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Un Gran Passo All’Indietro in Memoria di Gustavo Adolfo Rol

Gustavo Augusto Rol, un uomo dimenticato, o semplicemente cancellato dalla storia?

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Il Re Cristiano nel Mondo

Con la pubblicazione del mio studio “Il segreto della casa di Adolfo Rol” si viene a capire che il nascere di Gustavo Adolfo Rol  (Torino, 20 giugno 1903 – Torino, 22 settembre 1994) e rivelarsi un personaggio, come mago, illusionista, sciamano, veggente, uomo dalle mille possibilità. Il suo destino era dettato da uno scopo straordinario legato a questo mondo preso da irrisolvibili problemi di convivenza pacifica dei popoli.

Nello studio suddetto si scopre, attraverso la mia particolare veggenza, che nel suo singolare caso, ho potuto trovare tracce sul suo eventuale passato, presente e futuro, esaminando mappe geografiche di luoghi particolarmente sensibili del suo vissuto. E la mia attenzione, dopo alcune ricerche, si è posata sul luogo dell’abitazione di Rol in Via Silvio Pellico, 31 di Torino. Di qui, in breve tempo ho potuto disegnare una cartografia davvero straordinaria che mostro con la mappa originale (illustr. 1) e quella elaborata (illustr. 2).

Illustrazione 1: Torino, Parco Valentino. Casa di Adolfo Rol. (mappa capovolta)

Illustrazione 2: Torino, Parco Valentino. Surrealtà mappale. Lo spirito guida di Adolfo Rol, di natura venusiana, dona a un secondo  spirido di natura marziana il potere simboleggiato dalla lettera ebraica Lamed, l’insegna come arma. Opera dell’autore.

Il fatto saliente, davvero assai notevole, è che l’entità femminile, guida spirituale di Adolfo Rol, all’atto della sua morte, porge all’entità spirituale maschile sotto di lei con la corona sul capo, un particolare simbolo a forma di L che io ho interpretato come Segno di Comando, uno scettro, ma è il segno di molte altre cose di grande significazione, comprese nel grafema fenicio-ebraico di Lamed.

Scopo dello spirito marziano insignito dallo spirito guida venusiano di Adolfo Rol

Nello studio suddetto mi è parso di intravedere nella quartina IV-77 delle Centurie di M. Nostradamus, veggente francese del 1500, la seguente profezia:

  • «Sapiente monarca l’Italia pacifica,
  • Regno unito, Re Cristiano del mondo,
  • Morendo vorrà adagiarsi in terra de Blesique (= Basilica?)
  • Dopo aver i pirati cacciati dall’onda.»

È possibile che si parli di questo mondo, almeno fino ad un certo punto, e questo può far capire che i poteri occulti di questo monarca Re Cristiano si adopereranno per “cacciare i pirati dall’onda”. Si deve supporre che la sua “forza persuasiva” si riveli attraverso quest’altra quartina di Nostradamus, la V-75:

  • «Salirà alto sopra il bene più a destra,
  • Dimorerà assiso sopra la pietra squadrata,
  • Verso il mezzogiorno posato alla finestra,
  • Bastone tortuoso in mano bocca ferrea.»

Tuttavia è difficile capire come questo Re sia in grado di rivoluzionare la situazione dell’assetto politico, militare, economico epocale per sanare tutti i conflitti. Come potrà scongiurare lo scatenare di una guerra mondiale con la grave minaccia nucleare?  Ma se veramente il destino ha designato lui per questi scopi di pace, vuol dire che avrà il potere di farlo. Nondimeno la visione di questo Re «assiso sopra la pietra squadrata» va considerata come un monarca non di questo mondo, ma di quello eterico-astrale. Perciò si deve supporre che sulla terra dei viventi saranno i suoi effetti a rivoluzionare la vita.

Illustrazione 3: Astro-geometria dei i pianeti del giorno delle elezioni in Italia inizio alle ore 7:00. La Grande Croce del 2022.

Illustrazione 4: Astro-geometria dei pianeti veloci del giorno delle elezioni alle ore 7:00. Lamed, l’arma in mano all’erede di Gustavo Adolfo Rol.

Con la pubblicazione di un secondo mio studio pubblicato in rete, “Svelati i 91 anni di Gustavo Adolfo Rol dai pianeti e dal sole di natività”, e con la successiva pubblicazione di un terzo  mio studio, “L’età di morte di Napoleone nei pianeti e sole alla morte di Gustavo Adolfo Rol”, si ha quasi la certezza che lo spirito marziano coronato insignito con lo scettro, sia lo spirito di Napoleone Bonaparte. Anzi, c’è di più perché è il cielo del sistema planetario solare a darne il segno in relazione al giorno delle elezioni della Camera e del Senato del 25 settembre 2022.

