Smascherare il lato Oscuro delle “Proteine Spike” Ecco a voi un Trio di Potenti Rimedi Naturali
In questo momento tutto è utile per poter rimediare al danno creato da un branco di criminali……ma dove sono andati a finire?
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Introduzione
La pandemia COVID-19 non solo ha sollevato un allarme sul potenziale infettivo del virus, ma ha anche messo in luce le profonde preoccupazioni relative alle proteine virali, in particolare la proteina spike, essenziale per il virus per invadere le cellule umane e scatenare il caos.
Ancora più allarmante è il fatto che le iniezioni di mRNA, ideate da giganti di Big Pharma come Pfizer-BioNTech e Moderna, istruiscono le nostre cellule a produrre proprio questa proteina spike, presumibilmente per provocare una risposta immunitaria. Ma sorpresa, sorpresa! Le ricerche emergenti suggeriscono che questa proteina spike, prodotta dopo la vaccinazione, potrebbe causare da sola una serie di effetti avversi. Ciò solleva domande urgenti e preoccupanti sulle vere intenzioni e sui potenziali rischi di queste iniezioni sviluppate in fretta e furia. Non sorprende che un movimento di base stia prendendo piede, sostenendo la necessità di sostanze naturali che possano aiutare a proteggere dai danni indotti dalle proteine spike.
N-Acetylcysteine (NAC)
La N-acetilcisteina (NAC) ha suscitato un grande interesse scientifico grazie alle sue proprietà antiossidanti e alla capacità di alzare i livelli intracellulari di glutatione. Questi attributi sono particolarmente preziosi per attenuare lo stress ossidativo legato all’esposizione alla proteina spike prodotta dalle iniezioni di mRNA. Lo stress ossidativo è implicato in vari processi patologici e rende la NAC un promettente candidato all’intervento terapeutico, offrendo la speranza di una potenziale soluzione di fronte alla sfida della proteina spike.
La N-acetilcisteina (NAC) di per sé non si trova in quantità significative negli alimenti, in quanto è una forma modificata dell’aminoacido cisteina, utilizzato principalmente come integratore. Tuttavia, la cisteina, che è un precursore della NAC, si trova in vari alimenti ricchi di proteine, come pollame (pollo, tacchino), yogurt, uova (in particolare gli albumi), legumi (lenticchie, soia, ceci) e cereali integrali come l’avena. Questi alimenti forniscono cisteina, che l’organismo può convertire in NAC secondo le necessità.
Bromelina
La bromelina, un enzima derivato dall’ananas, è stata ampiamente studiata per i suoi potenti effetti antinfiammatori e le potenziali proprietà immunomodulanti. Questi attributi ne fanno un candidato promettente per mitigare l’infiammazione indotta dall’esposizione alla proteina spike sintetizzata dai vaccini a mRNA.
La bromelina si trova prevalentemente nell’ananas e nei suoi derivati. L’ananas fresco, il succo d’ananas e gli integratori di bromelina estratta dall’ananas sono fonti comuni di questo enzima. L’inclusione di questi alimenti nella dieta può apportare benefici alla bromelina, aiutando potenzialmente a gestire l’infiammazione associata all’esposizione alle proteine spike.
Molti stanno combinando questi due potenti farmaci in quello che viene chiamato BromAc. Esse lavorano in sinergia per scomporre le proteine di punta del virus. La bromelina può tagliare parti specifiche della proteina spike, mentre la NAC aiuta a rompere i ponti disolfuro, “smantellando” di fatto la proteina spike. Questa combinazione rende più difficile per il virus attaccarsi e invadere le cellule umane.
Nei test di laboratorio, questa combinazione ha dimostrato di disattivare il virus in modo dose-dipendente, il che significa che dosi più elevate erano più efficaci. I ricercatori sono ottimisti sul fatto che l’uso congiunto di Bromelina e NAC possa essere un trattamento promettente, soprattutto se somministrato nelle prime fasi dell’infezione attraverso spray nasali, e stanno pianificando studi clinici per testare ulteriormente questo approccio.
Tè all’ago di pino
Uno dei primi usi noti del pino per scopi salutistici risale al 1536, quando gli Irochesi fornirono a Jacques Cartier e al suo equipaggio gravemente malato corteccia e aghi di pino, che fornivano la vitamina C necessaria per trattare lo scorbuto. Oggi, gli aghi di pino e il tè di aghi di pino stanno ottenendo un’attenzione significativa da parte di scienziati e medici nel campo della salute e del benessere, soprattutto dopo la pandemia COVID-19.
Negli ultimi anni, il tè all’ago di pino si è imposto all’attenzione come rimedio naturale per mitigare gli effetti dell’esposizione alla proteina spike, in particolare nel contesto della pandemia COVID-19. Ricco di antiossidanti e di vitamine come la vitamina C, il tè di aghi di pino è tradizionalmente noto per le sue proprietà immunitarie e antinfiammatorie. Le ricerche suggeriscono che i composti presenti negli aghi di pino, come l’acido shikimico, possono contribuire a inibire la formazione di coaguli di sangue e a ridurre l’infiammazione, potenziali problemi associati all’esposizione alle proteine spike. Queste proprietà rendono il tè di aghi di pino un candidato promettente per sostenere i meccanismi di difesa dell’organismo contro i danni indotti dalle proteine spike.
Gli aghi di pino sono ricchi di acido shikimico, il principale ingrediente attivo del farmaco antivirale Oseltamivir (alias Tamiflu), che è stato promosso durante la pandemia COVID-19 come opzione terapeutica, mentre la fonte naturale del suo componente chiave, l’acido shikimico, ha ricevuto poca attenzione. Scoperto per la prima volta nel 1885 dal chimico olandese Johan Fredrik Eykman, l’acido shikimico è essenziale per la vita. È coinvolto nella via dello shikimato, un processo in sette fasi utilizzato da batteri, funghi, alghe e piante per produrre vitamine, folati e aminoacidi essenziali come fenilalanina, tirosina e triptofano. Inoltre, l’acido shikimico favorisce la funzionalità piastrinica e cardiovascolare, promuove la salute dell’intestino e dell’apparato digerente e migliora l’integrità e la funzionalità della guaina mielinica, che isola i neuroni per una corretta comunicazione elettrica.
Conclusione
La pandemia di COVID-19 ha messo in luce numerose vulnerabilità nei sistemi sanitari globali, ma ha anche svelato l’opportunità di esplorare trattamenti alternativi che potrebbero offrire soluzioni più sicure ed efficaci. Le preoccupazioni relative alla proteina spike, in particolare nel contesto dei vaccini a mRNA, sottolineano la necessità di ulteriori ricerche e valutazioni critiche. Sostanze naturali come NAC, bromelina e tè all’ago di pino, supportate da prove scientifiche, presentano strade promettenti per mitigare i danni indotti dalla proteina spike. Mentre continuiamo a navigare in questo complesso panorama, è imperativo rimanere vigili, mettere in discussione le narrazioni tradizionali e cercare informazioni affidabili che diano priorità alla salute e al benessere.
Ty Bollinger
Fonte: TheTruthAboutCancer.com
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