Fisiologia Anatomia e Biomeccanica del Calciatore
Quando si parla di un giocatore di calcio si tende sempre a dare un giudizio tecnico, tattico e tutto e’ sempre strettamente legato a dinamiche che si verificano di continuo in ogni fase di gioco, molto hanno inciso in questa analisi parziale, i media televisivi, che tendono sempre a catalizzare tutta l’attenzione su aspetti, per certi versi assai puerili che non rendono giustizia ai meravigliosi protagonisti che tutte le settimane si esibiscono sui campi di calcio, di tutto il mondo.
Sono sicuro che rimarrete assai sorpresi dalle cose di cui verrete a conoscenza, credo di essere l’unico diplomato e abilitato ad allenare Nazionali e Club di massima divisione Fifa, (Quello UEFA omologato in Spagna 2 Nivel ) che non ha praticamente mai giocato al calcio, odio molti aspetti di questo sport, non sono un visualizzatore seriale di partite televisive, mi limito al minimo essenziale, quello che più’ mi attrae di questo gioco sono le dinamiche di natura tecnica, che ruota attorno a questa fantastica disciplina sportiva.
Un po’ di Toba
Quando mi diplomai a Buenos Aires c’erano all’epoca tecnici come San Pauli, Simeone e Zubeldia ora allena la nazionale giovanile Argentina, e prima di me tecnici già quotati come Peckerman e Marcelo Bielsa, , tutti per aver giocato a calcio avevano già il patentino dopo pochi mesi ma io dovetti frequentare il corso per due anni anche online, novità’ assoluta all’epoca per non perdere le lezioni.
Il primo anno di studio è per i giovanili ed il secondo per i professionisti, le conferenze erano giornaliere ad esclusione del Sabato e Domenica, chi partecipa ai corsi in Argentina ha la possibilità a cadenza periodica di seguire gli allenamenti delle squadre di massima divisione e questo già ti inserisce in pieno in quella che e’ la realtà del gioco che conta, seguivo tutto con occhi diversi da chi mi stava a fianco, e lo capii, quando agli esami di tecnica il professore Francisco Sa’ allora tecnico dell’ Indipendiente, mi domando’ dove mai avessi appreso gli esercizi sviluppati, rispondendo agli esami teorici e pratici, li ho inventati, gli risposi, era la verità’, non avendo mai giocato ne allenato, sviluppai lavori che a distanza di tempo mi rendo conto erano assai bizzarri.
La cosa fini li e una volta tornato a casa continuai a fare le cose di tutti i giorni ma senza il calcio, (Tra le Ire di mia Moglie) lo scopo era raggiunto e i miei obbiettivi erano altri.
Chi sa tutto di calcio non sa nulla di calcio, ho fatto mio questo principio citato a suo tempo da Jose’ Mourinho, tu che leggi abbi sempre l’umiltà di considerarti sempre l’ultimo della classe, solo cosi’ avrai lo stimolo per imparare sempre qualcosa di nuovo.
Aprendo questo magazine, la mia intenzione era anche quella di non disperdere la mia non esperienza calcistica, ma di mettere al servizio tutto quello che ho teoricamente appreso e che questo possa essere utile a tutti coloro che amano e che vivono questo sport ma non nella maniera deturpata e priva di anima, come la si vive attualmente.
Campioni si diventa o forse no
Fatta questa doverosa premessa, ora vi voglio introdurre l’argomento, facendo riferimento a uno dei più’ grandi fisiologi dello sport di ogni epoca, David Costill, quando ero giovane avevo un autentica venerazione per questa persona, vedete, un tempo non e’ che chi si occupava di fisiologia o di alimentazione o di biologia avesse un approccio molto diretto con lo sport, lui diciamo e’ stato uno dei primi a dare un certo rigore pratico, ma sopratutto si e’ calato in pieno, in quella che e’ la realtà’ oggettiva di chi lo vive, lui amava molto il nuoto e per sua ammissione, dedico’ gran parte della sua vita, cercando di capire del perché’, pur avendo molte capacita’ di base, non fosse diventato un grande campione.