Infatti in questa data, alle ore 7:00 dell’inizio votazioni, la mappa astro-geometrica della disposizione dei pianeti intorno al Sole mostra due segni straordinari, una grande croce e una grande lettera L: la prima, con l’ilustr. 3, attraverso tutti i pianeti e Sole, la seconda, con l’illustr. 4, attraverso i pianeti veloci, cioé Mercurio, Venere, Terra, Luna, compreso il Sole. La lettera L è il simbolo che si accomuna alla L in mano allo spirito di natura marziana dell’illustr. 4 che ho chiamato Lamed e che simboleggia un’arma (poi spiegherò cosa sia).

Solar System: Fri 2020-21-22-23 Sep 25, 7-24h

Il sistema del 2022 è l’unico che presenta la Croce e la L con i pianeti veloci.

Il passo è breve a questo punto per intravedere nel suddetto ente regale spirituale, con l’arma nella mano, nella seconda surrealtà mappale che ho intravisto quasi accanto a quella nota dell’illustr. 4 che mostro di seguito con l’illustr. 5.

Illustrazione 5: Surrealtà mappale di Torino Parco di San Vito. Azione bellica del Re Cristiano del mondo. Visione eterico-astrale.

L’ente spirituale regale di natura marziana lo si vede con fattezze non più simboliche come quella accanto precedente, ma quasi reali di un corpo umano ben definito che si rivelerà sulla terra. Il suo scettro, in sede della lettera L dell’aspetto planetario dei pianeti veloci, è un serpente che egli domina e ne utilizza il suo potere occulto. In merito allo studio citato all’inizio (con nota 1) ho così definito il potere del serpente, compreso nel valore del grafema Lamed fenicio ebraico:

La lettera Lamed ricorda l’immagine del serpente che si solleva verso l’alto. La tradizione ebraica afferma, che prima del peccato dell’Adam, il serpente camminava eretto come gli esseri umani ed era il re degli animali. Solo dopo il peccato, il Creatore decretò al serpente che «tu camminerai, striscerai, sul tuo ventre».

Ciò implica che il serpente non strisciasse affatto, perciò nell’ebraismo si pensa che prima camminasse eretto e fosse, si dice il re degli animali.

Nella lettura numerica, vi è l’equivalenza numerica tra il termine Maschiàch (Messia) e nachàsh, (serpente), entrambi con valore ghematrico 358.

Questa equivalenza, dicono i rabbini, dimostra che la redenzione operata dal Messia rimetterà tutti in piedi, tutti risorgeranno.

Il fatto saliente che fa risalire la figura del Re marziano alla profezia di Nostradamus  IV-77, in relazione alla sua azione battagliera descritta dal quarto verso: «Dopo aver i pirati cacciati dall’onda.», è che si vede chiaramente che è stato capace di “metterli nel sacco”, poichè si tratta di realtà del regno dei morti sepolti nel cimitero San Vito.

Tutto chiaro eccetto chiederci perché la figura del monarca non ha la testa e nemmeno le gambe e i piedi?

Per quanto riguarda la testa è semplice la risposta, perché è detto nella quartina IV-77:

  • «Sapiente monarca l’Italia pacifica,
  • Regno unito, Re Cristiano del mondo,
  • Morendo vorrà adagiarsi in terra de Blesique (= Basilica?)
  • Dopo aver i pirati cacciati dall’onda.»

Il Re Cristiano, «Dopo aver i pirati cacciati dall’onda.» lascia le sue spoglie alla terra per essere “Re di un altro mondo”, la stessa cosa che disse Gesù imprigionato davanti a Pilato che lo interrogava. Ma c’è modo di intravedere in una terza surrealtà il volto del Monarca che la profezia stessa sembra indicare con il termine «terra de Blesique» che certamente vuol dire Basilica.

Ma resta da rispondere sui piedi e gambe mancanti e non è facile perché è su di loro che si concentra il tema della rivelazione del Re Cristiano del mondo. Per i piedi, che sono la parte del corpo umano legato al sacrificio, chi più di un santo straordinario, che più di altri ha rinunciato ai piaceri del corpo trasformandolo in materia eterica celeste, possa essere se non Francesco di Assisi? Per la testa, che riguarda il corpo mentale e spirituale, avrò modo di individuarne un luogo della terra dove è stampata l’impronta che più di tante altre terrene può far risalire al Regno di Gesù Cristo.

