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Gestire il Successo e il Fallimento nel Calcio

Arrigo Sacchi

Gestire il Successo e il Fallimento nel Calcio

Tutti conoscono i vantaggi del successo, tutti lo desiderano, tutti lo perseguono… I vantaggi sono molti, ed è il principale elemento motivante per un atleta: vincere.

La società elogia, esalta, ammira… Vuole i vincitori. Noi gareggiamo per vincere. Ma vincere sempre, o quasi, ha anche i suoi rischi:

Il successo trasforma “noi” in “io”.

“Sopravvalutiamo” le nostre capacità rispetto al duro lavoro, alla perseveranza, all’umiltà…

I buoni risultati coprono i difetti, rendono difficile l’autocritica e ostacolano il miglioramento.

Perdiamo la prospettiva e ci allontaniamo dalla realtà.

Il successo è transitorio: “anche le foglie della corona dei vincitori appassiscono”.

I contributi personali sono esagerati e le carenze e le difficoltà vengono minimizzate.

Si fa ricorso alla “lusinga”, e le persone ci dicono ciò che vogliamo sentire.

Aumentano gli “amici” e aumentano anche i… nemici.

Siamo al centro dell’uragano… ma non lontani dalla tempesta.

Vincere diventa routine e perde il suo fascino. Sembra facile… Lo trascuriamo.

Per questo è importante saper gestire il successo: saper vincere… per continuare a vincere.

Rimanere vigili, consapevoli dei fatti descritti sopra. Siate attenti a questi indicatori, e addirittura anticipateli.

1) Condividere il successo. Non accumulare
2) Più che mai, squadra, squadra, squadra: noi sopra di noi.
3) Rispettate e riconoscete il lavoro di tutti.
4) Essere sempre presenti: quando le cose vanno bene… e non tanto bene.
5) Vivere il presente: Il momento è importante. Non pensare, lascia scorrere… Sii naturale… Non lasciare che la situazione disturbi o distorca la realtà. Non essere miope e “morire di successo”…..
6) Non perdere di vista il futuro. Porre nuove sfide, sfide… Cambiare in meglio. Pensare: siamo a un anno dal fallimento…

Non bisogna confondere la vittoria con il successo, né la sconfitta con il fallimento. Credo sia più appropriato parlare di risultati, gioie, dolori, frustrazioni, miglioramenti, battute d’arresto e successi.

Lo staff tecnico deve analizzare correttamente e sempre il funzionamento della squadra, la strategia e il percorso seguito, le circostanze e il contesto. Come li hanno influenzati. Come i singoli e il gruppo l’hanno vissuta.

Spesso l’origine della sconfitta sta nel dimenticare ciò che ci ha reso forti e competitivi.

“Scavare nella nostra memoria e trovare le nostre convinzioni, gli ideali, l’identità di squadra, Le essenze possono essere l’inizio della soluzione

Dobbiamo sempre trovare delle opzioni per gestire e mantenere l’equilibrio:

1) Condividere il “successo”, non accumularlo.
2) Il “noi” al di sopra del “sé”.
3) Rispettare e riconoscere il lavoro di tutti.
4) Essere e rimanere sempre.
5) Vivere il presente pensando al futuro immediato.
6) Lasciare che la vittoria serva… per continuare a vincere.
7) Analizzare la sconfitta per trarne il meglio.

Siamo sempre al centro dell’uragano, ma non lontani dalla tempesta.

Il fallimento è una grande opportunità per ripartire con più intelligenza, preparazione e impegno.

Quando l’allenatore osserva che la squadra, dopo diverse vittorie di fila o dopo essere stata tra i primi posti in classifica, è poco motivata, molto rilassata e troppo sicura di sé prima di giocare partite presumibilmente “facili”, deve cercare di aumentare la motivazione e di ottenere un livello di attivazione ottimale che la spinga a essere attenta, a impegnarsi, a prendere buone decisioni, a reagire in tempo, ecc. Per raggiungere questo obiettivo, si possono fissare “obiettivi sfidanti”, molto specifici e ben definiti, a livello collettivo e individuale, che risveglino l’interesse, la concentrazione e la collaborazione di ogni singolo membro della squadra per raggiungerli, ad esempio si può chiedere di mettere in pratica una certa tattica in difesa e/o in attacco, che richiede sforzo, concentrazione e lavoro di squadra per aiutare e sostenere il compagno, contrattaccare, fare staffette, pressare, cercare spazi, abbassarsi per difendere, ecc.

È anche importante controllare le “aspettative di successo” per indebolire l’eccesso di fiducia; a tal fine si possono evidenziare le possibili difficoltà della partita e i punti di forza dell’avversario, ricordando anche gli errori e gli errori tecnico-tattici commessi in altre partite per mancanza di concentrazione e tensione.

Quando la situazione è opposta, cioè la squadra ha perso diverse partite di fila e si trova in fondo alla classifica, l’allenatore deve essere realista e analizzare con obiettività le possibilità della squadra per le prossime partite, focalizzando l’attenzione e lo sforzo dei suoi giocatori su ciò che possono fare, su ciò che dipende da loro, stabilendo “obiettivi realistici” a livello individuale e di gruppo, che possono essere raggiunti eseguendo le azioni appropriate e molto specifiche stabilite dall’allenatore, ad esempio dopo aver perso la palla in attacco, abbassandosi a difendere, pressando e chiudendo gli spazi. In questo modo la squadra avrà un maggiore senso di controllo a prescindere dal risultato, aumentando la motivazione e rafforzando la fiducia in se stessa.

È inoltre fondamentale rafforzare lo spirito di squadra, sottolineando la responsabilità individuale per ottenere prestazioni di gruppo, in modo che ogni singolo giocatore si senta importante e necessario, percependo di partecipare attivamente al raggiungimento degli obiettivi della squadra, dando il meglio di sé. In questo modo, l’allenatore sarà in grado di motivarli a fare lo sforzo supplementare necessario, aiutando e sostenendo i compagni quando ne hanno bisogno, loro faranno lo stesso e la squadra ne trarrà beneficio a prescindere dal risultato.

Rubens Valenzuela

Fonte: rubensvalenzuela.com

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