Se ci pensate bene non e’ una domanda da poco, e’ sotto gli occhi di tutti la differenza che passa tra un Cristiano Ronaldo ed un qualsiasi giocatore di 3 categoria, per quanto possa essere dotato di tutte le capacita’, troppo facile parlare di predisposizione e talento, e’ un po lavarsi le mani da un qualcosa che va ben oltre l’aspetto fisico tecnico estetico e tanto altro.
Il gioco del calcio e’ per certi versi molto democratico, tutti coloro che lo giocano, bene o male sono adatti nel fare determinate cose, sono funzionali insomma, ogni ruolo ha determinate competenze e queste possono variare a seconda di come vengono posti sul campo, il concetto di velocità’ forza e resistenza le classiche capacita’ condizionali, significano poco e molto nello stesso tempo, non e’ mai univoca ogni considerazione.
Lionel Messi per esempio e’ in questo momento considerato il miglior giocatore del mondo, ma se domani il tecnico della squadra decidesse di farlo giocare in porta o come difensore centrale , probabilmente non troverà’ mai posto in squadra.
Un altro esempio di altra natura, e’ quello di Xavi Hernández ex giocatore del Barcellona, Alberto Roca, preparatore Atletico della squadra, sempre si lamentava per la sua scarsa velocità’ di base, ma a vederlo sembrava dotato di una rapidità’ prorompente, egli pensava veloce e giocava sempre di prima, anticipando sempre le mosse dell’avversario, i suoi inserimenti palla al piede erano fulminei, tutto era eseguito a velocità’ doppia rispetto a quella degli avversari, e lui non era affatto veloce, pur avendo un fisico in apparenza predisposto a questo.
Per completare voglio poi evidenziare di come alle volte si può’ vincere un pallone d’oro, pur non avendo una gran tecnica, anche senza essere in grado palleggiare palla al piede, per più’ di 10 secondi, e’ il caso di Ruud Gullit che sistematicamente veniva ignorato dai compagni quando dovevano scegliere il compagno di gioco, nel calcio tennis, tutti sapevano che con lui si perdeva sempre.
E’ meraviglioso come tante variabili possano incidere nella performance di un giocatore, e ora seguitemi che siamo solo all’inizio, come sempre tutto sarà facile e comprensibile ve lo prometto.
Vediamo …….uno giocatore a caso , Diego Armando Maradona, a vedersi e’ proprio brutto, diciamocelo pure, avrà’ avuto molte donne ma non certo per una questione estetica, cerchiamo di capire che cosa lo ha reso cosi speciale, a vedersi la caratteristica che più’ balza all’occhio e’ una certa compattezza nel fisico, il baricentro basso e’ un requisito che si ripete spesso nei grandi campioni, questo e’ utile per mantenere l’equilibrio mentre ti muovi e se lo fai con un pallone al piede, ecco che risulta fondamentale per non perdere stabilita’, la cosa che più’ sorprende in questo giocatore fu stata la sua flessibilità muscolare unita alla mobilitá articolare fuori della norma, lo si poteva notare in tutta la sua evidenza, quando cadeva a terra e in una frazione di secondo era in grado di rialzarsi, senza perdere la coordinazione necessaria per dare continuità’ al gioco, o di modificare in tempi brevi un determinato gesto, variando in una frazione di secondo, l’intero assetto del corpo, utile alla giocata.
I fisiologi che lo hanno avuto sotto le loro cure hanno poi riscontrato in lui una capacita’ organica fuori della norma, non dimentichiamo che ai tempi del Barcellona in grado di correre i 3000 metri del test di cooper sotto i 3′ a km, se si pensa che molti giocatori di alto livello, tutt’ora in italia, hanno difficoltà’ a scendere sotto i 4′.
Le sue fibre muscolari erano prettamente veloci, dovete sapere che ogni uno di noi quando nasce ha in dotazione una determinata tipologia di fibre, e non e’ possibile modificarle se non parzialmente, nel modo che in seguito avrai modo di apprendere, per semplicità’ senza andare nei particolari, vi do un idea di che cosa possa significare tutto questo per un calciatore e per chiunque altro sportivo e lo farò senza usare tanti termini tecnici se non quelli essenziali.
