concordano con quelle del traduttore Google Traslate, ma io non ne tengo conto. Le parole ebraiche che saranno esibite, tranne questa di seguito di sole quattro lettere, quindi breve, le altre sono lunghe, perciò diverse da quelle di un dialogo di altre lingue, ed è inevitabile che i diversi traduttori esprimino risultati diversi. Di qui si è scelto il traduttore Google Traslate come fiduciario, escludendo tutti gli altri traduttori. Non si tratta di un giudizio, per esempio quello di un tribunale, è solo un giudizio spirituale e vale per un credente, o di chi si trova su questa soglia.
Riprendendo la procedura interrotta, la prima parola da tradurre è quella relativa alla prima terna di numeri in alto a destra del quadrato dell’illustr. 6 che si sviluppa con poligonale 1-30-35 che tradotta é:
אללה = Allah
Questa prima traduzione sorprede l’incredulo lettore che diffidava il ricorso ai quadrati magici di Agrippa, ma il seguito lo incoraggia a credere.
Premessa
A questo punto occorre fare il punto della situazione, e capire come valutare il primo dato che abbiamo rilevato, per poi fare la stessa cosa con i successivi.
Innanzitutto dobbiamo chiederci quale sia lo scopo di questo lavoro e a cosa mira, e chi pensiamo di essere per far questo, trattandosi di un indagine simile a quella di un antico filosofo che scruta il cielo per progredire nelle sue conoscenze. Dunque, se così fossero gli intenti di un analogo “filosofo” moderno, allora lo scopo è di progredire appunto nella conoscenza, per permettergli di farne tesoro e metterla in pratica, giusto come suggerisce il poeta Jalaluddin Rumi, citato all’inizio di questo saggio, con i versi:
“Sii una lampada, una scialuppa di salvataggio, una scala
Aiuta affinché l’anima di qualcuno possa guarire” Ma scrutare il cielo che, nel nostro caso, equivale a entrare in quello della “Montagna di Maometto” dei quadrati magici di Agrippa, dopo aver intravisto la bella e luminosa stella del nome di Allah a mo’ di guida sicura. Ma è così anche per il filosofo in noi e dovremmo perciò architettarci a intuire cosa possano rivelare le successive traduzioni, anche se incertamente
La parola della poligonale 8-15-21-9-10-22-16-27-28 con caratteri uniti fra loro è questa di seguito, decifrata col solito Google Traslate:
חיהכאסיכביכןוכח =Vivi come se fossi presente
Che significa “Vivi come se fossi presente”? Si tratta della spiritualità di cui è pervaso “Ibab”, cui si rivolge Allah. Essa si manifesta nella vita presente attraverso il corpo perciò è vivente, è luminosità e pervade chi è dintorno ammaestrandolo.
Chiarimenti sul rabbino
Da Wikipedia
Un rabbino (dall’ebraico biblico רַבִּי, rabī – AFI: [ˈʁäbi]–, “mio maestro”), o anche rabbi, nella cultura ebraica è uno studioso che si è distinto per i suoi studi ed è un autorevole insegnante della Tōrāh e della legge mosaica (Torat Mosheh), considerato la guida spirituale della propria comunità ebraica.[ Rebbetzin (uso in yiddish comune tra gli aschenaziti; abbreviato in reb) o rabbanit (in ebraico e usato tra gli ebrei sefarditi) è il titolo dato alla consorte dei rabbini ortodossi, haredi o chassidici.
Il rabbino, per svolgere i suoi compiti, deve inoltre aver ricevuto la semikhah (conferimento della carica) ed è autorizzato, secondo la tradizione ebraica, a decidere su necessità comunitarie ed Halakhiche particolari, come quelle legate alle regole alimentari o rituali, e generali, come nel confronto religioso, interreligioso, etico e morale.
In molti luoghi oggi e nel corso della storia, i rabbini e gli studiosi della Torah hanno avuto e ancora hanno il potere di censurare le persone che li insultano.
Ma il rabbino inteso da Allah, che chiama Larg o meglio il Grande, come può riferirsi all’ebraismo? E se fosse un uomo da venire di questa epoca, considerato che solo oggi si svela attraverso il quadrato del sole di Agrippa.
Gaetano Barbella
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