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Saluslife Foundation: Elisa Renaldin e la Magia del Teatro Trasformativo

Per informazioni SalusLife Foundation

Quando si deve fare una recensione è luogo comune fare riferimento alla persona attraverso le sue opere il suo lavoro e tutto quell’insieme di variabili che che poi definiscono in grandi linee quella che può essere la professionalità acquisita nel tempo in riferimento ad un determinato settore di competenza.

Il ruolo che rivesto nel mondo dell’informazione mi porta inevitabilmente ad approfondire la conoscenza di chi ho davanti e nello scavare a fondo su Elisa Renaldin per me è stato come immergermi in un mondo parallelo sconosciuto dove ogni incedere passo passo lasciava intravvedere sempre qualcosa di nuovo che porta in direzione di quella idilliaca magia di un tempo passato che avresti voluto non avesse mai fine.

Viviamo in una società dove i titoli spesso vengono anteposti al ruolo concreto che una persona ha in un qualsiasi contesto e quanto esposto da Elisa non rende omaggio al ruolo propositivo e concreto che svolge attraverso un lavoro che affonda le sue radici su di una base che trascende i termini esposti e che di per se possono dire poco o nulla sul percorso formativo da lei svolto attraverso quella singolarità che la contraddistingue nel portare avanti un progetto sociale la cui finalità mira alla piena realizzazione dell’individuo come persona.

Ci tengo a sottolineare alcuni dettagli che ho avuto modo di osservare legati alla sua conoscenza che può sfuggire alla comprensione logica di chi pone in parte la ragione.

La sua esperienza di vita ha fatto da volano in tutte le decisioni da lei intraprese nel portare avanti un progetto che come anticipato prima non è lettera morta, ma porta le persone ad essere parte attiva di quella evoluzione interiore e spirituale che necessita per dare un senso ed un significato alla vita che ognuno di noi ha davanti, chi si relaziona a lei ha un punto di riferimento che lascia spazio alla propria individualità e nulla di meglio del teatro rappresentativo come lei lo ha posto all’attenzione del pubblico, offre questa opportunità onde esaltare queste peculiarità insite in noi alla massima potenza.

La vita è un eterno palcoscenico dove vi sono dei registi, degli attori e degli spettatori paganti che assistono alla scena, il cui ruolo passivo nella società in cui viviamo e stato enfatizzato a dismisura privandoli della spontanea e naturale autonomia di pensiero.

Elisa attraverso una sua geniale intuizione ha saputo creare le basi per invertire i ruoli, dando il giusto valore ad una collettività che ora può rivendicare a pieno titolo il ruolo di protagonista in un contesto dove la società ciò lo scoraggia.

Va fatto notare che per elaborare un qualsiasi piano di lavoro la cui funzione è quella di un mondo migliore, non può trascendere dalla realtà oggettiva in cui viviamo, ed una conoscenza molto approfondita dei problemi sociali odierni sono un punto di riferimento costante per variare di continuo ogni azione, cosa che Elisa Renaldin ha dimostrato negli anni di aver sempre tenuto presente, considerato il suo incedere nel tempo su di un qualcosa che non e’ nato da oggi al domani, lei mette sempre in evidenza che Il suo obiettivo non è quello di fornire nuove ideologie, semmai agevolare una presa di coscienza che verte ad una liberazione dell’individuo. Ciò di cui parla ribadisce che è già espresso da altri , lei semplicemente porta la sua personale visione con il suo frasario, adatto ai tempi attuali.

I suoi principi metodologici partono dalla conoscenza di quelli che sono i Recinti Percettivi anche attraverso le loro classificazioni: individuali, collettivi, planetari ed extra-planetari, e attraverso degli esempi, quelli individuali riguardano il rapporto dell’individuo con se stesso, tutti gli altri hanno a che fare con i sistemi di controllo comunemente usati per tenere gli individui assoggettati e limitati nelle loro possibilità.

Fa riferimento al fatto che i Recinti Percettivi sono una distorsione della percezione (soggettiva e collettiva, quasi sempre indotta). che si fonda sulle ideologie le quali attecchiscono sulla manipolazione. Questa, a sua volta, trova terreno fertile e si sviluppa attraverso credenze e paure. Le paure vengono indotte attraverso i condizionamenti e quindi questo è un bel labirinto dal quale risulta difficile uscire e, ancora prima, accorgersi della sua esistenza.

Per concludere si potrebbe stare un giorno per non dire anni nel mettere in evidenza il ruolo esaltante e propositivo che ha elaborato Elisa Renaldin negli anni e invito tutti a non perdere l’occasione di vivere in prima persona l’esperienza di partecipare ad un suo convegno che merita un attenzione molto particolare per l’originalità delle tematiche affrontate ed il coinvolgimento che ho pure io in modo indiretto avuto modo di percepire attraverso la sua conoscenza.

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