Segui intanto questo semplice schema, che ti aiuta a capire un po’ come lavorano queste benedette fibre e poi vedrai, che una volta appreso il loro funzionamento, ti potranno essere utili.
Fibre rosse (a contrazione lenta) Buona resistenza (si affaticano dopo) Si contraggono più lentamente Sono più piccole di quelle bianche Poco ipertrofizzabili Hanno un recupero veloce Generano energia aerobicamente (in presenza di ossigeno) Più utili nella resistenza (ciclisti, maratoneti…) | Fibre bianche (a contrazione rapida) Scarsa resistenza (si affaticano prima) Si contraggono 4 volte più velocemente Sono più grandi delle rosse Più ipertrofizzabili Hanno un recupero più lento Generano energia anaerobicamente (in assenza di ossigeno) Più utili nella potenza (bodybuilder, centometristi, lanciatori del peso… |
Che tipo di fibre pensate che abbia il primatista mondiale di maratona Eliud Kipchoge ? troppo facile no ? sono quelle nello schema a sinistra e ….Filippo Tortu ? prova a indovinare, su, ora e’ tutto facile ma non andare per esclusione, ti do io una mano…. quelle a destra 🙂 , e che fibre deve avere per eccellere un calciatore ? come quelle di Maradona? ora seguimi perché’ le sorprese non sono finite.
Abbiamo capito che il tipo di fibre, (Ma non solo quelle) sanciscono quella che e’ la caratteristica che rende un atleta più’ predisposto in una determinata disciplina, ma sara’ sempre cosi? L’uomo e’ un essere che ci riserva sempre mille sorprese.
E’ bene sapere che se nasci con fibre ST (Veloci) quelle hai e quelle rimangono per tutta la vita rassegnatevi, se hai quelle Ft Fibre Veloci invece si puo’ fare qualcosa, si possono predisporre per diventare Intermedie e Resistenti, (Che Fortunati) il meccanismo a livello cellulare e’ per certi versi analogo e sapere questo e’ di molta importanza per il nostro calciatore.
Ci sono stati maratoneti, che pur non avendo una quantità’ molto superiore di F.S, sono estremamente competitivi a livello mondiale, come hanno fatto? semplice, modifichi la preparazione, (prendo l’esempio dell’atletica in quanto facile da comprendere) riduci il Chilometraggio settimanale e mensile, ci si concede un recupero relativamente maggiore in termini di tempo, (Si affaticano prima e recuperano più’ lentamente) e si da enfasi a quella che e’ la peculiarità’ di chi ha molte FT, svolgendo lavori molto intensi, fatti naturalmente con i dovuti ritmi.
Oggi gli atleti di vertice svolgono una media di 220-240 km a settimana alcuni anche 300 km in certi periodi, fermo restando che molto del lavoro svolto non e’ uniforme (Non e’ questa la sede per approfondire) ma alcuni come quelli del caso appena citato, non corrono per più’ di Km 180, cercando di massimizzare la prestazione sulla base del motore di cui dispongono, ed in molti casi con successo.
I calciatori non sono tutti uguali e come hai avuto modo di apprendere ora, non e’ solo una questione di capacita’ tecniche (Ne parleremo una prossima volta) sviluppare una preparazione collettiva nel calcio e dare rigore scientifico pianificabile allo sforzo eseguito e’ pura utopia, non e’ un opinione, tutto quello che si può’ fare, è trarre i dati finali, senza poter sviluppare in termini fisiologici nulla se non in forma approssimativa, un po come in politica, dove un Nobel Analizza l’andamento economico in maniera perfetta, sulla base dei dati raccolti, ma non ne può prevedere il seguito, perché’ vincolato da continue variabili, che Mourinho, Guardiola e Jupp Heynckes, abbiano vinto tutto in questi anni, proprio perché svincolati da queste regole ferree del Calcio
Nel mondo dell’atletica leggera o in discipline molto specifiche è determinante questa prerogativa, che madre natura dona, ma per quanto riguarda un calciatore, le cose sono molto diverse, stiamo parlando di una singola incidenza, state attenti, non ci si deve far condizionare troppo da questo, per esempio un fuoriclasse del calcio mondiale come Dirceu José Guimarães , dopo il Mondiale 1978 fu giudicato dai media come uno dei tre giocatori più forti al mondo, Nazionale Brasiliano e campione d’Italia con il Verona nel 1982, rinuncio’ ad una convocazione olimpica per i 10.000 metri preferendo far fronte agli impegni della sua nazionale, correva la distanza poco sopra i 29′ e calcisticamente era semplicemente fantastico per tecnica, visione di gioco, e tutto sommato la sua scarsa propensione alla velocità’ non incideva affatto sulla sua prestazione, al pari del già‘ citato Xavi.
