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A Proposito di Guerra Nucleare: Non vi sono Nazioni più Vulnerabili di Quelle con Armi Atomiche sui Propri Territori

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A Proposito di Guerra Nucleare

Una guerra nucleare è una guerra breve e totale che trasformerà l’atmosfera in una densa camera a gas radioattiva, l’intera superficie terrestre in una hot zone proibita e che non lascerà a mezzo termine nessun sopravvissuto umano o animale sulla terra.

     Voci infondate permeano la drammaturgia incompiuta volta a sceneggiare la deterrenza e a rappresentare le conseguenze di un conflitto atomico. La prima è che la deterrenza, prerogativa genocida e suicida di pochi stati, richieda il possesso di bombe atomiche. Mentre in realtà la deterrenza sporca si estende a chi possiede mezzi convenzionali in grado di colpire le installazioni nucleari della pace che il nemico amene ha cosparso sul suo territorio. La seconda è che uno dei belligeranti possa avere la meglio pur avendo polmoni o, parimenti, che una parte dell’umanità, oramai congelata e ridotta allo stato preistorico, sopravviva a queste folgoranti deflagrazioni che trasformeranno l’atmosfera planetaria in una camera a gas densamente radioattiva a causa della dispersione di diverse decine di tonnellate di aerosol di plutonio “non consumato” delle testate.

    Tutte queste pericolose illusioni bollywoodiane vengono propinate da cervelli senza polmoni che, avvolti nel loro lungo inverno nucleare, ignorano pure che l’irrimediabile blackout post-atomico porterà all’esplosione di tutti i reattori nucleari civili ancora intatti nel giro di pochi giorni, e successivamente all’inevitabile incendio delle scorie atomiche sparse sul pianeta nelle piscine oramai tutte evaporate.

     L’atomo della pace è il tallone d’Achille delle superpotenze (e di tutti). Non vi sono nazioni più vulnerabili di quelle con impianti nucleari sui propri territori. Sono fragilissimi bersagli atomici designati in caso di guerra totale che, a ragione dell’enorme fallout che generano, riducono per sempre a zona proibita gigantesche porzioni di territorio, meglio ancora di quanto possano fare le bombe atomiche stesse. Inoltre, a causa dei loro effluvi alfa diffusi nell’aria, contaminano gli organismi tramite il respiro e uccidono a miliardi sull’intero pianeta. (Ma niente panico: le radiazioni alfa essendo fermate da un foglio di carta non intaccano i polmoni di carta !) Checché ne dicano le mezze dottrine della deterrenza atomica per le quali contano soltanto le armi nucleari esplosive queste cattedrali radiotossiche rendono automaticamente ogni stato superpotenza sporca, esentandolo dal doversi dotare di qualsiasi arsenale atomico. Un bersaglio atomico in casa altrui dispensa d’aver l’arma atomica in casa propria.

     Perché allora innalzare le superpotenze così al di sopra degli altri quando offrono frivolamente l’altra deterrenza a tutti coloro che desiderano dissuaderle ? Come possiamo trascurare che, in caso di conflitto totale, le superpotenze, per quanto indiscutibilmente superpotenti, devono temere non solo gli attacchi atomici delle loro controparti, ma anche le incursioni asimmetriche contro gli impianti nucleari molto più furtive e molto più deleterie da parte di chiunque ?

     Una guerra atomica è una battaglia universale che dura circa 40 minuti, il tempo necessario ai missili intercontinentali di atterrare (un buon 10% esploderà sul posto al momento del decollo). Poi tutto brucia e si spegne improvvisamente a diversi chilometri attorno al punto zero. Tuttavia, il numero e la portata distruttiva immediata dell’arsenale mondiale non sono in grado di coprire tutte le aree abitate, per cui non si può escludere che una parte dell’umanità -due o tre miliardi di persone- senza cibo sopravviva agli attacchi. (Chi provvederà a seppellire i miliardi di cadaveri umani e animali per allontanare le epidemie ?) Il day after di questi sopravvissuti, disorientati e annebbiati dal fumo tossico dei giganteschi incendi delle industrie e delle foreste, non sarà di certo salutare. 

    Tre ondate di fallout radioattivo letale li attendono. La prima militare, le altre due civili. In primo luogo, ovunque si trovino, subiranno le terribili ricadute ritardate delle esplosioni, poiché diverse decine di tonnellate di plutonio “non consumato” dalle cariche atomiche mescolato ai prodotti di fissione si saranno disperse nell’atmosfera (senza considerare il trizio e il carbonio dispersi dagli ordigni termonucleari). Poi, oltre alle prime ricadute tossiche dei fuochi d’artificio militari, che sono un’inezia radiologica rispetto al crescendo radioattivo che l’atomo della pace sta preparando in due atti, ci saranno le ricadute ben maggiori dei reattori nucleari.

A supporre che le centrali atomiche siano scampate agli attacchi, tutti i reattori atomici civili si troveranno tuttavia senza acqua di raffreddamento per mancanza di elettricità a seguito dell’inevitabile annientamento elettromagnetico o meccanico delle reti e dei generatori di emergenza. Nel giro di pochi giorni salteranno uno dopo l’altro come tappi di champagne, spargendo migliaia di tonnellate di particelle radioattive.