Il piede del peccato di Assisi sanato da San Francesco

Ma che significato ha il piede? Perché sono i piedi a rilasciare le impronte sulla terra e, dunque, a costituire la memoria nell’ipotetico hard disk terrestre in questione da cui ho tratto le cartografie mostrate in questo studio. E come Gesù si addossò i peccati degli uomini per  la loro riabilitazione animica, che prima era “cieca” e non vedeva la luce di Dio, così San Francesco, con la sua disposizione a fare altrettanto con il prossimo, scegliendo la povertà assoluta, liberò dal peccato la sua Assisi. Il 10 dicembre 1997 scrissi alcune note su San Francesco di Assisi a commento di alcuni disegni che eseguii a ricalco della mappa di Assisi (illustr. 6) definendole cartografie mappali. Oggi le riporto su questo studio perché portano luce sul messaggio che da esse sembra trapelare e che si riflette sui tempi nostri.

Illustrazione 6: Mappa di Assisi.

Già si è colpiti dall’immagine che si presenta all’osservazione della mappa di Assisi come divisa in due parti: quella in primo piano, sembra chiaramente una scarpa che ci riporta al discusso piede di Assisi, argomentato in precedenza; e quella a sinistra una sorta di un grosso pesce che ingoia la Basilica di San Francesco.

Il passo è breve per intravedere nel pesce la balena del famoso Segno di Giona, e che ci ha indirizzati a cercare nella morfologia terrestre per intravedervi il segno col suo segreto ivi riposto. La via del “segno” è difficile da far digerire alla ragione umana di questo millennio rivolto alla scienza e alla pura ragione umana, ma, per la fede nelle scritture evangeliche e bibliche, unito al possibilismo dello scienziato che tenta coraggiosamente la strada sperimentale per giungere a scoprire una nuova legge scientifica, parimenti non c’è altro modo per giungere a rintracciare uno spiraglio della luce di Dio.

>> Audaces fortuna iuvat (La fortuna aiuta gli audaci) recita un vecchio proverbio popolare, poiché costoro sono sicuri di sé, non indietreggiano di fronte ai rischi e non temono di esporsi. Sono capaci da azzardare e questo li mette in risalto. Non c’è forza più grande. Sinonimi di audace, a seconda dei diversi contesti, si può può essere considerati: ardito, coraggioso, intrepido, valoroso, avventato, rischioso, imprudente, sconsiderato, spericolato, temerario, insolente, irriverente, provocante, sfrontato, spudorato e perfino innovativo e originale. […]

Potrebbe sembrare strano al lettore, dopo aver letto il significato della parola Audacia, associare questa parola alla Chiesa.

Una chiesa audace non può non essere anche creativa! Se la Chiesa, infatti, vuole ringiovanire il proprio volto, deve riscoprire la creatività nel dire Dio, riscoprire l’audacia dell’annuncio dell’amore di Dio, rivisitando e mettendo in discussione i modi di fare abituali, partendo dall’ascolto del Vangelo, discernendo con creatività le strade su cui il Signore chiama la comunità a vivere nuovi orizzonti, a gettare nuovamente le reti in quei mari dove a volte ci sembra di aver pescato solo fallimenti, delusione, scoraggiamenti.

La maledizione di San Francesco La scarpa col puntale

Francesco, che si trova alla Porziucola, riceve notizie non buone sulla sua comunità, poiché da Bologna arrivano segnali di allarme.

>> In quella città i “minori” sono tentati più che altrove di abbandonare la via della semplicità e della povertà. Nell’autunno del 1222 un brutto terremoto colpisce l’Italia settentrionale e moltissimi sono convinti che sia un castigo di Dio predetto da Francesco. In verità il “poverello aveva parlato in toni molto aspri, riferendosi sopreattutto ai problemi della comunità che ha fondato, senza però fare previsioni del tipo di quelle che gli venivano attribuite dalla fantasia popolare.

Per cercare di estirpare il male alla radice torna a Bologna e, fose per la prima volta nella vita perde la calma serafica.

Nela città che ospita forse l’embrione di un rivolta si rivolge con accenti accorati all’Onnipotente, presenti tutti i frati che vorrebbero una vita più comoda.

>> Signore Gesù Cristo, tu che hai scelto i dodici Apostoli, dei quali anche se uno venne meno, gli altri però rimasero fedeli ed hanno predicato il santo Vangelo animati dall’unico Spirito, tu, o Signore, in questa ultima ora, memore della antica misericordia hai fondato l’Ordine dei frati a sostegno della tua fede e perché per loro mezzo si adempisse il mistero del tuo Vangelo.

Chi dunque ti darà soddisfazione per loro, se quelli che hai mandato a questo scopo, non solo non mostrano a tutti esempi di luce, ma piuttosto le opere delle tenebre?