Siete sorpresi? Ma non finisce qui!
Veniamo ora al nostro giocatore, (Non solo lui) ignaro di quanto e’ fantastico il suo ”Attrezzo da Lavoro”.
Queste fibre lavorano all’interno di una struttura che può’ variare da individuo a individuo, basta vedere un sollevatore di pesi ed un maratoneta africano, la prima, massiccia e voluminosa e la seconda snella e affilata, ma la regole non sono assolute, pensiamo ad un Robert De Castella maratoneta degli anni 80 capace di correre in 2h08 il suo fisico era più’ simile a quello di un culturista, aveva una sezione muscolare voluminosa ma …..attenzione attenzione, con una particolarità’, per essere competitivo al pari del calciatore, deve essere si o si con una terminazione tendinea il più’ possibile allungata.
La parte inferiore del muscolo per essere funzionale, deve essere usando termini accessibili a tutti, performante, un po’ come la terminazione di un levriero per intenderci.
La sezione stessa del muscolo a sua volta determina come ho già esposto in un articolo precedente, un diverso modo di sviluppare il movimento, questa diversità’ incide sia sotto l’aspetto tecnico che, cosa più’ importante, in quella che in fase di sviluppo, esalta una qualsiasi qualità’ condizionale.
Sono obbligato, mi dispiace, fare un esempio riferito all’atletica leggera, per poter capire meglio una questione di fondamentale importanza senza scendere in dettagli tecnici.
Vi ricordate i velocisti di qualche anno fa, che si ponevano ai blocchi di una Finale Olimpica?
Unico comune denominatore era la loro struttura fisica, molto simile ai Bronzi di Riace, ora, vi siete accorti come sono totalmente cambiati i parametri fisici? in confronto gli atleti di oggi, fatte le debite proporzioni, paiono anoressici, Pietro Mennea per fare un esempio, alzava 120 kg in squat a piu’ riprese, in fase di preparazione, carichi a tutt’ora pazzeschi, il concetto di forza e velocità’ era imprescindibile all’epoca, fermo restando che e’ valido anche oggi lo stesso principio metodologico, va messo in evidenza che la scelta degli atleti, verte attualmente su basi diverse e più’ ampie, non più’ atleti fisicamente prestanti e veloci ma funzionali e reattivi, ed in questo parametro sono venuti alla ribalta atleti non più’ con masse molto voluminose, ma dall’aspetto più’ simile a quello del nostro vicino di casa, per intenderci, cosa diversifica sostanzialmente questa diversa tipologia di atleti? La sezione Muscolare, che mentre prima privilegiava soggetti unicamente corpulenti, ora amplia il raggio di azione e offre anche ad altri soggetti la possibilità’ di competere con i giganti dello sport, un po come Davide e Golia.
Con questi atleti non puoi lavorare alla stregua di un Pietro Mennea, avrebbero infortuni permanenti (Quello che si Verifica Sistematicamente nel Nostro Campionato e ….anche altri ) ma su basi diametralmente opposte, che ora non e’ motivo di discussione.
Torniamo al nostro Atleta
Altra caratteristica utile per chi gioca e’ un qualcosa che avrete avuto modo di vedere tutti i giorni, seguendo i vostri campioni preferiti, quello che per una persona comune e’ un difetto, per chi gioca a calcio e’ un vantaggio non indifferente, e’ il caso della gambe a x un altro modo di dire che ha il ginocchio Valgo, averle da’ stabilita’ e obbliga il giocatore a tenere la testa alta, (Sono proprio fortunati, un po come il brutto anatroccolo) moltissimi fuoriclasse del presente e del passato (Roberto Rosato) hanno avuto questa particolarità’.