     Infine, oltre a questi due ingenti disastri radioattivi, ciascuno dei quali è sufficiente a uccidere l’umanità più volte per contaminazione interna, ci sarà l’inevitabile bouquet atomico finale, che salirà al cielo dopo un mese con l’accensione spontanea di centinaia di migliaia di tonnellate di caldo combustibile  “spento” delle piscine ora prive di quel raffreddamento indispensabile ad evitare l’evaporazione dell’acqua e il conseguente suriscaldamento delle scorie nonché prive di personale necessario alla loro manutenzione.

     L’annientamento radiotossico universale di tutte le specie avverrà attraverso l’aria irrespirabile sovraccarica di radioattività particellare e la terra trasmutata in una zona altamente proibita a causa delle colossali ricadute al suolo. La vita si estinguerà per sempre sulla terra con sofferenze indicibili e senza possibilità di rinascita.

        Nessuno sopravvivrà a lungo all’avvelenamento irreparabile dell’aria e della terra a seguito di un conflitto nucleare. La guerra atomica non conosce tregua radiologica, si protrae indisturbata fino all’alba dei tempi. Tutto morirà fino in fondo ai futili rifugi.

Il giornale francese LIBERATION e quello americano SCIENCES presentano le conseguenze di un mini-conflitto nucleare di un totale di 100 bombe al plutonio dimenticando che tale conflitto introdurrebbe 5 tonnellate di plutonio sotto forma di micro o nano particelle direttamente nell’atmosfera… rendendo così impossibile respirare per i sopravvissuti. Maurice, E. ANDRE, ufficiale nucleare (funzione esclusiva NBCR o nucleare, biologica, chimica e radiologica) Capitano Comandante, in pensione.

Per raggiungere una resa di 120 kt occorre la fissione di tutti gli atomi contenuti in 7 kg di plutonio 239. Ma siccome solo il 18% del plutonio presente nella carica è disponibile per andare in fissione serve pertanto un’arma caricata con “ragionevolmente” 40 kg di plutonio 239. Ora, a causa dell’alta temperatura dell’esplosione (1000000 di gradi celsius) e del fatto che il plutonio 239 è un metallo piroforico, il plutonio non fissionato raggiungerà le nano dimensioni (1 miliardesimo di metro) e non sarà più in grado di cadere, rimanendo così nell’atmosfera andando nelle cellule direttamente attraverso i polmoni e uccidendo gli esseri umani ovunque sul pianeta.

Una bomba atomica A da 120 Kt sviluppa un’energia di 502,08 mila miliardi di Joule ottenuta smaterializzando (M = E/C2) 5,016E14 Joule/(299792458 m/s2) = 5,58 gr di materia o più semplicemente 120 Kt * 0,0465 gr/Kt = 5,58 gr di materia. Questa smaterializzazione avviene con la fissione quasi simultanea di 17,33 milioni di miliardi di miliardi di atomi (1,733E25) contenuti in 6,88 kg di Pu239 (1,733E25 atomi/(6,0221415E+23/239) atomi/gr = 6,88 kg). La folgorante reazione a catena divergente che porta a questa esplosione avviene in meno di 600 nanosecondi e occupa circa 59 generazioni di neutroni, supponendo che ogni fissione emetta in media 2,7 neutroni. Ne consegue una radioattività colossale di 4 milioni di miliardi di miliardi di Becquerel (4,00E24 Bq corrispondenti a 108 mila miliardi di Curie), mentre la temperatura della carica può salire a centinaia di milioni di gradi centigradi. (La radioattività iniziale della carica nucleare aumenta vertiginosamente al tempo zero da 46,85 miliardi di volte nel caso del Pu239 a 738,22 mila miliardi di volte nel caso dell’U235). Un’esplosione atomica di 120 Kt produce una palla di fuoco di circa 745 metri di diametro. 54,86 m * (120 Kt 0,4) * 2 = 744,71.

Un ecocidio nucleare pesa pochissimo: una minuscola quantità di uno dei radio-contaminanti “a lunga emivita” è più che sufficiente per costringere all’abbandono per secoli e millenni qualsiasi luogo cosparso di polveri sottili radioattive, come è tragicamente avvenuto a Mayak, Chernobyl, Fukushima e sui siti dei tiri atomici al suolo. Secondo gli standard internazionali di radioprotezione un’area di 1 km2 verrà ridotta a zona proibita inabitabile se risulta contaminata con un solo di questi valori: 6 mg di plutonio 238 -0,1 Curie-, 26 mg di stronzio 90 -3,5 Ci-, 29 mg di americio 241 -0,1 Ci-, 34 mg di plutonio 241 -3. 5 Ci-, 173 mg di cesio 137 -15 Ci-, 440 mg di plutonio 240 -0,1 Ci- o infine, al massimo, 1,63 g di plutonio 239 -0,1 Ci-. Gli Sr90 e Pu241, due elementi partitari beta con stessa soglia di 3,5 Ci/km2, raggiungono insieme questa soglia “proibita” (addizionando la loro radioattività) in una massa di carburante inferiore rispetto a quando la raggiungono singolarmente, ne va ugualmente per il quartetto Pu238-239-240 & Am241, 4 radioelementi alfa con stessa soglia di 0,1 Ci/km2.

Fonte: aipri.blogspot.com

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