Da Te, o Signore santissimo e da tutta la Corte Celeste e da me tuo piccolo siano maledetti quelli che col loro cattivo esempio confondono e distruggono ciò che un tempo tu hai edificato per mezzo dei santi frati di questo Ordine e non cessi di edificare!

Dove sono quelli che si dichiarano felici della sua benedizione e si vantano di essersi accaparrati a loro piacimento la sua amicizia? Se, Dio non voglia, si troverà che hanno mostrato le opere delle tenebre con pericolo del prossimo, senza pentirsene, guai a loro, guai di dannazione eterna! >>

È davvero duro l’intervento del figlio di Pietro di Bernardone. Ilverbo maledire non era stato mai conigato da questo mite personaggio amico dei poveri, dei diseredati, degli umili, degli uccelli e dei pesci ai quali durante la quaresima al lago Trasimeno aveva dettodi non farsi ingannare dai pescatori.

Ma proseguendo nella requisitoria contro i presunti “traditori” va anche oltre.

Linguaggi della pastorale Comunità Audaci e Creative. Don Elio Santaniello

Verrà tempo – dice – nel quale pei mali esempi la diletta religione di Dio sarà diffamata così che i suoi membri dovranno vergognarsi di uscire tra la gente. La maledizione di Francesco deve aver lasciato il segno sulla terra di Assissi che si conforma ad una particolare scarpa con un puntale acuminato, come si può riscontrare dalla cartografia dell’illustr. 7

Illustrazione 7: La scarpa col puntale, di Assisi. La maledizione di San Francesco. Il piede del “Peccato” di Assisi. : E ancora meglio in forma di una scarpa di quelle degli uomini d’arme del XV secolo, come si vede dall’illustrazione. 8.

La statua del sogno di San Francesco d’Assisi

Gli amici più intimi raccontano che Francesco ha avuto un sogno profetico. Avrebbe visto secondo la testimonianza dei suoi seguaci una statua: la testa sembrava d’oro puro, il petto e le braccia d’argento, il ventre di cristallo e le gambe di piombo.

Illustrazione 9: La statua del sogno di San Francesco tratta dalla cartografia di Assisi ruotata di un angolo retto.

La lavanda dei piedi simbolo di lavacro del peccato

Il Vangelo di Giovanni, al capitolo 13, racconta l’episodio della lavanda dei piedi. Gesù avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine (Gv 13,1), e mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto >> (Gv 13, 2-5)

Fu un gesto inaudito, perché riservato agli schiavi ed ai servi, quello di lavare i piedi degli Apostoli, asciugandoli poi con l’asciugatoio di cui era cinto.

Bisogna sottolineare che a quell’epoca si camminava a piedi su strade polverose e fangose, magari sporche di escrementi di animali, che rendevano i piedi, calzati da soli sandali, in condizioni immaginabili a fine giornata. La lavanda dei piedi era una caratteristica dell’ospitalità nel mondo antico, era un dovere dello schiavo verso il padrone, della moglie verso il marito, del figlio verso il padre e veniva effettuata con un catino apposito e con un “lention” (asciugatoio) che alla fine era divenuto una specie di divisa di chi serviva a tavola.

Quando fu il turno di Simon Pietro, questi si oppose al gesto di Gesù:

«Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi». >> (Gv 13, 7-11)

Questa lavanda è una delle più grandi lezioni che Gesù dà ai suoi discepoli, perché dovranno seguirlo sulla via della generosità totale nel donarsi, non solo verso le abituali figure, fino allora preminenti del padrone, del marito, del padre, ma anche verso tutti i fratelli nell’ umanità, anche se considerati inferiori nei propri confronti.

Piede e Peccato

La tradizione ebraica ci consegna la parola “peccato” come violazione dell’ordine voluto da Dio, che Coehlo ne “Il cammino di Santiago” così ci restituisce: La parola “peccato” viene da “pecus” che significa “piede difettoso”, piede incapace di percorrere un cammino. Il modo per correggere il peccato è quello di camminare sempre diritto, adattandosi alle situazioni nuove e ricevendo in cambio le migliaia di benedizioni che la vita concede con generosità a coloro che chiedono.

Diversamente, nella Sloka 1 della Stanza V di “Theogenesis” è scritto come l’energia universale Fohat, ponte del percorso tra spirito e materia, diriga l’evoluzione dell’uomo e del cosmo tramite i propri passi, uno alla volta, così che il progresso proceda in infinitesimali periodi di tempo, il cui intervallo è rappresentato dal piede sollevato tra un passo stesso e l’altro: Diventerete così audaci da ostacolare la mia volontà? – gridò Fohat nella sua ira (…) – badate che non abbassi il mio piede così pesantemente da demolire il ponte tra gli dèi e gli uomini; allora non potrete più soccorrere gli uomini, né far risuonare accordi pienamente armonici.

