Cosa Fanno Effettivamente i Plantari e le Scarpe?Analisi dei Dati su un Corridore Professionista
Correre e’ il gesto più’ naturale del mondo ma farlo bene è tutta un altra cosa, se qualcosa non va, e’ perché la tendenza è farlo in modo improvvisato pensando sia la cosa migliore ……

L’ideale spesso è gettare via tutta la spazzatura che si e’ accumulata nel tempo, un impresa quasi impossibile ….
Quasi!
Toba60
Cosa Fanno Effettivamente i Plantari e le Scarpe?
Spesso nella ricerca ci concentriamo sulle norme. Guardiamo l’effetto medio di diversi interventi e poi li applichiamo a tutti. In questo modo, nel complesso vediamo quali sono gli effetti per la maggior parte delle persone.

Facendo questo, a volte ci perdiamo gli effetti individuali. Così voglio condividere con voi alcuni dati sugli effetti delle scarpe da corsa sui dati di un singolo atleta, Jackie Areson, che corre professionalmente per Nike.
In questi dati, ciò che abbiamo fatto è stato metterla su un tapis roulant alla stessa velocità per ogni prova e impostare il mio sistema di analisi video ad alta velocità (Casio Exilim + software di analisi del movimento libero), e ha preso vista laterale e posteriore della sua corsa.
Quello che stavo guardando era un confronto degli impatti delle scarpe sulla sua meccanica. Usando i piedi nudi come “normale” e confrontando da lì. Abbiamo guardato tutti i tipi di scarpe Nike (perché è il suo sponsor), le sue vecchie scarpe con cui si allenava al college (Brooks Ravena) e poi, tanto per cambiare, ogni scarpa con e senza plantari personalizzati (lei non li indossa) per vedere gli effetti dei plantari sulla sua meccanica.
Quindi quello che troverete qui sotto è un grafico che confronta le immagini che ho incluso per voi ragazzi per dare un’occhiata che danno un buon indicatore delle cose e include alcune altre scarpe non incluse nel grafico (perché ricordate, questi dati sono analizzati alla vecchia maniera quindi ci vuole un po’ per analizzarli tutti!)

Footstrike degree- 90deg= il ginocchio e la caviglia del piede sono ad un angolo di 90deg. Quindi, maggiore è il grado, significa che la caviglia è più lontana dal ginocchio all’impatto con il piede. (La caduta della punta del tallone è basata su dati provenienti da fonti esterne, non misurati)
Immagini di scarpe all’impatto con il piede – No Plantare a sinistra. Con Plantare a destra (Tranne Nike Free, Katana e Streak XC Senza Plantare)
Cosa abbiamo trovato con Jackie.
I plantari passano quasi sempre a un colpo di tacco più pronunciato (probabilmente per alcune ragioni: aggiungono peso, ingombro e aumentano la caduta dal tallone alla punta.
I plantari non diminuiscono realmente la pronazione e non hanno un effetto uniforme su tutte le scarpe. Tendono a cambiare le cose in diversi gradi. L’impronta del piede è molto influenzata dal tipo di scarpa.
È difficile individuare delle tendenze precise, ma minore è il drop del tallone, più è probabile che atterri sull’avampiede o sul piede medio/intero. Inoltre, più leggera è la scarpa, più lo è.
È interessante (E i dati sono evidenti) ma per qualche motivo atterra più piede intero con le Brooks Ravena che con scarpe simili in termini di tacco/punta e peso. La mia ipotesi è che a causa dell’alta molla della punta cambi il suo modello di carico/atterraggio (perché in questo periodo di tempo, ha protetto i suoi infortuni al piede passati non “spingendo fuori” il suo alluce). Inoltre, il contrasto tra scarpe basse e scarpe alte è notevole.
Usando la semplice misura del tempo di contatto con il terreno si capisce quanto sia minima una scarpa. In conclusione, una misura di confronto tra il tempo di contatto al suolo a piedi nudi e il GC delle scarpe potrebbe essere una misura utile.

La differenza (alla stessa velocità) potrebbe dare un indicatore di quanto la scarpa “interferisce”. Quindi forse una misura semplice ma efficace potrebbe essere il cambiamento del GC con ogni scarpa (Sto solo ipotizzando, ma quanto sarebbe bello andare in un negozio di scarpe e correre a piedi nudi, ottenere un GC, poi confrontare gli effetti delle scarpe su di esso, invece di fare pronazione?)
E avere delle schifezze nella scarpa per rallentarla non è’ stato vantaggioso per Jackie (e sì, la pronazione è naturale, l’ho inclusa in questa analisi perché è facile da misurare, tutti la misurano, e volevo mostrare gli effetti delle scarpe su di essa…)
Speriamo che questi dati vi facciano pensare un po’ e vi facciano vedere le differenze individuali che le scarpe creano.
Steve Magness
Fonte: scienceofrunning.com
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