Per Tutti Quelli che Inneggiano alla Guerra Nucleare Contro Vladimir Putin
Immaginate di trovarvi seduti davanti al televisore come fate solitamente e una edizione straordinaria vi comunica che la Nato ha lanciato un missile nucleare al confine con la Russia, già immagino i commenti di giubilo da parte di tutti i membri dell’Unione Europea con i cittadini che assecondando tutta la loro soddisfazione cercando una giustificazione plausibile per assecondare un copione che vede il cattivo Putin punito per tutte le sue malefatte.
È ovvio che a provocare un orso infuriato non ci si può aspettare un invito a cena e le cose vedete si complicano un po, anche perché una inevitabile reazione con le stesse supposte terapeutiche a base di uranio e plutonio si rende inevitabile e non come la Giorgia Nazionale che ha spedito a supporto dell’Ucraina 80 carri armati costati una finanziaria lacrime e sangue, che in una frazione di secondo a spese degli italiani si sono arrostiti sotto il fuoco di un paio di droni, neanche il tempo di fare il tagliando come si conviene ai mezzi appena usciti dalla fabbrica.
Il governatore della Regione Veneta Luca Zaia (Quello che fa colazione con il Prosecco per intenderci) si era anticipato tempo fa avvisando che se una bomba atomica fosse esplosa nelle immediate vicinanze (???) i suoi fedeli concittadini dovevano seguire tutte le norme di sicurezza stabilite dall’Unione Europea a lui tanto cara. (Sono quelli che vi hanno consigliato il vaccino potete fidarvi)
Come voi sapete ad una edizione straordinaria ne segue immediatamente una successiva e qui dopo un primo momento di euforia gli entusiasmi si smorzano, anche perché la Russia e l’Ucraina, benché distanti, qualche danno aggiuntivo con queste tanto desiderate bombe lo creano, perché le radiazioni il tumore te lo fanno venire anche senza esserti vaccinato e per qualche secolo ti terranno una indesiderata compagnia, con la logica conseguenza che un altro posto per vivere lo devi per forza trovare, in barba agli ambientalisti che finalmente se ne staranno zitti una buona volta e non è che possiamo come nei film di Steven Spilberg spegnere il televisore e poter dire che è tutto finito, ma ci si deve dar da fare e in fretta prendendo armi e bagagli per cambiare vita (qualcuno dirà finalmente) e allontanarsi da tutti i paesi che nel raggio di 10.000 km si trovano nelle immediate vicinanze del misfatto. (Sto parlando della bomba atomica)
Lasciate perdere la casa, il lavoro (Tanto per quello che ti pagano) o la tua racchetta da tennis che ti sei appena comperato, adesso avrai finalmente il pretesto per fare una gita fuori porta con la famiglia, (L’Africa è il posto più sicuro) il calcio scordatelo, su, non è poi una gran perdita e godiamoci della soddisfazione di aver fatto arrabbiare il cattivo Putin 🙁
P.S. Chi mi ha scritto questo servizio lavora in Francia nel settore e………mi ha suggerito un introduzione come questa per tranquillizzare tutti coloro che ci seguono.
Toba60
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L’energia atomica e le sue radiazioni
Secondo gli standard internazionali, è necessario un fallout di 15 Ci/km2 di cesio 137 per creare una zona proibita inabitabile. Si tratta di una quantità dieci volte superiore a quella necessaria, perché il pericolo inzia già a 1,5 Ci/km2, se non prima. Per garantire una radioprotezione che abbia veramente a cuore la vita, questa soglia dovrebbe essere divisa almeno per 10.
Siamo con continui alti e bassi sotto fallout sahariano. Circa 4/5 volte la radioattività naturale nei picchi.
In barba a qualsiasi rigore fisico e morale, si pone deliberatamente in alto e tralascia depositi indubbiamente dannosi, per volere soltanto una sola zona proibita continua e non diverse disseminate a caso dal caotico fallout. Gli effluenti delle centrali atomiche sventrate creano diverse zone proibite distanti tra loro, anziché un’unica zona idealmente posizionata intorno all’epicentro.
La contaminazione atomica non conosce confini.