Vediamo ora le analogie metaforiche, sul rispetto o meno delle Leggi di Natura (la discendenza), tra il monito cristiano del IV comandamento e le narrazioni mitologiche, partendo da Edipo, che a sua insaputa diverrà parricida nonché incestuoso, e iniziamo dall’etimologia. Infatti, il suo nome significa il piede gonfio che in metafora ci dà il concetto seguente: il piede offeso non può tenere l’equilibrio, al pari di tutti gli zoppi e ciechi nominati, in seguito, nei testi biblici.

Si tratta di una stortura metaforica che indica la confusione dei ruoli creata dall’uomo rispetto all’ordine della legge divina. Se infatti andiamo a ricercare nella genealogia edipica, abbiamo Cadmo fondatore di Tebe che però uccise il drago sacro ad Ares, segue Penteo che con atto di hybris disprezzerà i riti dionisiaci e Laio, padre di Edipo, che in barba alla xenìa (la legge sacra dell’ospitalità) stuprò Crisippo, figlio di un suo ospite.

Il monito qual’è? Onorare il padre e la madre va concepito nell’ottica del rispetto delle leggi divine, nel rispetto dell’ordine che Dio ha dato al creato. Purtroppo, come a Tebe furono sovvertite le leggi divine, così oggi vorrebbero che avvenisse nella nostra società quando ritroviamo altrettanta confusione nei ruoli di genere (ben riassunti dalla teoria gender e dalla conseguenza di fluid sexualitye utero in affitto, affiancati ai neologismi di Genitore 1 e Genitore 2) in quanto deviazione che allontana dalla biologia-natura, che al contrario è divina poiché direttamente dal volere divino e naturale scaturisce.

Perciò, più siamo zoppi, meno viene rispettato l’equilibrio universale. Lo stesso Asmodeo il distruttore è il diavolo appartenente alla gerarchia degli angeli di Satana ed è il simbolo della discordia coniugale (Libro di Tobia) raffigurato con un arto artificiale, poiché appunto zoppo, dacché distruttore delle leggi di natura.

Il volto del Re Cristiano

È la terra di Blesique, ovvero basilica, che ci conduce ad una mappa famosa, quella della Città del Vaticano in cui si rivela il volto del Re Cristiano di Nostradamus. Mostro di seguito la mappa originale e quella ruotata di 90° in cui si dimostra effettivamente sagomato come un volto (illustr.ni 10 e 11):

Illustrazione 10: Mappa della Città del Vaticano & Illustrazione 11: Mappa della Città del Vaticano ruotata in alto verso ovest.

La particolare forma della Piazza San Pietro prospicente la Basilica, che rappresenta un orecchio con il lobo particolarmente ingrandito del supposto volto del Re Cristiano nostradamico, si allaccia ad un altra sua profezia, quartina I-96:

  • «Colui che avrà la carica di distruggere
  • Templi e sette, mutati per fantasia:
  • Più alle rocce che ai viventi verrà a nuocere,
  • Con lingua ornata d’orecchie “ressasie”. » che vuol dire “sazie” o meglio “piene“.

Senza contare che il fatto del presunto lobo dell’orecchio è la Piazza San Pietro, che molto frequentemente è gremita di pellegrini in visita alla Basilica, o che stiano lì per ascoltare la parola del Santo Padre.

Completa la configurazione del Monarca, chiaramente un guerriero temibile, il particolare elmo munito di aculei. Si deve immaginare poi una celata che copre gli occhi.

Risalendo al potere della veggenza in me, di solito sento un forte calore al lobo degli orecchi, particolarmente a quello di destra. È il calore che si accompagna alla visione verde e il suono della quinta musicale, di cui parla Gustavo Adolfo Rol in relazione alle sue capacità sensitive.

Un gran passo all’indietro in memoria di Gustavo Adolfo Rol

Illustrazione 12: Surrealtà mappale di San Secondo di Pinerolo. Nel Cimitero è sepolto Gustavo Adolfo Rol.

Nel Cimitero di San Secondo di Pinerolo è sepolto Gustavo Adolfo Rol. All’occhio chiaroveggente lo si vede in felice sintonia con la sua guida spirituale, la mistica Venere che fece del suo occhio un illuminato (illustr. 12). Azzurro etereo, suono della quinta sonora e calore vitale fecero di Rol tanto felice in terra, e poi nell’aldilà.

Gaetano Barbarella

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