Fenomeno inverso e nello stesso tempo vantaggioso e’ quello di avere gambe curve, offre stabilita’ in corsa e per una questione fisiologica, tende questa conformazione, ad abbassare il baricentro del corpo, requisito fondamentale per gestire il pallone in velocità’.
Il Piede piccolo poi, rende un calciatore assai agevolato in fase di esecuzione, evita angolazioni nella fase di appoggio, che toglie tempo utile ai portieri, necessario per anticiparsi nel movimento e parare il tiro, oltre ad essere più’ facile e varia l’esecuzione tecnica insita nel calciare la palla.
Avere i piedi che tendono all’interno poi, fanno di un giocatore un qualcosa di assolutamente imprevedibile in ogni cosa che fa’, un esempio emblematico era Johan Cruijf, che oltre a questa anomalia, sommava un baricentro basso, gambe a x e un rapporto dell’ arto inferiore con la parte bassa della gamba molto corta rispetto a quella alta, questo gli consentiva di correre palla al piede ad una velocità’ doppia rispetto agli avversari, struttura praticamente identica la possedeva pure Eusebio, indimenticabile campione Portoghese, campione d’Europa e Pallone d’Oro con il grande Benfica negli anni 70.
Un nota a parte la merita’ Pele’, gambe Curve, baricentro basso e rispetto a molti campioni di ogni epoca era molto proporzionato e funzionale nella parte alta del corpo, tronco e collo erano semplicemente quanto di più’ funzionale potesse esistere, per una perfetta esecuzione di testa e nel gioco aereo in generale, se dovete insegnare ad un giovane come calciare colpire di testa, stoppare la palla, eseguire una esecuzione acrobatica, egli e’, di tutti i grandi campioni di ogni epoca, l’unico, che può’ essere posto come esempio, l’unicità’ che lo contraddistingueva, era la perfezione del gesto tecnico, viceversa per ogni altro campione (Messi, Ronaldo, Maradona, Marco Van Basten) tutto e’ dato dalla loro singolarità’, che li rende irripetibili.
Campioni si Nasce o si Diventa ?
Tornando al dilemma che assillava David Costill, dobbiamo un po’ trovare un punto intermedio sulla questione, dedicherò’ prossimamente un intero servizio su questo Tema, ma e’ bene comunque entrare nell’ordine delle idee che il calcio e’ uno sport a se’, sotto molti punti di vista, alcuni avete avuto modo di vederli ora, ma e’ nulla in confronto a tutti i dettagli che ci stanno dietro.
Poniamo per finire una semplice considerazione da fare sul corpo umano, dovete sapere che oggettivamente l’unica Leva Vantaggiosa in nostro possesso per quanto possa sembrare impossibile e’ quella della caviglia.
L’unica leva vantaggiosa del corpo umano e’ quella della caviglia
Osserva un qualsiasi atleta correre, saltare, giocare, muoversi in una qualsiasi disciplina sportiva e scoprirai che tutto, ma proprio tutto ruota attorno all’unica cosa veramente ben riuscita sotto l’aspetto squisitamente biomeccanico.
Stelvio Beraldo, scomparso alcuni anni fa’, lo ripeteva spesso bassa voce, (A scuola non te lo insegnano) per non turbare i paradigmi del settore, una persona eccezionale sotto tutti i punti di vista, curava una sezione fisiologia e biomeccanica in internet, veramente fantastica, ebbi modo di conoscerlo attraverso la rete, dopo che prima di fare una tesi all’esame di fisiologia a Buenos Aires, con tema ‘‘La prestazione dei calciatori in altura”, ebbi modo di contattarlo, ebbe l’umiltà’ di dirmi che non era un qualcosa di sua specifica competenza e mi dette tutte le indicazioni del caso, con l’esito finale ottenuto, che mi conferi’ il massimo dei voti.
La praticità’ che lo contraddistingueva andava oltre la semplice conoscenza formale e sottolineava di come il lavoro sul campo e’ spesso avulso ad ogni forma di indottrinamento accademico impartito.