Questa soglia assassina dalle maglie troppo larghe sta comunque seminando una morte lenta e continua a mettere in pericolo milioni di persone nell’indifferenza generale. Potremo mai contare su uno slancio di orgoglio scientifico o su un rinnovato istinto di autoconservazione? Vedremo mai un’adeguata modifica restrittiva, se non una moratoria atomica definitiva? O dovremo rassegnarci alla prossima, sicuramente imminente, catastrofe?
Ogni emanazione gamma che si solleva troppo intensamente dal suolo crea ovviamente una zona vietata e inabitabile per un periodo di tempo variabile, a seconda dell’emivita dei radioelementi coinvolti. Tuttavia, l’attività “proibita” che segna il tragico ingresso di un territorio nella zona di esclusione è essenzialmente stabilita in relazione ai rischi di contaminazione interna che l’inquinamento radioattivo del suolo comporta. È la loro radiotossicità per inalazione e ingestione che spiega le soglie critiche assegnate a plutonio, americio e stronzio. L’attività “vietata” per ciascuno di questi elementi “durevoli”, predominanti nel combustibile nucleare, prevede un’intensità di dose gamma non superiore a 7 µSv/anno per i più aggressivi, Sr90 con i suoi 3,5 Ci ” vietati “/km2. Il Cs137, un altro elemento importante in caso di effluenza catastrofica, è un’eccezione.
La sua attività “proibita”, scandalosamente elevata, pari a 555 KBq/m2 (15 Ci/km2), si avvicina a 10 mSv/anno di sole radiazioni gamma… Senza contare l’inevitabile contributo della radiotossicità interna, che moltiplica la dose assorbita e provoca un’ammissione più che ufficiale di un’incidenza da 1 a 20 mSv/anno per 1000 Bq/m2 di Cs137 a seconda della composizione del suolo (Vedi pag. 30). Fissare l’asticella del “proibito” così in alto libera le persone da livelli radioattivi velenosi, rende “ammissibili” soglie di attività che non lo sono, e lascia le persone a vivere in terroir che devono essere lasciati. Come risultato di questa manipolazione puramente politica del livello di allerta, le aree inquinate da cesio ben al di sopra del “livello di sicurezza” di mSv/anno hanno ricevuto l’etichetta fuorviante di “zona tranquilla” in Europa, in particolare dopo il fallout di Chernobyl.
Ma lo sappiamo molto bene. Nessun inquinamento radioattivo, per quanto minimo, è esente da rischi per il patrimonio genetico a lungo termine della specie, a causa dei danni al DNA accumulati nel corso delle generazioni, nonché da rischi più immediati per la salute individuale. Ogni mSv assorbito comporta tra le 55 e le 600 vittime per milione di persone colpite, secondo le stime di diversi istituti di radioprotezione, tutt’altro che unanimi. Va da sé che la Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica (ICRP) presenta la stima più bassa, assegnando un coefficiente di rischio mortale del 5,5% per Sv assorbito.
Lei stessa ci dice, senza dire troppo, ovviamente, che la media di 2,4 mSv all’anno indotta dalla radioattività naturale provoca 1,06 milioni di morti all’anno nel mondo. No, la radioattività naturale non è buona e non possiamo sfuggirle. Aggiungere deliberatamente radioattività artificiale, che è ancora peggio, è una barbarie suicida. Anche la Commissione europea (op.cit) ci dice anche, senza dire troppo va da sé (1 mSv/anno per KBq/m2), che il cataclisma ” antropogenico ” di Chernobyl avendo in Europa nel tempo impattato di almeno 50 mSv oltre 250 milioni di persone significa che quasi 688 mila sono già morte e che altre necessariamente ne verranno ancora. 250.000.000 * 0,05 * 5,5% = 687.500. È una cifra ben lontana dalle poche vittime di cui si sente parlare. Non possiamo farci nulla. Seguiamo con attenzione l’ICRP e la Commissione europea.
Le vittime di Chernobyl e di altri luoghi sono molto più numerose e disperse nello spazio e nel tempo di quanto si pensi. L’energia nucleare non conosce confini.
Fonte. aipri.blogspot.com
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