In vita mia non ho mai visto un preparatore curare un solo dettaglio riferito a quanto detto sopra, se proprio vogliamo dircela tutta, molto di quello che fanno e’ spesso molto folkloristico e appariscente, forse, per giustificare uno stipendio che nel gioco del calcio professionistico. diciamocelo pure e’ molto sostanzioso.
Seguii tempo fa, a Vimaro, la Preparazione del Napoli di Sarri, e mi sono sempre domandato se tutto il valore della squadra, fosse frutto di un ottimale sviluppo delle capacita’ condizionali, o dal fatto che i giocatori erano di qualità’ eccelsa. (Sull’allenatore mi guardo dal commentare) Tutto conta, ma non facciamo i moderatori ora, tutto era fatto molto bene, ma non e’ che si siano rotti la testa nel pianificare gli allenamenti, girando l’europa mi capito’ di seguire Ernesto Valverde quando era al Athetico Bilbao prima di approdare al Barcellona, se qualcuno mi avesse chiesto la differenza di preparazione tra le due squadre ………non avrei saputo cosa rispondergli, tutto questo non significa che lo staff non sia bravo e svolge un lavoro poco produttivo, anzi hanno fatto il loro compito in maniera perfetta, ma onestamente il valore aggiunto …….non l’ho visto, ed e’ quello che io personalmente vedendo le cose dall’esterno, svincolato da ogni regola, amo vedere.
Ed ora una domanda, Tra Ivan Drago e Rocki Balboa qual’e’ secondo voi il piu’ preparato? chi vincera alla fine? Non siamo nel film!
Pensateci bene perché, io personalmente alla luce dei fatti, non mi sento onestamente di prendere posizione a priori, per l’uno, o per l’altro.
Cosi come non mi permetterei mai di mettere in discussione il valore di un giocatore, sulla base di requisiti squisitamente estetici, Garincha campione del mondo con il Brasile in Svezia, uno dei più’ grandi giocatori di tutti i tempi, pote’ ingannare migliaia di difensori con quella sua finta, sempre uguale, grazie al fatto che aveva una gamba 8 cm più lunga dell’ altra e questo dava input ad un contro movimento sulla gamba di appoggio, rapido e di difficile (Impossibile) intercettazione.
Cruijf, incredibile ma vero, fu scartato alla visita di leva, per scarsità’ toracica, Lionel Messi come tutti di voi sapete, dovette andare a Barcellona per correggere un insufficienza ormonale, che comportava un mancato sviluppo, solo grazie a questo ritardo fisico, pote’ esaltare al meglio tutte le sue qualità’, Marco Van Basten pote’ essere cosi coordinato e rapido nei movimenti nonostante l’altezza, grazie ad un uno sviluppo anomalo, avvenuto in una fase post puberale, e questi sono alcuni esempi, come ce ne sono tanti altri, riferiti ad altri sport.
Prima di concludere pero’, non va dimenticato che per quanto un atleta disponga di un motore eccezionale, se non e’ supportato da un pilota che lo diriga al meglio, tutto diventa inutile, il Come, Dove e Quando sono l’essenza del calcio, e’ li che attualmente molti tecnici e la ricerca del settore, opera tutti i suoi sforzi per massimizzare la performance di un giocatore e di una squadra nel complesso, e’ un altro tema che affronterò con dovizia di particolari la prossima volta, perché’ non tutti operano alla stessa maniera per raggiungere l’obbiettivo finale.
Ed ora una nota finale, a tutti coloro che cercano il campione adatto alla propria squadra.
Immaginate di avere in squadra 11 Maradona, o 11 Ronaldo o 11 Messi o 11 Pele’, o 11 Cruijf come pensate che si comporti la squadra?
Dubito che terminerebbe un qualsiasi campionato della massima serie, senza la matematica certezza di retrocedere, ci si divertirebbe un po’, quello e’ sicuro, ma la squadra che vince, non e’ quella che ha i migliori giocatori, ma quella che e’ funzionale e per esserlo hai bisogno di un Lele Oriali di un Gianfranco Bedin, di un Rino Gattuso o un certo Angelo Colombo.
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